Quando ho visto per la prima volta il trailer di Solomon Kane, non mi ha impressionato. Solo un'altro action/fantasy, questo ho pensato. Poi ho provato a guardarlo, più per noia che per interesse. E sono rimasto sorpreso.
L'idea, come tutte le buone idee, è semplice. Il capitano Kane è un guerriero eccezionale, reso spietato e crudele dagli anni passati sui campi di battaglia. Dopo l'ennesima carneficina, di fronte a lui appare l'Oscuro Mietitore, mandato dal Diavolo in persona a prendere l'anima di Kane per onorare un patto stipulato anni prima. Solomon, però, di questo patto non sa niente. Incredibilmente riesce a sfuggire alla lama della Morte e a fare ritorno alla sua Inghilterra giacobina, dalle strade inondante di fango, di pioggia e vittime della peste. Giunto in patria, Kane fa voto di rinunciare per sempre a combattere, di dedicarsi a una vita ascetica.
Ma l'incontro con una famiglia di puritani in fuga e lo scontro con il regime di terrore instaurato su quelle terre da un misterioso signore sostenuto dalle Forze Oscure costringeranno Solomon ad affrontare la sua paura della dannazione, ad impugnare nuovamente spada e pistola e cercare la redenzione su vie molto distanti da quella che aveva immaginato per sé.
Forse i presupposti della trama possono non scalfire lo scetticismo più corneo, ma l'impegno, dietro alla pellicola, è tangibile ed evidente. Costumi, ambientazioni e scenografie sono ricchi e ben curati, e si mantengono in perfetto equilibrio fra il naturalismo necessario e la componente fantastica richiesta dalla trama. L'Inghilterra di Solomon Kane pare emergere direttamente dall'Inghilterra archetipale romantica: brulla, tempestosa, spettrale, una terra dove i mali delle anime corrotte a volte assumono forme fisiche e scivolano via fra la boscaglia, e dove passato e presente non sono divergenti, dove la violenza di un signore feudale non stride con le speranze dei Pellegrini che sognano il Nuovo Mondo. Ciò che qui c'è di fantastico non si mette in mostra, non urla al pubblico “GUARDATEMI!”. Specchi che sono in realtà porte per l'inferno, troni insanguinati, cavalieri dagli strani poteri, preti che accudiscono mostri: non c'è nulla di fantasy. Tutto coesiste perfettamente in una realtà che per poco non si sovrappone alla nostra. Il budget non esorbitante ha permesso a questa pellicola di non diventare uno dei tanti teatrini di effetti speciali imponenti e nauseanti e infiniti combattimenti fini a se stessi; tutta via non ha impedito l'impiego di attori validi, e un lavoro di regia e fotografia di livello decisamente medio-alto.
Per quasi due ore il film (s)corre parallelo ai più palesi clichè del suo genere, eppure non li tocca mai. Vi si avvicina e vi si allontana costantemente, abilmente, senza mai abusarne. Una pellicola che (cosa comunque ammirevole) si muove lateralmente piuttosto che spingersi avanti, un lavoro di ultima generazione che sa di classico.
Sa di classico?
Poi mi viene in mente che il nostro guerriero puritano è una creatura letteraria, partorita nel 1928 da R. E. Howard, capostipite del filone heroic fantasy, e che regista e sceneggiatori si sono attenuti fedelmente, salvo variazioni nella trama, al lavoro dello scrittore. Allora mi rendo conto che bisogna rendergli giustizia, perché qui non si tratta di allontanarsi o meno da dei clichè, quanto di rispettare, coscientemente e con misura, il Codice di un genere che lo stesso sig. Kane ha contribuito grandemente a creare.
[+] lascia un commento a scarabocchio »
[ - ] lascia un commento a scarabocchio »
|