Kick-Ass |
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Un film di Matthew Vaughn.
Con Aaron Taylor-Johnson, Christopher Mintz-Plasse, Mark Strong, Chloë Grace Moretz.
continua»
Azione,
Ratings: Kids+16,
durata 117 min.
- USA, Gran Bretagna 2010.
- Eagle Pictures
uscita venerdì 1 aprile 2011.
- VM 14 -
MYMONETRO
Kick-Ass
valutazione media:
3,68
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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La vita vera nei film di supereroidi jackiechan90Feedback: |
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sabato 4 ottobre 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Siamo ormai assuefatti dai film tratti da fumetti, e in particolare da fumetti supereroistici. Vuoi per il merchandising a cui Hollywood spesso attinge, vuoi per la possibilità di inserire all'interno scene acrobatiche e spettacolari effetti 3D o la possibilità di accalappiare un numero consistenti di fan del fumetto da cui è tratto il film in questione, il genere esiste ed è sfruttato molto bene. Ma questo film in particolare (e il suo omologo Super di James Gunn, molto vicino a Kick-ass come stile e come tematiche) rappresenta qualcosa di diverso. Innanzitutto possiamo notare un ribaltamento parodistico (in alcuni punti quasi demenziale) dei canoni del genere. I supereroi di Kick-ass non sono il prototipo degli eroi senza macchia e senza paura, neppure di quelli sfigati ma onesti come Spiderman (semmai solo sfigati). Il protagonista Dave (Aaron Johnson) decide di diventare un supereroe, come quelli che legge nei suoi fumetti, ma non ha nè superpoteri particolari nè un impero miionario come Bruce Wane (caratteristica che viene esplicitamente parodiata nel monologo iniziale). è solo un semplice studente liceale nerd che coltiva sogni di gloria e vuole fare colpo sulla ragazza più bella della scuola. La prima cosa che fa, una volta che ha deciso di fare il supereroe, non è salvare vite umane o acciuffare delinquenti, ma farsi un profilo web e riempirlo di selfie fatti nella sua cameretta in pieno stile geek. Un Peter Parker 2.0 insomma, ma più cazzone. Ma neanche i supereroi "veri" del film, Big Daddy (Nicolas Cage) e Hit Girl (Chloe Grace Moretz) sono messi meglio di lui: non agiscono con nessuno spirito di giustizia se non quella personale, con metodi poco ortodossi e con uno stile di vita alquanto discutibile (con il padre che accudisce la figlia insegnandole come si usa il giubbotto antiproiettile). Il tutto calato in uno scenario di violenza vera nella quale i nostri eroi-don chisciotte si ritrovano malmenati e pestati a sangue con scene che, in alcuni momenti, rasentano lo splutter. E qui sta la vera novità di questo prodotto: l'aver calato il fumetto nella vita vera, con eroi/persone comuni che si ritrovano ad affrontare criminali veri, molto spesso boss mafiosi, e non simpatici villains vestiti da pagliacci, che usano mezzi sbrigativi e violenti e non esitano a uccidere. Qui i nostri eroi si ritrovano faccia a faccia con la morte e, in alcuni casi, ci rimettono veramente la vita come Big Daddy o il personaggio di Ellen Page nel film Super. Siamo molto lontani dallo stile fantasioso e sdolcinato della serie tv Batman degli anni 60 con Adam West, a cui i film supereroistici precedenti a questo hanno spesso attinto (anche quelli di Tim Burton seppur rivisitati in maniera molto originale). Qui i calci e i pugni sono veri e anche se il finale, nella sua epicità, potrebbe riecheggiare i toni enfatici dei precedenti film, la situazione e le azioni dei nostri protagonisti sono molto diverse. In pratica il film (e, nello stesso tempo, il fumetto da cui è tratto) cerca di rispondere a un interrogativo molto semplice: cosa succederebbe se, nella vita reale, un ragazzo normale ad un certo punto decidesse di diventare un supereroe?
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