dario carta
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giovedì 25 novembre 2010
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una fiaba irlandese
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Il pubblico del cinema che accetta l'invito da una pellicola di fantasia di lasciarsi alle spalle per due ore la scansione regolare della propria quotidianità,per aprirsi al temporaneo privilegio dell' immaginario,lo fa in vista della previsione di muoversi in luoghi e tempi liberi dai vincoli di una realtà esistenziale ordinaria regolata dal ritmo monotono della prevedibilità.
Per cui il viaggio offre soluzioni che sconvolgono l'idea di spazio e tempo come elementi di natura conosciuta,per sostituirli con la semente di una proiezione fantastica e di un mondo illusorio.
Neil Jordan ("Breakfast on Pluto","Il buio nell'anima","Intervista col vampiro") scrive per "Ondine" una sceneggiatura - la prima,originale,dopo l'Oscar del '93 per lo script de "La moglie del soldato"- dove raccoglie i componenti di tematiche potenzialmente incompatibili fra loro,per realizzare una storia fantastica inserita nella vita di tutti i giorni di gente comune in luoghi ordinari.
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Il pubblico del cinema che accetta l'invito da una pellicola di fantasia di lasciarsi alle spalle per due ore la scansione regolare della propria quotidianità,per aprirsi al temporaneo privilegio dell' immaginario,lo fa in vista della previsione di muoversi in luoghi e tempi liberi dai vincoli di una realtà esistenziale ordinaria regolata dal ritmo monotono della prevedibilità.
Per cui il viaggio offre soluzioni che sconvolgono l'idea di spazio e tempo come elementi di natura conosciuta,per sostituirli con la semente di una proiezione fantastica e di un mondo illusorio.
Neil Jordan ("Breakfast on Pluto","Il buio nell'anima","Intervista col vampiro") scrive per "Ondine" una sceneggiatura - la prima,originale,dopo l'Oscar del '93 per lo script de "La moglie del soldato"- dove raccoglie i componenti di tematiche potenzialmente incompatibili fra loro,per realizzare una storia fantastica inserita nella vita di tutti i giorni di gente comune in luoghi ordinari.
E' un racconto di sirene,mogli che appartengono al mare,mistero e amore,ambientato nel suggestivo paesaggio della costa irlandese di questo tempo. Syracuse (Colin Farrell),un ex alcolista,è un pescatore che sbarca il lunario nelle difficoltà della sua professione,teso a non ricadere nel vizio e a portare a casa il necessario per poter vivere ed assistere alla figlia adolescente Annie (Alison Barry),vittima di un collasso renale che la costringe alla carrozzina e a continue dialisi.
Un giorno Circus - soprannominato così da chi lo considera un clown - trova nella sua rete una bellissima donna (Alicja Bachleda),misteriosa e sfuggente,che rifiuta all'uomo ogni tipo di spiegazione sul suo passato ed ogni forma di contatto con altre persone.
L'aspetto trasognato e maliconico della donna fa subito pensare a Syracuse ad un frutto della sua fantasia che lo rende incerto sulla realtà di quell'incontro.
Quando Ondine,come la ragazza dice di chiamarsi,incontra la bambina di Circus,questa la identifica come una selkie,una creatura marina che abita le leggende scozzesi,una foca che,uscita dalle onde,perde il suo manto e lo seppellisce per restare sulla terraferma con l'uomo che ama.
In "Ondine" viene raccontata una fiaba dai toni drammatici e romantici,permeati dal senso di mistero che il regista razionalizzerà nell'epilogo della storia snaturando il respiro fantastico di un racconto che richiama "Il labirinto del Fauno".
Jordan,tornato nella sua Irlanda,fissa l'attenzione sul rapporto fra realtà e fantasia estraniandosi per quasi tutta la durata del film dai termini di una spiegazione naturale dei fatti.
Il film si discosta dalle commedie romantiche di genere ("Splash-Una sirena a Manhattan") e punta ad esteriorizzare l'equilibrio che si crea fra tre persone accomunate dalle forze opposte che si agitano nel gioco fra leggenda,amore e mistero.
Il ritmo è lento e pacato e scandisce con calma metodica gli argomenti,sfogliando le pagine di un'indagine fra fantasia e realtà.
Il richiamo alla dimensione favolistica è costante nel film,nei dialoghi di Annie con il padre,nell'ossessiva ricerca della bambina sulla natura delle selkie,nei colloqui fra Syracuse ed Ondine,che assumono l'aspetto di un amore fiabesco ed irreale.
In alcune scene è evidente l'intenzione del regista di trasferire il rapporto tra padre e figlia nella dimensione onirica ove si muovono Syracuse e Ondine,creando un ponte fra la realtà famigliare e l'immaginazione .
C'è un senso di pacato mistero che respira nella storia,senza che se ne afferri la sostanza o se ne avverta il peso,la maliconia di una realtà sfuggente ed eterea che permea un racconto languido ed impalpabile.
E' un silenzio che mormora in quieti avvenimenti,senza svelarsi,parlare o schiudersi ad una soluzione sensoriale.
Neil Jordan danza con queste sensazioni di magica irrealtà,evocate anche dalla splendida fotografia di Christopher Doyle che spazia dai paesaggi di una terra palcoscenico di storie fantastiche ,miti e leggende,ai costumi di popoli in festa,dove realtà e fantasia si confondono nella nebbia dei sogni.
Sotto il cielo d'Irlanda.
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(di francesco2)
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scarlett
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sabato 1 gennaio 2011
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ondine, venuta dal mare
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Sembra una fiaba, una di quelle che i bambini ascoltano prima di addormentarsi, di quelle che spalancano i cancelli dell'immenso regno dei sogni...
C'era una volta un pescatore solitario, viveva in condizioni umili e misere, la sua vita era semplice, non aveva nessuno di cui prendersi cura. Un giorno il pescatore si accorse di aver pescato qualcosa di diverso e trovò una bellissima sirena intrappolata nella sua rete. La liberò e per ringraziarlo, lei rimase con lui. Lei cantava: si sa che il canto delle sirene è una melodia straordinaria...
Sembra solo una fiaba, incantevole e pregna di magia. Eppure quella fiaba è divenuta realtà.
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Sembra una fiaba, una di quelle che i bambini ascoltano prima di addormentarsi, di quelle che spalancano i cancelli dell'immenso regno dei sogni...
C'era una volta un pescatore solitario, viveva in condizioni umili e misere, la sua vita era semplice, non aveva nessuno di cui prendersi cura. Un giorno il pescatore si accorse di aver pescato qualcosa di diverso e trovò una bellissima sirena intrappolata nella sua rete. La liberò e per ringraziarlo, lei rimase con lui. Lei cantava: si sa che il canto delle sirene è una melodia straordinaria...
Sembra solo una fiaba, incantevole e pregna di magia. Eppure quella fiaba è divenuta realtà.
Sotto il cielo cupo della nordica Irlanda, Syracuse, un pescatore, trova una ragazza svenuta nella sua rete. Costei è una ragazza dalla fiorente bellezza, ma schiva e timorosa. La sua vita, il suo passato e il suo nome sono un mistero. Lei ha paura, non vuole vedere nessuno: come se stesse scappando da qualcosa. Syracuse conduce la ragazza in una vecchia bettola fuori dalla cittadina, dove aveva vissuto sua madre, una vagabonda solitaria su cui gli abitanti avevano spettagolato tanto.
La vita del pescatore non è poi così semplice: fino a qualche anno prima era un alcolista, finché non aveva trovato la figlia Annie - malata per via di un collasso renale - svenuta sul pavimento della cucina. L'aveva portata in ospedale, mentre sua moglie, ubriaca fradicia, non se ne era nemmeno resa conto. La bambina si era ripresa, ma questa terribile esperienza aveva fatto rinsavire Syracuse, deciso a chiudere con l'alcol. Una decisione piuttosto saggia, malgrado sua moglie lo abbia cacciato di casa, preferendo la compagnia di un altro uomo che non le poneva certi limiti. La sua vita è stata una sorta di burla e lui è stato il giullare che per anni ha fatto ridere i suoi concittadini. E per questo tutti lo chiamano: "Circus".
Tuttavia l'arrivo di questa misteriosa donna finisce per determinare una svolta significativa nella vita di Syracuse e di altre persone. La ragazza canta con una voce soave e attira nella rete del suo benefattore pesci e crostacei di ogni genere. Lei si fa chiamare "Ondine" cioé "Venuta dal mare", perché è proprio dal mare che sembra provenire. Annie si convince che Ondine sia una selchi, una misteriosa creatura marina, che, sbarcata sulla terra, possa rimanervi sette anni dopo aver seppellito il proprio manto, una creatura che può trovare la felicità con un uomo umano... a meno che il marito selchi non venga a reclamarla.
La voce si sparge nel piccolo borgo di pescatori, ci si chiede chi sia, ma Ondine, con un mezzo sorriso, continua ad ascoltare le storie senza negare o affermare. Per quel che si sa, potrebbe davvero essere una ceratura mitologica.
Eppure il suo passato presenta delle ombre che ella vuole tenere nascoste. Nel villaggio è arrivato un uomo, straniero, cerca notizie su una ragazza. Chi è realmente costui? E' il marito selchi venuto a reclamare la sua sposa? E chi è Ondine? La verità è molto più oscura di quello che può sembrare.
Sembrava una fiaba, eppure eccola qui. Quella di Ondine e Syracuse è una storia a metà fra la realtà e l'immaginario, oscilla tra l'incanto della fiaba e una crudezza di una realtà a cui bisogna rendere conto. Una trama eccezionale, benché il film non abbia riscosso una grande successo in Italia, interpretata da attori eccezionali e idonei ai protagonisti. Un risvolto finale sorprendente e incantevole.
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madmax86
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sabato 1 marzo 2014
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il pescatore irlandese e la sua sirena
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Ci sono favole per bambini dove il fantastico prende il sopravvento della realtà e dove il tutto viene trattato con leggerezza e ci sono favole per adulti dove la realtà ancora il fantastico ben saldo a terra ma che fa viaggiare la mente di noi ormai ex- bambini sulla sottile linea dei sogni sempre con quello sguardo disincanato di chi ha già vissuto la crudezza della vita di ogni giorno. Ondine è una favola per adulti che ha la potenzialità di far sognare lo spettatore per lunghi tratti del film. Il protagonista del film Syracuse (detto Cyrcus) è un uomo solo, un emarginato, un disilluso che vive in una piccola casa sulle rive del mare(bellissimo luogo immerso nel verde dell'irlanda) e che svolge il lavoro di pescatore che gli permette di avere una paga minima per vivere e sostenere la figlia malata.
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Ci sono favole per bambini dove il fantastico prende il sopravvento della realtà e dove il tutto viene trattato con leggerezza e ci sono favole per adulti dove la realtà ancora il fantastico ben saldo a terra ma che fa viaggiare la mente di noi ormai ex- bambini sulla sottile linea dei sogni sempre con quello sguardo disincanato di chi ha già vissuto la crudezza della vita di ogni giorno. Ondine è una favola per adulti che ha la potenzialità di far sognare lo spettatore per lunghi tratti del film. Il protagonista del film Syracuse (detto Cyrcus) è un uomo solo, un emarginato, un disilluso che vive in una piccola casa sulle rive del mare(bellissimo luogo immerso nel verde dell'irlanda) e che svolge il lavoro di pescatore che gli permette di avere una paga minima per vivere e sostenere la figlia malata. Un giorno mentre svolge il suo lavoro in mezzo al mare con la sua barca pesca con la sua rete una bellissima ( e ripeto... bellissima) ragazza che è incredibilmente viva e sembra non ricordarsi niente su chi sia e da dove venga. Ditemi se questo non è uno dei sogni nascosti di ogni uomo... Chi non vorrebbe ritrovarsi in una situazione del genere ?? La ragazza, Ondine, è la svolta della vita piatta di Cyrcus e infatti da quel momento le cose per lui cambiano in meglio...
La figlia di Cyrcus afferma che si tratta di una Selkie ( figura mitologica che in acqua è una foca e sulla terra ferma si trasforma in una ragazza). Cyrcus all'inizio non crede a quello che dice sua figlia ma poi i tanti indizi gli fanno credere che la bellissima ragazza sia proprio tale figura mitologica. Sarà veramente una Selkie o una ragazza che per qualche strana coincidenza stava per affogare nel mare ?
Naturalmente se di trattava di una favola per bambini Ondine era una Selkie e nel film ci sarebbero state scene piene zeppe di effetti speciali che visualizzavano da più angoli la sua trasmutazione.
Ma come abbiamo detto questa è una favola per adulti e il finale traduce con un linguaggio cinico l’aria fantastica che si è respirata per tutto il film. Ondine non è una selkie ma solo un corriere della droga che stava per affogare… Ma alla fine cosa cambia ? Per Cyrcus lei rimane una dea che non ha finto con i suoi sentimenti ma che voleva soltanto iniziare una nuova vita lasciandosi alle spalle il suo passato discutibile (passato che la tornerà a cercare) e infatti lui non ci penserà due volte a perdonarla e gettare le basi per una vita insieme alla sua sirena… e come dargli torto. Io penso che se un film è in grado di farci sognare meriti molta più considerazione. Leggo bellissime recensioni di Ondine che ne parlano bene ma non vanno oltre le tre stelle. A mio avviso se un film suscita tali sensazioni non bisogna vergognarsi ad esaltarlo anche se è privo di effetti speciali e poco pubblicizzato. Insomma, da quando ho visto Ondine ho voglia di andare in Irlanda a fare il pescatore sperando che qualcosa o qualcuna abbocchi !
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maxreda
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sabato 16 agosto 2014
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firma prestigiosa
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Film che porta la firma di un prestigioso regista, Neil Jordan.
L'amore fra un pescatore ed una apparente sirena, visto come rinascita di un uomo segnato dall'alcool.
L'Irlanda come sfondo e i suoi magnifici paesaggi.
Bravo Colin Farrell. Da vedere.
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luca scialo
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domenica 5 aprile 2020
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favola dei nostri giorni ambientata nella magica irlanda
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Di tanto in tanto, Neil Jordan ha impreziosito la sua filmografia con film sull'Irlanda o in essa ambientati. Ci ha fatto conoscere il patriota Michael Collins per esempio, mentre in questo caso, ci immerge in una favola ambientata nei giorni nostri. Pur con non pochi punti deboli, la storia ci racconta di un pescatore Syracuse - che tutti chiamano Cyrcus per il suo passato di clown - ritrovarsi sul peschereccio una bella ragazza che dice di chiamarsi Ondine. Quest'ultimo è il gergo che viene dato nei Paesi del Nord alle selkies, una sorta di sirene del mare. Syracuse vorrebbe accompagnarla in paese ma lei non vuole, preferendo nascondersi. Stringe però amicizia con Annie, sua figlia.
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Di tanto in tanto, Neil Jordan ha impreziosito la sua filmografia con film sull'Irlanda o in essa ambientati. Ci ha fatto conoscere il patriota Michael Collins per esempio, mentre in questo caso, ci immerge in una favola ambientata nei giorni nostri. Pur con non pochi punti deboli, la storia ci racconta di un pescatore Syracuse - che tutti chiamano Cyrcus per il suo passato di clown - ritrovarsi sul peschereccio una bella ragazza che dice di chiamarsi Ondine. Quest'ultimo è il gergo che viene dato nei Paesi del Nord alle selkies, una sorta di sirene del mare. Syracuse vorrebbe accompagnarla in paese ma lei non vuole, preferendo nascondersi. Stringe però amicizia con Annie, sua figlia. Gravemente malata ad un rene, tanto da utilizzare una sedia a rotelle per spostarsi. La quale la ritiene a tutti gli effetti una selkie. Come tutte le favole, però, non manca la figura del cattivo. Che nella fattispecie assume la figura del "protettore" della ragazza, a cui vuole sfuggire. L'elemento più interessante resta comunque la estrema Irlanda meridionale, paese che fa da sfondo alla storia diretta, prodotta e scritta dallo stesso Jordan. Con il suo magico contrasto di colori: il verde acquiescente delle sue sconfinate vallate, il blu del suo mare perennemente agitato e il grigio del suo cielo costantemente nuvoloso. Nella realtà, nascerà davvero una storia d'amore tra i due attori protagonisti: Colin Farrell e Alicja Bachleda. La quale però durerà solo un anno, pur concependo una figlia. La vita, purtroppo, molto spesso non è una favola a lieto fine.
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francesco2
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domenica 6 febbraio 2011
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la non-moglie del pescatore
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I distributori italiani non hanno avuto il coraggio (O l'incoscienza, secondo i punti di vista, di investire molto su questo film. Che, apprendo adesso, è la prima sceneggiatura originale che il regista irlandese si concede dai tempi della "Moglie del soldato". La cosa non mi pare una coincidenza: in entrambi i film si affrontano temi come l'amore ed i rapporti umani che sfuggano alle convenzioni, cercando di (ri) scoprire nella realtà quel tocco di magico che fors esiste ancora in queste piccole comunità del Nord Europa; che però Jordan si guarda dal tratteggiare coi toni un pò fiabeschi del "Pranzo di babette", ma in cui (rin)traccia, con una sceneggiatura a volte approsimativa ed arraffazzonata, vicende di famiglie alcolizzate ed abbandonate(si?) a loro stesse, per cui persino l'elemento religioso sostituisce quel poco di dimensione sociale che dovrebbe esistere in una comunità.
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I distributori italiani non hanno avuto il coraggio (O l'incoscienza, secondo i punti di vista, di investire molto su questo film. Che, apprendo adesso, è la prima sceneggiatura originale che il regista irlandese si concede dai tempi della "Moglie del soldato". La cosa non mi pare una coincidenza: in entrambi i film si affrontano temi come l'amore ed i rapporti umani che sfuggano alle convenzioni, cercando di (ri) scoprire nella realtà quel tocco di magico che fors esiste ancora in queste piccole comunità del Nord Europa; che però Jordan si guarda dal tratteggiare coi toni un pò fiabeschi del "Pranzo di babette", ma in cui (rin)traccia, con una sceneggiatura a volte approsimativa ed arraffazzonata, vicende di famiglie alcolizzate ed abbandonate(si?) a loro stesse, per cui persino l'elemento religioso sostituisce quel poco di dimensione sociale che dovrebbe esistere in una comunità.
C'è abbastanza ed al contempo poco del pessimismo di certo Allen, in questo aneddoto (relativamente) innocuo, che vede nella magia una (Parziale) fuga dalla realtà. Se i toni, e forse la sostanza, sono più innocui di quelli dell'autore di "Manhattan", c'è qualcosa del non indimenticabile "Alice" nel (con) fondere l'elemento magico (L'acqua, per esempio, che però per il protagonista non è solo MAGIA, ma anzi è fonte di SUSSISTENZA, essendo lui un pescatore) con la concretezza.Il che ricollega ad altri due pregi del film: la figlia, omologa della ragazzina di "Somewhere", film tanto bistrattato "post-premium", che aappare insieme e più saggia del padre e più desiderosa di fuggire in un mondo "Altro", rispetto a quello cui è costertta (Una malattia che la affligge, una (ex) famiglia leggermente "Scombinata"):Ma anche questo tema viene insinuato, quasi sempre, come se il regista , volesse inserirlo
senza scadere nel pietismo.
Perché, per come interpreto io, ciò che appare interessargli è altro: la (com) presenza nel quotidiano della magia, intesa non necessariamente come presenza di Dio (Del resto il protagonista non è "religioso" nel senso stretto), ma di un elemento "Altro" che fornisca una lettura più profonda della realtà. Fino alla fine, avvalendosi anche di scelte visive e fonetiche interessanti (Quelle continue ma mai ripetitive inquadrature dell'elemento marino, con quei suoni rievocativi che potrebbero ricondurci alle origini della "Meravigliosa creatura"), il regista non scioglierà il mistero, né considererà paternalisticamente le posizioni della ragazzina sciocchi infantilismi. Anzi, è come se considerasse la sua sensibilità minore integrale rispetto a quella del padre. Più che Lynch, molto più arguto e malizioso nell'affrontare argomenti simili, riecheggia il già citato "Alice" eidun film ancora più discutibile di Margarethe Von Trotta, "L'Africana", dove l'occultismo era una via di fuga più che una nuova fede. Jordan forse non è mai stato u genio del cinema, e anche questo film vale più come aneddoto che non altro, perché i temi trattati appaiono una mescolanza di generi più che un'opera risolta. E però un film troppo adulto per essere bambinesco, ma al contempo forse troppo bambinesco per essere adulto. Chissà che non sia questo che ha scoragiato i distributori italiani, che già avevano posto praticamente un veto sul suo "Garzone del macellaio".
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