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Adattamento televisivo per la RAI del 1964 di un dramma di Strindberg del 1900 ad opera del prolifico Giacomo Colli. Tra i protagonisti si distinguono per bravura e talento innato una giovanissima Loretta Goggi, allora quattordicenne, ed il bambino prodigio dell’epoca, interprete di tanti sceneggiati TV, Roberto Chevalier. Il dramma si incentra sulla figura di Elis, un convincente Franco Graziosi, giovane professore orgoglioso ed egocentrico, diviso tra la difesa ad oltranza del proprio io contro le infamie e le ingiustizie del mondo e la necessità di aprirsi agli altri per poter sopravvivere in qualche modo. Le sventure familiari, il padre in carcere con un accusa di furto, la sorella adolescente malata di mente, appena dimessa da un manicomio, accentuano la cupezza di carattere del protagonista, già incline ad una visione pessimistica della vita, inducendolo ad arroccarsi in sé stesso, spaventato ed afflitto da manie di persecuzione, fino a sospettare della fedeltà della futura sposa. Ma il venerdì di passione termina e la Pasqua arriva con la speranza di rinnovamento interiore che porterà la luce nelle buie stanze, in cui Colli ambienta il dramma, e nell’animo disperato di Elis. Anche in quest’opera, apparentemente a lieto fine, si colgono in alcune battute le influenze del pensiero di Swedenborg sul drammaturgo svedese. La terra è il luogo destinato all’espiazione di colpe commesse in altre vite, un inferno senza vie di uscita, in cui a volte miracolosamente e per l’intervento provvidenziale di angeli in carne ed ossa, il personaggio della Goggi, il bene trionfa sul male e le anime dannate trovano un po’ di sollievo alle loro pene, anche se solo temporaneamente.
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