Bright Star |
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Un film di Jane Campion.
Con Abbie Cornish, Ben Whishaw, Paul Schneider, Kerry Fox, Edie Martin (II), Thomas Brodie-Sangster.
continua»
Drammatico,
durata 120 min.
- Gran Bretagna, Australia, Francia 2009.
- 01 Distribution
uscita venerdì 11 giugno 2010.
MYMONETRO
Bright Star
valutazione media:
3,20
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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In Bright Star brilla la stella della Campiondi M.D.CFeedback: 5834 | altri commenti e recensioni di M.D.C |
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lunedì 14 giugno 2010 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
La modernità non si addice all'arte di Jane Campion che con Bright Star tenta di scalare le impervie vette del cinema romantico occupate da titoli come Adele H., L'età dell'innocenza, Jude o, in epoca più recente, Neverland(oltre alla mirabolante unione di eros e tragedia di Lezioni di piano, titolo chiave della stessa regista). Nessuno però si attenda al cospetto di Bright star(stella viva, luminosa)slanci frenetici e coiti vertiginosi,siamo piuttosto nei paraggi di un esercizio di alta accademia formale, dove immagini di una perfezione assoluta incorniciano paesaggi dell'anima, idilli campestri e contatti fisici solo suggeriti o appena accennati. Il plot focalizza la passione irrisolta fra il poeta romantico John Keats (il monolitico Ben Whishaw) e la sua indomita vicina, la ricamatrice Fanny Brawne(interpretata dalla corposa Abbie Cornish). L'idillio, dopo le prime schermaglie,si accende malgrado il contesto ambientale poco incoraggiante e le condizioni del giovane Keats, orfano e indigente, inesorabilmente minato dalla tisi. Poco altro da aggiungere, le due ore e passa di narrazione sono tutte concentrate nei giochi di sguardi fra i due innamorati, nelle immersioni scalze nelle profondità di campi fioriti o nei baci casti, scambiati nella penombra di una camera fra libri polverosi e pareti levigate. Sembrerebbe quasi di essere al cospetto di estenuanti formalismi alla Ivory ma la Campion sa dominare la materia narrata plasmandola con inquadrature che spezzano la monotonia narrativa, racchiudendo la passione congelata dei due amanti in colori caldi e penetranti(con pose che rimandano alla pittura di Hopper)che mutano nei passaggi stagionali in una lattiginosa e respingente opacità. L'elemento che piuttosto sembra latitare è quel segno di modernità presente nei primi film della regista,l'inclinazione naturale per l'anomalo e il mostruoso che sembrava l'autentica vocazione della Campion. L'obiezione che in fin dei conti si tratta di un film romantico non regge al cospetto di precedenti illustri,dove venivano svelati senza pudore i lati più oscuri e destabilizzanti della passione, cui Bright Star rimanda solo timidamente(l'indigenza e la malattia di Keats, la anomala possessività del suo ospite mr.Brown). L'impressione è che l'indubbia bellezza estetica del film non ne limiti tanto il contenuto quanto l'autenticità. Siamo comunque a distanze siderali dai lustrini e il vasellame di film rattrappiti alla Ragione e sentimento,come il mirabolante assolo visivo del finale conferma, sottolinenado l'inesorabilità del tempo che scorre e della malattia che annienta la felicità paralizzando la cornice romantica in una gelida e attonita fissità riscattata solo dalla memoria.Matteo De Chiara
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