Prendimi l'anima |
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Un film di Roberto Faenza.
Con Emilia Fox, Iain Glen, Craig Ferguson, Caroline Ducey, Jane Alexander (II)
Drammatico,
durata 100 min.
- Italia 2003.
MYMONETRO
Prendimi l'anima
valutazione media:
2,63
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Roberto Nepoti
La Repubblica
A quanto pare le polemiche non bastano mai. L'ennesima ha accompagnato l'uscita di Prendimi l'anima, che secondo lo psicanalista Aldo Carotenuto non mette nel giusto rilievo il suo ruolo nella genesi del soggetto. Curiosa polemica. Anche se la storia della relazione tra Carl Gustav Jung e Sabine Spielrein è vera, quello di Faenza non è un film sulla psicanalisi, ma un film d'amore. Un bel film d'amore, nella prima parte: quando il discepolo di Freud applica psicoterapia e libera associazione alla giovanissima paziente isterica, innescando un processo di transfert che li porta a letto insieme. Comunque la donna guarisce, diventa a sua volta psichiatra, si fa unafamiglia e torna alla natia Russia, dove prima sperimenta i guasti dello stalinismo (ha fondato un innovativo asilo, devastato dalle guardie rosse), poi la ferocia degli invasori nazisti. Casualmente, i due periodi della vita di Sabine sono inscritti in una cornice narrativa che ricorda da vicino il recente Possession di LaBute: una giovane russa indaga sulla protagonista, ruba il suo diario in una biblioteca e prosegue le ricerche con un professore di Glasgow, di cui resta presa. La passione tra Sabine e Jung, innamoratissimo ma sposato e timoroso di ripercussioni sulla carriera, è tratteggiata con partecipazione sincera; Faenza evita gli imbarazzi in cui il cinema incorre spesso (vedi Frida) quando rappresenta eroi, santi, artisti e medici famosi, regalandoci anche la bella e commovente sequenza di un ballo in un ospedale psichiatrico. Le cose vanno meno bene nella seconda parte, introdotta da un viraggio in seppia della pellicola che fa "epoca" e culminante nella strage della sinagoga di Rostov. Qui gli episodi si affastellano un po' telefonati e, malgrado la drammaticità degli eventi, la temperatura emotiva si raffredda.
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