Syriana |
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Un film di Stephen Gaghan.
Con George Clooney, Matt Damon, Jeffrey Wright, Chris Cooper, William Hurt.
continua»
Thriller,
durata 126 min.
- USA 2006.
uscita venerdì 24 febbraio 2006.
MYMONETRO
Syriana
valutazione media:
3,12
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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IL TEMPO DELLE OMBREdi a.l.Feedback: 0 |
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lunedì 13 marzo 2006 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
“Syriana” diretto da Stephen Gaghan, già sceneggiatore del pluripremiato “Traffic”, pare quasi un canovaccio buttato giù a caso per un film di fantapolitica e invece l’aderenza all’anarchia dei tempi ne determina la struttura policentrica e poliprospettica e lo rende particolarmente inquietante per lo spettatore: l’assenza di una qualunque gerarchia e di un qualunque centro domina minacciosa un mondo, dove tutto ciò che avviene sfugge al controllo della volontà umana, giacché persino i potenti della terra, i burattinai invisibili che determinano la politica estera ed interna degli Stati o ne guidano, fra accordi sottobanco e fusioni aberranti, i colossi dell’economia, sono parte di un ciclopico ingranaggio perennemente sull’orlo dell’autodistruzione. Scomparsi dalla faccia della terra i giganti, sono rimasti i nani: non vi sono più Nazioni egemoni o laeder spirituali, idealismo e cinismo si neutralizzano a vicenda, Ben Laden, Bush e despoti o ministri illuminati si confondono in una messinscena caotica, dove pubblico e comparse affollano il palco, ciascuno con i propri personali ed inconcialibili moventi, ciascuno con la propria personale carica di esplosivo in tasca. L’umanità sta combattendo una guerra ad armi pari contro se stessa: Occidente ed Oriente sono ovunque, anzi da nessuna parte, ed è precisamente la pretestuosa inconsistenza dello “scontro di civiltà” che “Syriana” mette in luce, con il desultorio muoversi da un luogo all’altro, con il respingere sullo sfondo alternamente personaggi ed ambienti, con l’emarginare inaspettatamente protagonisti e singoli drammi. Il lungometraggio, ispirandosi al libro “La disfatta della Cia” dell’ex-agente Robert Baer, evoca il battagliero cinema statunitense degli anni ‘70( “I tre giorni del condor” per citare un titolo famoso), ma da allora le cose si sono complicate: la corruzione continua a tenerci al caldo e in salute, come dice uno dei tanti figuranti, citando il premio Nobel Friedman, ma Gaghan, per non scadere nell’anacronismo, ha privilegiato lo sguardo d’insieme, il puzzle globale inconcluso, angosciosa restituzione della realtà deforme ed ingarbugliata offertaci quotidianamente da giornali e televisione. Allora nell’allarmante dipanarsi di una situazione senza via d’uscita la denuncia moraleggiante si perde, inadeguata, nel vuoto: il petrolio è la droga di un’umanità resa irresponsabile e cieca dall’ossessione di procurarsi la “roba”di cui necessità per condurre la sua esistenza ammalata. La sconfitta del senso morale ovunque è il precario equilibrio del pianeta: di fatto le diverse storie raccontate da “Syriana” sono paradigmatiche della morte dell’etica. Le regole non scritte hanno prevalso su legge e diritto, il libero arbitrio o la disperazione impone ai coraggiosi la ribellione, ma il gesto eroico richiama inevitabilmente violenza e stragi. Il sintomo più evidente è la tormentosa corrosione dei nuclei familiari e il venir meno della sacralità dei vincoli di sangue: i padri dimenticano i figli uccisi per sbaglio, i figli corrotti offendono nel profondo dell’anima i padri abbandonandoli sui gradini di casa con la bottiglia in mano, i fratelli tradiscono e plaudono all’assassinio dei fratelli. Sarà il tempo delle iene, prevedeva ne “Il Gattopardo” il vecchio principe di Salina, ma forse è andata ancor peggio: le iene divorano se stesse nell’arena del circo e noi ne siamo ombre sgomente..
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