Gli intrighi del potere - Nixon

Lietta Tornabuoni

Grande cine-demagogo, Oliver Stone ha una specialità: anche quando sono malriusciti o brutti, i suoi film rimangono vitali, fanno arrabbiare o appassionano, dividono gli spettatori in fazioni accanite. Nel grandioso e lunghissimo (tre ore e un quarto) ritratto di Richard Nixon, 37o Presidente degli Stati Uniti dal 1968 al 1974, uno dei leader politici più detestati al mondo, meriti ed errori del regista sono due. Primo errore l'interprete, Anthony Hopkins. Con tutto il parrucchino e i denti finti, con tutta la bravura, Hopkins non somiglia a Nixon, non parla né si muove come Nixon, non risulta un Nixon credibile: non è questione di somiglianza fisica (in queste somiglianze il film è infelice, Mao, Breznev o il Kissinger di Paul Sorvino sembrano pupazzi del Carnevale di Viareggio), ma dell'impossibilità naturale e culturale di ricreare attraverso un distinto attore inglese di scuola la volgarità piccoloborghese da politicante americano del personaggio. [...]

di Lietta Tornabuoni, articolo completo (3731 caratteri spazi inclusi) su La Stampa 1 Aprile 1996