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venerdì 21 ottobre 2011
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le vie del signore sono finite (1987)
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LE VIE DEL SIGNORE SONO FINITE (1987) di Massimo Troisi (***)
con Jo Champa – Massimo Bonetti – Marco Messeri…
Camillo (Troisi) si finge paralitico, ma più che fingere è affetto da malattia psicosomatica, per causa di una giovane donna che non lo ama più, Vittoria (la bellissima Champa). Di ritorno da Lourdes fa amicizia con Orlando vero paralitico, (Bonetti) e lo invita a farsi vedere, a mantenere i contatti.
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LE VIE DEL SIGNORE SONO FINITE (1987) di Massimo Troisi (***)
con Jo Champa – Massimo Bonetti – Marco Messeri…
Camillo (Troisi) si finge paralitico, ma più che fingere è affetto da malattia psicosomatica, per causa di una giovane donna che non lo ama più, Vittoria (la bellissima Champa). Di ritorno da Lourdes fa amicizia con Orlando vero paralitico, (Bonetti) e lo invita a farsi vedere, a mantenere i contatti. Essendo lui barbiere potrebbe aiutarlo con la caduta dei capelli. Ad assistere Camillo ci pensa il fratello Leone (Messeri) che in realtà si sente escluso da tutti, incompreso e che ha come solo scopo quello di assistere il fratello, facendo credere di sopportare questo peso, quando invece è ben felice di essere d’aiuto. Siamo nel periodo fascista, nell’Italia del duce, in questo contesto s’intrecciano le vite dei primi 3 personaggi : Camillo vorrebbe ritornare con Vittoria, quando crede di esserci riuscito torna a camminare, ma per non risultare insensibile e bugiardo all’amico Orlando, rimane sulla sedia in sua presenza, a sua volta Camillo cerca di spronarlo e di aiutarlo a conoscere una bella donna, comprendendo quanto l’amico sia troppo solo e troppo introverso, così combina un finto incontro con Vittoria e una sua amica, ma non serve a molto anzi, Orlando s’innamora di Vittoria invece che dell’altra, Camillo a causa di una sua battuta nei confronti del duce passa per un antifascista (Da quando c’è lui... treni in orario, e tutto in ordine \ Per fare arrivare i treni in orario, però, se vogliamo, mica c'era bisogno di farlo capo del governo: bastava farlo capostazione...) e finirà in prigione. Bravissimi tutti, dal malinconico Bonetti alla dolcissima Champa, con un Troisi in grande spolvero, sempre più originale e fuori dal comune, con la sua bravura e la sua comicità semplice e leggera, per un bel film e un lieto fine.
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domenica 26 febbraio 2012
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storia raffinata che si riscatta nella ii parte
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In uno dei tanti paesini di provincia dell'Italia fascista, Camillo è un giovane che si finge paralitico per impietosire le donne e gli amici. Questo suo handicap riempie anche le giornate del fratello Leone, che lavora alle terme del paese. La sua vita è però legata alla francese Vittoria, la quale ha conosciuto un inglese e sembra destinata a sposarlo.
In questo quarto film, Troisi cerca di mettere su una storia più raffinata delle commedie girate e interpretate fino a quel momento. La sua ambizione riesce a metà, nel vero senso della parola. Nella prima ora il film è lento, verboso e noioso; poi dalla divertente scena delle due invenzioni che hanno poco successo in un'era nella quale "un uomo senza capelli dice che la via della salvezza sono il dolore e il sacrificio", il film prende vita, si ravviva.
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In uno dei tanti paesini di provincia dell'Italia fascista, Camillo è un giovane che si finge paralitico per impietosire le donne e gli amici. Questo suo handicap riempie anche le giornate del fratello Leone, che lavora alle terme del paese. La sua vita è però legata alla francese Vittoria, la quale ha conosciuto un inglese e sembra destinata a sposarlo.
In questo quarto film, Troisi cerca di mettere su una storia più raffinata delle commedie girate e interpretate fino a quel momento. La sua ambizione riesce a metà, nel vero senso della parola. Nella prima ora il film è lento, verboso e noioso; poi dalla divertente scena delle due invenzioni che hanno poco successo in un'era nella quale "un uomo senza capelli dice che la via della salvezza sono il dolore e il sacrificio", il film prende vita, si ravviva. Lo stesso Troisi ritrova la sua proverbiale forma e verve, apparso fino ad allora sottotono e fiacco, quasi irriconoscibile. Il film vinse comunque due nastri d'argento.
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