fabio1957
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lunedì 22 giugno 2015
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non il migliore di troisi
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Trama non troppo avvincente con un Troisi tipicamente arroccato sul suo stereotipo,tipico eloquio smozzicato,paradossi discorsivi,ridondanza dei concetti,dilatati all'estremo.Sono tutti gli ingredienti del successo del regista che però qui ne sono anche i limiti,non consentendo al film di decollare veramente.Alcune caraterizzazioni sono comunque geniali.Non il migliore del grande Massimo.
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great steven
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giovedì 12 giugno 2014
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film ambientato all'epoca del fascismo con troisi.
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LE VIE DEL SIGNORE SONO FINITE (IT, 1987) diretto da MASSIMO TROISI. Interpretato da MASSIMO TROISI – MARCO MESSERI – JO CHAMPA – MASSIMO BONETTI – ENZO CANNAVALE – CLELIA RONDINELLA – CAROLA STAGNARO – FRANCO PISTONI § La storia è ambientata negli Anni Venti, durante il periodo fascista. Un giovane barbiere di Acquasalubre (paese immaginario) è paralizzato dagli arti inferiori in giù per via di una malattia psicosomatica, senza però che vi sia alcuna lesione organica delle gambe. I medici ritengono che il disturbo sia dovuto al termine della sua storia d’amore con una benestante ragazza del posto.
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LE VIE DEL SIGNORE SONO FINITE (IT, 1987) diretto da MASSIMO TROISI. Interpretato da MASSIMO TROISI – MARCO MESSERI – JO CHAMPA – MASSIMO BONETTI – ENZO CANNAVALE – CLELIA RONDINELLA – CAROLA STAGNARO – FRANCO PISTONI § La storia è ambientata negli Anni Venti, durante il periodo fascista. Un giovane barbiere di Acquasalubre (paese immaginario) è paralizzato dagli arti inferiori in giù per via di una malattia psicosomatica, senza però che vi sia alcuna lesione organica delle gambe. I medici ritengono che il disturbo sia dovuto al termine della sua storia d’amore con una benestante ragazza del posto. Assistito dal fratello maggiore, il parrucchiere aiuta un timido e remissivo poeta ad uscire di casa e conquistare il cuore della ragazza spasimata, e nel frattempo recupera a poco a poco l’uso delle gambe quando il suo rapporto con la fidanzata va migliorando. Nel frattempo, però, accadranno fatti spiacevoli, compresa l’incarcerazione del barbiere per presunto antifascismo e il tesseramento del poeta (anch’egli poliomielitico, ma davvero) nel Partito Fascista. Emigrando in Francia, in seguito, il protagonista potrà ricongiungersi alla sua amata e continuare la loro appassionata e tormentata relazione. Interessante sul piano relazionale dei personaggi: un M. Troisi spontaneo e genuino come sempre, grazie al suo napoletano dirompente e torrenziale che spazza via ogni traccia di disomogeneità e artificio; un M. Messeri rappresentato come anima in pena, solerte e fischiettato, servizievole e abbattuto; una J. Champa ribelle, col senso della misura, energica e tellurica; un M. Bonetti introverso, bravissimo nell’esternare i sentimenti contrastanti e cozzanti di un animo intimorito e successivamente reagente; un maturo E. Cannavale (un anno prima di interpretare Nuovo Cinema Paradiso di Tornatore) rabbioso, impaziente e sicuro del proprio ruolo di padre severo e nervoso, accompagnato sempre dalla sua napoletanità verace e sanguigna. Peccato che sia troppo demagogico e manierato a livello di divulgazione socio-politica: il discorso sul fascismo sembra legato eccessivamente a una dimensione sistemica banale e annacquata, che inquadra il fenomeno in una prospettiva semplicistica e poco intrigante, senza approfondire le motivazioni che muovono le azioni dei personaggi, pur sempre eccellenti e funzionanti, in un contesto dittatoriale e nazionalista che sicuramente andava esposto con meno imitazione e più puntiglio e precisione storica. Il film vinse un Nastro d’argento per la sceneggiatura, che in effetti merita un riconoscimento alto per la sua velleità, il suo dinamismo e il suo essere multiforme in un viavai di dialoghi scattanti e momenti di calma e bonaccia discorsiva. Non male la colonna sonora con le musiche di Pino Daniele, grande amico dell’attore-regista, che lascia spaziare dal montaggio tranquillo e la fotografia a colori sobria e pacata, affrontando le tematiche delicate e sentimentali che travisano la trama e la morale del film. Girato quasi interamente a Lucera (in provincia di Foggia), con alcune ambientazioni a Parigi e Roma. Alcune riprese furono effettuate anche nel Subappennino Dauno.
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toty bottalla
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giovedì 19 settembre 2013
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lento, a tratti un pò noioso, amaro e a lieto fine
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Troisi è grande a prescindere, anche in questo film un pò allentato si trovano tracce della sua genialità, tuttavia le ostinate sequenze di dialogo ripetitive, l'audio in presa diretta talvolta scadente e una storia un pò forzata con poca attenzione alla fotografia, mi inducono alla perplessità, il racconto, si riscatta esaltando la vera amicizia, rivelando un troisi meno introverso del solito tra le splendide musiche di pino daniele. Saluti.
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luca scial�
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domenica 26 febbraio 2012
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storia raffinata che si riscatta nella ii parte
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In uno dei tanti paesini di provincia dell'Italia fascista, Camillo è un giovane che si finge paralitico per impietosire le donne e gli amici. Questo suo handicap riempie anche le giornate del fratello Leone, che lavora alle terme del paese. La sua vita è però legata alla francese Vittoria, la quale ha conosciuto un inglese e sembra destinata a sposarlo.
In questo quarto film, Troisi cerca di mettere su una storia più raffinata delle commedie girate e interpretate fino a quel momento. La sua ambizione riesce a metà, nel vero senso della parola. Nella prima ora il film è lento, verboso e noioso; poi dalla divertente scena delle due invenzioni che hanno poco successo in un'era nella quale "un uomo senza capelli dice che la via della salvezza sono il dolore e il sacrificio", il film prende vita, si ravviva.
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In uno dei tanti paesini di provincia dell'Italia fascista, Camillo è un giovane che si finge paralitico per impietosire le donne e gli amici. Questo suo handicap riempie anche le giornate del fratello Leone, che lavora alle terme del paese. La sua vita è però legata alla francese Vittoria, la quale ha conosciuto un inglese e sembra destinata a sposarlo.
In questo quarto film, Troisi cerca di mettere su una storia più raffinata delle commedie girate e interpretate fino a quel momento. La sua ambizione riesce a metà, nel vero senso della parola. Nella prima ora il film è lento, verboso e noioso; poi dalla divertente scena delle due invenzioni che hanno poco successo in un'era nella quale "un uomo senza capelli dice che la via della salvezza sono il dolore e il sacrificio", il film prende vita, si ravviva. Lo stesso Troisi ritrova la sua proverbiale forma e verve, apparso fino ad allora sottotono e fiacco, quasi irriconoscibile. Il film vinse comunque due nastri d'argento.
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iasc085
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venerdì 21 ottobre 2011
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le vie del signore sono finite (1987)
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LE VIE DEL SIGNORE SONO FINITE (1987) di Massimo Troisi (***)
con Jo Champa – Massimo Bonetti – Marco Messeri…
Camillo (Troisi) si finge paralitico, ma più che fingere è affetto da malattia psicosomatica, per causa di una giovane donna che non lo ama più, Vittoria (la bellissima Champa). Di ritorno da Lourdes fa amicizia con Orlando vero paralitico, (Bonetti) e lo invita a farsi vedere, a mantenere i contatti.
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LE VIE DEL SIGNORE SONO FINITE (1987) di Massimo Troisi (***)
con Jo Champa – Massimo Bonetti – Marco Messeri…
Camillo (Troisi) si finge paralitico, ma più che fingere è affetto da malattia psicosomatica, per causa di una giovane donna che non lo ama più, Vittoria (la bellissima Champa). Di ritorno da Lourdes fa amicizia con Orlando vero paralitico, (Bonetti) e lo invita a farsi vedere, a mantenere i contatti. Essendo lui barbiere potrebbe aiutarlo con la caduta dei capelli. Ad assistere Camillo ci pensa il fratello Leone (Messeri) che in realtà si sente escluso da tutti, incompreso e che ha come solo scopo quello di assistere il fratello, facendo credere di sopportare questo peso, quando invece è ben felice di essere d’aiuto. Siamo nel periodo fascista, nell’Italia del duce, in questo contesto s’intrecciano le vite dei primi 3 personaggi : Camillo vorrebbe ritornare con Vittoria, quando crede di esserci riuscito torna a camminare, ma per non risultare insensibile e bugiardo all’amico Orlando, rimane sulla sedia in sua presenza, a sua volta Camillo cerca di spronarlo e di aiutarlo a conoscere una bella donna, comprendendo quanto l’amico sia troppo solo e troppo introverso, così combina un finto incontro con Vittoria e una sua amica, ma non serve a molto anzi, Orlando s’innamora di Vittoria invece che dell’altra, Camillo a causa di una sua battuta nei confronti del duce passa per un antifascista (Da quando c’è lui... treni in orario, e tutto in ordine \ Per fare arrivare i treni in orario, però, se vogliamo, mica c'era bisogno di farlo capo del governo: bastava farlo capostazione...) e finirà in prigione. Bravissimi tutti, dal malinconico Bonetti alla dolcissima Champa, con un Troisi in grande spolvero, sempre più originale e fuori dal comune, con la sua bravura e la sua comicità semplice e leggera, per un bel film e un lieto fine.
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emmegiuni
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lunedì 14 marzo 2011
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troisi/daniele poesia pura
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Ho visto questo film da piccolo, onestamente non l'ho apprezzato, sono passati almeno 15 anni l'ho rivisto e ho capito tutto. Mi manca Troisi e non riesco a vedere qualcuno che possa neanche avvicinarsi. I dialoghi....ci fossero dialoghi così oggi, mi viene da pensare che Troisi fosse un genio o che forse oggi il cinema non ha più ispirazione
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paky
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sabato 22 novembre 2008
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molto bello
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4 stelle meritatissime!!!!
Grande troisi , bel film , comico ma anche con la vena malinconica di un grande attore
Molto azzeccate le colonne sonore di Pino Daniele, che si aprono alla fine alla grande nell'incontro finale a Parigi!
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frank
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mercoledì 12 settembre 2007
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divertentissimo
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Divertentissimo! Troisi è come al solito bravissimo.
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baldannibale
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domenica 17 giugno 2007
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grande troisi!
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Uno dei film più curati e sofisticati del genio comico di Troisi.Viene riproposta un'Italia fascista in modo elegante tanto dà far risaltare la storia del protagonista del film ancora più intima e personale.Troisi è contornato da attori e attrici che sanno il fatto loro e rendono i dialoghi del film molto piacevoli,divertenti e con quel tocco di malinconia tipica dei film del grande attore napoletano.
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roberto77mds
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venerdì 8 giugno 2007
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ottimo film
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Anche il 3° film di troisi come regista non delude. Azzeccata la scelta di cambiare scenario (italia '30)
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