pocci96
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venerdì 30 giugno 2017
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red state diventerà un cult
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Red State è fantastico!girato benissimo e recitato ancora meglio. Michael parks è da oscar e john goodman si conferma come uno dei migliori attori al mondo capace di ricoprire qualsiasi ruolo.il film per la maggior parte è girato tutto all interno e all'estero della chiesa con alcuni scene girate con la telecamera in mano, la fotografia è perfetta e i dialoghi sono lunghi e interessanti (soprattutto su aspetti politici "difatti è la base della storia"). Penso che in questo film Kevin Smith prende molto da Tarantino, nei luoghi,nei dialoghi (es. la chiesa e l'ambientazione ricorda molto kill bill) Difficile trovare un difetto, a mio parere potrà essere considerato un capolavoro negli anni avvenire, consiglio assolutamente.
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topsykretts
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lunedì 16 aprile 2012
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cinico e spietato
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Tre adolescenti si imbattono on-line in un annuncio “hot” di una donna e decidono di incontrarla. Pronti a condividere l’esperienza, capiscono che i loro drink erano stati drogati, ma è troppo tardi. La sconosciuta, infatti, appartiene ad una setta religiosa della zona che predica odio, terrore, omofobia e si scaglia contro l’immoralità e la depravazione. Quando i tre amici rinvengono, si trovano legati e imprigionati all’interno della “Chiesa dei Cinque Punti” e assistono alla predica del carismatico Cooper, fanatico pastore leader della comunità, capace di stravolgere la dottrina cristiana all’insegna della follia e della paura e pronto a sacrificare i tre “peccatori”. Una volta che l’FBI circonda l’edificio, la situazione precipita e si trasforma in un violento conflitto a fuoco.
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Tre adolescenti si imbattono on-line in un annuncio “hot” di una donna e decidono di incontrarla. Pronti a condividere l’esperienza, capiscono che i loro drink erano stati drogati, ma è troppo tardi. La sconosciuta, infatti, appartiene ad una setta religiosa della zona che predica odio, terrore, omofobia e si scaglia contro l’immoralità e la depravazione. Quando i tre amici rinvengono, si trovano legati e imprigionati all’interno della “Chiesa dei Cinque Punti” e assistono alla predica del carismatico Cooper, fanatico pastore leader della comunità, capace di stravolgere la dottrina cristiana all’insegna della follia e della paura e pronto a sacrificare i tre “peccatori”. Una volta che l’FBI circonda l’edificio, la situazione precipita e si trasforma in un violento conflitto a fuoco.
Film spiazzante e coinvolgente, finisce col disorientare lo spettatore che si trova privo di punti di riferimento non potendo identificare i “buoni”: i tre ragazzi non possiedono qualità eroiche e appaiono in balia degli eventi, i federali e la polizia sono pronti a usare la violenza ingiustificata quanto i membri della chiesa.
Il fine di Kevin Smith, il regista, sembra più quello di denuncia, piuttosto che quello di spaventare lo spettatore come in un qualsiasi horror. Per il suo realismo e la sua spietatezza, si avvicina molto al pulp; lo stesso Quentin Tarantino lo ha inserito all’interno della sua personale lista dei migliori film dell’anno.
Sebbene presenti qualche difetto (uno su tutti: la predica del pastore è decisamente troppo lunga e poco avvincente) e considerando che si tratti di un film indipendente, ne risulta un opera interessante, sopra le righe. Sorprendente.
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donni romani
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domenica 8 luglio 2012
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l'orrore delle sette
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Quando Kevin Smith esordì con Clerks - Commessi - fu subito chiaro che ci trovavamo di fronte ad un regista originale, provocatorio, capace di spiazzare. Nel suo nuovo film questo è vero più che mai. Tre ragazzi della provincia americana vanno in cerca di sesso facile e trovano l'orrore di una setta di fondamentalisti religiosi che tutto professano tranne che una qualche forma di spiritualità. Perché i versetti della Bibbia letti dal carismatico capo sembrano proiettili tanto odio trasmettono, e quando le armi vere vengono imbracciate non c'è pietà, nè compassione, e neanche buonsenso.
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Quando Kevin Smith esordì con Clerks - Commessi - fu subito chiaro che ci trovavamo di fronte ad un regista originale, provocatorio, capace di spiazzare. Nel suo nuovo film questo è vero più che mai. Tre ragazzi della provincia americana vanno in cerca di sesso facile e trovano l'orrore di una setta di fondamentalisti religiosi che tutto professano tranne che una qualche forma di spiritualità. Perché i versetti della Bibbia letti dal carismatico capo sembrano proiettili tanto odio trasmettono, e quando le armi vere vengono imbracciate non c'è pietà, nè compassione, e neanche buonsenso. Un viaggio allucinato e terrificante nel mondo più oscuro dell'America rurale, quelle sette in cui tutti i membri sono soggiogati e non c'è spazio per nessuna presa di coscienza. Ma l'approccio delle forze dell'ordine non è meno caotico e distruttivo secondo la visione di Smith che affida a John Goodman il ruolo di coscienza critica e di censore di ogni violenza. Un film bellissimo ma che fa paura per il mondo che ci presenta, un messaggio chiaro e forte seppure nascosto dal delirio del pastore, perchè non c'è possibilità di dialogo e confronto fin quando ognuno di noi sarà convinto di essere l'unico tenutario della verità.
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tarantinofan96
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lunedì 6 aprile 2015
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red state: smith in gran forma!
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RED STATE rappresenta una prima incursione del regista Kevin Smith a un cinema più maturo, violento, sporco e provocatorio. Difficile pensare infatti che un regista che ha realizzato film come Zack & Miri, Poliziotti fuori e altre commedie, più o meno discrete, ma pur sempre commedie, potesse riuscire a concepire un film simile.
Red State è la storia di tre ragazzi che si lasciano coinvolgere dall'invito di una donna per un'orgia di gruppo, ma quando giungono sul luogo vengono drogati e consegnati nelle mani del folle pastore Abin Cooper, un predicatore fanatico che vorrebbe eliminare tutti i peccatori, gay soprattutto, dalla faccia della Terra.
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RED STATE rappresenta una prima incursione del regista Kevin Smith a un cinema più maturo, violento, sporco e provocatorio. Difficile pensare infatti che un regista che ha realizzato film come Zack & Miri, Poliziotti fuori e altre commedie, più o meno discrete, ma pur sempre commedie, potesse riuscire a concepire un film simile.
Red State è la storia di tre ragazzi che si lasciano coinvolgere dall'invito di una donna per un'orgia di gruppo, ma quando giungono sul luogo vengono drogati e consegnati nelle mani del folle pastore Abin Cooper, un predicatore fanatico che vorrebbe eliminare tutti i peccatori, gay soprattutto, dalla faccia della Terra. Nel frattempo un gruppo di poliziotti tenterà di fare irruzione nell'edificio.
Red State è un film che inquieta, oltre che per la sua violenza visiva, anche, e soprattutto, per i monologhi del pastore ai suoi adepti, dai quali è possibile intravedere tutta la follia del fanatismo religioso. Kevin Smith insiste molto su questo piano e non vuole risparmiare niente allo spettatore, anzi vuole sconvolgerlo e disgustarlo. Il comparto tecnico è ottimo, Smith ci sa fare e gli attori regalano tutti magnifiche interpretazioni (da Melissa Leo a Michael Parks nei panni del folle predicatore fino al grande John Goodman nei panni dell'agente dell' FBI).
Kevin Smith quindi ha realizzato un thriller/horror di grande fattura, ma non solo: Red State è anche un film che racconta il lato marcio dell'America criticando il fanatismo religioso, ma anche i governi che impongono drastiche scelte pur di mantenere la sicurezza. Il regista quindi ne ha per tutti, e negli ultimi 10 minuti ci regala un finale amaro, cinico e realistico, lasciando intendere che tutte le critiche contenute nel film forse sono un pretesto per raccontare il male che si cela nel profondo ogni essere umano.
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biso93
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sabato 1 luglio 2017
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la setta di smith e parks
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Red State e' un film del 2011 scritto e diretto da Kevin Smith. Smith abbandona il fortunato territorio della commedia per entrare nell'oscuro territorio dell'horror e del thriller. Red State e' un film cattivo e crudele ma pur sempre scandito di lampi di ironia, molto cara al regista, pur risultando piuttosto macabra in un contesto come quello di Red State arrivato a noi dopo 6 anni grazie alla Midnight Factory. Il film comunque si rivela un ottimo debutto nel genere per Smith, genere che tornerà ad affrontare 3 anni dopo con l'ottimo Tusk. Al contrario di quest' ultimo però, Red State non risparmia nessuno da accuse, e' cattivo, adrenalina ci e disturbante proprio come Smith voleva.
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Red State e' un film del 2011 scritto e diretto da Kevin Smith. Smith abbandona il fortunato territorio della commedia per entrare nell'oscuro territorio dell'horror e del thriller. Red State e' un film cattivo e crudele ma pur sempre scandito di lampi di ironia, molto cara al regista, pur risultando piuttosto macabra in un contesto come quello di Red State arrivato a noi dopo 6 anni grazie alla Midnight Factory. Il film comunque si rivela un ottimo debutto nel genere per Smith, genere che tornerà ad affrontare 3 anni dopo con l'ottimo Tusk. Al contrario di quest' ultimo però, Red State non risparmia nessuno da accuse, e' cattivo, adrenalina ci e disturbante proprio come Smith voleva. Il film tratta di fanatismo, religione, omosessualità e terrorismo, temi caldi ed attuali affrontati attraverso un film che percorre vari generi cinematografici così come il successivo Tusk. Una sceneggiatura brillante e scorrevole, ritmo frenetico e sempre alto, un ottimo cast in cui spicca Michael Parks(RIP) che qui recita la parte da Leone nel ruolo di padre Abigail. Grande prova di attore così come un altra grande prova la offre John Goodman nel ruolo dell'agente federale, personaggio reso alla grande e pieno di sfaccettature. Red State e' un film che sorprende, non scontato e difficile da paragonare con altri prodotti di genere ma sicuramente e' pienamente un film di Kevin Smith! Consigliatissimo
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gianleo67
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mercoledì 22 luglio 2015
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piccolo manuale di guerra...civile
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Attirati con l'inganno per un rendez-vous sessuale con una matura donna sola, tre adolescenti di una piccola cittadina di provincia si ritrovano prigionieri di una setta religiosa radicale capeggiata da un farneticante pastore cristiano omofobo e guerrafondaio. Quando i gruppi speciali sono chiamati ad intervenire per ripotare l'ordine e la legalità, sarà una strage.
In questo film presentato al Sundance nel 2011 e distribuito in America direttamente per il mercato dell'Home Video, l'estro dissacrante e feroce del solito Kevin Smith non sembra guardare in faccia nessuno, mettendo sullo stesso piano le derive incontrollabili del fondamentalismo endogeno di matrice religiosa e la repressione autarchica di uno stato di diritto pronto ad applicare la legge del più forte nella risoluzione delle controversie interne.
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Attirati con l'inganno per un rendez-vous sessuale con una matura donna sola, tre adolescenti di una piccola cittadina di provincia si ritrovano prigionieri di una setta religiosa radicale capeggiata da un farneticante pastore cristiano omofobo e guerrafondaio. Quando i gruppi speciali sono chiamati ad intervenire per ripotare l'ordine e la legalità, sarà una strage.
In questo film presentato al Sundance nel 2011 e distribuito in America direttamente per il mercato dell'Home Video, l'estro dissacrante e feroce del solito Kevin Smith non sembra guardare in faccia nessuno, mettendo sullo stesso piano le derive incontrollabili del fondamentalismo endogeno di matrice religiosa e la repressione autarchica di uno stato di diritto pronto ad applicare la legge del più forte nella risoluzione delle controversie interne.
Se le due facce di una stessa medaglia sembrano avere a che fare con le basi strumentali su cui si fonda la immatura democrazia americana che vuole da un lato sancire l'inalienabilità costituzionale ad esprimere la propria opinione in campo religioso (1° emendamento) e dall'altro controllarne le derive oltranziste attraverso l'uso indiscriminato della forza, il discorso di Kevin Smith diventa il terreno di uno scontro ideologico che fa presto a trasformarsi in una piccola guerra civile con uomini armati fino ai denti ed asserragliati su fronti opposti pronti a darsele di santa ragione e soprattutto a non fare prigionieri. Sebbene scandito da solito humor grottesco che, nella prima parte, finisce per mettere alla berlina le solite contraddizioni di un moralismo trasversale e ridicolo (lo sceriffo sodomita e ricattabile, i funerali per un omicidio xenofobo come vetrina per una ribalta mediatica, le esecuzioni sommarie di una religiosità malata ed avventista che predica amore e semina tempesta, il cinismo burocratico di apparati di comando da 'Orizzonti di Gloria' in salsa texana), nella seconda non si risparmia l'orrore di un bagno di sangue in cui gli innocenti sono fatti fuori per primi ed il feroce sarcasmo di una mitologia apocalittica che fraintende una boutade ecologista per le solenni trombe del Giudizio Universale. Insomma le contraddizioni di una civiltà fondata sulla violenza dal punto di vista di un cattivo maestro del 'politically uncorrect' laddove, sembra dirci Kevin Smith, "L'Italia sarà pure solo un Paese pieno di italiani" ma l'America è un paese pieno di pazzi scatenati. Nonostante la compattezza del plot e la distribuzione televisiva, è un film che assolda un cast di buon livello in cui spiccano la inattaccabile flemma di un invasato Michael Parks e la classe inarrivabile del grande (e grosso) John Goodman.
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emanuelemarchetto
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sabato 18 marzo 2017
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la violenza della religione
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Il film è stato presentato al Sundance Film Festival il 23 gennaio 2011.
Tre amici, Jared, Travis e Billy-Ray, decidono di andare da una donna matura, conosciuta attraverso un sito internet, per fare sesso di gruppo. I tre ragazzi arrivano alla roulotte della donna che li fa entrare e offre loro da bere. Ma in realtà i ragazzi vengono grogati e portati in una chiesa, al cospetto del pastore Abin Cooper, noto nella zona per essere un fanatico.
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Il film è stato presentato al Sundance Film Festival il 23 gennaio 2011.
Tre amici, Jared, Travis e Billy-Ray, decidono di andare da una donna matura, conosciuta attraverso un sito internet, per fare sesso di gruppo. I tre ragazzi arrivano alla roulotte della donna che li fa entrare e offre loro da bere. Ma in realtà i ragazzi vengono grogati e portati in una chiesa, al cospetto del pastore Abin Cooper, noto nella zona per essere un fanatico.
Kevin Smith, dopo essersi abbassato a girare una commercialata come Poliziotti Fuori, aveva quasi deciso di ritirarsi dalle scene. Questo Red State doveva infatti il suo "addio", nonché un solenne "vaffanculo" alle major ed al cinema commerciare che aveva cercato di inglobarlo. Ma sarà proprio questa pellicola a fargli tornare l'amore per il suo lavoro. Il basso budget e la totale libertà di gestione sul progetto permette al regista di realizzare uno dei suoi migliori film. Ben lontano dalle commedie acide ed intelligenti che lo hanno reso famoso (nonostante il suo stile sia riconoscibile nella scrittura), il film è un potente atto di accusa verso un certo fanatismo religioso che, ancora oggi, si annida in alcune comunità cristiane, culla di un lato nascosto e pericoloso dell'America: quella più conservatrice ed intollerante.
Per quanto riguarda la regia, Smith riesce, da un lato a raggiungere la sua maturità, dall'altro sembra di vedere un giovane esordiente alle prese con una voglia frenetica di dire tutto e subito. Questo rende il prodotto finale estremamente originale e genuino, e questo non lo rende certo appetibile a tutti i palati. Ma per quanto mi riguarda siamo vicini al capolavoro.
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emanuele r.
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sabato 24 settembre 2016
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film pessimo, con un insegnamento sbagliato
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Tre ragazzi si danno appuntamento con una donna matura per fare sesso una sera, ma poi verranno drogati e sequestrati da un gruppo di fondamentalisti religiosi, che sono soliti sacrificare le persone. Dopodiché, le forze dell'ordine interverranno e il film si trasformerà in una sparatoria senza fine. Questo film è alquanto ridicolo e stupido. Non si fa altro che dipingere le persone religiose in mostri senza scrupolo, è un film vuoto, fantasioso, un film che non ha un capo e una coda, un film piatto. Oltre questo fatto, la trama non è comunque delle migliori, insomma, si passa dal genere horror al genere azione in pochi minuti, i ruoli continuano ad invertirsi, ad un certo punto il film sarà monotono, e il finale sarà davvero deludente.
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Tre ragazzi si danno appuntamento con una donna matura per fare sesso una sera, ma poi verranno drogati e sequestrati da un gruppo di fondamentalisti religiosi, che sono soliti sacrificare le persone. Dopodiché, le forze dell'ordine interverranno e il film si trasformerà in una sparatoria senza fine. Questo film è alquanto ridicolo e stupido. Non si fa altro che dipingere le persone religiose in mostri senza scrupolo, è un film vuoto, fantasioso, un film che non ha un capo e una coda, un film piatto. Oltre questo fatto, la trama non è comunque delle migliori, insomma, si passa dal genere horror al genere azione in pochi minuti, i ruoli continuano ad invertirsi, ad un certo punto il film sarà monotono, e il finale sarà davvero deludente. Film da disprezzare sul serio.
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