osteriacinematografo
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lunedì 6 febbraio 2012
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eccellente spy story
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Gran Bretagna, anni 70. Il capo dei servizi segreti, Control (un azzeccatissimo John Hurt), invia l’agente Prideaux (Mark Strong) in Ungheria: la missione fallisce, Prideaux viene ucciso, e Control è costretto a lasciare il Circus; con lui, se ne va anche George Smiley (uno straordinario Gary Oldman), suo stretto collaboratore. Poco dopo Control muore, e Smiley viene riassunto segretamente dal sottosegretario al governo per indagare sulla possibile presenza di una talpa russa ai vertici dei servizi segreti, vertici che -nel contesto- sono il Soldato, lo Stagnaio, il Sarto, il Povero (il titolo originale riporta infatti tali nomignoli in luogo dell’ennesima storpiatura dei traduttori nostrani).
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Gran Bretagna, anni 70. Il capo dei servizi segreti, Control (un azzeccatissimo John Hurt), invia l’agente Prideaux (Mark Strong) in Ungheria: la missione fallisce, Prideaux viene ucciso, e Control è costretto a lasciare il Circus; con lui, se ne va anche George Smiley (uno straordinario Gary Oldman), suo stretto collaboratore. Poco dopo Control muore, e Smiley viene riassunto segretamente dal sottosegretario al governo per indagare sulla possibile presenza di una talpa russa ai vertici dei servizi segreti, vertici che -nel contesto- sono il Soldato, lo Stagnaio, il Sarto, il Povero (il titolo originale riporta infatti tali nomignoli in luogo dell’ennesima storpiatura dei traduttori nostrani).
Su questa base, lo svedese Tomas Alfredson (già autore di “Lasciami entrare”) sviluppa una raffinata spy story, che ricalca saggiamente il modo di fare cinema degli anni in cui la storia è ambientata. Il film è una ragnatela le cui maglie vanno via via stringendosi e aggrovigliando attorno ai potenziali infiltrati, la cui architettura sottile e intricata sorprende senza mai annoiare, nonostante l’assenza di inseguimenti, colluttazioni, e di quei movimenti che spesso caratterizzano le opere del genere.
Il piano temporale è sfalsato, e il presente lascia spesso campo a numerosi flashback ricchi di indizi e particolari, utili a svelare le personalità degli individui coinvolti, le piccole crepe, le gelosie, gli innamoramenti più o meno reali, gli equilibri sempre sottili in un mondo di eterni e poliedrici sospetti.
La fotografia è spettacolare, i colori cupi ma intensi accompagnano ogni ambiente, interno ed esterno, senza la minima sbavatura, senza mai eccedere, e la tensione cresce in una scala di gradini minuti e costanti, grazie a una storia solida e intrigante (il romanzo da cui è tratto il film è di John Le Carrè, un tempo agente segreto del Secret Intelligence Service), a protagonisti eccellenti, a matrioskas che rivelano altre matrioskas che a loro volta possono contenere indizi veri o specchietti per le allodole, inganni e doppi giochi d’ogni sorta, finchè non viene disvelato il “seme”, il ragno, il tessitore ultimo, a sua volta monitorato in un meccanismo perverso e senza soluzione di continuità strutturale.
Merita una menzione speciale il compassatissimo agente Smiley, che domina la scena dall’inizio alla fine, rivelando gradualmente i suoi numerosi legami sommersi, la sistematica capacità di reperire fonti utili, lo sguardo attento su ogni minimo dettaglio, l’attenzione per le parole profuse o ascoltate. Gary Oldman ne interpreta ogni respiro e fornisce una prova indimenticabile (che per certi versi ricorda quella di Toni Servillo ne “Il divo”), si muove lentamente sulla scena, come un felino esperto e sornione, interpretando un agente sui generis, che si districa con calma ed eleganza in ogni situazione, forte dell’autorità derivata dall’antica miscela di conoscenza e potere; possiede un quadro preciso dei rapporti che regolano quel mondo, e ciò gli fornisce una visione chiara dell’insieme, talmente chiara che quasi sorge il dubbio che sia lui stesso la scatola cinese in cui affonda lo sguardo con gelida e distaccata intensità.
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diziani
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sabato 14 gennaio 2012
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tanto rumore per nulla
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Passato in sordina all'ultima mostra cinematografica di Venezia , la talpa, di Tomas Alfredson è un thriller che non ha nessuna delle caratteristiche tipiche del genere. Non aspettatevi l'azione , inseguimenti, movimento, la talpa è un film che punta sugli aspetti meno appariscenti della vicenda e in gran parte basato sul dialogo, forse un'opera più adatta a una messa in scena teatrale che a una sala cinematografica. Tratto dal romanzo di John le Carrè l'opera si concentra su un periodo storico molto teso ni rapporti internazionali, quello della Guerra Fredda. Di mezzo c'è una presunta talpa , un infiltrato nei servizi segreti britannici che sta dalla parte dei sovietici e che potrebbe incrinare i preziosi rapporti di amicizia che ci sono tra il Regno Unito e i cugini d'oltreoceano .
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Passato in sordina all'ultima mostra cinematografica di Venezia , la talpa, di Tomas Alfredson è un thriller che non ha nessuna delle caratteristiche tipiche del genere. Non aspettatevi l'azione , inseguimenti, movimento, la talpa è un film che punta sugli aspetti meno appariscenti della vicenda e in gran parte basato sul dialogo, forse un'opera più adatta a una messa in scena teatrale che a una sala cinematografica. Tratto dal romanzo di John le Carrè l'opera si concentra su un periodo storico molto teso ni rapporti internazionali, quello della Guerra Fredda. Di mezzo c'è una presunta talpa , un infiltrato nei servizi segreti britannici che sta dalla parte dei sovietici e che potrebbe incrinare i preziosi rapporti di amicizia che ci sono tra il Regno Unito e i cugini d'oltreoceano . L'incarico di stanare la talpa viene affidato a George Smiley che mettendosi sulla pista lasciatagli dal suo superiore dal nome in codice Controllo , si muove con astuzia in mezzo alle difficili trame nascoste dei servizi segreti. Un film più teatrale che cinematografico, dicevamo, infatti quello che manca a questa opera è l'azione e il ritmo che caratterizza solitamente i film di spionaggio. Il regista, per altro, non fa nulla per condire il suo lavoro con un po' di sana suspense che tenga lo spettatore, per quanto poco, incollato alla sedia, per cui il prodotto che ne risulta alla fine è poco coinvolgente e ancor meno interessante anche agli occhi di uno spettatore ben disposto e volenteroso . Tutto sommato le atmosfere grige e ovattate che si respirano dall'inizio alla fine grazie a un perfetto controllo della fotografia finiscono per influire sull'andamento dell'opera, il resto lo fa la storia , una tipica vicenda di spie ambientata nel periodo della guerra fredda, interessante quanto si vuole ma oggi decisamente un po' fuori dal tempo. Nostalgico come tutti i film di spionaggio girati dopo la caduta del muro di Berlino il lavoro ha un andamento ellittico e misterioso, freddo e quasi scostante e al di là dei colpi di scena e di un paio di momenti ad effetto il tutto si trascina abbastanza stancamente verso la conclusione. La sensazione che si ha alla fine è quella di un film non concluso, incompiuto nella sua contingenza narrativa , infatti non è importante chi in fondo sia veramente la talpa, ma una volta rimossa la "mela marcia" c'è la convinzione che tutto tornerà a funzionare perfettamente .
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jaylee
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domenica 15 gennaio 2012
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l'estetica del tradimento
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Lo svedese Tomas Alfredson ci regala con La talpa una dimostrazione di come un film sia una sinergia di vari elementi, dove nessuno è di per sé sufficiente a garantirne il valore, ma dove la somma è superiore all’insieme dei singoli.
La Talpa affresca l’opera di Le Carrè su un infeltrito paesaggio europeo degli anni ’70, un film di spionaggio che, per il ritmo dilatato e la cura del dettaglio, ricorda davvero le migliori produzioni del genere di una quarantina di anni fa. George Smiley (Gary Oldman) che, ironia della sorte, non sorride mai una volta nel film, ha il compito di scoprire chi è la talpa all’interno dell’ufficio (ovvero il Servizio Segreto di Intelligence Britannico, soprannominato affabilmente il “Circus”); ritiratosi (forzatamente) insieme al suo capo (John Hurt, il cui personaggio è noto semplicemente come “Controllo”), viene proprio richiamato inaspettatamente in servizio per indagare sulla morte di uno degli agenti del Circus in seguito ad una soffiata… ma questa soffiata c’è stata? O è solo una leggenda usata per mascherare l’incompetenza ed inefficacia dell’ufficio rispetto alla macchina da guerra sovietica?
Punti di forza di questo film sono senz’altro le interpretazioni, garantite da un cast di lusso.
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Lo svedese Tomas Alfredson ci regala con La talpa una dimostrazione di come un film sia una sinergia di vari elementi, dove nessuno è di per sé sufficiente a garantirne il valore, ma dove la somma è superiore all’insieme dei singoli.
La Talpa affresca l’opera di Le Carrè su un infeltrito paesaggio europeo degli anni ’70, un film di spionaggio che, per il ritmo dilatato e la cura del dettaglio, ricorda davvero le migliori produzioni del genere di una quarantina di anni fa. George Smiley (Gary Oldman) che, ironia della sorte, non sorride mai una volta nel film, ha il compito di scoprire chi è la talpa all’interno dell’ufficio (ovvero il Servizio Segreto di Intelligence Britannico, soprannominato affabilmente il “Circus”); ritiratosi (forzatamente) insieme al suo capo (John Hurt, il cui personaggio è noto semplicemente come “Controllo”), viene proprio richiamato inaspettatamente in servizio per indagare sulla morte di uno degli agenti del Circus in seguito ad una soffiata… ma questa soffiata c’è stata? O è solo una leggenda usata per mascherare l’incompetenza ed inefficacia dell’ufficio rispetto alla macchina da guerra sovietica?
Punti di forza di questo film sono senz’altro le interpretazioni, garantite da un cast di lusso. Emerge ovviamente Gary Oldman, un apparentemente grigio servitore dello stato, una specie di Giulio Andreotti con grandi archivi, grande memoria, ed un network di conoscenze sterminato… ma dotato di questa vita segreta ricca di ambizioni e desideri (ben rappresentato dalla moglie di lui, così scintillante ed in contrasto con il marito –e vista sempre di spalle- quasi come se lui fosse una falena che non può realmente possedere la luce, ma solo sbatterci contro), che ha sacrificato per un bene superiore e che, però, proprio come sua moglie, non comprende mai bene fino in fondo.
Oltre ad Oldman, assolutamente da vedere sono anche il potente, astutissimo, sgraziato e sgradevole Controllo/John Hurt, il patetico e ambizioso Alleline/Toby Jones, il quasi-wildiano Haydon/Colin Firt), ed il dolente Prideaux/Mark Strong; ma davvero il film è un gioco corale dove ognuno gioca ottimamente la sua parte e valorizza a sua volta il contributo degli altri, nel complesso gioco di scacchi impostato da Alfredson, dove ognuno sacrifica l’altro per raggiungere un qualche obiettivo, e dove la lealtà, sbandierata come l’unica cosa che conta, perde significato… basti pensare a Controllo/Hurt che stima profondamente il suo vice Smiley/Oldman, eppure lo inserisce in una lista di sospetti, ed eppure chiede, quando arriva il momento del suo pensionamento, che lo stesso Smiley sia (professionalmente) “seppellito” con lui, e non promosso nel suo posto.
Ottima la regia di Alfredson, che appare molto sicura e supera alcune lentezze e lungaggini della sceneggiatura (soprattutto nella parte centrale) con un senso dell’immagine stilisticamente molto raffinato e d’impatto, che costruisce le scene come all’interno di finestre ed oblò, dettagli di una tappezzeria di rombi, quadri, principi di galles che coordinano abiti, persone, ambienti… con il verde, l’arancio, il marrone, il grigio e quei colori che sfumano e definiscono la realtà del presente, rispetto al romanticismo dello spionaggio pionieristico e goliardico che affiora nei ricordi delle feste di natale del Circus stesso, flashback che rappresentano la perla del film stesso, sapientemente inseriti qui e là, e che contengono tutta la verità di cui c’è bisogno... Se saputa interpretare.
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martino76
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domenica 30 settembre 2012
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film cult
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Ottimo film bellissime le scenografie, le ambientazioni e eccezionali le recitazioni. Film cult per il genere spy story.
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hidalgo
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venerdì 27 gennaio 2012
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film di classe
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Tratto dal romanzo dell'ex MI6 John Le Carrè, La Talpa è un film d'altri tempi, un film raffinato che, pur non avendo un gran ritmo, appassiona e coinvolge dalla prima all'ultima scena. Alfredson, dopo il bellissimo Lasciami entrare, si conferma regista di assoluto valore e, se riuscirà a non farsi rovinare da Hollywood, sentiremo parlare a lungo di lui. Il suo film è un'opera realistica intrigata e bella da vedere, soprattutto grazie a un cast eccezionale composto da autentici fuoiclasse del grande schermo, tra i quali spicca, ovviamente, un Gary Oldman straordinario nel suo Smiley apparentemente gelido e distaccato, ma con l'anima tormentata e il cuore sofferente.
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Tratto dal romanzo dell'ex MI6 John Le Carrè, La Talpa è un film d'altri tempi, un film raffinato che, pur non avendo un gran ritmo, appassiona e coinvolge dalla prima all'ultima scena. Alfredson, dopo il bellissimo Lasciami entrare, si conferma regista di assoluto valore e, se riuscirà a non farsi rovinare da Hollywood, sentiremo parlare a lungo di lui. Il suo film è un'opera realistica intrigata e bella da vedere, soprattutto grazie a un cast eccezionale composto da autentici fuoiclasse del grande schermo, tra i quali spicca, ovviamente, un Gary Oldman straordinario nel suo Smiley apparentemente gelido e distaccato, ma con l'anima tormentata e il cuore sofferente. Bello e commoventemente ingenuo il personaggio di Tom Hardy che aspetta il ritorno che non ci sarà della donna della quale si è innamorato e con la quale vuole mettere su famiglia perchè non vuole diventare come i suoi colleghi, ma la triste verità è che i sentimenti, per chi di mestiere fa la spia, non possono venire al primo posto. Un film da vedere.
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capo apache
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venerdì 4 gennaio 2013
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c'è del marcio nell' mi6
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Da un romanzo di John Le Carré, La Talpa catapulta lo spettatore nel cuore della guerra fredda, mostrandoci i servizi segreti britannici in crisi a causa di una talpa dei nemici sovietici. Il governo britannico si affida a un ex agente segreto ormai ritirato: George Smiley (Gary Oldman), a cui darà il compito di scovare la talpa nelle sfere più alte dell'MI6. Una storia di inganni, tradimenti e false apparenze, che vede il protagonista fronteggiarsi con un nemico apparentemente invisibile in una lotta di astuzie, nella quale non potrà fidarsi di nessuno, e dovrà scavare dentro vicende nascoste e dettagli impercettibili per arrivare alla soluzione. La fotografia cupa e le musiche conferiscono al film una nota di interessante malinconia alla Londra del 1973.
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filippo catani
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sabato 21 gennaio 2012
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spy story per amanti del genere
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Londra in piena Guerra Fredda. Un ex agente del Circus (sede dello spionaggio inglese) viene richiamato in servizio per cercare di smascherare quella che pare essere una talpa all'interno del sistema di spionaggio inglese. Tratto da un'opera di Le Carrè.
Il film è un'opera assolutamente per palati fini e per gli amanti del genere. Dico così in quanto non solo lo spettatore è chiamato ad un intenso lavoro di costruzione che lo porta a seguire tutto lo svolgimento della trama ma anche perchè il ritmo della pellicola è davvero molto compassato. Resta intatta la bellezza dell'opera a ulteriore testimonianza che si può realizzare una spy story anche senza continue sparatorie.
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Londra in piena Guerra Fredda. Un ex agente del Circus (sede dello spionaggio inglese) viene richiamato in servizio per cercare di smascherare quella che pare essere una talpa all'interno del sistema di spionaggio inglese. Tratto da un'opera di Le Carrè.
Il film è un'opera assolutamente per palati fini e per gli amanti del genere. Dico così in quanto non solo lo spettatore è chiamato ad un intenso lavoro di costruzione che lo porta a seguire tutto lo svolgimento della trama ma anche perchè il ritmo della pellicola è davvero molto compassato. Resta intatta la bellezza dell'opera a ulteriore testimonianza che si può realizzare una spy story anche senza continue sparatorie. A impreziosire l'opera concorrono la bravura di alcuni suoi interpreti e fra tutti meritano una menzione Gary Oldman e Collin Firth. Un gary Oldman bravissimo nel calarsi nella parte di un agente tormentato, senza più le certezze di un tempo e con una vita sentimentale disastrata. Le atmosfere cupe e il grigiore che regna all'interno del Circus concorrono a conferire maggiore realismo al film e ai suoi interpreti.
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moghi
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lunedì 6 febbraio 2012
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eccellente spy story dal sapore antico
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Grande film di spionaggio ambientato ai tempi della sordida Guerra Fredda. Personaggi cesellati, atmosfera ed ottime interpretazioni fanno di questo film un must nel suo genere. Chi si aspettava: inseguimenti, azioni assurde a sfinire, situazioni inverosimili e personaggi da videogioco può tranquillamente evitare di comprendere un film evoluto come La Talpa e dedicarsi al contemporaneo Missione Impossibile (la cui vera missione è quella di trovare il fantasma di cervello di chi lo guardato fino alla fine). C'è ben poco da aggiungere, grandissimo Gary OLDMAN in un ruolo che gli calza a pennello.
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claudiofedele93
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giovedì 10 ottobre 2013
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il ritorno della vera spy story!
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La Talpa - Tinker Tailor Soldier Spy è un ottimo film ed un’eccellente Spy Story, di quelle a vecchio stampo, che si facevano una volta, prima che James Bond alias 007 monopolizzasse il panorama cinematografico. Un film che vive di un’eleganza talmente radicata nella regia e nei contenuti da cui è difficile rimanere indifferenti. Alfredson riesce nell’impresa di portare alla luce una pellicola tanto forte quanto delicata, triste, onesta e incredibilmente romantica, senza lasciare nulla al caso, filmando una storia ricca di suspance e che è possibile apprezzare ancor di più ad una seconda o terza visione.
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La Talpa - Tinker Tailor Soldier Spy è un ottimo film ed un’eccellente Spy Story, di quelle a vecchio stampo, che si facevano una volta, prima che James Bond alias 007 monopolizzasse il panorama cinematografico. Un film che vive di un’eleganza talmente radicata nella regia e nei contenuti da cui è difficile rimanere indifferenti. Alfredson riesce nell’impresa di portare alla luce una pellicola tanto forte quanto delicata, triste, onesta e incredibilmente romantica, senza lasciare nulla al caso, filmando una storia ricca di suspance e che è possibile apprezzare ancor di più ad una seconda o terza visione. Il reparto tecnico, la fotografia, così per quanto riguarda le scenografie è ottimo, condito da musiche che ben si adattano al contesto; Gli attori che sono stati coinvolti nella produzione sono, senza ombra di dubbio, il gotha del cinema britannico. Gary Oldman è davvero eccellente nelle vesti del protagonista, un uomo ormai di mezz’età, solo e triste, a cui è stata data una missione in segreto e che non può contare su nessuno. E’ una delle più profonde e sentite performance degli ultimi anni che ci porta a sottolineare come questo attore sia stato (quasi) sempre sottovalutato e messo da parte, talvolta considerato idoneo solo per ruoli minori o da antagonista. Un peccato, visto il talento che più volte aveva messo a nudo e che, con questa pellicola, può dimostrare per l’ennesima volta senza vergogna. Una prova, la sua, fatta non solo attraverso i gesti, ma anche (e soprattuto) con uno sguardo criptico, spento e attento, di difficile interpretazione, così chiuso ed allo stesso tempo specchio dei sentimenti repressi, che il suo Smiley tiene dentro. Notevole Benedict Cumberbatch, qui nelle vesti del collega fidato e leale, così come altrettanto bravo risulta essere John Hurt e Mark Strong. Bravo anche Colin Firth, anche se viene leggermente messo da parte; Tom Hardy risulta essere davvero efficiente e capace di calarsi anche in ruoli drammatici (aveva già dato prova di ciò in Bronson di Refn) e altrettanto convincenti gli altri attori coinvolti nella produzione.
Nel dare, dunque, un giudizio finale a La Talpa non possiamo che lodare quanto è stato fatto e trovarci d’accordo con tutti quei commenti presenti nella locandina del film che portano il nome di alcuni dei giornali e delle riviste più famose al mondo: Tinker Tailor Soldier Spy è davvero il Thriller più elegante e sofisticato degli ultimi anni!
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beppe baiocchi
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venerdì 15 maggio 2015
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chi è la talpa?
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1973. Inghilterra. Controllo (il capo dei servizi segreti britannici, chiamato "Circus") sospetta segretamente che ci sia una spia di Karla (il capo del KGB) nei vertici del Circus. I sospettati sono chi oltre lui risiede nel tavolo più alto dei servizi segreti: George Smiley (il suo vice), Percy Alleline, Bill Haydon, Roy Blande, e Toby Esterhase. Controllo manda un agente a Budapest per ottenere tali informazioni, vitali per l'equilibrio del Circus, da un generale Ungherese. Tale operazione però finisce con la morte dell'agente e con uno scandalo internazionale che porta al prematuro pensionamento Controllo e Smiley. Capo del Circus diventa Percy Alleline grazie anche ad un progetto che portava avanti chiamato "Operazione Strega" che ottenva informazioni sull'intelligence sovietica tramite un segreto informatore.
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1973. Inghilterra. Controllo (il capo dei servizi segreti britannici, chiamato "Circus") sospetta segretamente che ci sia una spia di Karla (il capo del KGB) nei vertici del Circus. I sospettati sono chi oltre lui risiede nel tavolo più alto dei servizi segreti: George Smiley (il suo vice), Percy Alleline, Bill Haydon, Roy Blande, e Toby Esterhase. Controllo manda un agente a Budapest per ottenere tali informazioni, vitali per l'equilibrio del Circus, da un generale Ungherese. Tale operazione però finisce con la morte dell'agente e con uno scandalo internazionale che porta al prematuro pensionamento Controllo e Smiley. Capo del Circus diventa Percy Alleline grazie anche ad un progetto che portava avanti chiamato "Operazione Strega" che ottenva informazioni sull'intelligence sovietica tramite un segreto informatore.
Dopo qualche tempo George Smiley viene richiamato in gran segreto ad indagare sulla possibile talpa nell'intelligence britannica, a seguito di una chiamata di Ricki Tarr, un agente operativo.
Una sceneggiatura imponente quella de "La Talpa" ( o Tinker, Tailor, Soldier, Spy), un adattamento complicato al romanzo omonimo di john Le Carrè, ex agente dei servizi segreti e abile scrittore di spy story dalle trame complesse e articolate. Una fotografia notevole, granulosa e scura, che subito ci fa assaggiare le atmosfere della guerra fredda (e perchè no, dei film di quegli anni). In cabina di regia Tomas Alfredson, regista svedese, si dimostra davvero capace. Una regia molto curata, con inquadrature a volte davvero notevoli, che ci regalano quasi una visuale complessa, come se catapultasse noi stessi al centro delle indagini, come se noi stessi stessimo spiando e indagando su chi sia questa potenziale talpa. Alfredson dirige un cast di attori britannici di grande livello. Colin Firth, Mark Strong, Tom Hardy, Toby Jones, Kathy Burke, Benedict Cumberbacht, John Hurt e il bravissimo Gary Oldman nei panni di George Smiley, il protagonista. Gary Oldman è un attore che riesce sembre a modificarsi, a entrare nei personaggio intrerpretati a più livelli, cambiando aspetto e modo di parlare (infatti sono basito quando scopro che per questo personaggio ottiene la sua prima nomination all'Oscar), e qui entra perfettamente in un personaggio complesso come è George Smiley. Smiley è forse uno dei personaggi più riusciti dalla penna di LeCarrè, un agente dei servizi segreti totalmente in contrasto con la visione che abbiamo noi (quella di 007 per intenderci), infatti il nostro protagonista è molto umano, tanto capace nelle indagini e nelle deduzioni quanto incapace nella vita vera, non è un uomo giovane e fisicato, non è propenso all'azione e forse non lo è mai stato. Un personaggio complesso che però Oldman interpreta con una naturalezza incredibile.
Una spy story classica, contorta e ricca di colpi di scena che merita una visione molto attenta, poichè numerosi sono i personaggi e le situazioni ed è facile perdersi. La scelta del regista di inserire numerosi flashback è utile per farci capire le relazioni tra i personaggi, e qualche collegamento con la vicenda ma rischiano a volte di non farci capire perfettamente il filo narattivo, non facendoci capire perfettamente la differenza tra il passato e il presente. Per questo utilizzate la trama del film detta all'inizio come "salvavita" nei casi perdete il filo (e state attenti agli occhiali! quando Smiley cambia gli occhiali si tratta di un Flashback).
Un film molto intenso, un film di spionaggio come non se ne vedevano da tempo, girato e recitato in modo incredibile, ma attenzione a non distrarvi nemmeno un secondo!
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