Alessandra Levantesi
La Stampa
L’idea alla base di molti thriller attuali è quella che esiste un rapporto di inconscia affinità elettiva fra l’innocente e i colpevole di turno. In Captives, per esempio, Rachel, una bella dentista che due volte la settimana svolge i suo lavoro nell’infermeria di una prigione londinese, viene irresistibilmente attratta da uno dei pazienti, Philip, che è rinchiuso là dentro perché ha ucciso dieci anni prima la moglie infedele. Il punto è che Rachel, in attesa di divorzio, è ancora traumatizzata per il tradimento del marito e stenta a perdonano; insomma, in qualche modo è predisposta a giustificare i raptus omicida di Phiip. [...]
di Alessandra Levantesi, articolo completo (1910 caratteri spazi inclusi) su La Stampa 27 novembre 1995