ilpredicatore
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martedì 12 gennaio 2010
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nella fabbrica di animali
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Tratto da un romanzo di Edward Bunker (che appare in un ruolo minore), il film racconta la vita in prigione attraverso gli occhi del giovane Ron Decker, figlio di genitori perbene, rinchiuso per spaccio di marijuana. Presto Ron, ragazzo inerme e sprovveduto, dovrà cercare di difendersi dagli abusi sessuali e dalle violenze di molti detenuti, ma verrà in suo aiuto Earl, detenuto ormai veterano, esperto faccendiere in buoni rapporti con alcune guardie (come il personaggio di Morgan Freeman in Le Ali della Libertà) e capo banda. Tra i due s’instaura un rapporto di amicizia che influenzerà molte delle scelte che faranno, con esiti amari. Dopo l’esordio alla regia con Mosche da Bar l’ottimo attore Steve Buscemi torna dietro la macchina da presa con questo discreto film che, più che mostrare la vita in carcere, vorrebbe, riuscendoci, descrivere la lenta ma inevitabile trasformazione di un uomo normale, un ragazzo, ingenuo e remissivo, a tratti perfino angelico, in un animale come tutti gli altri detenuti.
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Tratto da un romanzo di Edward Bunker (che appare in un ruolo minore), il film racconta la vita in prigione attraverso gli occhi del giovane Ron Decker, figlio di genitori perbene, rinchiuso per spaccio di marijuana. Presto Ron, ragazzo inerme e sprovveduto, dovrà cercare di difendersi dagli abusi sessuali e dalle violenze di molti detenuti, ma verrà in suo aiuto Earl, detenuto ormai veterano, esperto faccendiere in buoni rapporti con alcune guardie (come il personaggio di Morgan Freeman in Le Ali della Libertà) e capo banda. Tra i due s’instaura un rapporto di amicizia che influenzerà molte delle scelte che faranno, con esiti amari. Dopo l’esordio alla regia con Mosche da Bar l’ottimo attore Steve Buscemi torna dietro la macchina da presa con questo discreto film che, più che mostrare la vita in carcere, vorrebbe, riuscendoci, descrivere la lenta ma inevitabile trasformazione di un uomo normale, un ragazzo, ingenuo e remissivo, a tratti perfino angelico, in un animale come tutti gli altri detenuti. Cosicché la prigione non è più (e forse non è mai stata) reinserimento sociale o meglio trattamento rieducativo, ma al contrario una degradazione dell’animo umano, una formula alla rovescia, una paradossale fabbrica di animali, dove l’uomo conosce inesorabilmente il suo lato più selvaggio. E cos’altro potrebbe diventare un individuo costretto a vivere ogni giorno attorniato da violenza, minacce, abusi, in un luogo dove le regole sono obsolete, le guardie disattente e il mondo lontano e coperto da un muro? Bravi gli interpreti, specie Dafoe. Alcuni attori in parti curiosamente insolite. Tom Arnold, comico apparso spesso in film per famiglie, interpreta qui un detenuto maniaco e stupratore. Mickey Rourke, avvezzo a personaggi duri e virili, è un po’ difficile vederlo nei panni di un carcerato transessuale con tanto di trucco e rossetto, lontano anni luce dai tempi di Nove settimane e mezzo e l’Anno del Dragone, ma anche e ancora dalla futura rinascita con The Wrestler. La regia è un po’ statica, un po’ di stile non avrebbe fatto male, ma ciò che interessa a Buscemi è raccontare la storia. John Lurie alle musiche è stata una scelta azzeccata.
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ultimoboyscout
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giovedì 1 marzo 2012
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bello ma non va a segno.
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Filma abbastanza solido, ben fatto e ben recitato, convenzionale nel suo essere carcerario, che racconta ben più di un'amicizia nata dall'incontro tra i due carcerati, piuttosto di un percorso di crescita e formazione. Due detenuti diversissimi, due storie, due situazioni agli antipodi che hanno trovato un punto di contatto sicuro. E' il secondo e miglior film di Steve Buscemi, tratto da un romanzo di Edward Bunker, che ne è anche co-sceneggiatore oltre ad avere una piccola parte, quella del detenuto Buzzard. Buscemi dirige da regista consumato, senza fretta, senza calcare la mano e mettendosi in disparte, mantenendo un punto di vista interno e lasciando il più ampio spazio al suo cast, dal quale spicca in maniera prorompente un Mickey Rourke superbo.
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Filma abbastanza solido, ben fatto e ben recitato, convenzionale nel suo essere carcerario, che racconta ben più di un'amicizia nata dall'incontro tra i due carcerati, piuttosto di un percorso di crescita e formazione. Due detenuti diversissimi, due storie, due situazioni agli antipodi che hanno trovato un punto di contatto sicuro. E' il secondo e miglior film di Steve Buscemi, tratto da un romanzo di Edward Bunker, che ne è anche co-sceneggiatore oltre ad avere una piccola parte, quella del detenuto Buzzard. Buscemi dirige da regista consumato, senza fretta, senza calcare la mano e mettendosi in disparte, mantenendo un punto di vista interno e lasciando il più ampio spazio al suo cast, dal quale spicca in maniera prorompente un Mickey Rourke superbo. Manca quasi del tutto l'azione, la pellicola si sofferma sugli attori e sui personaggi, sui loro rapporti e le tante sfaccettature: tutti riescono, ma a ben vedere l'unico ad essere pienamente nel ruolo è Danny Trejo ( il carcerato per antonomasia di Hollywood). Il mondo del carcere è descritto evitando ogni genere di luogo comune e moralità, sottolineandone però il fascino magnetico, dal quale ne è immune solo Ron, il giovane spacciatore interpretato da Furlong, l'unico che vorrebbe veramente scappare da li dentro. A Buscemi è mancato un pò di coraggio, quello di scavare più in profondità, ma forse non era quello che voleva fare.
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