marcello
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mercoledì 27 febbraio 2008
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la speranza di rambo e la condanna della violenza
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La violenza iperrealistica di molte scene può far storcere il naso a chi le intenderà solo come ad un'operazione furba per soddisfare la brama morbosa di sangue e scannamenti del pubblico. Ma non è così. E' già abbastanza violento e brutale il mondo che ci circonda e poco aggiunge la violenza delle guerre. Bastano e avanzano già gli atti di bullismo più sconcertante nelle nostre scuole, gli sgozzamenti efferati tra vicini di casa, le brutalità silenziose tra le mura domestiche, le folle impazzite delle curve ultras e dei cassonetti in fiamme, e così via... Non bisogna fermarsi al tanto sangue spettacolarizzato crudamente in John Rambo. Anzi, il film condanna in ogni scena tutta quella barbarie.
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La violenza iperrealistica di molte scene può far storcere il naso a chi le intenderà solo come ad un'operazione furba per soddisfare la brama morbosa di sangue e scannamenti del pubblico. Ma non è così. E' già abbastanza violento e brutale il mondo che ci circonda e poco aggiunge la violenza delle guerre. Bastano e avanzano già gli atti di bullismo più sconcertante nelle nostre scuole, gli sgozzamenti efferati tra vicini di casa, le brutalità silenziose tra le mura domestiche, le folle impazzite delle curve ultras e dei cassonetti in fiamme, e così via... Non bisogna fermarsi al tanto sangue spettacolarizzato crudamente in John Rambo. Anzi, il film condanna in ogni scena tutta quella barbarie. Altrochè clichè imperialista amerikano e simili... Rambo è tutt'altro. E' intimamente tormentato dalla memoria ed in fuga dal ruolo maledetto che il destino gli ha assegnato e dai tanti traditori che sempre l'hanno sfruttato. E solo un angelo venuto all'inferno riesce a stanare nel silenzio disincantato e distante di Rambo quel briciolo di speranza che lo obbliga a non tirarsi indietro, a smettere di essere altrove. E se l'imperativo di soccorrere lo costringe di nuovo ad immergersi nell'inferno più disumano, Rambo però non prova alcuna soddisfazione, alcun compiacimento. E' giustiziere crudele solo quando ammazza senza alcuna pietà il feroce comandante nemico. Ma alla fine della battaglia, ferito e desolato, non esulta affatto e guarda l'ennesima carneficina con la volontà del mai più.
Il ritorno verso la casa paterna è la conclusione del viaggio incominciato tanti anni prima. Forse anche per Rambo è giunto il momento della pace.
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maryluu
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sabato 1 marzo 2008
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l'ultima guerra di john rambo
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Ho trovato questo film valido, nonostante io non ami molto i film violenti. La storia è semplice. Lineare. Si sviluppa in maiera quasi prevedibile. Il tutto è incentrato sulla figura di Rambo. Innanzitutto lo vediamo diffidente. Solitario. Anche un pò antipatico se vogliamo. Ma la sua solidarietà e il suo altruismo vengono presto a galla. Non solo nei confronti di Sarah, ma anche verso i suoi compagni d'avventura. Ci mostra di essere un uomo deciso a smettere di fare la guerra ma che viene rispedito dal destino in una missione difficile, a cui non si sente di rinunciare. Una missione onorevole. Di certo l'ultima della sua vita. Sano e salvo dopo 62 anni di bombardamenti al suo corpo e alla sua anima, il suo cammino si conclude, come un cerchio perfetto, con il ritorno alle origini.
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Ho trovato questo film valido, nonostante io non ami molto i film violenti. La storia è semplice. Lineare. Si sviluppa in maiera quasi prevedibile. Il tutto è incentrato sulla figura di Rambo. Innanzitutto lo vediamo diffidente. Solitario. Anche un pò antipatico se vogliamo. Ma la sua solidarietà e il suo altruismo vengono presto a galla. Non solo nei confronti di Sarah, ma anche verso i suoi compagni d'avventura. Ci mostra di essere un uomo deciso a smettere di fare la guerra ma che viene rispedito dal destino in una missione difficile, a cui non si sente di rinunciare. Una missione onorevole. Di certo l'ultima della sua vita. Sano e salvo dopo 62 anni di bombardamenti al suo corpo e alla sua anima, il suo cammino si conclude, come un cerchio perfetto, con il ritorno alle origini. A casa sua. Anche qui il viso di Stallone parla chiaro. Ci trasmette una serenità mai vista. Il suo animo smette di tacere e urla la sua "pace"meritata.
Un applauso merita Stallone che nonostante l'età è ancora in grado di reggere degnamente i panni del super uomo. Nonostante sia visibilmente ingrassato mostra di mantenere una certa agilità.
Voglio inoltre aggiungere un apprezzamento per Matthew Marsden. Anche lui perfetto nei panni dell'intelligente mercenario belloccio.
Un grande encomio merita il tema scottante , oggetto della pellicola, cioè la guerra che da tempo logora la Birmania. E' un tema forte perchè oltre che mostrare nella loro crudezza scene che poveri uomini indifesi vivono ogni giorno, mette alla luce il disimpegno dei governi e delle istituzioni occidentali nei riguardi di un popolo che non ha nulla da offrire. Niente petrolio. Niente interessi. Solo tanto bisogno di pace. Di protezione. Di serenità.
Ho molto apprezzato anche la fotografia dei luoghi angustiati, soprattutto nell'avanzare lungo il fiume.
Non posso definire il film un capolavoro ma di certo, a mio avviso, è degno di nota e di considerazione.
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antonello villani
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sabato 1 marzo 2008
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inossidabile l'eroe nato dalla penna di morrell
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A sessant’anni suonati Sylvester Stallone torna ad indossare i panni del soldato pluridecorato con coltellaccio in bella mostra. Solo che stavolta non c’è un arrogante sceriffo a scatenare la furia omicida ma un gruppo di missionari che vuole portare medicinali e parole di conforto in una terra devastata dalla guerra civile. Film di denuncia con qualche pretesa pacifista celata dietro la carneficina, “John Rambo” chiude la saga iniziata nel 1982 con il ritorno a casa dell’eroe stanco di vagabondare per mezzo mondo. Stallone compie un piccolo miracolo perché il suo film va ben oltre le aspettative, si affida a qualche virtuosismo stilistico ed alla violenza più cruda con i corpi fatti saltare in aria o crivellati dalle mitragliatrici.
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A sessant’anni suonati Sylvester Stallone torna ad indossare i panni del soldato pluridecorato con coltellaccio in bella mostra. Solo che stavolta non c’è un arrogante sceriffo a scatenare la furia omicida ma un gruppo di missionari che vuole portare medicinali e parole di conforto in una terra devastata dalla guerra civile. Film di denuncia con qualche pretesa pacifista celata dietro la carneficina, “John Rambo” chiude la saga iniziata nel 1982 con il ritorno a casa dell’eroe stanco di vagabondare per mezzo mondo. Stallone compie un piccolo miracolo perché il suo film va ben oltre le aspettative, si affida a qualche virtuosismo stilistico ed alla violenza più cruda con i corpi fatti saltare in aria o crivellati dalle mitragliatrici. L’attore e regista americano regge il corso del tempo nonostante sia invecchiato, con i capelli tinti e qualche chilo di troppo: il reduce, dimenticato in patria per quella sporca guerra che si rivelò da subito uno sbaglio, conserva il suo fascino e non importa contro chi o cosa deve combattere. Nell’ultimo capitolo sarà una donna a risvegliare il suo spirito umanitario, mentre i soldati birmani verseranno quel “primo sangue” che ha dato il titolo al romanzo di Morrell. Meglio vivere per nulla o morire per qualcosa? Rambo conosce già la risposta anche se la strada verso casa è solo questione di tempo. Sulle note di Jerry Goldsmith, con giaccone verde militare e borsa a tracolla.
Antonello Villani
(Salerno)
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reiver
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venerdì 29 febbraio 2008
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it's a long road,when you're on your own...
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Sono un ammiratore di "Rambo" ("First blood",il primo della serie),per tanti motivi,e mi fa piacere che molta critica lo abbia oggi riabilitato dopo averlo fatto a pezzi.Il critico di "Liberazione" parla addirittura di "capolavoro",l'ho letto stropicciandomi gli occhi,non ci credevo.Uno dei motivi è che lo doveva interpretare Steve McQueen,il personaggio taciturno e solitario era costruito su misura per lui.Un altro ancora è che si tratta in effetti di un bel film,vigoroso nelle scene d'azione ,capace però anche di far riflettere:una pellicola sul "reducismo",sulla scia de "I migliori anni della nostra vita" o "Il cacciatore".In fondo nel primo film il protagonista,presentato come terribile ammazzasette,uccide una sola persona,per giunta in maniera non del tutto voluta,e alla fine si produce in un indimenticabile,commovente monologo al termine del quale piange come un rambino (ehm,perdonatemi,:"bambino").
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Sono un ammiratore di "Rambo" ("First blood",il primo della serie),per tanti motivi,e mi fa piacere che molta critica lo abbia oggi riabilitato dopo averlo fatto a pezzi.Il critico di "Liberazione" parla addirittura di "capolavoro",l'ho letto stropicciandomi gli occhi,non ci credevo.Uno dei motivi è che lo doveva interpretare Steve McQueen,il personaggio taciturno e solitario era costruito su misura per lui.Un altro ancora è che si tratta in effetti di un bel film,vigoroso nelle scene d'azione ,capace però anche di far riflettere:una pellicola sul "reducismo",sulla scia de "I migliori anni della nostra vita" o "Il cacciatore".In fondo nel primo film il protagonista,presentato come terribile ammazzasette,uccide una sola persona,per giunta in maniera non del tutto voluta,e alla fine si produce in un indimenticabile,commovente monologo al termine del quale piange come un rambino (ehm,perdonatemi,:"bambino").Di sicuro John Rambo è il personaggio in assoluto più lontano dal vero Stallone,che è una fotocopia di Rocky:allegro,caciarone,capace di mettere a soqquadro un programma come il "David Letterman Show".La serialità di Rocky l'ho trovata abbastanza giustificata:ogni capitolo,benchè meno brillante dell'originale,ha aggiunto qualcosa al personaggio,creato e plasmato da Stallone.Gli episodi successivi di Rambo invece,pur non demeritando sotto il profilo dell'azione pura,hanno modificato il senso della prima pellicola,imperniata sul disagio sociale di un vero e proprio disadattato.Non solo:hanno legato Stallone al clichè dell'eroe tutto muscoli,"travasato" in altre pellicole (Dredd,Cobra,eccetera) a volte modeste,che non hanno liberato l'attore italo-americano dal cordone ombelicale con i suoi due personaggi di successo e hanno invece fatto dimenticare le sue potenzialità drammatiche,anche a livello di scrittura (Oscar per "Rocky").
Fatta questa debita premessa,devo dire che "John Rambo" non mi è dispiaciuto.L'interesse del pubblico,più che sul film,si è orientato verso Stallone,sul fatto che è ingrossato,che è irriconoscibile,che dovrebbe andare in pensione.Secondo me invece ha avuto fegato.Ci ha messo la faccia,ci ha messo i soldi,ci ha messo pure delle idee scomode,parlando di argomenti che sono tenuti sotto silenzio,quelli relativi ad una guerra che va avanti da anni e fa centinaia di morti nell'indifferenza generale.Stallone è un ottimo sceneggiatore,e le sue qualità alla regia sono riassunte dalla emozionante sequenza dell'incursione nel campo nemico,un vero manualetto di combattimento,con un impeccabile senso del ritmo.E si scopre anche una sua versione "cinefila",perchè da alcune sequenze si capisce come Sly abbia visto "Obiettivo Burma" (il più bel film bellico mai realizzato),"L'inferno è per gli eroi" e "Salvate il soldato Ryan".Solo una cosa non mi è piaciuta:l'eccessiva crudezza di alcune scene.Capisco la ricerca del realismo,ma sono convinto che una scelta simile abbia nuociuto all'incasso.Alla mia valutazione sicuramente.Peccato,perchè la conclusione del film l'ho apprezzata,conclude il cerchio col primo episodio.Non so cosa farà Sly adesso.Il film non è andato come sperava e lui ha 62 anni.Giusto l'età di John Wayne,quando contro tutte le previsioni vinse l'Oscar per "Il grinta".Non si sa mai."It's a long road,when you're on your own",cioè:"La strada è lunga,se la devi percorrere da solo".In bocca al lupo.
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marvelman
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lunedì 9 agosto 2010
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bel film di rambo
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Sicuramente al di sotto del primo capitolo e alla pari dell'ingiustamente sottovalutato secondo film della saga first blood ma questo rambo è veramente un film violento in pieno stile stallone che risolleva la saga dopo un orrendo terzo episodio macchiettistico e ridicolo...tutta la forza sopita di john rambo si assapora qui nonostante abbia perso la sua figura di integrità fuori e rottura dentro dopo il vietnam che lo contraddistinguevano...stallone riesce a fare il miracolo con rambo e anche con rocky e speriamo che the expendables sia allo stesso livello qualitativo di azione, violenza e intensità del suo ultimo pupillo.
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ispj
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mercoledì 30 aprile 2008
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un rambo nuovo, ma dal sapore antico e nostalgico
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Un Rambo in azione nel 2008 potrebbe risultare, ai più, fuori contesto, in quanto posto in quadro storico/polico diverso da quello degli anni '80 perderebbe molto del suo fascino, nonchè del suo stesso essere. Invece l'ultimo film di Stallone riprende il senso della trama del primo "Rambo", dove l'azione, pur rappresentando la parte più corposa del film, non ne rappresenta la parte principale. Al centro vi è infatti il protagonista è il suo senso di frustrazione e disprezzo verso un mondo che lo ha prima voluto macchina da guerra, poi lo ha rifiutato, infine emarginato e costretto ad una vita lontano da casa. Al pubblico meno attento, a volte quasi prevenuto, questo film potrebbe risultare l'ennesimo pretesto per fare qualche soldo offrendo al pubblico sangue e azione gratuiti.
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Un Rambo in azione nel 2008 potrebbe risultare, ai più, fuori contesto, in quanto posto in quadro storico/polico diverso da quello degli anni '80 perderebbe molto del suo fascino, nonchè del suo stesso essere. Invece l'ultimo film di Stallone riprende il senso della trama del primo "Rambo", dove l'azione, pur rappresentando la parte più corposa del film, non ne rappresenta la parte principale. Al centro vi è infatti il protagonista è il suo senso di frustrazione e disprezzo verso un mondo che lo ha prima voluto macchina da guerra, poi lo ha rifiutato, infine emarginato e costretto ad una vita lontano da casa. Al pubblico meno attento, a volte quasi prevenuto, questo film potrebbe risultare l'ennesimo pretesto per fare qualche soldo offrendo al pubblico sangue e azione gratuiti. A coloro i quali il personaggio di John Rambo ha saputo offrire da sempre qualcosa di meno superficiale, questo film regala l'ennesima perla come sceneggiatore/attore di Stallone. "John Rambo" cosi come "Rocky Balboa" vogliono analizzare a fondo le caratteristiche dei rispettivi personaggi, riuscendoci appieno, e in questo tentativo risulterebbe quantomeno inutile provare a farlo senza considerare lo scenario in quei essi sono nati e si muovono. Rocky senza ring e Rambo senza guerra sarebbero due film, magari migliori chissa', ma non sarebbero un nuovo capitolo delle rispettive saghe. Ed è proprio qua la grandezza dello sceneggiatore e del film stesso. Riuscire a raccontarsi, mostrandosi in ciò che ne ha sempre caratterizzato l'esistenza. Stallone riesce in questo, riducendo ai minimi termini le battute delegate al suo personaggio, il quale però riesce a trasmettere il suo malessere in maniera completa ed esaustiva. Poche frasi ma d'impatto. La sensazione che si avverte durante i titoli di coda è quasi di tenerezza-compassione per il protagonista, che volente o nolente ha rappresentato un'icona per diverse generazioni, cosi come il suo interprete, che nonostante gli anni e i chili di differenza rispetto alla prima pellicola, riesce a ricreare l'imprescindibile sodalizio con il personaggio. Ancora una volta Stallone è un ottimo Rambo, capace di catturare i nostalgici e quanti sapranno avvicinarsi per la prima volta all'eroe senza pregiudizio e con il giusto rispetto per colui che tanto ha rappresentato nella cultura pop dell'ultimo ventennio.
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(di paryo)
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delta
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domenica 15 agosto 2010
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rambo e tornato!
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Torna Rambo, ma quello del mitico First Blood, non quello dei mediocri parte 2 e parte 3. Stallone adotta una stile di regia personale, virulento; ricalcando quell'approccio sanguinolento tanto caro al cinema d'exploitation anni Settanta. Per mezzo di una visione prevalentemente in soggettiva,attraverso gli occhi dell'ex reduce del Vietnam, lo spettatore vive, con sdegno, le stesse emozioni che animano il protagonista.
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iloveinter
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mercoledì 2 febbraio 2011
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ultimo episodio di rambo
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E purtroppo si chiude qui anche la saga di Rambo con un dei film meglio riusciti a Sly. La trama è simile agli altri film di Rambo, ma questo a qualcosa di più. Sarà forse l'inaudita violenza di alcune scene, sarà l'età ormai, ahime, non più giovane di Stallone, ma in questo film compare una cosa mai vista nei precedenti: un sentimento. Un qualcosa che nel profondo del cuore di quell'uomo tutto muscoli, smuove il film, lo allontana dagli altri sui generis, lo rende unico. Ecco perchè adoro questo film per la sua unicità. Vediamo un Rambo maturo, cresciuto, che ha deciso diabandonare per sempre le armi e la guerra, ma che decide di scatenarne una per salvare delle vite.
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E purtroppo si chiude qui anche la saga di Rambo con un dei film meglio riusciti a Sly. La trama è simile agli altri film di Rambo, ma questo a qualcosa di più. Sarà forse l'inaudita violenza di alcune scene, sarà l'età ormai, ahime, non più giovane di Stallone, ma in questo film compare una cosa mai vista nei precedenti: un sentimento. Un qualcosa che nel profondo del cuore di quell'uomo tutto muscoli, smuove il film, lo allontana dagli altri sui generis, lo rende unico. Ecco perchè adoro questo film per la sua unicità. Vediamo un Rambo maturo, cresciuto, che ha deciso diabandonare per sempre le armi e la guerra, ma che decide di scatenarne una per salvare delle vite. Chiamata come si vuole, solidarietà, rimorso, senso del dovere, amore per il prossimo..., è comunque una cosa nuova. Bravo Sly. Hai concluso (spero magari di no) la tua saga con un ottimo film , un capolavoro. Meglio di così, credo, non potevi fare.
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napos
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sabato 15 marzo 2008
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potenza visiva per onore e giustizia
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Sono andato al cinema già con l'adrenalina in corpo: quando ne sono uscito avevo voglia di urlare per l'esaltazione e la grandezza.
John Rambo è un vero film.
Posso osare? E' un film bellissimo. Muscoli, azione, onore, forza, coraggio, tutte cose ormai ridicolizzate a scapito delle porcate di Almodovar e la cultura omosessuale. E tanta competenza tecnica holliywoodiana nelle scene di guerra, forse le più crudeli e potenti della storia del Cinema, tanto da superare le ottime immagini di Soldato Ryan. Stallone è davvero un mito. Quando, nell'ultima mezz'ora, prende in mano la mitragliatrice e inizia la carneficina con teste che volano e corpi maciullati, si capisce tutta la potenza di un film davvero epocale.
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Sono andato al cinema già con l'adrenalina in corpo: quando ne sono uscito avevo voglia di urlare per l'esaltazione e la grandezza.
John Rambo è un vero film.
Posso osare? E' un film bellissimo. Muscoli, azione, onore, forza, coraggio, tutte cose ormai ridicolizzate a scapito delle porcate di Almodovar e la cultura omosessuale. E tanta competenza tecnica holliywoodiana nelle scene di guerra, forse le più crudeli e potenti della storia del Cinema, tanto da superare le ottime immagini di Soldato Ryan. Stallone è davvero un mito. Quando, nell'ultima mezz'ora, prende in mano la mitragliatrice e inizia la carneficina con teste che volano e corpi maciullati, si capisce tutta la potenza di un film davvero epocale.
Magnifiche alcune scene. Quando lui arriva dietro il soldato che sta ordinando la fucilazione e lo decapita; quando guarda con gli occhi feroci gli ignari (poveretti) pirati birmani; quando sventra il cattivo di turno. E adesso vengano pure a dirmi che è un'apologia di Bush e altre scemenze del genere. Io vado a guardarmi Rambo, voi correte da Scamarcio.
P.S. Distibutori italiani, vergognatevi!!! Non avete resistito, per soldi, a censurare il film vero? Siete penosi. Ora attendiamo la versione director's cut in dvd. [-]
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tecmec
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lunedì 19 settembre 2011
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il migliore della serie
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Eccellente film d'azione, crudissimo e molto realistico, senza alcuno spazio né alle malinconie del primo ottimo film, né tantomeno (per fortuna) agli orridi messaggi guerrafondai e patriottistici (nazionalistici direi) dei tremendi sequel.
Qui c'è una trama scarna ed essenziale trattata con l'accetta del naturalista stufo di rivedere sempre le stesse scene; ne consegue un film spietato, molto ben riuscito, senza alcun moralismo ma con tanta voglia di fare un incrocio tra cinema vero e realtà da documentario.
Epica la battaglia finale dove Rambo ormai bolso e gonfio e vecchio utilizza un'altretanto anacronistico mitragliatore da guerra per spazzare via ogni cosa che si muove, ogni ostacolo tra lui e il tanto agognato ritorno a casa.
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Eccellente film d'azione, crudissimo e molto realistico, senza alcuno spazio né alle malinconie del primo ottimo film, né tantomeno (per fortuna) agli orridi messaggi guerrafondai e patriottistici (nazionalistici direi) dei tremendi sequel.
Qui c'è una trama scarna ed essenziale trattata con l'accetta del naturalista stufo di rivedere sempre le stesse scene; ne consegue un film spietato, molto ben riuscito, senza alcun moralismo ma con tanta voglia di fare un incrocio tra cinema vero e realtà da documentario.
Epica la battaglia finale dove Rambo ormai bolso e gonfio e vecchio utilizza un'altretanto anacronistico mitragliatore da guerra per spazzare via ogni cosa che si muove, ogni ostacolo tra lui e il tanto agognato ritorno a casa.
Brutale, entropico, sfiduciato ma non cinico, massiccio e sincero; buona la regia, buoni gli interpreti.
Qui siamo di fronte al miglior film della serie, senza dubbio, pur senza niente togliere al primo episodio.
Voto: 9
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