Fratelli di sangue |
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Un film di Lars Berg.
Con Eirik Evjen, Martin Jonny Raaen Eidissen, Eirik Stigar, Jonas Lauritzsen, Iben Akerlie.
continua»
Titolo originale Glasskår.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 76 min.
- Norvegia, Svezia 2002.
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Glasskår, le cicatrici della crescita (Parte I)di Giacomo J.K.Feedback: 3220 | altri commenti e recensioni di Giacomo J.K. |
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sabato 17 ottobre 2009 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Un universo che sembra essere lontano anni luce dal nostro, la Norvegia, in cui il mezzo di traspor-to è la bicicletta e l’estate, semmai, è “più fredda del solito” fa da sfondo e da contenitore alla storia messa in scena dal regista Lars Berg e basata su un romanzo degli anni Novanta, che il Giffoni Film Festival del 2002 premia nientemeno che col Grifone D’Oro come miglior film, sezione over14. È una storia sui ragazzi e per i ragazzi (e rispettivi educatori), che sembra avere da offrire molto di più di quello che appare a un primo sguardo e che è stata purtroppo fortemente penalizzata dalla sca-dente distribuzione avuta in Italia. Centrale è, naturalmente, il tema del gruppo e del suo ruolo formativo; in questo senso, è estrema-mente interessante come Berg analizzi soprattutto l’aspetto della ricerca di una identità propria all’interno della “banda”. Si potrebbe dire che Viktor è “un ragazzo sveglio” – e tale rimane, nono-stante i suoi auto-rimproveri, fino alla fine – proprio perché riesce a trovare nel gruppo la propria identità autonoma; anche di fronte alle difficoltà che si presentano, Viktor si pone in modo forte-mente attivo – cosa che per esempio Roger manca del tutto di fare. Non a caso, tra i membri della pseudo-band, sarà l’unico che vedremo davvero con uno strumento in mano: non è (ancora) in gra-do suonare bene, ma Viktor sa bene che qualsiasi cosa otterrà, sarà ottenuta attraverso le sue effetti-ve capacità e il suo personale impegno, e non grazie alle impressioni degli altri che, come Berg di-mostra, risultano spesso fuorvianti. E da chi gli giunge questa consapevolezza se non dal “fratellone”, OK? Il rapporto tra i due è ecce-zionale, quasi commovente, un rapporto di amore fraterno ed educativo, e ciò nel senso più stretto del termine ex ducere: ciò che Viktor desidera di più è “essere come OK”; ma noi capiamo che ciò che invece OK desidera di più è insegnare a Viktor a trovare la forza che cerca in lui nella propria identità. Sarà poi la sua malattia, che Viktor lentamente arriva a comprendere nella sua gravità, che porterà a Viktor a scoprire la sua vera forza autonoma evitandogli questi due grandi rischi: essere sottomesso alla figura del fratello, o esserne un clone. Simbolicamente, solo attraverso questo “salto di qualità” Viktor potrà superare le sue due più grandi paure: il sangue e… Sissel.
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