Il diavolo veste Prada

Eccoci signori e (soprattutto) signore, con la commedia leggera, stile pretty women, dell' anno. La giovane protagonista (che della di lei predecessrice conserva uno sfolgorante sorriso) alle prese con le piccolezze delle tragedie umane. Fresca di laurea, ingenua e ottimista, agnello sacrificale, si concede alle languide fauci di una esagerata (e per questo strepitosa) Meryl Streep, che nei panni di capessa (o capò?) della prestigiosa rivista runway (leggi vogue) fa di tutto per ostacolare l' ascesa della nostra povera eroina...che come Didone,nel tentativo di battere i propri oppositorì tenta di unirsi a loro, arrivando al bivio che porterà alla fatale questione che da secoli l' umanità affronta...essere (ricca stronza famosa e sanguisuga) o non essere?...Naturalmente per la gioia delle signore l' happy end finale è assicurato, in un' overdose di morale e bieche bontà. A brillare, come sempre accade sin dai tempi di virgilio non è il nostro retto(=prevedibile) e saggio(=prevedibile) eroe, ma il suo splendido oppositore, l' antieroe che tutti amano, la didone dell' occasione, la grande maryl, che con la sua sola prova di attrice riesce a dare una vita nuova ad una storia vecchia come il cinema (anzi vecchia come la letteratura), facendoci sorprendere, rimanere ammirati, quasi in trance davanti a cotanta bravura...come solo un grande classico sa fare