irontato
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venerdì 4 febbraio 2011
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grazie
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Grazie a Monicelli a Gassman a Volontè e a tutti gli altri che hanno contribuito alla realizzazione di questa commedia originale e sgangherata.Vedendo ciò che circola oggi non si può che pensare:così non li fan più.
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(di capretta)
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marc provencher
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sabato 25 giugno 2005
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une farce incomparable
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C'est grâce à une édition DVD brésilienne qu'après 15 ans de recherches infructueuses, j'ai finalement mis la main sur L'Armata Brancaleone. Je m'attendais à voir une excellente comédie italienne. J'ai vu un des plus grands films comiques de l'histoire du cinéma. Vittorio Gassman est un paillasse phénoménal. Les dialogues d'Age-Scarpelli sont d'une invention furibonde. Le tempo imprimé par Monicelli est tout simplement parfait. Le vent de folie qui souffle sur cette farce incroyablement inspirée dépasse toute description. Capolavoro comico eternale.
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*****
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domenica 7 ottobre 2001
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branca branca branca!!!....leon leon leon...
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In un italia medioevale, molto diversa dai giorni nostri il regista ci presenta un racconto assai sgangherato. E' un film favoloso.
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(di daniele)
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brando fioravanti
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venerdì 30 marzo 2012
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medioevo
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Il film è un lungo viaggio nell'Italia medievale, dove un gruppo di fannulloni con ha capo uno squinternato cavaliere partono alla conquista di un feudo con un documento rubato . Non ne andrà dritta una e alla fine solo grazie ad un santone scamperanno alla morte.Un gruppo di miserabili sono protagonisti di questa storia che va alla scoperta della nostra cultura riprodotta nel migliore dei modi .Bellissimi paesaggi contornati da una splendita architettura medievale. Volontè e Gassman sono tra i migliori attori italiani di sempre, fa uno strano effetto vederli insieme in una commedia. Geniale la comicità sul linguaggio, si parla in tutto il film un italiano molto sgrammaticato, peccato che non si possa apprezzare fuori dall'Italia.
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Il film è un lungo viaggio nell'Italia medievale, dove un gruppo di fannulloni con ha capo uno squinternato cavaliere partono alla conquista di un feudo con un documento rubato . Non ne andrà dritta una e alla fine solo grazie ad un santone scamperanno alla morte.Un gruppo di miserabili sono protagonisti di questa storia che va alla scoperta della nostra cultura riprodotta nel migliore dei modi .Bellissimi paesaggi contornati da una splendita architettura medievale. Volontè e Gassman sono tra i migliori attori italiani di sempre, fa uno strano effetto vederli insieme in una commedia. Geniale la comicità sul linguaggio, si parla in tutto il film un italiano molto sgrammaticato, peccato che non si possa apprezzare fuori dall'Italia. La colonna sonora è di moda ancora oggi.
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filippo catani
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mercoledì 5 dicembre 2012
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un capolavoro targato monicelli
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Italia nel Medioevo. Il cavaliere Brancaleone da Norcia accetta l'offerta di un gruppo di sgangherati briganti di prendere possesso di un feudo in Puglia. A capo di questa fantomatica truppa e con l'aggiunta di uno scapestrato nobile bizantino, Brancaleone partirà alla volta del feudo e si troverà ad affrontare innumerevoli traversie.
Veramente eccezionale questa pellicola che parte da posizione invidiabile. Infatti non sono molti i film che possono annoverare un Monicelli alla regia e un'accoppiata Gassman-Volontè quali protagonisti. Ma il film si giova anche di altri elementi e, primo fra tutti il linguaggio dei personaggi con una sorta di latino maccheronico misto a italiano e dialetti altrettanto maccheronici.
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Italia nel Medioevo. Il cavaliere Brancaleone da Norcia accetta l'offerta di un gruppo di sgangherati briganti di prendere possesso di un feudo in Puglia. A capo di questa fantomatica truppa e con l'aggiunta di uno scapestrato nobile bizantino, Brancaleone partirà alla volta del feudo e si troverà ad affrontare innumerevoli traversie.
Veramente eccezionale questa pellicola che parte da posizione invidiabile. Infatti non sono molti i film che possono annoverare un Monicelli alla regia e un'accoppiata Gassman-Volontè quali protagonisti. Ma il film si giova anche di altri elementi e, primo fra tutti il linguaggio dei personaggi con una sorta di latino maccheronico misto a italiano e dialetti altrettanto maccheronici. Poi ci sono le avventure che questa squinternata banda deve affrontare e che è un po' quello che ci si poteva spettare nel Medioevo: una città infestata dalla peste, i duelli cavallereschi, i possedimenti di Bisanzio, briganti e da ultimo anche l'arrivo dei Saraceni senza dimenticare la combriccola guidata da un improbabile monaco invasato che vuole partire per liberare la Terra Santa. Insomma un divertentissimo guazzabuglio di personaggi, vicende e situazioni che coinvolgono lo spettatore che ora ride di gusto quindi si commuove anche. Un film che non solo ha avuto e ha ancora successo ma che è entrato nel nostro modo di parlare quotidiano e c'è forse miglior riuscita di questa per un'opera vuoi che sia letteraria, cinematografica o musicale?.
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great steven
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venerdì 15 maggio 2015
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rivisitazione nazional-popolare del basso medioevo
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L'ARMATA BRANCALEONE (IT, 1966) diretto da MARIO MONICELLI. Interpretato da VITTORIO GASSMAN, GIAN MARIA VOLONTé, ENRICO MARIA SALERNO, CARLO PISACANE, GIANLUIGI CRESCENZI, UGO FANGAREGGI, CATHERINE SPAAK, FOLCO LULLI, BARBARA STEELE, LUIGI SANGIORGI, MARIA GRAZIA BUCCELLA, PIPPO STARNAZZA, FULVIA FRANCO, JOAQUIN DIAZ
Dopo aver perso miseramente un torneo cavalleresco, il bizzarro, volenteroso e determinato cavaliere Brancaleone da Norcia, in groppa al suo destriero altrettanto volubile e cocciuto, parte insieme a quattro malconci balordi alla conquista del feudo pugliese di Aurocastro, ignaro che esso appartiene già, per cessione documentata da una preziosa pergamena, a un benestante signorotto in fin di vita che però è riuscito a sopravvivere a un’invasione di un’orda di briganti ungheresi.
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L'ARMATA BRANCALEONE (IT, 1966) diretto da MARIO MONICELLI. Interpretato da VITTORIO GASSMAN, GIAN MARIA VOLONTé, ENRICO MARIA SALERNO, CARLO PISACANE, GIANLUIGI CRESCENZI, UGO FANGAREGGI, CATHERINE SPAAK, FOLCO LULLI, BARBARA STEELE, LUIGI SANGIORGI, MARIA GRAZIA BUCCELLA, PIPPO STARNAZZA, FULVIA FRANCO, JOAQUIN DIAZ
Dopo aver perso miseramente un torneo cavalleresco, il bizzarro, volenteroso e determinato cavaliere Brancaleone da Norcia, in groppa al suo destriero altrettanto volubile e cocciuto, parte insieme a quattro malconci balordi alla conquista del feudo pugliese di Aurocastro, ignaro che esso appartiene già, per cessione documentata da una preziosa pergamena, a un benestante signorotto in fin di vita che però è riuscito a sopravvivere a un’invasione di un’orda di briganti ungheresi. Lungo la strada, Brancaleone e il suo squinternato drappello incontrano un prode guerriero biondo (Teofilatto dei Leonzi) che perde il suo cavallo e si aggrega alla truppa, una vedova rimasta sola in un paese appestato, un gaudente monaco-predicatore (Zenone) in viaggio per raggiungere la Terra Santa, una principessa (Matelda) insidiata e oppressa dalla sua casata reale e numerosi altri personaggi sullo sfondo di un’Italia frammentata ancora dipendente da tradizioni agricole e antiche convenzioni fortemente vigenti. Combattendo coi pirati saraceni, Brancaleone verrà per due volte condannato alla morte per impalamento, anche per la ricomparsa del feudatario che reclama imperativo la proprietà della sua terra, ma il valoroso cavaliere settentrionale avrà la sua ricompensa partendo per cercare un territorio su cui governare nel vicino Oriente. La trovata geniale di questo film squisitamente picaresco, in toni di commedia agreste mescolata al gusto dell’avventura più venale e goliardico, è l’invenzione di un idioma che annette al suo interno un italiano prevolgare e un latino medievale, ottenendo un risultato assai divertente che ne fa la carta vincente di un’opera che si può assolutamente considerare fra i capolavori meglio girati del maestro Monicelli (1915-2010), allora cineasta già affermato ma con ancora tanti assi nella manica da sfoderare nella realizzazione di pellicole memorabili sul grande schermo. Un V. Gassman più vivace e arzillo che mai per un’interpretazione valida e indimenticabile che arricchisce il suo ampio repertorio di personaggi sopra le righe e in qualche modo perdenti alla ricerca di un disperato riscatto. Ma anche il resto del cast non è da meno: Volonté (che finalmente parla con la sua vera voce, senza bisogno di doppiaggio come invece era accaduto nei primi due capitoli della leoniana trilogia del dollaro) si distingue per simpatia e spiccata giocondità; la Spaak ha un piglio recitativo decisamente affinato grazie alla pratica e all’esperienza e la sua femminilità concisa lascia a bocca aperta; E. M. Salerno interpreta un carattere totalmente fuori dalle sue corde abituali, ma che stupisce positivamente per la facilità deliziosa con cui abbraccia un ruolo per lui così inusuale ma pur sempre efficace e spassoso. Merita lode anche la parte di C. Pisacane (il Capannelle de I soliti ignoti, qui di nuovo all’opera con Monicelli), il vecchietto dalla voce querula vestito con un abito rosso orientaleggiante che si trascina sempre dietro una misteriosa cassa del tesoro su ruote, e nella quale muore per anzianità a un certo punto dello straordinario viaggio che è al centro del film. Inutile spendere parole di apprezzamento per una regia che non si smentisce mai e che centra il bersaglio non con una scontata prevedibilità, bensì facendo vasto impiego di una coerenza efficiente ed evitando i luoghi comuni sull’epoca trattata, e l’esito è un superbo ritratto di una penisola nostrana immersa in arretratezze comunque superabili e al tempo stesso vicina, politicamente e socialmente parlando, all’Italia contemporanea al periodo d’uscita del film, sull’orlo della protesta studentesca e ancorata al predominio dell’onnipresente e all’apparenza imbattibile Democrazia Cristiana. Tre nastri d’Argento: colonna sonora, fotografia e costumi.
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