Ogni volta che leggo una recensione di INLAND EMPIRE mi stupisco di come tutti scrivano (sia in lato positivo che negativo) che non ci sia una storia.
Beh, io credo che in INLAND EMPIRE una storia ci sia.
In Polonia abbiamo la storia di una donna sposata con un uomo violento. La storia di un'altra donna sposata che non può avere figli. La storia di come la prima donna abbia una relazione extraconiugale con il marito della seconda. La storia di come rimanga incinta dell'amante. La storia di come il marito picchiandola le uccida il figlio. La storia di come la donna si dia alla prostituzione. La storia di come il marito le uccida l'amante. La storia di come alla fine la donna uccida la moglie dell'amante.
E poi c'è la storia di come la donna resti prigioniera in una stanza d'hotel in attesa che qualcuno paghi per lei il debito della sua azione.
Ed ecco quindi Susan Blue pronta a pagare il debito. Ecco Billy Side, l'amante di Susan. Ecco il marito della donna tornare sotto forma di Fantasma ("il male era nato" come anticipa l'inquietante Grace Zabriskie). Ecco l'amante morto tornare come marito di Susan (Smithy), anche lui in procinto di pagare il debito del tradimento, visto che questa volta è lui quello tradito e che non può avere figli. Ed ecco la donna morta tornare in cerca di vendetta come Doris Side.
La storia sembra ripetersi, ma come dicono i conigli, qualcosa è diverso questa volta. Susan verrà uccisa da Doris. Susan pagherà il debito della ragazza polacca.
E che Nikki Grace altro non sia che il parto della mente delirante di Susan a questo punto è solo un dettaglio (come potrebbe altrimenti un'attrice ignorare che il film che sta per girare finisca con un omicidio e che suo marito è un attore del film?).
INLAND EMPIRE gioca con lo spettatore allo stesso modo di Mulholland Drive. Un inizio ingannevole in cui viene mostrata una realtà fittizia infarcita di elementi reali (Susan in versione Nikki gira un film che altro non è che la vita di Susan). E una seconda parte dove i continui salti nel tempo (e questa volta nello spazio) confondono le idee rendendo la realtà più onirica della finzione.
Il DV è in questo caso fondamentale. L'uso quasi amatoriale del digitale nella prima parte del film altro non fa che dare un aspetto documentaristico alla finzione, rendendola appunto "reale" ad una prima e disattenta visione.
INLAND EMPIRE si gioca tutto nei dettagli. Il ricorrente Axxon N, lo show radiofonico più lungo della storia (se non sapete di che parlo ringraziate i traduttori del film che hanno interpretato a modo loro la primissima battuta del film pronunciata da Lynch stesso). Il "Chi è questa?" che serve a puntare l'attenzione sulla morte in Polonia della donna interpretata da Julia Ormond. La fotografia che vira verso il sepia delle scene in Polonia poco prima che Laura Dern vada a liberare la ragazza perduta. E molti altri ancora.
Lynch fornisce tutti gli elementi per risolvere il "mistero". Ma di sicuro non li serve in un piatto d'argento. Lo spettatore nei film di Lynch deve avere un ruolo attivo. INLAND EMPIRE non vuole essere un film intelligente. INLAND EMPIRE richiede solo intelligenza da parte dello spettatore. E questo è il problema principale del film: lo spettatore purtoppo ultimamente preferisce che gli altri siano intelligenti al posto suo.
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