Minority Report |
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Un film di Steven Spielberg.
Con Tom Cruise, Samantha Morton, Max von Sydow, Colin Farrell, Peter Stormare.
continua»
Fantascienza,
durata 145 min.
- USA 2002.
- 20th Century Fox Italia
uscita venerdì 27 settembre 2002.
MYMONETRO
Minority Report
valutazione media:
3,42
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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comunque altro da Phil k.Dickdi elgatolocoFeedback: 257582 | altri commenti e recensioni di elgatoloco |
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sabato 3 settembre 2016 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Se in"MInority Report"di PHil Dick c'è comunque un forte afflato disforico, negativo, che in ogni caso caratterizza tutta la sua opera, in Spielberg, meglio nella trasposizione filmica che ha operato, prevale(molto"gringo", in questo, Spielberg)una sorta di"struggle for the life", di potente instinto di sopravvivenza, esemplificato nella necessità del personaggio-protagonista(un Cruise più che mai"attivo")di lottare contro quello che sembra il destino avverso preconizzatogli dai e dalle precog., gli e le anticipatori(trici)che ante-vedono il futuro-un'ipotesi sì distopica, quella dickiana, ma ormai non così tanto"fantascientifica", in quanto le neuroscienze, certo non ancora arrivate a questo punto, possono senz'altro arrivare a questo punto tra qualche anno, tra una decina d'anni, per dire, dato che lo sviluppo-potenziamento dellle facoltà cerebrali nasce dal loro attento studio, arrivato, già ora, a un livello impensabile anche solo a fine anni Ottanta o poco prima della fine degli anni Novanta. Rimane il senso distopico di una società totalitaria che blocca e anzi punisce i crimini"previsti", prima che essi effettivamente vengano messi in opera, ma è molto più forte la lotta di una persona sola(Cruise, appunto, che nel 2002 era già di per sé un emblema)contro tale realtà sociale e statuale oppressiva e punitiva quasi senza ragione, un tema tipico del cinema, nord-americano ma non solo, appunto. PIù in generale, in questo film, dove Spielberg, molto più che nel resto della sua produzione, fa uso dell'armamentario tecnologico di "trucchi"(il lemma è improprio, in realtà, lo uso solo per maggiore comprensibilità del concetto) filmici, dove il regista-autore decisamente ricorre a molte scene"'d'azione", si vede come il cinema, proprio per la necessità di "mostrare"quanto in letteratura viene detto(o, altrimenti, accennato, per vai di allusione e simili)sia comunque totalmente diverso da essa, sia ancora una volta quel medium im-mediato, ossia privo di mediazioni, dove invece la scrittura, ricorrendo a figure retoriche, "media"fatalmente; non che il cinema non abbia figure retoriche, per es.la metafora, ma esse sono molto più"dirette"di quanto non lo siano in letteratura. Vedere l'irruzione di militari armati di tutto punto e disposti(o costretti, in prima istanza e spesso anche dopo, importa poco)o leggere una pagina che ne racconta l'irruzione è ovviamente altra cosa; Spielberg lo sa bene e fa del cinema non calligrafico, anche a rischio di andare"oltre"Dick, con uno slittamento di senso dell'opera. In questo quadro, da Cruise a Max von Sydov, tutti gli/tutte le interpreti del film sono pienamente sintonici/sintoniche con il"disegno"dell'autore Spielberg. El Gato
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