lulù
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giovedì 5 luglio 2007
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se nabokov potesse vedere il film di adrian lyne..
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Sono 2 giorni che giro per casa con il libro di Nabokov tra le mani,l'ho comprato l'altro ieri e ho difficoltà a lasciarlo. Ieri notte l' ho finito e, nonostante io non sia una persona dalla lacrima facile,l'altra notte ho pianto,tanto. Amo la complessità del libro,le innumerevoli emozioni che trasmette, e per questo motivo ho "provato " a vedere il film di Adrian Lyne ma confesso che avevo il timore che potesse rovinare o "sporcare " il libro.
Mi sbagliavo!Questo è un film che possiede lo stesso profondo,romantico,erotico,drammatico,complesso respiro del libro, è un film che sottolinea magistralmente,grazie all' interpretazione degli attori, la complessità del personaggio di Humbert e la sofferenza dlla coraggiosa ma vulnerabile Lolita.
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Sono 2 giorni che giro per casa con il libro di Nabokov tra le mani,l'ho comprato l'altro ieri e ho difficoltà a lasciarlo. Ieri notte l' ho finito e, nonostante io non sia una persona dalla lacrima facile,l'altra notte ho pianto,tanto. Amo la complessità del libro,le innumerevoli emozioni che trasmette, e per questo motivo ho "provato " a vedere il film di Adrian Lyne ma confesso che avevo il timore che potesse rovinare o "sporcare " il libro.
Mi sbagliavo!Questo è un film che possiede lo stesso profondo,romantico,erotico,drammatico,complesso respiro del libro, è un film che sottolinea magistralmente,grazie all' interpretazione degli attori, la complessità del personaggio di Humbert e la sofferenza dlla coraggiosa ma vulnerabile Lolita.In ogni espressione di Jeremy Irons percepiamo il tormento del professor Humbert ma anche la sua gioia,per non parlare della Swain, che riesce a dare al personaggio di Lolita la stessa innocenza, sensualità e forza che possiede nel libro.Grande sensibilità nel rappresentare le scene di sesso,stessa discrezione che ritroviamo in Nabokov.Chi ama la lettura saprà benissimo che per un film è molto difficile reggere il confronto con un libro, ma devo dire che,in qualità di amante dei libri, Lolita di Adrian Lyne è riuscito a comunicare e a descrivere il sentimento del libro e, pur non superandone la bellezza , che è unica, può essere definito, senza un minimo di esitazione, un capolavoro cinematografico,del quale sarebbe orgoglioso anche lo stesso Vladimir Nabokov!
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chriss
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martedì 17 agosto 2010
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le magiche parole dell' amore...
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"Era Lo, semplicemente Lo al mattino, ritta nel suo metro e quarantasette con un calzino solo. Era Lola in pantaloni. Era Dolly a scuola. Era Dolores sulla linea tratteggiata dei documenti. Ma tra le mie braccia era sempre Lolita... Luce della mia vita, fuoco dei miei lombi. Mio peccato, mia anima. Lolita... Bisogna essere artisti, folli; bisogna essere pieni di vergogna, di malinconia, di disperazione per riconoscere in mezzo alle altre il micidiale demonietto... Gentilissime signore della giuria: se la mia felicità avesse potuto parlare, avrebbe scosso l' albergo con un boato assordante. Il mio rimpianto è di non avere immediatamente restituito la chiave numero 342 in portineria, lasciando la città, il paese ed il pianeta in quella notte stessa.
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"Era Lo, semplicemente Lo al mattino, ritta nel suo metro e quarantasette con un calzino solo. Era Lola in pantaloni. Era Dolly a scuola. Era Dolores sulla linea tratteggiata dei documenti. Ma tra le mie braccia era sempre Lolita... Luce della mia vita, fuoco dei miei lombi. Mio peccato, mia anima. Lolita... Bisogna essere artisti, folli; bisogna essere pieni di vergogna, di malinconia, di disperazione per riconoscere in mezzo alle altre il micidiale demonietto... Gentilissime signore della giuria: se la mia felicità avesse potuto parlare, avrebbe scosso l' albergo con un boato assordante. Il mio rimpianto è di non avere immediatamente restituito la chiave numero 342 in portineria, lasciando la città, il paese ed il pianeta in quella notte stessa... La guardai e seppi con chiarezza, come so di dover morire, che l' amavo più di qualunque cosa avessi mai visto o immaginato sulla Terra, più di qualunque cosa avessi sperato in un altro mondo. Di lei restava soltanto l' eco di foglia morta della ninfetta sulla quale mi ero rotolato un tempo... Quella Lolita pallida e contaminata, gravida del figlio di un altro... La cosa disperatamente straziante non era l' assenza di Lolita, ma l' assenza della sua voce da quel coro..." Lolita è il miglior film di Adrian Lyne ed uno dei miei preferiti in tema di storie d' amore. Ho voluto cominciare la mia recensione con le parole di Nabokov/Humbert Humbert (riprese un pò dal libro che ho letto, un pò dal film che ho visto): chi, meglio di lui, con le magiche parole dell' amore, poteva raccontarci una follia d' amore come questa? Nessun altro, credo. Lolita è un cult del cinema, un capolavoro indelebile, un' opera toccante e drammatica. Anche il libro di Nabokov merita di essere letto. Ed io l' ho letto con piacere, anche se ci sono delle piccole differenze. Il film, raccontato in prima persona con lucidità e follia dal nostro professore, è una delle più belle storie d' amore portate sul grande schermo. Non avrebbe nemmeno bisogno di tanti commenti. E' un film che non va spiegato, ma visto, rivisto ed amato. Perché ti lascia con l' amaro in bocca, specialmente alla fine, quando Humbert, invece di fuggire e lasciarsi tutta la sua triste e folle storia alle spalle, decide di far fuori Clare Quilty, colpevole, come lui, di amare le ninfette e di avergli sottratto la sua. Si potrebbe dir tutto dell' amore disperato del professore, ma non che non sia stato amore. Un amore scandaloso, condizionato dal primo e dalla sua fragilità. Un amore vergognoso? No, non direi se in fondo è amore! o qualunque cosa simile all' amore! La mia è una provocazione, ma è l' unica risposta che mi son dato... Per quanto riguarda gli attori, Jeremy Irons è stupefacente, anche fin troppo educato nel molestarla, così come l' interpretazione della ninfetta Dominique Swain. Sembra piccola ed indifesa, ma vi assicuro che ha il diavolo in corpo. Il film avrebbe meritato di più. Chriss...
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chriss
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martedì 24 agosto 2010
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un mondo decadente...
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Mi piace pensare che il film Lolita, di Adrian Lyne, non sia stato ancora del tutto sviscerato. Proprio qualche giorno fa mi era venuto più un dubbio in proposito al mondo da cui era effettivamente circondato il peccatore Humbert Humbert. Dopo un pò trovai la risposta: forse un mondo decadente? Certamente il professore è il primo ad essere vittima della sua decadenza. Il suo feticcio, Lolita, altri non è che il suo peccato mortale. L' amore incestuoso che prova non potrebbe mai risolversi in suo favore. La ninfetta sarebbe, prima o poi cresciuta, ed avrebbe preso più coscienza del suo peccato. Senza contare che una donna sente il peccato molto più degli uomini.
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Mi piace pensare che il film Lolita, di Adrian Lyne, non sia stato ancora del tutto sviscerato. Proprio qualche giorno fa mi era venuto più un dubbio in proposito al mondo da cui era effettivamente circondato il peccatore Humbert Humbert. Dopo un pò trovai la risposta: forse un mondo decadente? Certamente il professore è il primo ad essere vittima della sua decadenza. Il suo feticcio, Lolita, altri non è che il suo peccato mortale. L' amore incestuoso che prova non potrebbe mai risolversi in suo favore. La ninfetta sarebbe, prima o poi cresciuta, ed avrebbe preso più coscienza del suo peccato. Senza contare che una donna sente il peccato molto più degli uomini. In più, sfortunatamente per Humbert, bisogna aggiungere che "la ragazzina terribile" fosse del tutto presa dal folle Clare Quilty, l' altro adoratore di ninfette. Però, nella decadenza, ci cascano un pò tutti e tre i personaggi principali. Un discorso a parte andrebbe fatto per la madre di Lolita, Charlotte Haze, ben interpretata da Melanie Griffith. La donna, che dice di sentirsi tanto sola, in realtà è un' isterica decadente. Il suo mondo sembra essere solo "Lolita ed il suo giardino". Non ha, inoltre, grosse aspirazioni. Conquista Humbert, ma solo per volere di lui e del suo diabolico piano: il professore, sposandola, sarebbe stato per sempre vicino a Lolita. Se ci fate caso, Humbert la chiama "la grande vacca o l' invadente mammina". La donna, anche se non è descritta meglio di così, sembra piatta, vuota. A me ha dato questa netta sensazione. Anche la prima ragazzina (all' inizio del film), Annabelle, in vacanza nel suo albergo (il Mirana) a Cannes, in Francia, compie il suo primo peccato giovanissima. E' vero che è una situazione completamente diversa, però, anche a quattordici anni, si potrebbero subire degli shock psicologici se non si è perfettamente coscienti di quel che si fa. Lolita, invece, pecca due volte: e per l' incesto col padre adottivo e per essersi fatta attrarre dal viscido e depravato Quilty. Si ferma solo quando lui le chiede di andare oltre (orgie filmate, anche con più persone). Anche Quilty, ovviamente, è un personaggio decadente; oltretutto è pure antipatico e ficcanaso. Io non ho né la presunzione, né la minima certezza di quello che ho scritto. E' solo un pensiero che mi frullava per la testa: ovvero, che in un modo o nell' altro, sono tutti peccatori in un mondo decadente. Humbert Humbert, però, ha le maggiori colpe. Doveva andarsene da quella casa maledetta o non farsi molestare dal piccolo diavolo. Un adulto le deve capire al volo certe situazioni. Per fortuna che è solo una bellissima opera di cinema e non la realtà. Il film è sempre da cinque stelle per i seguenti motivi: personaggi ben costruiti, musica drammatica e malinconica, montaggio perfetto, trama lineare, alcuni bei paesaggi sullo sfondo e compagnia bella. Se proprio volessi cercare il pelo nell' uovo, direi che non c' è un grande nesso tra Humbert giovane/ninfetta, Humbert adulto/ninfetta. Sono due momenti della sua vita completamente diversi, anche in presenza di due ragazzine della stessa età. Spero di aver messo qualche dubbio anche a qualcun altro. Firmato Christian Palmieri...
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tara
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martedì 3 luglio 2007
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favoloso
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Non sono affatto daccordo con quanto riportato sopra.
Lolita è il mio libro preferito e la prima versione del grande kubrick non mi è piaciuta perchè omette quanto di bello, erotico, traziante e piccante c'è nel romanzo, rende tutto freddo e distaccato prefino il professor H.H.
mi rendo del periodo storico in cui la pellicola è stata realizzata e sicuramente se lo avesse fatto ora sarebbe stato un enorme successo.
Preferisco di gran lunga la nuova versione...grande invece il regista, domenique swain è una perfetta lolita molto più di sue lyon che si nota di gran lunga...non è una ragazzina!
jeremy irons è un grande attore e lo dimostra anche in questo film.
Lo trovo bellissimo erotico, doloroso, ovviamente non è al pari del libro ma rende davvero bene l' idea.
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Non sono affatto daccordo con quanto riportato sopra.
Lolita è il mio libro preferito e la prima versione del grande kubrick non mi è piaciuta perchè omette quanto di bello, erotico, traziante e piccante c'è nel romanzo, rende tutto freddo e distaccato prefino il professor H.H.
mi rendo del periodo storico in cui la pellicola è stata realizzata e sicuramente se lo avesse fatto ora sarebbe stato un enorme successo.
Preferisco di gran lunga la nuova versione...grande invece il regista, domenique swain è una perfetta lolita molto più di sue lyon che si nota di gran lunga...non è una ragazzina!
jeremy irons è un grande attore e lo dimostra anche in questo film.
Lo trovo bellissimo erotico, doloroso, ovviamente non è al pari del libro ma rende davvero bene l' idea...ho letto quel libro 3 volte, guardato 2 volte la prima versione del fil e 5-6 la nuova versione.
E' geniale...mentre trovo la versione di kubrick una vera noia....
H:H è freddo e distaccato, un vero padre padrone...irons è un folle ubriaco d'amore per lei...Lo-li-ta.
una delle scene più belle è quando le mette lo smalto sui piedi...e quando lei cerca di ottenere con l'erotismo la paghetta settimanale ele uscite...nel primo sembra un padre che mette lo smalto ai piedi della figlia si rovina tutto, attimo atmosfera tutto.
Sono certa che è solo colpa delle censure che c'erano in quel periodo ma il risultato è stato a mio avviso un vero flop.
Potevano evitare di produrre un fil del genere quando non si possono svelare i contenuti:
" Lolita, fuoco dei miei lombi, mio peccato, mia passione ...nelle mie braccia sempre lolita.."
Trovo la seconda versione geniale...voto 10 bello davvero bello.
Tara
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si
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mercoledì 20 giugno 2007
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precisazione
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Riconfermo il mio giudizio ottimo sul film di Lyne.Quando tutti i singoli ingredienti,di per sè eccellenti(cast-regia-fotografia-musiche ecc.)si amalgamano perfettamente tra loro,ne viene fuori un che di magico che non può non smuovere qualcosa dentro.Vorrei tuttavia rettificare,almeno in parte,il commento negativo sulla versione di Kubrick.Bisogna infatti giudicare il film sulla base di due elementi correlati:tema scabroso da una parte ed epoca di uscita del film stesso dall'altra(primi anni '60).Periodo cioè in cui una implacabile censura non avrebbe mai permesso anche solo un vago accenno esplicito ai rapporti intercorrenti tra i due protagonisti.Era lecito solo suggerire da parte del regista ed immaginare da quella degli spettatori.
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Riconfermo il mio giudizio ottimo sul film di Lyne.Quando tutti i singoli ingredienti,di per sè eccellenti(cast-regia-fotografia-musiche ecc.)si amalgamano perfettamente tra loro,ne viene fuori un che di magico che non può non smuovere qualcosa dentro.Vorrei tuttavia rettificare,almeno in parte,il commento negativo sulla versione di Kubrick.Bisogna infatti giudicare il film sulla base di due elementi correlati:tema scabroso da una parte ed epoca di uscita del film stesso dall'altra(primi anni '60).Periodo cioè in cui una implacabile censura non avrebbe mai permesso anche solo un vago accenno esplicito ai rapporti intercorrenti tra i due protagonisti.Era lecito solo suggerire da parte del regista ed immaginare da quella degli spettatori.Quindi,da questo punto di vista,Kubrick fa davvero del suo meglio.Il suo limite sta soprattutto in una narrazione troppo fredda distaccata lucida priva di pathos:ho già detto della piccola Barbie-Lolita ma trovo che anche H.H. sia compassato,poco coinvolto,insomma più un papà severo e rigoroso che un uomo che si autodistrugge per il suo amore disperato.
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katherine.k.
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domenica 15 aprile 2012
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l'unicità di un peccato
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La storia del cinema ci insegna che nessuno sceneggiato è unico, le trame e i personaggi finiscono con il ripetersi con una frequenza vertiginosa. Eppure non a caso ci sono temi, personaggi, storie che non vengono mai raccontate, rilegate in un angolino della mente umana chiamato “proibito”, censurato dal perbenismo borghese e dal timore reverenziale dell’etichetta sociale. E’ forse questa la ragione per cui “Lolita” conserva quello spirito indipendente e inimitabile che l’ha contraddistinto nel corso degli anni. Riprendendo le orme di Kubrick nel 1962, Jeremy Irons, quando era ancora lontano – ma neanche tanto – dal firmamento degli attori più importanti, qui presta voce ad un uomo privo di inibizioni, Humbert, legato al passato da una storia tragica, un amore che gli è stato bruscamente strappato e a cui non è mai riuscito a rinunciare.
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La storia del cinema ci insegna che nessuno sceneggiato è unico, le trame e i personaggi finiscono con il ripetersi con una frequenza vertiginosa. Eppure non a caso ci sono temi, personaggi, storie che non vengono mai raccontate, rilegate in un angolino della mente umana chiamato “proibito”, censurato dal perbenismo borghese e dal timore reverenziale dell’etichetta sociale. E’ forse questa la ragione per cui “Lolita” conserva quello spirito indipendente e inimitabile che l’ha contraddistinto nel corso degli anni. Riprendendo le orme di Kubrick nel 1962, Jeremy Irons, quando era ancora lontano – ma neanche tanto – dal firmamento degli attori più importanti, qui presta voce ad un uomo privo di inibizioni, Humbert, legato al passato da una storia tragica, un amore che gli è stato bruscamente strappato e a cui non è mai riuscito a rinunciare. Portato dalla sua professione di professore negli Stati Uniti, si stabilisce presso la casa di una giovane e avvenente vedova, che si invaghisce di lui, con a carico una figlia, di cui si invaghisce lui. Lolita, come chiama lui la sedicenne Dolores, è invece una sorta di diavolo tentatore con un’aureola fatta di pantaloncini corti e rossetto rosso sangue. E’ disinibita, fantasiosa, precoce, con la voglia di ottenere tutto e subito. Tra i due nasce un’evidente reciproco interesse che riesce a trovare compimento in seguito alla morte prematura della madre della ragazza, che permette ai due di intraprendere un viaggio insieme in cui si presentano come padre e figlia al mondo e condividono il letto di notte, nella maniera meno casta possibile.
Ad un certo punto, tuttavia, Lolita comincia a diventare capricciosa, inquieta, priva della spensieratezza che l’aveva inizialmente contraddistinta, comincia a sfruttare il potere che ha sull’uomo che la ama tanto. La coscienza di Humbert, che affiora qui e lì nel corso del percorso dei due amanti, prende una reale consistenza con il personaggio di Clare Quilty, un commediografo con perverse idee sessuali, in cui Humbert rivede con orrore fin dove può spingersi l’ossessione e di come agli occhi di Lolita lui non possa essere poi tanto lontano da quell’individuo. Un legame forte, padre figlia, marito e moglie, uomo e donna, si sgretola inevitabilmente e trascina entrambi in un profondo baratro, che porterà la bambina a scappare dall’uomo, usando i soldi che gli aveva abilmente sottratto con l’astuzia e la persuasione. Lui la ritrova solo dopo tante, estenuanti ricerche “gravida di un altro”, eppure ai suoi occhi non ha mai perso la purezza che l’aveva contraddistinta. La lascia con un’ultima supplica, di tornare da lui, che lei tuttavia respinge, chiamandolo con l’unico titolo che ormai gli riconosce: papà. La fine, con un seguito circolare, ritorna alla prima scena del film, in cui Humbert guidava con le mani sporche di sangue: il sangue che ha versato per la sua Lolita e che apparteneva alla sua coscienza, all’uomo che gliel’ha portata via.
Uno sceneggiato unico nel suo genere, impossibile parlare altrimenti di un adattamento di un romanzo fantastico. Un capolavoro.
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elgatoloco
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giovedì 11 ottobre 2018
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povero nabokov?quasi
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Questo"Lolita"(1997, di Adrian Lyne, quello di "9 1/2 Weeks"e di "Flasdance", di"Fatal Attraction"etc.)è la second version dal capolavoro di Nabokov(1955), dopo il capolavoro filmico di Stanley Kubrik(1955). Nabokov si rivolterà nella tomba? Forse, ma è certo che, pur nella bravura calligrafica(ambienti naturali e architettonici da Dopoguerra USA, musiche ad hoc d'epoca etc.)francamente il film è in gran parte autocompiaciuto, complessivamente una zeppa, un pleonasmo, anche JeremY Irons, che non voleva fare il film , è un Humbert Humbert visibilmente "Impacciato", quasi imbrigliato e l'appeal erotico di Dominique Swain si limita a quando sbuccia e mangia le banane.
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Questo"Lolita"(1997, di Adrian Lyne, quello di "9 1/2 Weeks"e di "Flasdance", di"Fatal Attraction"etc.)è la second version dal capolavoro di Nabokov(1955), dopo il capolavoro filmico di Stanley Kubrik(1955). Nabokov si rivolterà nella tomba? Forse, ma è certo che, pur nella bravura calligrafica(ambienti naturali e architettonici da Dopoguerra USA, musiche ad hoc d'epoca etc.)francamente il film è in gran parte autocompiaciuto, complessivamente una zeppa, un pleonasmo, anche JeremY Irons, che non voleva fare il film , è un Humbert Humbert visibilmente "Impacciato", quasi imbrigliato e l'appeal erotico di Dominique Swain si limita a quando sbuccia e mangia le banane...Ormai certe tematiche erotiche non sono più"scandalose"come un tempo e si ha l''impressione che certe denunce ex post per"molestia sessuale"siano più che altro , se non "inventate"(sarebbe ingeneroso dirlo, con tante donne e ragazze che meritano un rispetto cui i maschi, quasi sempre non dovrebbero aver diritto), quantomeno ampliate per motivi pubblicitari...Ora , inutile rimpianger(ma perché no, in realtà')lo straordinario film kbrikiano in bianco e nero, secco, assertivo in certi momenti, capace di stringatezza e di un"Hapax"cui invece il film di Lyne, ripetitivo, certo non iindulge mai... Se proprio bisogna trovare un pregio al film, lo si potrebbe trovare nella riproposta dei discorsi radiofonici dei fantici discorsi anticomunisti del senaotre McCarthy, che, forse,all'epoca di Kubrik, non si potevano ancora ascoltare. Ma anche qui, comunque, sono praticamente silenziati, comunque si ascoltano un po'a stento e molti spettatori non sapranno neppure chi McCarthy sia stato.... El Gato
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fabianarocchi
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mercoledì 1 marzo 2017
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lolita:
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Non posso che dare un giudizio più che positivo al film Lolita di Adrian Lyne. L'ho visto volutamente in lingua inglese e sono rimasta colpita dall'ottima interpretazione di Irons e dalla piccola Dominique Swain..... Per quanto il film trattasse un tema scomodo - soprattutto negli anni '50 - ...... ritengo che sia stato realizzato prestando grande attenzione e rispetto verso sentimenti sinceri seppur discutibili.
Il dramma del Prof. Humbert viene a mio avviso interpretato con grande maestria da uno strepitoso Jeremy Irons: il paradiso del cuore e l'inferno della mente... rendono appieno il disagio di un uomo che pur muovendosi nella consapevolezza di provare un sentimento "anomalo" non riesce a frenarlo.
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Non posso che dare un giudizio più che positivo al film Lolita di Adrian Lyne. L'ho visto volutamente in lingua inglese e sono rimasta colpita dall'ottima interpretazione di Irons e dalla piccola Dominique Swain..... Per quanto il film trattasse un tema scomodo - soprattutto negli anni '50 - ...... ritengo che sia stato realizzato prestando grande attenzione e rispetto verso sentimenti sinceri seppur discutibili.
Il dramma del Prof. Humbert viene a mio avviso interpretato con grande maestria da uno strepitoso Jeremy Irons: il paradiso del cuore e l'inferno della mente... rendono appieno il disagio di un uomo che pur muovendosi nella consapevolezza di provare un sentimento "anomalo" non riesce a frenarlo.
A differenza del film di Kubrick, il Lolita di Lyne riesce a rappresentare meglio le intenzioni di Nabokov. Non ho saputo vedere nulla di perverso in questo remake.... bella e commovente la scena finale in cui Humbert si rende conto di quanto quell'amore provato verso un'adolescente, per quanto puro, sia stata la causa di una fanciullezza violata.
Personalmente, ne suggerisco la visione a quanti vogliano andare oltre le facili ed immediate letture che vedono nel romanzo di Nabokov una squallida storia di perversione.
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paolo salvaro
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sabato 28 marzo 2015
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remake fiacco ed a tratti irritante
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Adrian Lyne si conferma un regista di medio-basso livello che gira per lo più film dramma-erotici o pseudomusical, ben esperto delle tecniche di montaggio ma non consapevole di come le si dovrebbero usare per realizzare un ottimo film. Il confronto diretto con un film del maestro Stanley Kubrick è quasi imbarazzante per lui e chi sostiene non solo che i due film possano essere messi a confronto, elencando pregi e difetti di entrambi (quali sarebbero quelli della versione del 1962?), o che addirittura ritiene superiore la versione di Lyne dovrebbe, sinceramente, seguire il campionato nazionale di biliardo invece di perdere tempo a scrivere recensioni.
Questa rivisitazione recente ed a colori del romanzo di Nabokov (di cui vengono riprese spesso e volentieri alcuni passi che inseriti in un film del genere causano solo grande imbarazzo, al pensiero di ciò che lo scrittore russo avrebbe detto scoprendo di essere stato citato in questo obbrobrio) ha una colonna sonora all'altezza, composta da un mito come Ennio Morricone, e le interpretazioni dei vari attori sono più che soddisfacenti.
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Adrian Lyne si conferma un regista di medio-basso livello che gira per lo più film dramma-erotici o pseudomusical, ben esperto delle tecniche di montaggio ma non consapevole di come le si dovrebbero usare per realizzare un ottimo film. Il confronto diretto con un film del maestro Stanley Kubrick è quasi imbarazzante per lui e chi sostiene non solo che i due film possano essere messi a confronto, elencando pregi e difetti di entrambi (quali sarebbero quelli della versione del 1962?), o che addirittura ritiene superiore la versione di Lyne dovrebbe, sinceramente, seguire il campionato nazionale di biliardo invece di perdere tempo a scrivere recensioni.
Questa rivisitazione recente ed a colori del romanzo di Nabokov (di cui vengono riprese spesso e volentieri alcuni passi che inseriti in un film del genere causano solo grande imbarazzo, al pensiero di ciò che lo scrittore russo avrebbe detto scoprendo di essere stato citato in questo obbrobrio) ha una colonna sonora all'altezza, composta da un mito come Ennio Morricone, e le interpretazioni dei vari attori sono più che soddisfacenti. I veri problemi sono rappresentati dalla fotografia (orrenda) e dal montaggio (osceno) : Lyne ed il suo direttore della fotografia compiono delle scelte assai discutibili, tra cui sbalzi di colori improvvisi ed inutili; dissolvenze verso il bianco totalmente prive di senso; effetti rallenty fuori luogo ed incomprensibili; inquadrature a dettaglio a ripetizione sui piedi della giovane Lolita, come se tutto il suo l'erotismo fosse confinato solamente a quella parte del corpo ed occhi, labbra, mani, gambe e braccia (sfruttate troppo poco) ne fossero totalmente privi). Qualcuno dovrebbe inoltre spiegare a Lyne che una slinguazzata in macchina sul ciglio della strada non è nè sensuale nè erotica, ma solo fastidiosa. Non ho poi ben capito come mai si tratta il protagonista alias narratore esterno con i guanti, cercando sempre e comunque di farci stare dalla sua parte o di motivare alcuni suoi comportamenti o discorsi, mentre Clare Quilty viene presentato fin da subito come il cattivo, con un'inquietante e forzatissima presentazione : non solo salva Lolita da un professore perversamente ossessionato da lei al punto tale da impedirle di avere contatti con i suoi coetanei, ma le offre anche un lavoro e non muove un solo dito quando lei decide di andarsene. Non a caso lei stessa alla fine del film dirà: "preferirei tornare da Quilty piuttosto che da te". Era davvero necessario introdurre il suo personaggio come il male assoluto?
Se il magnifico film di Kubrick vale quattro stelle, questo non ne può valere più della metà. Una bella colonna sonora e delle belle interpretazioni personali, rovinate però da una regia eccessivamente invadente e narcisa e da un guazzabuglio di fotografia. Nel complesso, un film da bocciare.
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domenico rizzi
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giovedì 19 dicembre 2013
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il paradiso nel cuore, l'inferno nella mente
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Prendere alla lettera Nabokov equivarrebbe a rivedere l'intera concezione dell'età dell'innocenza, perchè certe ragazzine sembrano tutt'altro che spovvedute nei riguardi dei loro corteggiatori più adulti. In effetti, la Lolita di Adrian Lyne appare ancora più cinica e perversa di quella portata sullo schermo da Stanley Kubrick nel 1962 e il professor Humbert ne esce come vittima di un gioco più grande di lui. Schiavo di una passione alla quale egli si era soltanto prestato, diventa la patetica pedina di questa ragazza capricciosa, lunatica, viziata e opportunista, tanto scaltra da mettergli le corna con un altro "anziano" (Quincy) uno squallido pornografo privo di qualsiasi sentimento etico.
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Prendere alla lettera Nabokov equivarrebbe a rivedere l'intera concezione dell'età dell'innocenza, perchè certe ragazzine sembrano tutt'altro che spovvedute nei riguardi dei loro corteggiatori più adulti. In effetti, la Lolita di Adrian Lyne appare ancora più cinica e perversa di quella portata sullo schermo da Stanley Kubrick nel 1962 e il professor Humbert ne esce come vittima di un gioco più grande di lui. Schiavo di una passione alla quale egli si era soltanto prestato, diventa la patetica pedina di questa ragazza capricciosa, lunatica, viziata e opportunista, tanto scaltra da mettergli le corna con un altro "anziano" (Quincy) uno squallido pornografo privo di qualsiasi sentimento etico. Un uomo "rivoltante" alla quale Lolita rimane legata da una sorta di attrazione fatale, tanto da rivelarla crudelmente a Humbert qualche anno dopo. Ora la situazione della ragazza è cambiata, aspetta un bambino da un giovane incontrato per caso ed è a bolletta sparata: accetta il cospicuo aiuto finanziario del suo patrigno-amante, il quale si sente rispondere sfacciatamente, dopo averla invitata a tornare con lui, che semmai si rimetterebbe con questo Quincy. Cosa rimane ad un uomo, dopo essere stato raggirato, sbeffeggiato e umiliato in questo modo, essendo ancora innamorato follemente della sua "bambina"? Il suicidio sembrerebbe la soluzione più logica, ma Hombert preferirà l'omicidio del rivale e il carcere, dove morirà per cause naturali entro breve tempo. Ma forse esiste una giustizia divina al di sopra delle cose terrene, perchè anche Lolita termina i suoi giorni poche settimane più tardi: muore di parto, la vigilia di Natale del 1950, dopo avere vissuto la sua giovane vita nella maniera più intensa e spregiudicata possibile. Il moderno remake di Lyne presenta una giovane interprete (Dominique Swain, 16enne all'epoca del film) fisicamente più acerba e meno dotata, ma assai più maliziosa e spigliata della Sue Lyon proposta da Kubrick (anch'essa 16enne). L'ambiguo personaggio di Quincy, che nella prima versione era un Peter Sellers assai più ciarliero, ma meno sgradevole di questo, viene messo in ombra, accentuandone la ripugnanza. Manca Tenendo conto che non è facile rifare un'opera dell'inimitabile maestro Kubrick, Lyne è riuscito a fare un buon lavoro, a tratti più coinvolgente del film a cui si ispira. I sentimenti, in questa Lolita 2, sono vissuti, come i drammi generati dalla relazione proibita, con un'intensità maggiore, ma occorre rammentare che il cinema americano dei primi Anni Sessanta risentiva ancora di un puritanesimo che impediva certi approfondimenti giudicati sconvenienti.
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