Crash - Contatto fisico

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Un film di Paul Haggis. Con Sandra Bullock, Don Cheadle, Matt Dillon, Jennifer Esposito, William Fichtner.
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Titolo originale Crash. Drammatico, durata 113 min. - USA, Germania 2004. uscita venerdì 11 novembre 2005. MYMONETRO Crash - Contatto fisico * * * 1/2 - valutazione media: 3,92 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Un inedito sguardo sulla paura dell' "altro" Valutazione 4 stelle su cinque

di Marta Scattoni


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martedì 23 aprile 2013

Un inedito e lucidissimo sguardo sulla paura, l'ignoranza, il pregiudizio che esplodono in una realtà dove quasi nessuno riesce a preservare la propria innocenza. Un originale affresco della difficile convivenza razziale negli U.S.A. dei giorni nostri, attualissimo anche per qualsiasi altro paese moderno aperto, volente o nolente, alla globalizzazione.
"Crash, contatto fisico" è un film del 2004, diretto da Paul Haggis, che ha meritatamente vinto tre Premi Oscar nel 2006 (film, sceneggiatura originale, montaggio) insieme ad altri prestigiosi riconoscimenti; la vicenda è l'incontro – scontro tra una pluralità di vite in un arco limitato di tempo (non più di un paio di giorni). Il titolo dell'opera trova la sua spiegazione nella frase pronunciata dal personaggio del poliziotto di colore Graham Waters (Don Cheadle) all'inizio del film, appena dopo un tamponamento; il personaggio riflette sul fatto che nel tipo di società in cui vive, le persone riescono a non ignorarsi, ad incontrarsi e ad interagire solo attraverso eventi in qualche modo traumatici, attraverso lo scontro.
Nella vicende l'incontro – scontro avviene, in modo più o meno diretto, tra diversi gruppi di personaggi, ciascuno rappresentativo di un microcosmo sociale: I poliziotti bianchi (quello razzista afflitto dalle sofferenze del padre e dai problemi economici che non gli consentono di farlo curare adeguatamente e quello giovane animato da buone intenzioni e da uno spiccato senso della giustizia), i giovani rapinatori neri (quello più ingenuo e quello cinico), la coppia benestante di bianchi (lui dirigente della polizia e futuro deputato, lei frustrata e sola) con la loro domestica messicana, la coppia benestante e apparentemente integrata di neri, la famiglia di un immigrato iraniano, la giovane famiglia di un immigrato sudamericano, una coppia di cinesi (marginale) ed infine altri due poliziotti che lavorano in squadra (lui, G. Waters, nero con madre anziana e depressa a causa della delinquenza del figlio minore, lei bellissima poliziotta sudamericana).
All'interno della storia ci sono diversi momenti, fortemente commoventi, che potremmo chiamare di 'redenzione', certo numericamente assai inferiori rispetto a quelli di 'caduta', altrettanto toccanti: la protagonista di uno di questi momenti è la figlia del negoziante iraniano che, lavorando in ospedale ed essendo costretta ad assistere alla morte di tante persone a causa dell'uso spropositato di armi da fuoco, riesce ad evitare un'idiozia del padre legata proprio all'idea di sfogare la propria rabbia attraverso un'arma senza rendersi conto delle terribili ed irreparabili conseguenze che tale sfogo può avere. Altro straordinario momento di 'redenzione' è quello che vede protagonista il poliziotto razzista (Matt Dillon), che il giorno prima, con la scusa di una perquisizione, molesta la giovane moglie nera (Thandie Newton) di un regista di colore (quest'ultimo a sua volta poi protagonista di una scena memorabile) ed il giorno dopo la salva in extremis dalla macchina capovolta ed in fiamme in cui si trovava intrappolata dopo un incidente.
Terribile, soprattutto in ragione del fatto che lo spettatore è consapevole della rettitudine morale del ragazzo, è invece il momento di caduta del giovane poliziotto bianco.
Infine c'è la buona azione del giovane e cinico rapinatore di colore,interpretato dal rapper Ludacris, alla quale segue la scena finale del film, incorniciata dal lento cadere di candidi fiocchi di neve: un altro tamponamento multirazziale che ha come esito un litigio quasi comico (o che perlomeno, nella tristezza generale trasmessa dal film, riesce a strappare un sorriso) tra personaggi che parlano americano ognuno con un inflessione linguistica diversa, accusandosi sommariamente ("tu cinese..!!", "ma che cinese, sono coreano!" oppure "tu messicano...!" "ma se sono del Salvador!" ecc...) l'uno con l'altro di appartenere ad una nazionalità diversa dalla propria.
Da vedere per capire meglio in che mondo stiamo vivendo e quali siano realmente i problemi ed i pregiudizi con cui abbiamo il dovere di confrontarci.

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