salvatore scalera
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lunedì 18 dicembre 2006
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siate ingenui, mi raccomando!
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Comincio le mie piccole recensioni del Decalogo da una premessa che in questo caso mi sembra essenziale. Spesso accade che la struttra intellettuale dell'artista più che la su opera, condizionino l'interpretazione e persino la percezione di chi si accosta all'opera stessa. Decontestualizzarla è una operazione a mio avviso sempre necessaria e comunqe in questo caso forse persino essenziale, visto che l'ambiguità di Decalogo1 "Non avrai altro Dio all'infuori di me", è il tratto distintivo di questo slendido mediometraggio. Dunque se una recensione o un commento o una critica cinematografica possono avere un senso, ecco il mio primo e forse ultimo consiglio che mi permetto di dare a chi capiterà in sorte di leggere queste poche righe.
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Comincio le mie piccole recensioni del Decalogo da una premessa che in questo caso mi sembra essenziale. Spesso accade che la struttra intellettuale dell'artista più che la su opera, condizionino l'interpretazione e persino la percezione di chi si accosta all'opera stessa. Decontestualizzarla è una operazione a mio avviso sempre necessaria e comunqe in questo caso forse persino essenziale, visto che l'ambiguità di Decalogo1 "Non avrai altro Dio all'infuori di me", è il tratto distintivo di questo slendido mediometraggio. Dunque se una recensione o un commento o una critica cinematografica possono avere un senso, ecco il mio primo e forse ultimo consiglio che mi permetto di dare a chi capiterà in sorte di leggere queste poche righe. Accostatevi con ingenuità a questo film. Non cercate di sapere nulla in anticipo su kieslowski, il suo rapporto con la fede e il materialismo e abbandonatevi al dubbio esistenziale che a mio avviso scorre sotterraneo nel film.
in breve la storia: un uomo, ateo e scientista cerca di educare come meglio può suo figlio con l'aiuto di sua sorella che invece è cattolica. il bambino morirà annegato nel lago ghiacciato, in una splendida "non scena" per una "non colpa" del padre, fidatosi dei calcoli del suo computer (e neanche troppo visto che controlla fisicamente loa resistenza del ghiaccio sul lago). kieslowski, infatti ,per tutto il film, toglie. la tragedia non è melodramma in cui annegare per poi risorgere emotivamenete, ne favoletta morale dai cui trarre un insegnamento pronto per l'uso. Al contrario il film ha uno stile rigidissimo, algido direi, funzionale ad una ricerca intellettuale sofferta e non chiusa. Insomma il film non è mai consolatorio nè con i propri personaggi nè con gli spettatori; buon film e buona fortuna!
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viola96
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mercoledì 31 agosto 2011
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kieslowski è un genio,lo asserisco.
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Krzysztof Kieslowski è uno degli autori più importanti della Storia del Cinema mondiale.Un nome di punta per ogni cinefilo e per il cinema in generale.Prima della geniale trilogia dei colori della bandiera francese,Kieslowski realizzò,tra il 1988-89,una serie di 10 meravigliosi film,appunto "Decalogo",ispirati ai 10 comandamenti.O meglio,alla trasgressione dei dieci comandamenti.Perchè in questo primo capitolo del "Decalogo" kieslowskiano è la trasgressione del primo comandamento a dare il via alla vicenda."Io sono il Signore dio tuo.Non avrai altro Dio al di fuori di me".Quando l'uomo,ateo e profondamente anticlericale manco fosse Bunuel,sostituisce il Signore dio suo con un oggetto creato dall'Uomo,questi interviene.
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Krzysztof Kieslowski è uno degli autori più importanti della Storia del Cinema mondiale.Un nome di punta per ogni cinefilo e per il cinema in generale.Prima della geniale trilogia dei colori della bandiera francese,Kieslowski realizzò,tra il 1988-89,una serie di 10 meravigliosi film,appunto "Decalogo",ispirati ai 10 comandamenti.O meglio,alla trasgressione dei dieci comandamenti.Perchè in questo primo capitolo del "Decalogo" kieslowskiano è la trasgressione del primo comandamento a dare il via alla vicenda."Io sono il Signore dio tuo.Non avrai altro Dio al di fuori di me".Quando l'uomo,ateo e profondamente anticlericale manco fosse Bunuel,sostituisce il Signore dio suo con un oggetto creato dall'Uomo,questi interviene.Kieslowski è mistico e profondo,in questa parabola.C'è un lago ghiacciato e un paio di pattini.C'è il grigiore del mondo davanti a una Polonia gelata.C'è un arma che non è nè auto-referenziale,nè utile.Torna e ritorna su un discorsetto unitario,il genio polacco,con la malinconica armonia di sguardi alla Truffaut che delinea due ominidi(perchè questo sono) che alle domande spudorate di un ragazzino non sanno e non possono rispondere.Il Destino è contro di noi,se lo si sfida.C'è un Dio?Chi siamo?Dove andiamo?Da dove veniamo?Kieslowski s'interroga abilmente su questo.Krzysztof è un professore universitario che, separato dalla moglie, si trova costretto a crescere il proprio figlio, Pawe?, da solo.Il padre è un grande appassionato di computer e pensa che tutta la vita possa essere descritta matematicamente attraverso l'uso del computer.Lui non crede in Dio,ma alla sua visione si contrappone quella della sorella,cristiana praticante.Un giorno il lago vicino a casa ghiaccia ed il bambino desidera andarci a pattinare.Il padre,comincia a calcolare la pericolosità della situazione tramite il suo computer.Ma la tragedia è incombente.Delineando la figura di un uomo sicuro delle sue idee,Kielslowski fa si che l'uomo non si accorga della morte del figlio,nonostante i segnali premonitori (un'ambulanza che si dirige verso il lago, gli amici che non lo trovano, la lezione a cui è mancato, le persone che lo cercano per avvisarlo dell'accaduto) e si capacita di ciò che è successo solo quando guarda il corpo senza vita del figlio.Pieno di simbologie(tra cui i liquidi),il film è uno dei migliori del "Decalogo" ed è probabilmento il massimo esperimento filologico raggiunto da un regista così (poco) tradizionalista.Eclettica e illuminante l'ultima scena:Il padre distrugge un altarino innalzato alla Madonna e come liquido(ancora) v'è un'immagine della stessa che piange.Tra silenzi che valgono più di seimila parole,dialoghi saturi e bravura armonica senza precedenti,Kieslowski realizza un potente inno all'imprevedibilità della vita e al non abusare di quella che i greci chiamavano ubris,la superbia.Oltre ad essere un regista infallibile,Kieslowski si dimostra un eccezionale sceneggiatore.Oltre che un poeta.
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fedeleto
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lunedì 19 dicembre 2011
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la tecnologia non sara' mai un nuovo dio
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Il giovane Pawel,e' un bambino che si interroga sul concetto di fede e morte .Vive con il padre ,un matematico che crede poco nella fede e molto nelle possibilita' di probabilita' che trova nel computer.Ma quando il computer sembra che abbia dato sicurezze riguardo ad una probabilita' di poter pattinare su una superficie di ghiaccio,si rivelera' invece inutile e il piccolo Pawel morira',forse invece che ascoltare la voce di un computer sarebbe meglio sentire la voce della fede e capire che le cose vanno vissute senza lo schema di limitazione ma con un motore di potenza come il cuore e la fede.Kieslowski(senza fine ,destino cieco,il cineamatore) dirige il primo episodio del decalogo in maniera eccelsa.
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Il giovane Pawel,e' un bambino che si interroga sul concetto di fede e morte .Vive con il padre ,un matematico che crede poco nella fede e molto nelle possibilita' di probabilita' che trova nel computer.Ma quando il computer sembra che abbia dato sicurezze riguardo ad una probabilita' di poter pattinare su una superficie di ghiaccio,si rivelera' invece inutile e il piccolo Pawel morira',forse invece che ascoltare la voce di un computer sarebbe meglio sentire la voce della fede e capire che le cose vanno vissute senza lo schema di limitazione ma con un motore di potenza come il cuore e la fede.Kieslowski(senza fine ,destino cieco,il cineamatore) dirige il primo episodio del decalogo in maniera eccelsa.Basandosi sul primo comandamento:IO SONO IL SIGNORE DIO TUO NON AVRAI ALTRO DIO ALL'INFUORI DI ME,consiste nel mostrare come l'uomo metta al centro della sua vita se stesso e le sue convinzioni,non vedendo che in realta' c'e' un modus vitae ben diverso,ovvero quello della fede ,credere in dio ,in qualcosa che da' vita e da' morte ma che soprattutto puo' salvare l'uomo dalle sue perdizioni.Notevoli i simbolismi,il ragazzo sul ghiaccio con il fuoco acceso(sarebbe in realta' il ragazzo che guarda se stesso ovviamente qui cresciuto,oppure un semplice passante?),il cane morto porta il piccolo a riflettere sulla morte,una fine dunque ,un niente assoluto che avvolge l'essere,un azzeramento proprio come un computer.Dio sara' presente solo nella scena finale dove l'uomo non accettando la morte del figlio entrera' in una chiesa colpendo il tavolo dove sopra e' raffigurata la madonna con il bambino,un chiaro esempio di impotenza che porta a rivolgersi a dio solo nel momento in cui ora e' troppo tardi.Un kieslowski sempre piu' profondo e moraleggiante,come inizio del decalogo rimane uno dei migliori episodi.
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dandy
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venerdì 15 aprile 2011
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io sono il computer dio tuo.
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Il primo degli episodi della grandiosa decina del "Decalogo",è indubbiamente quello più esplicitamente legato alla religione.Duro e senza possibilità di consolazione(o redenzione?).In alcune scene(il calamaio che si rompe inspiegabilmente,l'icona che piange)il regista ha rischiato,ma è riuscito a essere convincente e toccante.Forse il più coraggioso della serie.Alcuni lo definirebbero il più blasfemo.
[+] emozioni
(di aprilynne)
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