great steven
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martedì 30 giugno 2015
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confuso e balbuziente, cerca d'indorare la pillola
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RAGAZZI MIEI (USA, 2010) diretto da SCOTT HICKS. Interpretato da CLIVE OWEN, EMMA BOOTH, LAURA FRASER, GEORGE MACKAY, NICHOLAS MCANULTY, JULIA BLAKE, CHRIS HAYWOOD, ERIK THOMSON
Ha funto da fonte di ispirazione la storia vera di Simon Carr. Joe Warr è un giornalista sportivo che scrive articoli sul nuoto e sul tennis, e ha avuto due figli da due donne diverse, l’ultima delle quali vive con lui nell’entroterra australiano. Ma quando la seconda moglie si ammala di cancro all’intestino e muore, Joe si ritrova a dover crescere il figlioletto Arthur in completa solitudine, tanto più che si prospetta anche un ritorno temporalmente vicino del figlio avuto dalla prima compagna, l’introverso Harry che nei confronti del padre ha sempre nutrito un pesante risentimento per l’abbandono perpetrato verso di lui.
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RAGAZZI MIEI (USA, 2010) diretto da SCOTT HICKS. Interpretato da CLIVE OWEN, EMMA BOOTH, LAURA FRASER, GEORGE MACKAY, NICHOLAS MCANULTY, JULIA BLAKE, CHRIS HAYWOOD, ERIK THOMSON
Ha funto da fonte di ispirazione la storia vera di Simon Carr. Joe Warr è un giornalista sportivo che scrive articoli sul nuoto e sul tennis, e ha avuto due figli da due donne diverse, l’ultima delle quali vive con lui nell’entroterra australiano. Ma quando la seconda moglie si ammala di cancro all’intestino e muore, Joe si ritrova a dover crescere il figlioletto Arthur in completa solitudine, tanto più che si prospetta anche un ritorno temporalmente vicino del figlio avuto dalla prima compagna, l’introverso Harry che nei confronti del padre ha sempre nutrito un pesante risentimento per l’abbandono perpetrato verso di lui. I due fratelli consanguinei dovranno dunque condividere la stessa casa e stare attaccati ad un padre tutt’altro che autoritario che concede loro forse una libertà troppo ampia e una quantità di regole non bastevole. Altri problemi giungeranno a minare la tranquillità di questa famiglia composta di soli maschi, e le vicende coinvolgeranno anche la suocera di Joe, la sua prima consorte e la madre di una bambina che il giornalista frequenta con interesse man mano decrescente, ma alla fine, quando Harry acconsentirà a restare al suo fianco, il permissivo genitore si impegnerà per adempiere meglio di prima al suo difficile ma indispensabile ruolo. Un film con un significato importante comunque non sempre veicolato da uno svolgimento coerente ed efficace, in quanto la morale si perde spesso negli andirivieni sentimentali e in un discorso pseudo-moralista che arriva a dare fastidio per il suo greve vizio retorico. È tuttavia tranquillizzante come una camomilla, nonostante il suo ondeggiare pericoloso fra un pathos troppo volte sfiorato e mai afferrato, e una sincerità che aspira vanamente di toccare nel profondo lo spettatore, ma la calma appare solo in superficie, dal momento che è la confusione a prendere il sopravvento, soprattutto nella parte centrale del film. Gli ultimi trenta minuti, invece, riscattano il livello abbastanza riprovevole dell’opera nel suo complesso, riuscendo in parte ad assolvere il compito autonomamente prefisso di dare uno spaccato convincente e indipendente della difficoltà maschile di crescere un paio di figli senza l’apporto di una figura femminile. Compare perfino una punta non certo invidiabile di sarcasmo quando la pellicola, nel suo espletamento, pare indecisa se virare verso il dramma psicologico o a favore della commedia di stampo famigliare dedicata appunto al relativo target, ma questo pizzico di acredine è fortunatamente rimediato dalla pervicace interpretazione di Owen, come sempre preparato e dalla tenacia brillantemente funzionale. I personaggi femminili costituiscono più che altro un contorno non adeguatamente sfruttato ai fini della trama e della tensione narrativa, mentre il ragazzo e il figlio più piccolo se la cavano senza perdere troppi elementi per strada. Ma probabilmente il difetto più imperdonabile è una regia anonima, fra l’altro da attribuire sorprendentemente ad un autore medio che in altre situazioni ha saputo distinguersi con maggiore visibilità. I contributi tecnici (in particolar modo la fotografia e la splendida colonna sonora di Hal Lindes) aiutano a risollevare la media, fornendo un’aggiunta fresca e stuzzichevole che fa da contributo artistico di qualità. Distribuisce Miramax. La costruzione della casa di Joe Warr, dispersa fra i suggestivi paesaggi semidesertici dell’isola più grande del pianeta, ha richiesto otto settimane di lavoro.
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jicky
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lunedì 2 luglio 2012
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questo è il vero "amore"!
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Clive Owen superlativo interpreta il film con un'intensità tale che fa rimpiangere la fatidica: "The end".
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pjmix
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mercoledì 20 aprile 2011
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un film commovente
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La difficoltà di un padre, dopo aver perso la moglie, di dover crescere da solo un figlio. Questo è il tema centrale di un film pieno di vero sentimento; Joe (Cliwe Owen) non è decisamente un "uomo modello", ha difficoltà nel gestire la famiglia e l'ambiente familiare, ma nonostante questo si dedica completamente ad Arty, suo figlio avuto dalla seconda moglie, per cercare di fargli superare il trauma della perdita della madre. Successivamente arriva anche il primo figlio di Joe, quello avuto dalla prima moglie.. e qui la faccenda si complica. Film discreto, che tratta di temi importanti e che per forza di cose risulta un po' pesantino.. ma è comunque consigliabile!
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rickydj
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domenica 24 ottobre 2010
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un gran bel film, dolce e ben diretto.
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Un bel film con un grande interprete (Clive Owen) in un ruolo abbastanza difficile. Era forse facile cadere nella trappola dell' happy movie invece ne esce fuori un film ben sviluppato e semplice. Owen interpreta magistralmente il ruolo del padre che non aveva ancora compreso a fondo cosa volesse dire essere genitore, per lo meno fino alla morte della moglie.
Un film mai banale e scontato; forse qualche piccola caduta (il ketchup nella pasta e le apparizioni della moglie) ma nel complesso scorre senza mai attimi di stanchezza per lo spettatore.
Il film racconta l'evelozuone di una persona, nel piccolo grande ruolo della crescita e del saper dventare genitore, partendo dall'istinto che mai lo allontanerà, nel corso dell'intero sviluppo, dal suo affetto più grade: i due figli.
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Un bel film con un grande interprete (Clive Owen) in un ruolo abbastanza difficile. Era forse facile cadere nella trappola dell' happy movie invece ne esce fuori un film ben sviluppato e semplice. Owen interpreta magistralmente il ruolo del padre che non aveva ancora compreso a fondo cosa volesse dire essere genitore, per lo meno fino alla morte della moglie.
Un film mai banale e scontato; forse qualche piccola caduta (il ketchup nella pasta e le apparizioni della moglie) ma nel complesso scorre senza mai attimi di stanchezza per lo spettatore.
Il film racconta l'evelozuone di una persona, nel piccolo grande ruolo della crescita e del saper dventare genitore, partendo dall'istinto che mai lo allontanerà, nel corso dell'intero sviluppo, dal suo affetto più grade: i due figli.
Da vedere.
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ultimoboyscout
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giovedì 16 settembre 2010
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deve essere tanto dura...
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Film forte, duro e toccante ma senza eccessi mielosi ne voler a tutti i costi strappare facili lacrime, per strappare facili consensi. Invece fila via logico e reale molto ben interpretato da un grande come Clive Owen in un parte molto difficile. Simile per certi versi,ma inferiore, ad un altro film da noi più noto, "Solo un padre" con Luca Argentero. Strepitosi certi scenari australiani, ma la pasta col ketchup è assolutamente terribile!!!
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astromelia
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lunedì 2 agosto 2010
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sono solo film
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i film sono fini a se stessi, non so se in questa sceneggiatura è stata rispettata la vera storia del protagonista,ma guarda caso queste vicende sono sempre viste dalla parte di persone facoltose con case inimmaginabili,ricchi da permettersi viaggi aerei in continuazione da un capo all'altro del mondo, vacanze, mantenere due figli con lo stipendio di un giornalista bla bla bla,mi pare che nel reale i problemi siano molto più incombenti e onerosi,qui la vicenda è vissuta piuttosto dal punto di vista di un movie, dove tutto si può risolvere impegnandosi poco , ma non è così.........
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doni64
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lunedì 5 luglio 2010
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film...scialbo e un po' noioso
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Forse perche' mi aspettavo di vedere un film molto commovente che ha toccato l'animo umano negli stati uniti..a detta dalla critica cinematografica......ma sinceramente per me e' un film scialbo di sentimenti,drammaticita',interpretazione con una trama passabile ......che non lascia traccia.Nel complesso un film piu' che discreto.Voto 6+
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valterino
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domenica 16 maggio 2010
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ben fatto
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coglie bene alcune sfumature psicologiche
è realistico
è cinico senza amarezza
è insomma un istantanea di vita piu che un film
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100spindle
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lunedì 26 aprile 2010
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per chi non ama la banalita'
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HO VISTO IL FILM ALL'ESTERO IN LINGUA ORIGINALE.
ALL'INIZIO CREDEVO DI ANNOIARMI, POI CHE LA STORIA POTESSE DIVENTARE LA SOLITA BANALITA' SENTIMENTALE ED INVECE NO.
UNA OTTIMA INTERPRETAZIONE E UNA OTTIMA SCENEGGIATURA RENDONO QUESTA PELLICOLA GODIBILE, INTERESSANTE ED A TRATTI MOLTO COINVOLGENTE.
UN VEDOVO CON FIGLI E INCONSOLABILE FA' SEMPRE TENEREZZA (PIU' DI UNA VEDOVA CHISSA' PERCHE'), MA IL REGISTA E' RIUSCITO A NON FARE LEVA SU QUESTO ASSUNTO PER CATTURARE L'ATTENZIONE DEGLI SPETTATORI.
UN PERSONAGGIO VERAMENTE FANTASTICO E' LA SUOCERA. UMANA, PRESUNTUOSA E PROTERVA COME SOLO UNA SUOCERA SA ESSERE.
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100spindle
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martedì 13 aprile 2010
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molto ben fatto
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Ottimo film. In alcuni momenti lento, scontato e patetico ma nel suo scorrere ti rende partecipe, ti coinvolge e ti lascia provare le stesse emozioni del protagonista.
Lo consiglio a tutti coloro che non cercano solo un paio di ore di divertimento, ma desiderano sognsre e partecipare alla storia.
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