Io sono con te |
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Un film di Guido Chiesa.
Con Nadia Khlifi, Rabeb Srairi, Mustapha Benstiti, Ahmed Hafiene, Mohamed Idoudi, Fadila Belkebla, Djemel Barek.
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Drammatico,
durata 102 min.
- Italia 2010.
- Bolero Film
uscita venerdì 19 novembre 2010.
MYMONETRO
Io sono con te ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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Rivisitando storia e religione.
di chiarialessandroFeedback: |
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sabato 10 marzo 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Spesso un buon fotografo non ha capacità eccezionali: può darsi che gli basti l’abilità di riuscire a vedere con occhio diverso le stesse identiche cose che sono anche sotto gli occhi dei comuni mortali; pure per il regista può essere valida una considerazione analoga, nel senso che la trama è spesso parte integrante del successo (o dell’insuccesso) di un film. “Io sono con te” ha una trama più unica che rara, alla quale (soprattutto per un certo tipo di spettatore) si accompagna la capacità di suscitare interrogativi profondi sul senso della pellicola, senso che è inscindibilmente legato alla contrapposizione laicismo – religiosità e tale contrapposizione (chiudendo il piccolo triangolo da me tracciato) si estrinseca nell’immaginare la possibilità di una natura umana anziché soprannaturale di Gesù, le cui “caratteristiche” avrebbero quindi potuto scaturire non tanto dalla sua origine quanto piuttosto dai doni di tranquillità, fiducia, pazienza, consapevolezza, saggezza, bontà, amore e rispetto a lui trasmessi dalla madre. Il tutto fuori dalla costrizione di un conformismo con il paraocchi, capace solamente di preservare gli interessi di chi già comanda a scapito dei sacrosanti diritti di tutti gli altri. E forse il motivo dello scarso successo commerciale di questa opera sta proprio qui, nel fatto che ciò che per me è vitale stimolo di riflessione, possa al contrario essere fonte di disagio o addirittura di rifiuto per una società che viene incanalata sempre più spesso verso la rimozione di quel pensiero critico in cui troppi vedono una fonte di pericolo per la sopravvivenza dei loro interessi personalistici. Costumi e colori stupendi; fotografia alla pari; recitazione pure. Scenografia necessariamente scarna ma estremamente valida nella sua essenzialità.
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