Lo specchio delle spie

RECENSIONE
La vicenda del film del 1969 è tratta da un libro di Le Carrè e riguarda un'operazione di spionaggio del servizio di informazione militare inglese , quindi da non confondere con il MI6 raccontato in più libri dall'autore inglese e con protagonista George Smiley.
Il servizio in decadenza, cerca di alzare la testa e organizzare un'operazione nella DDR (la Germania comunista) dove in una località si troverebbe, sulla base di labili indizi, un sito di missili atomici. Per fare questo viene arruolato un esule polacco Leiser (Christopher Jones, attore americano con un modesto curriculum cinematografico: La Figlia Di Ryan, con un aspetto attraente che a detto alcuni lo faceva assomigliare a James Dean) che introdotto nella DDR dovrà accertare la veridicità di una fotografia sfuocata che sembrerebbe raffigurare un missile. Lo addestra l'agente segreto John Avery (un John Hopkins giovane in uno dei suoi primi film), le operazioni sono dirette da Ralph Richardson (vecchio attore inglese teatrale e cinematografico: Riccardo III, Il nostro agente all'Avana, Le 4 piume 1939, Exodus).
Parte del film concerne i rapporti tra l'agente Avery e Leiser, questi è un cane sciolto insofferente dell'addestramento a cui si ribella spesso. Leiser è innamorato di una ragazza che ha messo incinta e che accetta per i soldi e per una polizza assicurativa per il figlio nascituro. Rimane traumatizzato quando la ragazza gli rivela che  a sua insaputa ha abortito  e lui la lascia, creando però difficoltà nel suo addestramento. Leiser parte si introduce nella DDR, ma già all'inizio l'impresa si mette male, si ferisce alla mano con il filo spinato, viene subito individuato è dotato di vecchie attrezzature, uccide un camionista che gli ha dato un passaggio e che cerca, ricattandolo, un maldestro approccio omosessuale, incontra una ragazza tedesca (Pia Degemark) che lo aiuta, ma alla fine viene ucciso dalla polizia insieme alla ragazza in ospedale in cui nascosto cerca inutilmente di trasmettere alla base che ha visto un missile. Nel finale Avery scopre che in realtà l'impresa non è finita male perché è servita di copertura ad un'altra operazione più importante.
Il film è diretto da Frank Pierson, sceneggiatore del  cinema e della TV, ma con un modestissimo curriculum di regia cinamtografica (E' nata una stella 1976, Il re degli Zingari). La regia appare molto modesta e il film pur ricavato da un romanzo di Le Carrè che ha scritto pagine memorabili, si dipana faticosamente con una lentezza esasperante senza provocare alcun interesse. E' infatti privo di tensione e suspence, anche nella scena finale ambientata nell'Ospedale dove viene scoperto Leiser con la ragazza tedesca che l'aveva aiutato, c'è mancanza di suspense il finale appare scontato, né le varie vicende prima avvenute come l'uccisione del camionista riescono a dare sprint al film. Anche la recitazione mostra alcuni problemi: Christopher Jones non sa recitare (altro che James Dean) e Pia Dagemark non recita ma mostra solo le gambe. Si salvano solo Anthony Hopkins non però al meglio della forma che verrà negli anni successivi e Ralph Richardson che fa il suo dovere stancamente.