drako
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mercoledì 8 giugno 2005
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speranza,libertà e coraggio=immenso
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Personalmente è il film che più di tutti ho amato per intensità, recitazione e per la storia geniale del grande stephen king che fa da cornice. un film immenso appunto che però inspiegabilmente nonostante abbia collezionato solo nomination, ben 7, nn ha vinto nessun oscar. Tanti piccoli insegnamenti sono arrivati da questo film, ma in particolare ci ha voluto far capire che per ogni cosa bisogna sempre lottare e sperare fino alla fine di ottenerla e di raggiungere gli obiettivi che erano stati prefissati! Per questo dobbiamo ricordarci sempre che" la speranza è una cosa buona, forse la migliore delle cose, e le cose buone non muoiono mai".
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dr. antonio lucia
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martedì 7 agosto 2012
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il film della mia vita.
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Le ali della libertà rimarrà per chi vi scrive il film più bello della sua vita. Peccato solo che malgrado le nomination non gli abbiano riconosciuto il vero valore che merita. Credo che questo capolavoro assoluto avrebbe meritato almeno 5 statuette, ai due attori Freeman e Robbins, al regista (che non dimentichiamo è lo stesso de Il miglio verde, altro capolavoro), al miglior film e alla sceneggiatura. Tra le tante bellissime frasi due le porterò quotidianamente nella mia mente, un altro giorno la stessa merda, e o fai di tutto per vivere o fai di tutto per morire, credo che rachiudano molteplici significati delle vite che viviamo ogni giorno, da una parte rassegnazione e dall'altra forza di continuare ad andare avanti e a non arrendersi.
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Le ali della libertà rimarrà per chi vi scrive il film più bello della sua vita. Peccato solo che malgrado le nomination non gli abbiano riconosciuto il vero valore che merita. Credo che questo capolavoro assoluto avrebbe meritato almeno 5 statuette, ai due attori Freeman e Robbins, al regista (che non dimentichiamo è lo stesso de Il miglio verde, altro capolavoro), al miglior film e alla sceneggiatura. Tra le tante bellissime frasi due le porterò quotidianamente nella mia mente, un altro giorno la stessa merda, e o fai di tutto per vivere o fai di tutto per morire, credo che rachiudano molteplici significati delle vite che viviamo ogni giorno, da una parte rassegnazione e dall'altra forza di continuare ad andare avanti e a non arrendersi.
Un grazie a chi ha creato questa magnificenza ed un suggerimento a chi ancora non l'avesse visto, almeno una volta nella vostra vita vedete questa pellicola che vi rimarrà nel cuore e nella mente.
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nello
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mercoledì 31 gennaio 2007
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immenso
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Film veramente da amare, da riguardare e riammirare all'infinito... Mai una pellicola aveva dato un significato tanto diretto e tangibile alla libertà. A una libertà che non ha niente di fisico, ma alberga totalmente negli strati più profondi dell'animo umano. Seneca sosteneva che un uomo può essere libero sul trono o in catene, e Frank Darabont sembra cercare di dimostrare tale tesi, proponendo un Tim Robbins, espressivo quanto straordinariamente misurato, cultore di buoni sentimenti anche all'interno dell'inferno che è la prigione. Paradossalmente egli esce molto migliorato da quel luogo, quando la quasi totalità degli individui suoi pari ne escono disastrosamente peggiorati. In effetti è vero che niente permette di capire il valore delle cose quanto la privazione di esse.
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Film veramente da amare, da riguardare e riammirare all'infinito... Mai una pellicola aveva dato un significato tanto diretto e tangibile alla libertà. A una libertà che non ha niente di fisico, ma alberga totalmente negli strati più profondi dell'animo umano. Seneca sosteneva che un uomo può essere libero sul trono o in catene, e Frank Darabont sembra cercare di dimostrare tale tesi, proponendo un Tim Robbins, espressivo quanto straordinariamente misurato, cultore di buoni sentimenti anche all'interno dell'inferno che è la prigione. Paradossalmente egli esce molto migliorato da quel luogo, quando la quasi totalità degli individui suoi pari ne escono disastrosamente peggiorati. In effetti è vero che niente permette di capire il valore delle cose quanto la privazione di esse... La libertà è forse la condizione più lontana dall'attuale stato di vita di ogni individuo inserito in una qualsiasi società... Il film lascia trapelare una nobile tesi, secondo la quale la libertà è una conquista, una meta che si raggiunge solo dopo un duro e faticosissimo viaggio. Questo è quanto, ma vale la pena di sottolineare un altro grandissimo aspetto della pellicola, che è quello di costituire un vero e proprio inno all'amicizia. L'amicizia è qualcosa che ogni uomoha e che niente e nessuno gli potrà mai togliere... Niente potrà mai privare gli uomini del piacere di aiutarsi a vicenda e di trovare in questo modo la più completa serenità.
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gianca'85
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lunedì 21 marzo 2005
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quando il cinema ti insegna a vivere
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Visto questo film la prima sensazione che si proverà sarà quella di non sentirsi più la stessa persona. Il banchiere Andy Dufresne, magistralmente interpretato da Tim Robbins, viene accusato e punito con l'ergasolo per il presunto omicidio di sua moglie e del suo amante. Verrà mandato nel carcere di Shawshank, di cui è direttore Norton, la cui corruzione sfocia nell'utilizzo degli ergastolani per potersi arricchire. In questo carcere, molto simile ad un inferno, Andy troverà come sostegno Red, Morgan Freeman nella sua migliore interpretazione che però gli valse solo una nomination all'oscar. Nasce così una forte amicizia tra i due, tanto che, per il perseguitato Andy, Red diviene come un'isola felice in un mare di pescecani che si approfittano di lui.
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Visto questo film la prima sensazione che si proverà sarà quella di non sentirsi più la stessa persona. Il banchiere Andy Dufresne, magistralmente interpretato da Tim Robbins, viene accusato e punito con l'ergasolo per il presunto omicidio di sua moglie e del suo amante. Verrà mandato nel carcere di Shawshank, di cui è direttore Norton, la cui corruzione sfocia nell'utilizzo degli ergastolani per potersi arricchire. In questo carcere, molto simile ad un inferno, Andy troverà come sostegno Red, Morgan Freeman nella sua migliore interpretazione che però gli valse solo una nomination all'oscar. Nasce così una forte amicizia tra i due, tanto che, per il perseguitato Andy, Red diviene come un'isola felice in un mare di pescecani che si approfittano di lui. Ma ecco l'insegnamento del film, coltivate le vostre passioni perchè potranno redimervi, e abbiate sempre speranza perchè la speranza è forse la cosa migliore per un uomo! L'intelligenza di Andy e la sua speranza gli consentiranno di riscattarsi e di salvare una vita...quella di Red. Lo cosidero uno dei film più belli della storia del cinema assolutamente da vedere e da rivedere. Mi stupisco, ma non più di tanto, come mai non abbia vinto nulla di veramente importante...è cosiderabile un ingiustizia come gli assurdamente mancati Oscar come miglior film a Taxi Driver, 2001 a Space Odyssey, Orange Clockwork, Risvegli, Quarto potere e ad i registi M.Scorsese, S.Kubrick e O.Welles!
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filippo catani
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domenica 15 maggio 2011
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per chi osa ancora sperare
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Le Ali della libertà è quello che senza tema di essere smentiti si può e si deve giudicare come un film meraviglioso e poetico; un film che in poche parole arriva direttamente al cuore.
Il film (tratto da un racconto di S. King) narra la vicenda di un impiegato di banca che viene accusato dell'omicidio della moglie e del suo amante e viene per questo condannato a due ergastoli da scontare nella famigerata prigione di Shawshank. Una volta in prigione si troverà ad affrontare prove fisiche e mentali di inaudita durezza aiutato dalla speciale amicizia che lo lega a uno dei detenuti.
Questo film è un capolavoro che si inserisce sul sentiero di altri film sul tema quali ad esempio Fuga da Alcatraz o Fuga di mezzanotte ma c'è qualcosa di più.
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Le Ali della libertà è quello che senza tema di essere smentiti si può e si deve giudicare come un film meraviglioso e poetico; un film che in poche parole arriva direttamente al cuore.
Il film (tratto da un racconto di S. King) narra la vicenda di un impiegato di banca che viene accusato dell'omicidio della moglie e del suo amante e viene per questo condannato a due ergastoli da scontare nella famigerata prigione di Shawshank. Una volta in prigione si troverà ad affrontare prove fisiche e mentali di inaudita durezza aiutato dalla speciale amicizia che lo lega a uno dei detenuti.
Questo film è un capolavoro che si inserisce sul sentiero di altri film sul tema quali ad esempio Fuga da Alcatraz o Fuga di mezzanotte ma c'è qualcosa di più. Intanto le straordinarie interpretazioni di Tim Robbins e Morgan Freeman ma soprattutto la capacità del regista di saper tratteggiare in un unico film le emozioni di una intera vita. Tutto il film è legato insieme da un unico filo rosso che è quel sentimento che spesso dimentichiamo o mettiamo da parte e cioè la speranza. La speranza di evadere dal carcere non solo fisicamente ma prima di tutto moralmente e intellettualmente (Mozart diffuso dagli altoparlanti del carcere).
Giustizia, ingiustizia, violenza, amore ma soprattutto l'amicizia quella vera che sola insieme alla speranza ci può rendere migliori e capaci di superare anche le peggiori difficoltà.
Il finale del film lo ritengo tra i migliori al pari della Signora di Shangai e de i Soliti sospetti.
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dufresne67
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giovedì 10 aprile 2008
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la speranza è una cosa buona....
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Nato da un racconto di Stephen King "The Shawshank Redemption"(e tratto da:Le stagioni diverse)ed adattato per il cinema non a caso da un ottimo sceneggiatore che risponde al nome di Frank Darabont, e che nella fattispecie si cimenta nel ruolo di regista,il film si rivela essere tra i più grandi "Prison Movie" mai girati.Eppure "catalogarlo" nel genere "carcerario" pur rievocandone più volte gli stereotipi potrebbe risultare riduttivo,in quanto anche grazie alla durata (circa 140 min.)riesce ad abbracciare tematiche sociali,sviluppare licenze poetiche e letterarie, per poi assurgere ad una vera e propria elegia dell'amicizia e della libertà,...quest'ultima sublimata in almeno due scene da antologia : la prima quando Andy Dufresne(il bancario accusato ingiustamente dell'omicidio della moglie e interpretato da uno straordinario e astratto Tim Robbins) con uno stratagemma elude il controllo delle guardie e con un vecchio grammofono fa ascoltare a tutti i prigionieri usciti per l'ora d'aria "Le Nozze di Figaro" di Mozart,.
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Nato da un racconto di Stephen King "The Shawshank Redemption"(e tratto da:Le stagioni diverse)ed adattato per il cinema non a caso da un ottimo sceneggiatore che risponde al nome di Frank Darabont, e che nella fattispecie si cimenta nel ruolo di regista,il film si rivela essere tra i più grandi "Prison Movie" mai girati.Eppure "catalogarlo" nel genere "carcerario" pur rievocandone più volte gli stereotipi potrebbe risultare riduttivo,in quanto anche grazie alla durata (circa 140 min.)riesce ad abbracciare tematiche sociali,sviluppare licenze poetiche e letterarie, per poi assurgere ad una vera e propria elegia dell'amicizia e della libertà,...quest'ultima sublimata in almeno due scene da antologia : la prima quando Andy Dufresne(il bancario accusato ingiustamente dell'omicidio della moglie e interpretato da uno straordinario e astratto Tim Robbins) con uno stratagemma elude il controllo delle guardie e con un vecchio grammofono fa ascoltare a tutti i prigionieri usciti per l'ora d'aria "Le Nozze di Figaro" di Mozart,...e sebbene l'ascoltare musica rappresenti "concettualmente'idea di libertà, la grazia e la forza delle immagini sono tali da percepire la loro(e la nostra soprattutto) sensazione di librarsi in volo al di là delle mura.La seconda (che dedico a mio fratello che chiamo ormai da tempo Red come l'amico fraterno di Andy,interpretato da un carismatico Morgan Freeman)quando Dufresne riesce ad evadere scavando gallerie e attraversando l'intero sistema fognario del penitenziario e riuscendo a poi in seguito a raggiungere l'agognata meta nell'oceano pacifico:Ziwatanejo,...e raggiunto poi, dulcis in fundo, dall'amico fraterno Red con il quale poi ricomincerà una nuova vita,...perchè la speranza è una cosa buona,la migliore delle cose,e le cose buone non muoiono mai!!!(a mio fratello red...il mio migliore amico)
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taniamarina
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domenica 26 aprile 2009
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che musica quelle parole...
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"Che cosa volete sapere: se mi dispiace per quello che ho fatto? Non passa un solo giorno senza che io provi rimorso. Non perché sono chiuso qui dentro o perché pensate che dovrei. Mi guardo indietro e mi vedo come ero allora: un giovane, stupido ragazzo che ha commesso un crimine terribile. Vorrei parlare con lui, farlo ragionare, spiegargli come stanno le cose. Ma non posso. Quel ragazzo se n'è andato da tanto e questo vecchio è tutto quello che rimane. E nessuno può farci niente. Se mi sento riabilitato? Non significa un cazzo. Quindi scriva pure quello che vuole nelle sue scartoffie, figliolo, e non mi faccia perdere altro tempo. Perché a dirle la verità, non me ne frega niente".
La voce fuori campo (tratta dalle splendide parole di King)è una carezza che racconta il dolore, mentre il film vanta tre citazioni elegantissime di film indimenticabili.
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"Che cosa volete sapere: se mi dispiace per quello che ho fatto? Non passa un solo giorno senza che io provi rimorso. Non perché sono chiuso qui dentro o perché pensate che dovrei. Mi guardo indietro e mi vedo come ero allora: un giovane, stupido ragazzo che ha commesso un crimine terribile. Vorrei parlare con lui, farlo ragionare, spiegargli come stanno le cose. Ma non posso. Quel ragazzo se n'è andato da tanto e questo vecchio è tutto quello che rimane. E nessuno può farci niente. Se mi sento riabilitato? Non significa un cazzo. Quindi scriva pure quello che vuole nelle sue scartoffie, figliolo, e non mi faccia perdere altro tempo. Perché a dirle la verità, non me ne frega niente".
La voce fuori campo (tratta dalle splendide parole di King)è una carezza che racconta il dolore, mentre il film vanta tre citazioni elegantissime di film indimenticabili. Indimenticabile anche questo lungometraggio, che del lirismo e della speranza più straziante, ne fa un capolavoro commovente e che fa pensare a chi, dopotutto, pensa di non avere più nulla avanti a sé. Morgan Freeman è bravissimo ma Tim Robbins è davvero insuperabile. Film che vedo e rivedo ogni volta che mi sento giù.
Eccezionale
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mikelangelo
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mercoledì 19 agosto 2009
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la speranza è sempre l'ultima a morire
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Da un racconto del re dell'horror Stephen King “Rita Hayworth and the Shawshank Redemption”, è nato uno dei capolavori più belli è sottovalutati della storia del cinema, solo adesso vi è stata una parziale rivalutazione in quanto è diventato da pochi mesi il primo nella classifica Internet Movie Database, con una media del 9,2, scalzando una pietra miliare come il Padrino, in testa ormai da alcuni anni. Tutto comincia quando un bancario dallo sguardo di ghiaccio, colto e molto intelligente (Tim Robbins in una performance da Oscar) viene condannato a due ergastoli per aver ucciso a revolverate sua moglie e l'amante di lei. Si troverà così a vivere il resto dei suoi giorni nella prigione di Shawshank, lì dove il tempo è sinonimo di una lenta e crudele tortura che aiuta a rimuginare sui propri peccati, e dove i veri cattivi sono quelli che agiscono sotto la luce di Dio e la guida della bibbia, come la subdola figura del direttore.
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Da un racconto del re dell'horror Stephen King “Rita Hayworth and the Shawshank Redemption”, è nato uno dei capolavori più belli è sottovalutati della storia del cinema, solo adesso vi è stata una parziale rivalutazione in quanto è diventato da pochi mesi il primo nella classifica Internet Movie Database, con una media del 9,2, scalzando una pietra miliare come il Padrino, in testa ormai da alcuni anni. Tutto comincia quando un bancario dallo sguardo di ghiaccio, colto e molto intelligente (Tim Robbins in una performance da Oscar) viene condannato a due ergastoli per aver ucciso a revolverate sua moglie e l'amante di lei. Si troverà così a vivere il resto dei suoi giorni nella prigione di Shawshank, lì dove il tempo è sinonimo di una lenta e crudele tortura che aiuta a rimuginare sui propri peccati, e dove i veri cattivi sono quelli che agiscono sotto la luce di Dio e la guida della bibbia, come la subdola figura del direttore. Qui il protagonista farà conoscenza con Red (Morgan Freeman come al solito straordinario), voce narrante di tutto il film, e degli altri carcerati, anime sì abbrutite ma non allo stesso livello dei carcerieri. Il tempo passa lentamente, sempre con gli stessi ritmi, seguendo in un certo senso la prassi del genere carcerario caro a Donald Siegel e Clint Eastwood. Ma in questo caso emerge un qualcosa di diverso. Emerge infatti una storia che poggia le proprie basi sulla potenza dei grandi valori quali l'amicizia virile, la libertà, il valore di essere liberi, ma soprattutto sulla speranza, vera e forse unica chiave per la felicità, anche quando l'esistenza si presenta terribile e ricca di ostacoli insormontabili, come le mura di una prigione. E' la musica di Mozart, sparata a mille dagli altoparlanti che di solito comunicano immancabilmente l'ordine di tornare nelle celle, che rende veramente liberi i detenuti, nonostante questi siano sorvegliati a vista da guardie armate fino ai denti e siano circondati da mura altissime con tanto di filo spinato. La musica diventa speranza, e la speranza diventa la libertà. Ma non solo la musica, in un certo senso è la cultura in generale ad elevare l'animo degli uomini. E' infatti la costruzione della biblioteca, ottenuta dopo anni e anni di fatica e di lettere al senato, a donare quel briciolo di speranza che toglie ai ristretti le restrizioni, e che, in un certo senso, li rende davvero liberi, più di quanto non lo siano mai stati in vita loro. La scena finale, quella carrellata sull'oceano pacifico che in un contesto come quello del film assume una parvenza quasi onirica, riassume nel migliore dei modi tutta la stupefacente bellezza di un mondo degno di essere vissuto ponendo come valore assoluto la speranza, appunto.
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fighter
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martedì 10 marzo 2009
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le ali...che fanno volare
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Un uomo messo in carcere per errore, un uomo costretto a sopportare le torture più tremende per molti anni ad opera sia dei secondini che degli altri detenuti. Costretto ad essere complice delle truffe del direttore del carcere per evitare spiacevoli trattamenti, decide che è il momento di scappare via, di andare incontro a quella libertà che da troppi anni sogna e teme di non vedere più. Grazie a tunnel scavato per vent'anni riesce a fuggire, fuggire da un mondo fatto solo di speranze e nessuna libertà. Ma è proprio la sua speranza che genera in lui la forza di andare avanti, di vedere il mondo e la vita da una prospettiva del tutto nuova: quella di un foglio bianco in cui ognuno può scrivere la poesia che più gradisce.
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Un uomo messo in carcere per errore, un uomo costretto a sopportare le torture più tremende per molti anni ad opera sia dei secondini che degli altri detenuti. Costretto ad essere complice delle truffe del direttore del carcere per evitare spiacevoli trattamenti, decide che è il momento di scappare via, di andare incontro a quella libertà che da troppi anni sogna e teme di non vedere più. Grazie a tunnel scavato per vent'anni riesce a fuggire, fuggire da un mondo fatto solo di speranze e nessuna libertà. Ma è proprio la sua speranza che genera in lui la forza di andare avanti, di vedere il mondo e la vita da una prospettiva del tutto nuova: quella di un foglio bianco in cui ognuno può scrivere la poesia che più gradisce.
Vivere liberamente, senza programmi per il futuro, senza paure, senza limiti: questo è il messaggio. Messaggio che però solo nelle peggiori sofferenze può essere compreso, scartando ogni paura di affrotare ciò che ci circonda (al contrario del bibliotecaio che si suicida) occorre trovare nella vita stessa nuovi stimoli da sfruttare (come la fuga nella città del messico) e dimenticare le sofferenze patite e i rimpianti.
In conclusione è un film molto bello e toccante.
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mikelangelo
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sabato 15 agosto 2009
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la speranza è sempre l'ultima a morire
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Da un racconto del re dell'horror Stephen King “Rita Hayworth and the Shawshank Redemption”, è nato uno dei capolavori più belli è sottovalutati della storia del cinema, solo adesso vi è stata una parziale rivalutazione in quanto è diventato da pochi mesi il primo nella classifica Internet Movie Database, con una media del 9,2, scalzando una pietra miliare come il Padrino, in testa ormai da alcuni anni. Tutto comincia quando un bancario dallo sguardo di ghiaccio, colto e molto intelligente (Tim Robbins in una performance da Oscar) viene condannato a due ergastoli per aver ucciso a revolverate sua moglie e l'amante di lei. Si troverà così a vivere il resto dei suoi giorni nella prigione di Shawshank, lì dove il tempo è sinonimo di una lenta e crudele tortura che aiuta a rimuginare sui propri peccati, e dove i veri cattivi sono quelli che agiscono sotto la luce di Dio e la guida della bibbia, come la subdola figura del direttore.
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Da un racconto del re dell'horror Stephen King “Rita Hayworth and the Shawshank Redemption”, è nato uno dei capolavori più belli è sottovalutati della storia del cinema, solo adesso vi è stata una parziale rivalutazione in quanto è diventato da pochi mesi il primo nella classifica Internet Movie Database, con una media del 9,2, scalzando una pietra miliare come il Padrino, in testa ormai da alcuni anni. Tutto comincia quando un bancario dallo sguardo di ghiaccio, colto e molto intelligente (Tim Robbins in una performance da Oscar) viene condannato a due ergastoli per aver ucciso a revolverate sua moglie e l'amante di lei. Si troverà così a vivere il resto dei suoi giorni nella prigione di Shawshank, lì dove il tempo è sinonimo di una lenta e crudele tortura che aiuta a rimuginare sui propri peccati, e dove i veri cattivi sono quelli che agiscono sotto la luce di Dio e la guida della bibbia, come la subdola figura del direttore. Qui il protagonista farà conoscenza con Red (Morgan Freeman come al solito straordinario), voce narrante di tutto il film, e degli altri carcerati, anime sì abbrutite ma non allo stesso livello dei carcerieri. Il tempo passa lentamente, sempre con gli stessi ritmi, seguendo in un certo senso la prassi del genere carcerario caro a Donald Siegel e Clint Eastwood. Ma in questo caso emerge un qualcosa di diverso. Emerge infatti una storia che poggia le proprie basi sulla potenza dei grandi valori quali l'amicizia virile, la libertà, il valore di essere liberi, ma soprattutto sulla speranza, vera e forse unica chiave per la felicità, anche quando l'esistenza si presenta terribile e ricca di ostacoli insormontabili, come le mura di una prigione. E' la musica di Mozart, sparata a mille dagli altoparlanti che di solito comunicano immancabilmente l'ordine di tornare nelle celle, che rende veramente liberi i detenuti, nonostante questi siano sorvegliati a vista da guardie armate fino ai denti e siano circondati da mura altissime con tanto di filo spinato. La musica diventa speranza, e la speranza diventa la libertà. Ma non solo la musica, in un certo senso è la cultura in generale ad elevare l'animo degli uomini. E' infatti la costruzione della biblioteca, ottenuta dopo anni e anni di fatica e di lettere al senato, a donare quel briciolo di speranza che toglie ai ristretti le restrizioni, e che, in un certo senso, li rende davvero liberi, più di quanto non lo siano mai stati in vita loro. La scena finale, quella carrellata sull'oceano pacifico che in un contesto come quello del film assume una parvenza quasi onirica, riassume nel migliore dei modi tutta la stupefacente bellezza di un mondo degno di essere vissuto ponendo come valore assoluto la speranza, appunto.
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