Essential Killing |
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Un film di Jerzy Skolimowski.
Con Vincent Gallo, Emmanuelle Seigner, Stig Frode Henriksen, Nicolai Cleve Broch, David L. Price.
continua»
Thriller,
durata 83 min.
- Polonia, Norvegia, Irlanda, Ungheria 2010.
MYMONETRO
Essential Killing
valutazione media:
3,40
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Essenzialmente uomodi MirajFeedback: 5464 | altri commenti e recensioni di Miraj |
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martedì 12 febbraio 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Mohammed-Gallo è un talebano, catturato nel deserto roccioso dagli americani e fuggitivo nei boschi gelidi e innevati della Polonia durante il trasferimento da un carcere all'altro.Il film è la sua fuga, la sua lotta per la sopravvivenza in un ambiente assolutamente ostile e sterile di cibo, di calore, di possibilità, di redenzione. Perchè il talebano ha ucciso prima di venire catturato nel deserto, senza alcuna pietà e forse inutilmente, ed uccide ancora durante la sua fuga, forse ancora inutilmente, in una circostanza dove ferire poteve essere sufficente. Ma il talebano, non a caso tale scelta per il ruolo protagonista, ha dentro l'istinto di uccidere, uccide per salvarsi e per sopravvivere. Come gli animali. E il talebano sembra divenire un animale, la sua fuga lo avvicina al lupo, circospetto, astuto, silenzioso, affamato, feroce, ferino. Ma la sua essenza, in verità, emerge esattamente in senso contrario durante lo svolgersi del film. La bestia abituata ad uccidere, il talebano affamato, selvatico ed impaurito, lotta ancora contro tutti ma in un escalation inversa di bestialità. Dopo i primi omicidi, in verità i successivi contatti umani non si risolvono in delitti: non uccide l'uomo che pesca, si avvicina di soppiatto, silenzioso come un predatore ma si nutre solamente del suo pesce, non uccide la donna in difficoltà con il neonato in braccio ma si nutre del latte del suo seno - in una scena capolavoro che richiama l'istinto primordiale della vita. Non uccide la ragazza sordomuta ma si nutre del cibo che gli offre ed accetta il suo cavallo per andare verso il suo destino. La bestia dunque si è fatto uomo. L'uomo, nutritosi dalla nascita di versetti guerriglieri, di mitraglie e trincee, non è bestia nel senso dispregiativo del termine. L'uomo-talebano è mutato durante la fuga, è diventato uomo-animale, non uomo-bestia, e come gli animali non uccide per diletto o inutilmente, solamente si sfama, per sopravvivere, risparmia la preda se possibile e ricomincia la fuga.Un messaggio che fa riflettere sulla capacità - forse istintiva? - dell'uomo di saper essere umano, oltre le dottrine, oltre le culture.
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