elgatoloco
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giovedì 11 ottobre 2018
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povero nabokov?quasi
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Questo"Lolita"(1997, di Adrian Lyne, quello di "9 1/2 Weeks"e di "Flasdance", di"Fatal Attraction"etc.)è la second version dal capolavoro di Nabokov(1955), dopo il capolavoro filmico di Stanley Kubrik(1955). Nabokov si rivolterà nella tomba? Forse, ma è certo che, pur nella bravura calligrafica(ambienti naturali e architettonici da Dopoguerra USA, musiche ad hoc d'epoca etc.)francamente il film è in gran parte autocompiaciuto, complessivamente una zeppa, un pleonasmo, anche JeremY Irons, che non voleva fare il film , è un Humbert Humbert visibilmente "Impacciato", quasi imbrigliato e l'appeal erotico di Dominique Swain si limita a quando sbuccia e mangia le banane.
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Questo"Lolita"(1997, di Adrian Lyne, quello di "9 1/2 Weeks"e di "Flasdance", di"Fatal Attraction"etc.)è la second version dal capolavoro di Nabokov(1955), dopo il capolavoro filmico di Stanley Kubrik(1955). Nabokov si rivolterà nella tomba? Forse, ma è certo che, pur nella bravura calligrafica(ambienti naturali e architettonici da Dopoguerra USA, musiche ad hoc d'epoca etc.)francamente il film è in gran parte autocompiaciuto, complessivamente una zeppa, un pleonasmo, anche JeremY Irons, che non voleva fare il film , è un Humbert Humbert visibilmente "Impacciato", quasi imbrigliato e l'appeal erotico di Dominique Swain si limita a quando sbuccia e mangia le banane...Ormai certe tematiche erotiche non sono più"scandalose"come un tempo e si ha l''impressione che certe denunce ex post per"molestia sessuale"siano più che altro , se non "inventate"(sarebbe ingeneroso dirlo, con tante donne e ragazze che meritano un rispetto cui i maschi, quasi sempre non dovrebbero aver diritto), quantomeno ampliate per motivi pubblicitari...Ora , inutile rimpianger(ma perché no, in realtà')lo straordinario film kbrikiano in bianco e nero, secco, assertivo in certi momenti, capace di stringatezza e di un"Hapax"cui invece il film di Lyne, ripetitivo, certo non iindulge mai... Se proprio bisogna trovare un pregio al film, lo si potrebbe trovare nella riproposta dei discorsi radiofonici dei fantici discorsi anticomunisti del senaotre McCarthy, che, forse,all'epoca di Kubrik, non si potevano ancora ascoltare. Ma anche qui, comunque, sono praticamente silenziati, comunque si ascoltano un po'a stento e molti spettatori non sapranno neppure chi McCarthy sia stato.... El Gato
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fabianarocchi
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mercoledì 1 marzo 2017
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lolita:
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Non posso che dare un giudizio più che positivo al film Lolita di Adrian Lyne. L'ho visto volutamente in lingua inglese e sono rimasta colpita dall'ottima interpretazione di Irons e dalla piccola Dominique Swain..... Per quanto il film trattasse un tema scomodo - soprattutto negli anni '50 - ...... ritengo che sia stato realizzato prestando grande attenzione e rispetto verso sentimenti sinceri seppur discutibili.
Il dramma del Prof. Humbert viene a mio avviso interpretato con grande maestria da uno strepitoso Jeremy Irons: il paradiso del cuore e l'inferno della mente... rendono appieno il disagio di un uomo che pur muovendosi nella consapevolezza di provare un sentimento "anomalo" non riesce a frenarlo.
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Non posso che dare un giudizio più che positivo al film Lolita di Adrian Lyne. L'ho visto volutamente in lingua inglese e sono rimasta colpita dall'ottima interpretazione di Irons e dalla piccola Dominique Swain..... Per quanto il film trattasse un tema scomodo - soprattutto negli anni '50 - ...... ritengo che sia stato realizzato prestando grande attenzione e rispetto verso sentimenti sinceri seppur discutibili.
Il dramma del Prof. Humbert viene a mio avviso interpretato con grande maestria da uno strepitoso Jeremy Irons: il paradiso del cuore e l'inferno della mente... rendono appieno il disagio di un uomo che pur muovendosi nella consapevolezza di provare un sentimento "anomalo" non riesce a frenarlo.
A differenza del film di Kubrick, il Lolita di Lyne riesce a rappresentare meglio le intenzioni di Nabokov. Non ho saputo vedere nulla di perverso in questo remake.... bella e commovente la scena finale in cui Humbert si rende conto di quanto quell'amore provato verso un'adolescente, per quanto puro, sia stata la causa di una fanciullezza violata.
Personalmente, ne suggerisco la visione a quanti vogliano andare oltre le facili ed immediate letture che vedono nel romanzo di Nabokov una squallida storia di perversione.
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paolo salvaro
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sabato 28 marzo 2015
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remake fiacco ed a tratti irritante
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Adrian Lyne si conferma un regista di medio-basso livello che gira per lo più film dramma-erotici o pseudomusical, ben esperto delle tecniche di montaggio ma non consapevole di come le si dovrebbero usare per realizzare un ottimo film. Il confronto diretto con un film del maestro Stanley Kubrick è quasi imbarazzante per lui e chi sostiene non solo che i due film possano essere messi a confronto, elencando pregi e difetti di entrambi (quali sarebbero quelli della versione del 1962?), o che addirittura ritiene superiore la versione di Lyne dovrebbe, sinceramente, seguire il campionato nazionale di biliardo invece di perdere tempo a scrivere recensioni.
Questa rivisitazione recente ed a colori del romanzo di Nabokov (di cui vengono riprese spesso e volentieri alcuni passi che inseriti in un film del genere causano solo grande imbarazzo, al pensiero di ciò che lo scrittore russo avrebbe detto scoprendo di essere stato citato in questo obbrobrio) ha una colonna sonora all'altezza, composta da un mito come Ennio Morricone, e le interpretazioni dei vari attori sono più che soddisfacenti.
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Adrian Lyne si conferma un regista di medio-basso livello che gira per lo più film dramma-erotici o pseudomusical, ben esperto delle tecniche di montaggio ma non consapevole di come le si dovrebbero usare per realizzare un ottimo film. Il confronto diretto con un film del maestro Stanley Kubrick è quasi imbarazzante per lui e chi sostiene non solo che i due film possano essere messi a confronto, elencando pregi e difetti di entrambi (quali sarebbero quelli della versione del 1962?), o che addirittura ritiene superiore la versione di Lyne dovrebbe, sinceramente, seguire il campionato nazionale di biliardo invece di perdere tempo a scrivere recensioni.
Questa rivisitazione recente ed a colori del romanzo di Nabokov (di cui vengono riprese spesso e volentieri alcuni passi che inseriti in un film del genere causano solo grande imbarazzo, al pensiero di ciò che lo scrittore russo avrebbe detto scoprendo di essere stato citato in questo obbrobrio) ha una colonna sonora all'altezza, composta da un mito come Ennio Morricone, e le interpretazioni dei vari attori sono più che soddisfacenti. I veri problemi sono rappresentati dalla fotografia (orrenda) e dal montaggio (osceno) : Lyne ed il suo direttore della fotografia compiono delle scelte assai discutibili, tra cui sbalzi di colori improvvisi ed inutili; dissolvenze verso il bianco totalmente prive di senso; effetti rallenty fuori luogo ed incomprensibili; inquadrature a dettaglio a ripetizione sui piedi della giovane Lolita, come se tutto il suo l'erotismo fosse confinato solamente a quella parte del corpo ed occhi, labbra, mani, gambe e braccia (sfruttate troppo poco) ne fossero totalmente privi). Qualcuno dovrebbe inoltre spiegare a Lyne che una slinguazzata in macchina sul ciglio della strada non è nè sensuale nè erotica, ma solo fastidiosa. Non ho poi ben capito come mai si tratta il protagonista alias narratore esterno con i guanti, cercando sempre e comunque di farci stare dalla sua parte o di motivare alcuni suoi comportamenti o discorsi, mentre Clare Quilty viene presentato fin da subito come il cattivo, con un'inquietante e forzatissima presentazione : non solo salva Lolita da un professore perversamente ossessionato da lei al punto tale da impedirle di avere contatti con i suoi coetanei, ma le offre anche un lavoro e non muove un solo dito quando lei decide di andarsene. Non a caso lei stessa alla fine del film dirà: "preferirei tornare da Quilty piuttosto che da te". Era davvero necessario introdurre il suo personaggio come il male assoluto?
Se il magnifico film di Kubrick vale quattro stelle, questo non ne può valere più della metà. Una bella colonna sonora e delle belle interpretazioni personali, rovinate però da una regia eccessivamente invadente e narcisa e da un guazzabuglio di fotografia. Nel complesso, un film da bocciare.
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fabal
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sabato 29 novembre 2014
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remake scorrevole e malizioso
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Docente di letteratura francese viene ospitato nel New England dalla famiglia Haze, composta dalla vedova Charlotte e dalla figlia quattordicenne. L’uomo rivede nella ragazzina il suo primo amore perduto e se ne invaghisce all’istante. Sposa così Charlotte e diventa patrigno di Dolores, iniziando una pericolosa relazione.
Remake dell’omonimo film kubrikiano, tratto dal romanzo di Nabokov: Lyne anticipa quel che poi farà anche con Unfaithful, ripresentare un classico idoneo alla farcitura erotica, marchio di fabbrica del regista di 9 settimane e ½. Il (troppo) furbetto Lyne riesce tutto sommato a intrigare lo spettatore con una sfilza di dettagli maliziosi, quasi esasperati se non irritanti.
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Docente di letteratura francese viene ospitato nel New England dalla famiglia Haze, composta dalla vedova Charlotte e dalla figlia quattordicenne. L’uomo rivede nella ragazzina il suo primo amore perduto e se ne invaghisce all’istante. Sposa così Charlotte e diventa patrigno di Dolores, iniziando una pericolosa relazione.
Remake dell’omonimo film kubrikiano, tratto dal romanzo di Nabokov: Lyne anticipa quel che poi farà anche con Unfaithful, ripresentare un classico idoneo alla farcitura erotica, marchio di fabbrica del regista di 9 settimane e ½. Il (troppo) furbetto Lyne riesce tutto sommato a intrigare lo spettatore con una sfilza di dettagli maliziosi, quasi esasperati se non irritanti. I piedi della Swain, inquadrati almeno ogni dieci minuti, così come il suo apparecchio mobile, sono il leitmotiv di una vicenda che parla di seduzione concreta, lasciando il lato psicanalitico ai soli dubbi esistenziali di Irons che, prematuramente abbandonato dalla Griffith, predica nel deserto la sua classe recitativa. I dialoghi con Lolita, l’esordiente Dominique Swain, sembrano in effetti monologhi: l’affiatamento sta unicamente nei gesti di provocazione. Questo sbilanciamento funziona per evidenziare l’inevitabile voragine tra il professore e la sua Lolita, confermando l’insensatezza di un’illusione destinata a spegnersi tra “i bagliori dell’Inferno”. Se Humbert è il tormentato, Lolita è semplicemente troppo giovane per non essere leggera, preferendo la fuga al dialogo.
Seppur scaltro e poco introspettivo, questo Lolita riesce ad essere piacevole e intrigante senza cadere nell’eccesso o nel cattivo gusto. Una sorta di “goliardia” accompagna le scene più spinte , tranne quando l’Humbert all’acqua di rose di Lyne si concede qualche brutalità. Il vero problema di Lolita, e forse di Adrian Lyne, è che quando la regia non ha le antenne drizzate dall’erotismo si perde in divagazioni al limite del trash: l’introduzione di Quilty è una sorta di incontro col lupo cattivo, il personaggio della Griffith è al limite della caricatura. Per non parlare della sequenza onirica in stile horror, con tanto di neon tremolante e cinepresa sbilenca.
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alpacino73
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martedì 24 giugno 2014
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orrendo e noioso.
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Ho visto il film....spinto anche dalla curiosità di mia moglie, se l'autore del libro avesse visto il film, avrebbe fatto causa al regista e agli attori, per aver distrutto cio che aveva scritto, un film, che dovrebbe essere censurato, prima ancora che per le scene, per l'insulsità del tutto.
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ginoantoniomario
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sabato 21 giugno 2014
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consigliato o no ?
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Vorrei capire il contrasto tra l'indicazione "consigliato" e la recensione negativa. Grazie e saluti.
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domenico rizzi
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giovedì 19 dicembre 2013
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il paradiso nel cuore, l'inferno nella mente
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Prendere alla lettera Nabokov equivarrebbe a rivedere l'intera concezione dell'età dell'innocenza, perchè certe ragazzine sembrano tutt'altro che spovvedute nei riguardi dei loro corteggiatori più adulti. In effetti, la Lolita di Adrian Lyne appare ancora più cinica e perversa di quella portata sullo schermo da Stanley Kubrick nel 1962 e il professor Humbert ne esce come vittima di un gioco più grande di lui. Schiavo di una passione alla quale egli si era soltanto prestato, diventa la patetica pedina di questa ragazza capricciosa, lunatica, viziata e opportunista, tanto scaltra da mettergli le corna con un altro "anziano" (Quincy) uno squallido pornografo privo di qualsiasi sentimento etico.
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Prendere alla lettera Nabokov equivarrebbe a rivedere l'intera concezione dell'età dell'innocenza, perchè certe ragazzine sembrano tutt'altro che spovvedute nei riguardi dei loro corteggiatori più adulti. In effetti, la Lolita di Adrian Lyne appare ancora più cinica e perversa di quella portata sullo schermo da Stanley Kubrick nel 1962 e il professor Humbert ne esce come vittima di un gioco più grande di lui. Schiavo di una passione alla quale egli si era soltanto prestato, diventa la patetica pedina di questa ragazza capricciosa, lunatica, viziata e opportunista, tanto scaltra da mettergli le corna con un altro "anziano" (Quincy) uno squallido pornografo privo di qualsiasi sentimento etico. Un uomo "rivoltante" alla quale Lolita rimane legata da una sorta di attrazione fatale, tanto da rivelarla crudelmente a Humbert qualche anno dopo. Ora la situazione della ragazza è cambiata, aspetta un bambino da un giovane incontrato per caso ed è a bolletta sparata: accetta il cospicuo aiuto finanziario del suo patrigno-amante, il quale si sente rispondere sfacciatamente, dopo averla invitata a tornare con lui, che semmai si rimetterebbe con questo Quincy. Cosa rimane ad un uomo, dopo essere stato raggirato, sbeffeggiato e umiliato in questo modo, essendo ancora innamorato follemente della sua "bambina"? Il suicidio sembrerebbe la soluzione più logica, ma Hombert preferirà l'omicidio del rivale e il carcere, dove morirà per cause naturali entro breve tempo. Ma forse esiste una giustizia divina al di sopra delle cose terrene, perchè anche Lolita termina i suoi giorni poche settimane più tardi: muore di parto, la vigilia di Natale del 1950, dopo avere vissuto la sua giovane vita nella maniera più intensa e spregiudicata possibile. Il moderno remake di Lyne presenta una giovane interprete (Dominique Swain, 16enne all'epoca del film) fisicamente più acerba e meno dotata, ma assai più maliziosa e spigliata della Sue Lyon proposta da Kubrick (anch'essa 16enne). L'ambiguo personaggio di Quincy, che nella prima versione era un Peter Sellers assai più ciarliero, ma meno sgradevole di questo, viene messo in ombra, accentuandone la ripugnanza. Manca Tenendo conto che non è facile rifare un'opera dell'inimitabile maestro Kubrick, Lyne è riuscito a fare un buon lavoro, a tratti più coinvolgente del film a cui si ispira. I sentimenti, in questa Lolita 2, sono vissuti, come i drammi generati dalla relazione proibita, con un'intensità maggiore, ma occorre rammentare che il cinema americano dei primi Anni Sessanta risentiva ancora di un puritanesimo che impediva certi approfondimenti giudicati sconvenienti.
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elysa..
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lunedì 10 dicembre 2012
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discreto
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credo che il merito (o la genialità)di Kubrik nella riuscita del suo Lolita, siano da ricercare anche nella sua capacità di "sapere quando fermarsi"senza calcare la mano... forse un tema scabroso come quello del libro,non va rappresentato pedissequamente, gettando in faccia allo spettatore scene di un erotismo a tratti indigesto(oltre che angosciante),ma va trattato in maniera sottile,con cifra ironica,lasciando al non detto e al percepito(che rimane comunque inquietante)quello che di osceno c'è nel capolavoro di Nabokov(che pure fa molto uso di ironia)..nella trasposizione di Lyne c'è poca traccia di "quel paradiso lambito dalle fiamme dell'inferno"di cui parlava Nabokov stesso.
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credo che il merito (o la genialità)di Kubrik nella riuscita del suo Lolita, siano da ricercare anche nella sua capacità di "sapere quando fermarsi"senza calcare la mano... forse un tema scabroso come quello del libro,non va rappresentato pedissequamente, gettando in faccia allo spettatore scene di un erotismo a tratti indigesto(oltre che angosciante),ma va trattato in maniera sottile,con cifra ironica,lasciando al non detto e al percepito(che rimane comunque inquietante)quello che di osceno c'è nel capolavoro di Nabokov(che pure fa molto uso di ironia)..nella trasposizione di Lyne c'è poca traccia di "quel paradiso lambito dalle fiamme dell'inferno"di cui parlava Nabokov stesso...troppo dramma che va a sovrapporsi all'argomento già drammatico...cionostante,non lo trovo un pessimo film... gli attori se la cavano discretamente,sopratutto Lolita/Swain(forse eccessivamente sfacciata e provocatrice rispetto alla graziosa e affascinante Lion,ma comunque brava, a mio parere) e Irons decisamente più avvenente(com'era avvenente Humbert) e più giovane del corrispettivo Mason,ma pure un pò troppo eroe romantico,e privo di quel tocco di leggerezza che renderebbe più gradevole la visione
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ester linda
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venerdì 17 agosto 2012
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abbasso kubrick ....evviva lyne
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Nel film di Lyne ho ritrovato le atmosfere del libro di Nakbokov. : Intensita' di sentimenti, passioni, turbamenti, disperazione,amore,malvagita' e sensualita'.
Finalmente una versione del romanzo che non ne tradisce l'essenza e che non vuole a tutti i costi essere originale.
Particolarmente apprezzabile l'interpretazione dei due protagonisti principali : Jeremy Irons e Dominique Swain , entrambi straordinaria nel trasmettere i propri stati d'animo e nel conferire profondita' psicologica ai loro personaggi. Jeremy Irons nelle vesti di un Prof. Humbert sinceramente vittima di un forte sentimento d'amore,ancorche' deviato, e Dominique Swain nella panni di una Lolita dapprima ingenuamente diabolica ed in seguito consapevolmente disincantata.
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Nel film di Lyne ho ritrovato le atmosfere del libro di Nakbokov. : Intensita' di sentimenti, passioni, turbamenti, disperazione,amore,malvagita' e sensualita'.
Finalmente una versione del romanzo che non ne tradisce l'essenza e che non vuole a tutti i costi essere originale.
Particolarmente apprezzabile l'interpretazione dei due protagonisti principali : Jeremy Irons e Dominique Swain , entrambi straordinaria nel trasmettere i propri stati d'animo e nel conferire profondita' psicologica ai loro personaggi. Jeremy Irons nelle vesti di un Prof. Humbert sinceramente vittima di un forte sentimento d'amore,ancorche' deviato, e Dominique Swain nella panni di una Lolita dapprima ingenuamente diabolica ed in seguito consapevolmente disincantata. Discreta sempre la regia che non indulge sugli aspetti erotici della vicenda ,ma che riesce sempre a tenere alta la partecipazione emotiva dello spettatore esaltando l'espressivita' sensuale dei due interpreti.
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paolo 67
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sabato 26 maggio 2012
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tale il regista, tale il film
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Lyne ha pensato bene di fare questo remake l'anno dopo l'approvazione del “Prevention Act Child Pornography”, che rinnova e accentua la censura che Kubrick ha dovuto fronteggiare a suo tempo, lui forse il solo capace di portare argomentazioni persuasive. Cosa di cui Lyne, fra le altre, non è capace. Solo (un altro?) Kubrick avrebbe forse potuto evitare le polemiche e i boicottaggi e le denunce che il film del '97 ha avuto. Da furbo qual'è Lyne fa un film conformista (proprio quello che Kubrick con lucidità da entomologo satireggiava), senza vera trasgressione (anche se è piuttosto indulgente verso Humbert, un Jeremy Irons buono per le ragazzine, non a caso le migliori fan del film) nè oscenità né turbamento né commozione, lasciando solo l'inquietante della storia di base di cui vanta un rispetto fedele.
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Lyne ha pensato bene di fare questo remake l'anno dopo l'approvazione del “Prevention Act Child Pornography”, che rinnova e accentua la censura che Kubrick ha dovuto fronteggiare a suo tempo, lui forse il solo capace di portare argomentazioni persuasive. Cosa di cui Lyne, fra le altre, non è capace. Solo (un altro?) Kubrick avrebbe forse potuto evitare le polemiche e i boicottaggi e le denunce che il film del '97 ha avuto. Da furbo qual'è Lyne fa un film conformista (proprio quello che Kubrick con lucidità da entomologo satireggiava), senza vera trasgressione (anche se è piuttosto indulgente verso Humbert, un Jeremy Irons buono per le ragazzine, non a caso le migliori fan del film) nè oscenità né turbamento né commozione, lasciando solo l'inquietante della storia di base di cui vanta un rispetto fedele. Ma senza erotismo (che invece Kubrick avrebbe voluto sottolineare di più), senza profondità psicologica e senza il demoniaco nella ragazzina che il vecchio maestro sapeva tirar fuori da una creatura angelica come Sue Lyon. Niente di nuovo nella ninfa, a differenza di altri registi d'autore Lyne non ha coraggio, la Swain è vecchia per la parte e non porta niente di nuovo. La versione di Kubrick resta molto più perturbante, densa, interpretata da una adolescente che recita un personaggio femminile a tutto tondo, profondo, in un film a tutt'oggi attuale anche se in bianco e nero, mentre quello a colori di Lyne è una specie di film d'epoca. Se il film di Kubrick ottenne un grande successo in America distribuito dalla MGM, la più conservatrice delle major, riuscì a evitare la proscrizione della cattolica Legion of Decency (al contrario di quanto erroneamente scritto su alcuni libri), questo segna la differenza tra Stanley Kubrick e Adrian Lyne (e, se si vuole, tra i primi anni '60 e l'epoca attuale). Intelligenza, onestà, genio, duro lavoro, dolente consapevolezza, lucida riflessione, leggibilità politica, visione tragica della vita, antico valore morale della farsa (e vera bellezza formale lontana anni luce dalla patinata belluria) sono la differenza tra Kubrick (il cui LOLITA rivelò al grande pubblico) e Lyne (la cui idem ne definisce la statura). Proprio per questo il film ha offerto il destro alle accuse, che Kubrick con straordinario intuito e geniale ribaltamento aveva rappresentato sottolinenando la figura fondamentale di Quilty, uomo di potere ma specchio del protagonista (se le istituzioni sono deviate è perchè è l'uomo che è deviato) e del male ultimo della società capitalistica, cioè lo sfruttamento commerciale sessuale e pornografico dei minori. Lyne dirige un melodramma (senza la profondità tragica e metafisica della storia kubrickiana) in un film che ha finito per legittimare le accuse. Comunque, è piaciuto al figlio di Nabokov. Il che conferma la mia impressione che Kubrick sia superiore anche al padre...
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[+] la lolita perfetta
(di gioseph)
[ - ] la lolita perfetta
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