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Rembrandt's J'Accusedi Francesco C.Feedback: 0 | altri commenti e recensioni di Francesco C. |
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mercoledì 14 ottobre 2009 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il celebre dipinto di Rembrandt del 1642 denominato La ronda di notte (noto anche come La compagnia del Capitano Frans Banning Cocq) è in realtà un atto d'accusa. E' da questa tesi da cui il regista Peter Greenaway parte nel tessere le trame di questo così insolito ed interessante documentario. Il quadro cela un'accusa, un'accusa di omicidio. Ma non solo. E' anche la denuncia – dissacrante e spietata – della presunta relazione omosessuale tra il capitano Banning Cocq, l'uomo al centro del dipinto, ed il luogotenente van Ruytemburgh, alla sua sinistra. L'unico modo per svelare il messaggio celato dal pittore olandese nel suo dipinto è basarsi sull'analisi di quest'ultimo. Si parte dunque scandagliando i vari dettagli del quadro per dar forza sempre di più alla convinzione che esso contenga un J'Accuse! . Il regista propone inoltre una riflessione sull'importanza della cultura visiva e le osservazioni sull'utilizzo della luce nel dipinto, sulla capacità di saper cogliere il messaggio celato, divengono spunto per un parallelo tra l'arte pittorica e quella cinematografica. Il documentario viene condotto in maniera vivace, quasi fosse quel processo contro i cospiratori che Rembrandt avrebbe voluto vedere in atto. Sono degne di nota due scelte stilistiche che rendono interessante e maggiormente fruibile quest'opera. La ricostruzione di alcune scene di vita del pittore olandese intento a realizzare “La ronda di notte” induce gli spettatori ad un maggior coinvolgimento nel J'accuse! che si vuole provare. Analogo scopo viene perseguito anche attraverso l'utilizzo del multiquadro per mantenere visibile il volto del critico d'arte che porta avanti l'analisi del dipinto. Di quando in quando, specie nella parte centrale, tuttavia l'opera scade nell'eccesso d'amor tecnico nello studio delle sottigliezze artistiche, risultando così leggermente inefficace. Fortunatamente nel finale viene riacquistato il dinamismo necessario ed il tutto torna ad essere coinvolgente.
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