Slipstream - Nella mente oscura di H.

Concordo, Slipstream non ha una trama con contenuti profondi o con messaggi: conta l'estetica dei caratteri e dell'immagine, con cui i caratteri vengono osservati. In questo considero questo film riuscito ed evolutivo: Hopkins-regista permette allo spettatore di aggirarsi tra i caratteri guardandoli da fuori, nei loro gesti, da dentro, nelle loro sensazioni, contemporaneamente. Non solo estetica contemplativa dell'immagine esteriore (vedi l'ultimo voyeristico Tarantino di DeathProof), ma anche "estetica delle emozioni", rese per immagini (vedi Linch, che comunque va oltre, sul piano dello "squilibrio morboso"). L'uso degli artefatti elettronici contribuisce, ma non e' determinate, anzi in diversi passaggi diventa irritante: e' la limitazione di Hopkins-regista, utilizzatore di facili "discontinuita' elettroniche", senza esserne veramente padrone.(fine seconda bobina)