ugo
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mercoledì 30 gennaio 2008
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manto nero
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E' un film che, al di là delle possibili carenze sul piano tecnico, mette in gioco, come pochi altri film del genere,l'dentità di due mondi che si incontrano, con le incomprensioni reciproche, i sospetti, la violenza, ma che recupera anche la dimensione del dialogo senza retorica o sdolcinature. Vedi per esempio la storia d'amore tra il giovane francese e la giovane indiana, trattata al difuori dei soliti schemi. Ma soprattutto la figura del gesuita protagonista e dell'algonchino, che finiscono per trovare un mutuo riconoscimento, seppure indiretto, del valore della propria "visione" religiosa ed esistenziale del mondo. E poi perplessità di fronte alla differenza, come nella scena di "capitan orologio" e quella della "scoperta" della scrittura da parte dei nativi americani.
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E' un film che, al di là delle possibili carenze sul piano tecnico, mette in gioco, come pochi altri film del genere,l'dentità di due mondi che si incontrano, con le incomprensioni reciproche, i sospetti, la violenza, ma che recupera anche la dimensione del dialogo senza retorica o sdolcinature. Vedi per esempio la storia d'amore tra il giovane francese e la giovane indiana, trattata al difuori dei soliti schemi. Ma soprattutto la figura del gesuita protagonista e dell'algonchino, che finiscono per trovare un mutuo riconoscimento, seppure indiretto, del valore della propria "visione" religiosa ed esistenziale del mondo. E poi perplessità di fronte alla differenza, come nella scena di "capitan orologio" e quella della "scoperta" della scrittura da parte dei nativi americani. I "parallelismi" spiazzanti sul piano cognitivo (Dio e Manitou) ma soprattutto la scena della vestizione del capo algonchino e di Champlain, che si devono incontrare ciascuno addobbato con le insegne del proprio rango. Insomma un film straordinario, anche se certe cose, per evitare frantendimenti sulla radicale impossibilità di comunicare tra culture diverse, dovrebbero essere spiegate da un commentatore. Ottimo secondo me da far vedere nelle scuole......
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weach
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mercoledì 15 settembre 2010
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senza soldi ma con verità
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Film minore sull' invasione dei Francesi del Quebec,regista australiano, con pochi mezzi fa un film splendido.
E' spaccato e confronto serrato fra culture diverse , anche scontro poiché i Francesi sono invasori e gli indigeni questo lo capiscono bene .
La natura in questo film è al centro della scena come pure la storia d'amore fra una indigena ed un bianco ,causa di molte morti ma anche l'inizio di una dignità che diviene condivisa bilateralmente.
Alcune frasi del film: "lasciati battezzare così anche tu sarai nella casa del padre.....-cosa ci faccio io di questo posto li non c'e nessuno che io conosca è posto solo per manti neri.
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Film minore sull' invasione dei Francesi del Quebec,regista australiano, con pochi mezzi fa un film splendido.
E' spaccato e confronto serrato fra culture diverse , anche scontro poiché i Francesi sono invasori e gli indigeni questo lo capiscono bene .
La natura in questo film è al centro della scena come pure la storia d'amore fra una indigena ed un bianco ,causa di molte morti ma anche l'inizio di una dignità che diviene condivisa bilateralmente.
Alcune frasi del film: "lasciati battezzare così anche tu sarai nella casa del padre.....-cosa ci faccio io di questo posto li non c'e nessuno che io conosca è posto solo per manti neri.......Ancora ....ma tu vuoi bene a noi ..............si"
Mondi diversi che con durezza cercano di capire ciò che li può unire, senza retorica.
Un film dove è centrale il linguaggio degli Uroni,il vento, la neve ed un mondo selvaggio splendido pieno di dignità ed onore;Film da cineteca per amatori dal palato pulito,da vedere pensando che questa visione è una bella opportunità per crescere e conosce la storia cruda delle sottomissioni di popoli.
E' documento di invasione di terra altrui da parte di un potere dominante che comunque sottometterà.
voto 7,5
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