roberto
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mercoledì 21 febbraio 2024
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uno dei miei preferiti
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Ce l'ho in disco a casa . Per ora uno tra i miei preferiti (del genere , sta circa alla pari col Dracula di Bram Stoker di Francis Ford Coppola) .
Ho letto , molto dopo aver visto il film , il libro da cui è ispirato : senza alcun dubbio meglio il film .
A mio parere la miglior interpretazione di Brad Pitt come attore .
Mi è stato di ispirazione per almeno una mia storia .
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fivedownyouforthetruthboe
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giovedì 6 agosto 2020
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tornano ancora quelli cavalier uampaiar che storia
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ma se ne rende conto quella gente che i film del genere
li fanno per impressionare, surreali e mistici comunque,
quest'interviste col vampiro, si dica quel che si vuole però la
gente rimase impressionata in sala dal modo, abominevole,
nonchè delle operazioni degli esseri, il voler tenere
sottopressione i cittadini onesti col nazionalsurrealismo e quel signor
luigino cavalier vampirico nel fare la sua specie di
interviste come le marchette cavalieristiche nonchè classiche a
cui s'assiste nonchè quei vampiri che pur di
prosciugare quei cittadini onesti al posto
loro sono disposti a raccontare
qualsiasi cosa in barba felpata&doubleface nonchè a
perdere, il lato comico è latitante, lo sappiamo,
per recitazioni d'impressionismo, nel film e vi è il bisogno di non
abbassare la guardia per non trovarsi con un set
di pentole per conto loro, e regalie di chissàchi, al posto delle
tracce ematiche dei cittadini onesti, nonchè spettanze e diritti, si
sono artefatti strada facendo
fuori i ben i altrui ordendo all'onestà di cui non se ne conoscono
le loro tracce per fare le stesse cose e dare lo stesso risultato
se non peggio del classico cavalier vampiro, a chi conosce il genere è ovvio,
dire anche incarcerate quei vampiri; non chissàcosa
un pochettino di divertimento per un genere che tiene
senza mollare e guarda guardali coi tacchi.
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ma se ne rende conto quella gente che i film del genere
li fanno per impressionare, surreali e mistici comunque,
quest'interviste col vampiro, si dica quel che si vuole però la
gente rimase impressionata in sala dal modo, abominevole,
nonchè delle operazioni degli esseri, il voler tenere
sottopressione i cittadini onesti col nazionalsurrealismo e quel signor
luigino cavalier vampirico nel fare la sua specie di
interviste come le marchette cavalieristiche nonchè classiche a
cui s'assiste nonchè quei vampiri che pur di
prosciugare quei cittadini onesti al posto
loro sono disposti a raccontare
qualsiasi cosa in barba felpata&doubleface nonchè a
perdere, il lato comico è latitante, lo sappiamo,
per recitazioni d'impressionismo, nel film e vi è il bisogno di non
abbassare la guardia per non trovarsi con un set
di pentole per conto loro, e regalie di chissàchi, al posto delle
tracce ematiche dei cittadini onesti, nonchè spettanze e diritti, si
sono artefatti strada facendo
fuori i ben i altrui ordendo all'onestà di cui non se ne conoscono
le loro tracce per fare le stesse cose e dare lo stesso risultato
se non peggio del classico cavalier vampiro, a chi conosce il genere è ovvio,
dire anche incarcerate quei vampiri; non chissàcosa
un pochettino di divertimento per un genere che tiene
senza mollare e guarda guardali coi tacchi... consentano, di genere di film, incredibile.
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great steven
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sabato 9 marzo 2019
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horror imperfetto ma capace di suscitar sensazioni
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INTERVISTA COL VAMPIRO (USA, 1994) di NEIL JORDAN. Con BRAD PITT, TOM CRUISE, KIRSTEN DUNST, ANTONIO BANDERAS, STEPHEN REA, CHRISTIAN SLATER, DOMIZIANA GIORDANO
Negli anni 1990 un giornalista a caccia di sensazioni s’imbatte, nella notte di San Francisco, nel vampiro Louis de Point du Lac, che gli racconta la propria vita, di come, nel 1791, a New Orleans, fu un proprietario terriero che aveva perduto moglie e figlio ancora giovanissimo e avesse dunque deciso di scialacquare tutti i propri averi; venne poco dopo vampirizzato da Lestat, malvagio essere immortale avviluppato in un’aura di maledettismo, senza però perdere il proprio desiderio di conservare brandelli di umanità, il che lo portò a preferire, almeno all’inizio, il sangue di topi e polli a quello umano; in seguito vi fu l’incontro con Claudia, orfanella pre-adolescente trasformata in vampiro da Louis, che se innamorò a prima vista, e la rottura dei rapporti d’amicizia con Lestat, ritenuto troppo opprimente e invasivo per la serenità cui Louis e Claudia anelavano; limitato fortemente il suo potere fin quasi ad ucciderlo, l’uomo e la bambina lasciarono gli Stati Uniti e, a bordo di una nave, si recarono nel Vecchio Mondo e si stabilirono a Parigi, dove conobbero, al Théâtre des Vampires il maestro Armand, possessore di segreti irrivelabili e di capitale importanza sul potere della sua specie, il quale, comprendendo la natura investigativa di Louis, lo salvò da un destino nefasto che altrimenti gli avrebbero inflitto i vampiri sotto la sua egida, condannando lui a vivere per l’eternità imprigionato in una bara e Claudia e la sua nuova compagna adulta alla visione del Sole dalle feritoie di un carcere sotterraneo, fatale per qualunque vampiro.
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INTERVISTA COL VAMPIRO (USA, 1994) di NEIL JORDAN. Con BRAD PITT, TOM CRUISE, KIRSTEN DUNST, ANTONIO BANDERAS, STEPHEN REA, CHRISTIAN SLATER, DOMIZIANA GIORDANO
Negli anni 1990 un giornalista a caccia di sensazioni s’imbatte, nella notte di San Francisco, nel vampiro Louis de Point du Lac, che gli racconta la propria vita, di come, nel 1791, a New Orleans, fu un proprietario terriero che aveva perduto moglie e figlio ancora giovanissimo e avesse dunque deciso di scialacquare tutti i propri averi; venne poco dopo vampirizzato da Lestat, malvagio essere immortale avviluppato in un’aura di maledettismo, senza però perdere il proprio desiderio di conservare brandelli di umanità, il che lo portò a preferire, almeno all’inizio, il sangue di topi e polli a quello umano; in seguito vi fu l’incontro con Claudia, orfanella pre-adolescente trasformata in vampiro da Louis, che se innamorò a prima vista, e la rottura dei rapporti d’amicizia con Lestat, ritenuto troppo opprimente e invasivo per la serenità cui Louis e Claudia anelavano; limitato fortemente il suo potere fin quasi ad ucciderlo, l’uomo e la bambina lasciarono gli Stati Uniti e, a bordo di una nave, si recarono nel Vecchio Mondo e si stabilirono a Parigi, dove conobbero, al Théâtre des Vampires il maestro Armand, possessore di segreti irrivelabili e di capitale importanza sul potere della sua specie, il quale, comprendendo la natura investigativa di Louis, lo salvò da un destino nefasto che altrimenti gli avrebbero inflitto i vampiri sotto la sua egida, condannando lui a vivere per l’eternità imprigionato in una bara e Claudia e la sua nuova compagna adulta alla visione del Sole dalle feritoie di un carcere sotterraneo, fatale per qualunque vampiro. Lasciatosi alle spalle la cruenta morte di Claudia, Louis si allontanò da Armand solo dopo averne appreso i fondamentali insegnamenti per continuare la sua vita errabonda e sanguinaria alla condizione sempiterna di non rinunciare alla sua quasi totale opposizione alla cattiveria. Un nuovo incontro con un indebolito Lestat avvenne nel 1988 all’interno di una casa insozzata e divorata quasi completamente dalle piante rampicanti. Il reporter resta talmente affascinato dalla cronaca del suo intervistato che desidererebbe essere anch’egli tramutato in un individuo immortale che si nutre succhiando il sangue, ma Louis lo avverte, instillandogli terrore, che non ha idea del pericolo cui va incontro. Suggestiva, per certi versi violenta e ambigua deriva vampiresca del genere horror, la pellicola di Jordan, tratta dal primo capitolo delle Vampire’s Chronicles, saga cult romanzesca dell’autrice americana Anne Rice (che ha anche curato l’adattamento della sceneggiatura in prima persona) inaugurata nel 1976, detiene una struttura narrativa (San Francisco; New Orleans; Parigi; di nuovo la città sul Mississippi; e infine si ritorna a San Francisco) capace di catturare e coinvolgere lo spettatore in un gotico affresco che ripristina la tradizionale figura del mostro immaginario che s’alimenta di sangue, donandole nuove e profonde sfumature. Come anche accadde nel Dracula di Bram Stoker (1992) di Francis Ford Coppola, anche in quest’opera, attraverso il punto di vista di una creatura notturna, il cinema riflette poeticamente su sé stesso e sulla magia della propria finzione: in una sublime sequenza Louis, abbandonato il Vecchio Mondo per tornare nella sua America, scopre una meravigliosa invenzione tecnica – il cinematografo – che gli permette di ammirare l’alba per la prima volta da duecento anni, dopo che era emerso dalle acque fangose del Mississippi conclusa la metamorfosi che lo consacrò all’eternità. Le creature che Jordan ci racconta sono giovani, belle, omosessuali ma anche bisessuali o pedofili, da un lato condannate a una giovinezza macabra e a un fiume di sangue che non trova interruzione e dall’altro una spasmodica ricerca che spinge a non abbandonare del tutto un ragionevole livello di coscienza e consapevolezza, malgrado due secoli di orrori e peripezie di cui Louis narra il resoconto a un ignaro ma interessatissimo uditore. È un prodotto di costo elevato, realizzato col concorso di un’agguerrita squadra di tecnici (scene: Dante Ferretti; fotografia: Philippe Rousselot; musiche: Elliot Goldenthal). L’ottava pellicola di Jordan risulta tuttavia diseguale e ingorgata, troppo affastellata di temi e ossessioni, in dati momenti ripetitiva nella sua orgia di veemenza e tenebra e in altri folgorante per ricchezza di soluzioni narrative e figurative, specie nel secondo tempo. L’articolata scena del Théâtre des Vampires rappresenta un colpo d’ala che trasporta nella sua dimensione fantastica di romanzo popolare un film inquinato da una malattia febbrile che tocca le corde vibranti del sentimento poetico e drammatico. La recitazione di B. Pitt supera di una spanna quella di Cruise per maggiore verosimiglianza e un guizzo in più di carisma caratterizzato dalla presenza scenica, e non a caso Pitt è stato imposto da A. Rice per il ruolo che ha ricoperto. Una 12enne K. Dunst offre una prova credibile nei panni d’una fanciulla molto arguta e intelligente per la sua età, nonostante la divori una passione amorosa che sfocia nel morboso, mentre Banderas interpreta il suo personaggio alla maniera di un viveur che conosce le regole del suo ambiente e vive nel mondo accettandone soprattutto le peggiori velleità. Generalmente più apprezzato dalla critica europea che da quella statunitense.
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parsifal
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martedì 13 giugno 2017
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voluttà ed estetismo
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Uno dei film più rappresentativi del genere vampiresco , tra quelli realizzati dal cinema americano durante gli anni '90. IL regista Neil Jordan realizza nel 1994 la versione cinematografica del romanzo omonimo di Ann Rice, che collaborerà alla sceneggiatura. Vi sono ovviamente delle differenze , ma la cifra stilistica rimane intatta e di buon livello.
Tutto ha inizio in una stanza di un albergo di infimo ordine, all'interno della quale si trovano un giovane giornalista ( C. Slater) in cerca di notizie dirompenti ed un affascinante signore ( Brad Pitt), dall'età indefinita e dallo spiccato pallore del viso, molto elegante e di modi garbati, che sostiene di essere un vampiro ed lì per raccontare la sua storia.
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Uno dei film più rappresentativi del genere vampiresco , tra quelli realizzati dal cinema americano durante gli anni '90. IL regista Neil Jordan realizza nel 1994 la versione cinematografica del romanzo omonimo di Ann Rice, che collaborerà alla sceneggiatura. Vi sono ovviamente delle differenze , ma la cifra stilistica rimane intatta e di buon livello.
Tutto ha inizio in una stanza di un albergo di infimo ordine, all'interno della quale si trovano un giovane giornalista ( C. Slater) in cerca di notizie dirompenti ed un affascinante signore ( Brad Pitt), dall'età indefinita e dallo spiccato pallore del viso, molto elegante e di modi garbati, che sostiene di essere un vampiro ed lì per raccontare la sua storia.
Si va dunque per rievocazione; a New Orleans nel 1791 , Louis il protagonista della vicenda era un giovane e ricco proprietario terriero che incappò nella malasorte; perse i suoi affetti più cari e da l quel momento fece di tutto per incontrare la Morte. Ed invece incontrò Lestat, un vampiro anziano e smaliziato, che dopo averlo attentamente osservato, lo sceglie per averlo con sè , in qualità di compagno e complice nella non-morte. Esiste una non dichiarata ma evidente attrazione tra i due, che ricorrerà nel corso della vicenda. Incredulo, Louis inizia la sua nuova vita da predatore notturno, ma con estrema riluttanza, tanto da nutrirsi solo di sangue animale e non umano, poichè la sua sensibiltà gli impedisce di uccidere. Nel frattempo il flagello della peste miete le sue vittime ed una notte , vagabondando tra i cadaveri e le rovine , Louis incontra Claudia, una bimba rimasta orfana, sola e sofferente: Per porre fine allo strazio, Louis decide di darle una morte misericordiosa, senza riuscirci. Sopraggiunge Lestat che rende Claudia un vampiro. Da quel momento i tre , saranno una famiglia: Claudia, nonostante la giovanissima età, è una perfetta predatrice; ama il suo ruolo e gode nell'infliggere la morte agli umani per nutrirsi del loro sangue. Anni dopo , diverrà insofferente al proprio aspetto, avendo scoperto che rimarrà per sempre una bambina. Si vendicherà su Lestat, con infinita ed efferata crudeltà , facendogli bere con l'inganno il sangue di due morti e poi sgozzandolo. Ma costui riapparirà , pronto per vendicarsi e verrà arso vivo da Louis: I due fuggiranno in Europa, alla ricerca dei prorpi simili. Incontreranno un gran numero di fratelli delle tenebre, a Parigi, al Teatro dei Vampiri. Armand è il loro capo carismatico e come sottolinea sempre è il vampiro più anziano d' Europa. I loro simili riescono al leggere nel pensiero e scoprono il segreto dei due; Hanno commesso il peggiore dei crimini, uccidere un proprio simile. Nessuno di loro è disposto a perdonarli. Armand userà tutto il suo potere per aver Louis tutto per sè, facendo giustiziare Claudia e la sua nuova compagna Madaleine ( Domiziana Giordano). Ma Louis non accetterà l' offerta di Armand , pur guardandolo con attrazione e fascino, non riesce ad accettare di " Bellissimo, potente e senza rimpianti" Preferisce la sua eterna , sofferta solitudine di chi non può sfuggire alla propria natura e non riesce ad accettarla fino in fondo . Incontra dopo secoli, Lestat , ridotto in pessime condizioni; del vampiro arrogante e spietato di un tempo, non rimane traccia e si allontana anche da lui, verso l'eternità. Alla fine dell'intervista , il giornalista chiede di diventare vampiro a sua volta, ma Louis li scaccia in malo modo. Ma troverà Lestat ad attenderlo, felice che ci sia ancora qualcuno che desidera percorrere il sentiero del sangue. Grande rivalutazione delll'estetismo applicato al romanzo vampiresco, con lampi di ambigua voluttà, rende in maniera ottimale le atmosfere del romanzo.
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francis metal
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mercoledì 30 novembre 2016
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polpettone hollywoodiano...
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mi dite almeno una cosa interessante in questo film?
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sciakubucu
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martedì 24 novembre 2015
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fantasmagorico
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Concordo con la recensione fatta da cinofilo92
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arnaco
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giovedì 25 dicembre 2014
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american vampire
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Trovo interessante come il film si presti ad una lettura in chiave metaforica del confronto tra il Vecchio Continente ed il Nuovo Mondo. Butto li pochi spunti che magari qualcuno più bravo di me potrebbe sviluppare. Lester rappresenta l'American Dream con il suo entusiasmo e voglia di fare. Però ignora le proprie origini (nella metafora il genocidio degli Indiani e lo sfruttamento dei Neri) e non si preoccupa di conoscerle. Gli importa solo succhiare il sangue altrui (il petrolio?). Louis invece, essendo creolo, si pone un sacco di interrogativi esistenziali che Lester giudica solo un intralcio sulla strada di un vero vampiro (americano). Armand è l'Europa colta e raffinata (basta confrontare i suoi lineamenti scultorei ed il suo portamento elegante con quello dei due glauco-biondicci vampiri americani) ma sulla strada di una decadenza che lo riduce alla parodica rappresentazione di se stesso in un teatro.
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Trovo interessante come il film si presti ad una lettura in chiave metaforica del confronto tra il Vecchio Continente ed il Nuovo Mondo. Butto li pochi spunti che magari qualcuno più bravo di me potrebbe sviluppare. Lester rappresenta l'American Dream con il suo entusiasmo e voglia di fare. Però ignora le proprie origini (nella metafora il genocidio degli Indiani e lo sfruttamento dei Neri) e non si preoccupa di conoscerle. Gli importa solo succhiare il sangue altrui (il petrolio?). Louis invece, essendo creolo, si pone un sacco di interrogativi esistenziali che Lester giudica solo un intralcio sulla strada di un vero vampiro (americano). Armand è l'Europa colta e raffinata (basta confrontare i suoi lineamenti scultorei ed il suo portamento elegante con quello dei due glauco-biondicci vampiri americani) ma sulla strada di una decadenza che lo riduce alla parodica rappresentazione di se stesso in un teatro. E mentre le poche vestigia della civiltà Europea nel Nuovo Mondo, come New Orleans, vengono distrutte in un incendio (nel film, nella realtà la città verrà distrutta da un uragano) l'invulnerabile Lester continua a fare nuovi adepti.
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kudella
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domenica 12 ottobre 2014
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mio dio il cast
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ottimo film e cast eccellente... un bellissimo Brad Pitt con un intramontabile Antonio Banderas... fine spettacolare
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ashtray_bliss
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venerdì 25 luglio 2014
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che bello se fosse vero !
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ho rivisto molto recentemente questo VECCHIO film e come la prima volta mi e piaciuto molto. Qui i vampiri non fanno paura ma anzi tenerezza e invidia .Ahh quella scelta che a Lestat non fu mai data ; chissa xche e chissa da chi. Ma lasciamo perdere e tuffiamoci nel vivo della storia col tormentato Louis , la bella incantata Claudia ,il tenebroso e ammaliatore Banderas.........e in fine il sublime e decadente Lestat vero protagonista e orchestrante di tutti gli eventi narrati .Credo che sia proprio a lui che sotto sotto viene fatta l intervista anche se a narrare la storia e la sua vittima piu bella Louis malato d amore per la moglie morta di parto .Il resto e una girandola di eventi tragici ,colori notturni ,vestiti barocchi ,turbinii di vendette ,fuoco ,rimpianti ,sangue e fango ,cenere e polvere .
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ho rivisto molto recentemente questo VECCHIO film e come la prima volta mi e piaciuto molto. Qui i vampiri non fanno paura ma anzi tenerezza e invidia .Ahh quella scelta che a Lestat non fu mai data ; chissa xche e chissa da chi. Ma lasciamo perdere e tuffiamoci nel vivo della storia col tormentato Louis , la bella incantata Claudia ,il tenebroso e ammaliatore Banderas.........e in fine il sublime e decadente Lestat vero protagonista e orchestrante di tutti gli eventi narrati .Credo che sia proprio a lui che sotto sotto viene fatta l intervista anche se a narrare la storia e la sua vittima piu bella Louis malato d amore per la moglie morta di parto .Il resto e una girandola di eventi tragici ,colori notturni ,vestiti barocchi ,turbinii di vendette ,fuoco ,rimpianti ,sangue e fango ,cenere e polvere .Bello fino in fondo e auguriamoci di poter scegliere come Pitt e il cronista ! Godetevelo senza troppi turbamenti !
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ashtray_bliss
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mercoledì 23 luglio 2014
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dalla fiaba dark ad un capolavoro cinematografico.
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L'intervista col Vampiro di Neil Jordan e' probabilmente uno dei migliori film nel suo genere, una vera e propria opera d'arte che brilla di luce propria senza riflettere cliche' o luoghi comuni di altre pellicole. Non si tratta dell'ennesimo film sul conte Vlad Tepes, altresi conosciuto come Conte Dracula, e tantomeno di un'opera che tratta i vampiri in modo superficiale, frivolo o adolescenziale. Non si tratta di una commedia o parodia e nemmeno di un fantasy. Fedele al primo libro di quella che diventera' una delle saghe piu' famose a proposito di vampiri, le Cronache di Anne Rice, "L'intervista" riesce perfettamente a bilanciare il racconto di una favola dark condito a metafore sulla societa' (odierna e passata), proponendo allo spettatore vampiri piu' umani che mai: feroci ma fragili.
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L'intervista col Vampiro di Neil Jordan e' probabilmente uno dei migliori film nel suo genere, una vera e propria opera d'arte che brilla di luce propria senza riflettere cliche' o luoghi comuni di altre pellicole. Non si tratta dell'ennesimo film sul conte Vlad Tepes, altresi conosciuto come Conte Dracula, e tantomeno di un'opera che tratta i vampiri in modo superficiale, frivolo o adolescenziale. Non si tratta di una commedia o parodia e nemmeno di un fantasy. Fedele al primo libro di quella che diventera' una delle saghe piu' famose a proposito di vampiri, le Cronache di Anne Rice, "L'intervista" riesce perfettamente a bilanciare il racconto di una favola dark condito a metafore sulla societa' (odierna e passata), proponendo allo spettatore vampiri piu' umani che mai: feroci ma fragili. Violenti ma anche capaci di amare piu' di qualsiasi altro essere vivente.
Grazie ad una regia impeccabile, supportata da interpretazioni straordinarie (non date retta a chi dice il contrario, guardare per credere) e musiche suggestive. Ambientazioni, fotografia e scenografia di altissimo livello, curate sin nei minimi dettagli e particolari, riescono non solo a catturare l'attenzione dello spettatore, ma ad ammaliarlo come se assistesse ad un gioco di prestigio dal quale si rifutia di distogliere lo sguardo. I colori accesi e vibranti, dal blu al rosso, dal verde al viola, rubano la scena, letteralmente, facendo da padrone sulla fotografia e scenografia. Le alternanze tra luci e ombre, chiaro e scuro ricoprono un ruolo catalitico nel immergere totalmente lo spettatore in una dimensione totalmente diversa, estranea al suo mondo eppure cosi terribilmente affine. Ci si abbandona completamente alla visione di questa straordinaria favola immergendosi in un mondo fatto di tenebre, sangue, amore, passioni, vendette. Ci si lascia trasportare in questo mondo dominato da creature splendide e raffinate ma al contempo feroci e violente. Creature eteree di una bellezza rara ma vecchie di secoli e storia alle spalle. Immortali ma dannati.
Ed in questa brillante fiaba noir, seguiamo le vicende di Louis Du Point du Lac (B.Pitt) e Lestat de Lioncourt (T. Cruise), narrate rigorosamente di notte dallo stesso Louis ad un reporter (C. Slater) in cerca di qualcosa di ecclatante che faccia balzare in alto la sua carriera. Dai giorni nostri si fa' ben presto un tuffo nel passato, nel 1791, quando Louis ricevette il dono oscuro da parte di Lestat. Da li' a poco ha inizio la loro avventura insieme che durera' quasi un secolo, sin al momento in cui le loro strade si divideranno a causa della piccola ma diabolica Claudia (K. Dunst), per ricongiungersi a distanza di un'altro secolo, di nuovo in America, catapultati ormai nell'era moderna.
Assistiamo dunque ad una superlativa interpretazione di Tom Cruise nelle vesti di Lestat, un vampiro enigmatico, affascinante ma alquanto possessivo, arrogante, eccentrico e diabolico. Lestat ha completamente abbracciato la sua vita oscura nell'eternita', si e' totalmente arreso alla sua natura da vampiro e tenta costantemente di far amare questa nuova vita al suo nuovo compagno di percorso, Louis. Quest'ultimo mantiene una natura umana spiccata, non volendosi arrendere completamente alla natura vampiresca violenta, ne al bere sangue di innocenti ma preferndo sopravvivere cibandosi di animali piuttosto che persone. Il rapporto col suo creatore e mentore Lestat sara' teso, portando Louis al punto di bruciare la sua abitazione e pensare seriamente di proseguire nel suo cammino da solo, abbandonando il suo maestro.
A quel punto Lestat cerchera' di consolidare il loro rapporto rendendo immortale una bambina, Claudia, dopo che Louis in preda alla fame e alla disperazione, tenta di uccidere. La piccola si dimostra sin da subito una feroce assassina, molto simile caratterialmente a Lestat. I due la viziano e la coccolano in ogni modo possibile, cercando di ricreare un ambiente famigliare-immortale- idilliaco. Effettivamente, i rapporti tra Louis e Claudia, ormai intrappolata in un corpo che non le appartiene piu', incapace di cresciere, di cambiare come tutti gli esseri umani, diventeranno sempre piu' solidi e concreti. Ma nello stesso tempo crescera' il rancore misto a odio nei confronti del loro creatore. Evento cruciale che segnera' la svolta nella storia di tutti e tre i protagonisti.
A strade ormai divise i tre vampiri conosceranno il vero significato della perdita, solitudine e sofferenza. Ognuno di loro si riconfermera' testimone della propria eterna dannazione, schiavo di sentimenti forti, indissolubili ma come nella maggior parte delle volte, fatali. Poiche' i vampiri, essendo creature oscure ma divine (le piu' simili a Dio, dopo gli angeli) sono capaci di nutrire sentimenti forti, di provare emozioni molto piu' profonde e concrete rispetto agli uomini...ma proprio per cio' sono condannati a soffrirne molto di piu'.
Ed ecco che il rapporto tra Louis e Claudia verra' definitivamente e brutalmente troncato dalla condanna a morte di lei e la sua nuova compagna di viaggio, Madeleine, una volta scoperto il tentato omicidio di un loro simile, e per di piu' creatore. Louis, verra' rinchiuso in una bara di metallo e condannato alle tenebre per l'eternita', anche se successivamente verra' salvato dal satanico ed enigmatico Armand, capo del mitico Theatre des Vampires di Parigi. Mentre nel Nuovo Mondo, Lestat, vivra' nella miseria, nel declino e nella decadenza piu' assurda: avendo ormai perso ogni elemento che lo rendeva un carismatico ma letale vampiro nel passato, si rinchiudera' a vivere in un cimitero di New Orleans, impaurito dal cambio radicale della societa' odierna. Resosi praticamente un fantasma di se stesso, vivendo di ricordi e rimpianti.
Arrivando cosi al finale, mai banale ma assai originale con tanto di colpo di scena (ma sempre fedele al racconto della Rice) prima dei titoli di coda, supportati dalla cover rock di Sympathy for The Devil degli Stones, rivisitata dagli immensi Guns and Roses.
L'intervista col vampiro e' una esperienza cinematografica unica, che merita di essere ripetuta, rivista, rigustata nel tempo perche' emana un fascino accativante al quale e' difficile restere. Un'opera dark e gothic-a che cattura e ridisegna nel modo migliore l'identita',mitica, del vampiro: spogliato da stereotipi e superstizioni di vario genere, i vampiri delle Cronache e del film in questione prendono vita sotto una luce (artificiale e sobria) completamente diversa. Sono esseri in preda alle loro piu' umane emozione, percepite pero' in gradi assai maggiori di quelli umani. Amore, dipendenza, odio, sensi di colpa, invidia, possessione, solitudine, nostalgia sono i sentimenti principali che s'intrecciano in maniera geniale nelle vite dei protagonisti e ne dettano i risvolti e le conseguenze.
Ambientazioni suggestive e decadenti, supportate da una fotografia e scenografia impeccabile, di altissimo livello. Regia sobria e solida che sa perfettamente tenere bilanciato il filo tra un opera horror, drammatica e sentimentale. Impeccabili le recitazioni di tutti gli attori, ma in particolare di Tom Cruise che e' favolosamente riuscito a portare sul grande schermo un Lestat in bilico tra la malvagita' e la sua natura piu' sensibile e umana. Espressioni, movimenti, sguardi..tutto perfetto. Jordan ha portato sicuramente a galla una delle migliori e memorabili interpretazioni di Cruise. Favolosa e molto verosimile anche la piccola Dunst nel ruolo di una perfida e scaltrissima Claudia. Piccolo ma azzeccato il ruolo di Banderas nelle vesti di Armand. Impeccabile (anche se ancora un po' troppo algido) Brad Pitt. Musiche straordinarie.
Non solo mi sento di consgliare questo film, ma lo reputo personalmente una pietra migliare nel suo genere, un cult e un must per tutti gli amanti delle storie dark e vampiresche. Vi prego dimenticatevi affinita' del tipo Twilight. Questo e' Cinema allo stato puro. Firmato da un colosso di regista come Neil Jordan.
Imperdibile.
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