spalla
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mercoledì 30 settembre 2009
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il miglior 007 di sempre
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Il miglior film di tutta la saga di 007, senza ombra di dubbio. Anche questa volta infatti, il film ci propone una trama coinvolgente, originale, con perfetto equilibrio tra azione, giallo e humour e splendide ambientazioni. Ma il maggior pregio di questo film sta sicuramente nei personaggi. In nessun altro film di 007 si sono avuti protagonisti con così tanto carisma. A cominciare dal sempre ottimo Sean Connery, affascinante, inarrestabile e ironico come sempre. Il miglior attore ad avere mai interpretato il celebre agente segreto. Memorabile la scena in cui indossa l'abito da sera sotto la muta. Anche Mr Goldfinger è sicuramente un cattivo molto convincente, ma ancora meglio è il suo braccio destro Oddjob, probabilmente il rivale di 007 più accattivante di tutta la serie.
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Il miglior film di tutta la saga di 007, senza ombra di dubbio. Anche questa volta infatti, il film ci propone una trama coinvolgente, originale, con perfetto equilibrio tra azione, giallo e humour e splendide ambientazioni. Ma il maggior pregio di questo film sta sicuramente nei personaggi. In nessun altro film di 007 si sono avuti protagonisti con così tanto carisma. A cominciare dal sempre ottimo Sean Connery, affascinante, inarrestabile e ironico come sempre. Il miglior attore ad avere mai interpretato il celebre agente segreto. Memorabile la scena in cui indossa l'abito da sera sotto la muta. Anche Mr Goldfinger è sicuramente un cattivo molto convincente, ma ancora meglio è il suo braccio destro Oddjob, probabilmente il rivale di 007 più accattivante di tutta la serie. Indimenticabile soprattutto il suo micidiale cappello. Non mancano naturalmente donne affascinanti ad affiancare 007, prima fra tutte un'ottima Honor Blackman nei panni di Pussy Galore. Come in tutti i film della saga, 007 ha anche qui a disposizione diversi gadget fantascientifici, a cominciare dalla memorabile Aston Martin, la macchina più famosa che Bond abbia guidato. Rispetto ai primi due film inoltre, sembra che per questo siano stati impiegati mezzi ancora più gradi, come nel caso delle bellissime riprese aeree. Si comprende bene quindi come questo sia il miglior film della saga sotto praticamente tutti i punti di vista. Da vedere!
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f.vassia 81
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giovedì 5 agosto 2010
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ancora uno dei migliori
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Terzo capitolo e ancora uno dei migliori: meno ironia rispetto al precedente, ma con più azione, più suspense e tantissime trovate, fra le quali la splendida Aston Martin superaccessoriata, qui al suo esordio. Ottimo il cast e celeberrimo il tema musicale.
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gipinna
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sabato 24 novembre 2012
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il più mitico dei bond-movie
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'Mi sembra uno di quei film che fanno fare un passo in avanti al cinema', disse Fellini che incluse Missione Goldfinger tra i suoi film preferiti. Il riminese non si sbagliava perchè altre volte, raramente, si sarebbe assistito al fanatismo del pubblico di fronte a un film divenuto poi mitico, come avvenne a Parigi per esempio durante l'anteprima. Il mix di violenza sadica condito all'avventura in chiave marcatamente ironica fu una novità per l'epoca, come le altre di un film, dove lo spionaggio si mescolava alla fanta-politica in chiave apocalittica (Goldfinger vuol far detonare un atomica a Fort Knox). Col terzo film della serie esplose la bondmania e nasce ufficialmente il mito di 007, prototipo degli eroi contemporanei, non romantici ma invincibili e iper computerizzati, paodiato ed imitato (Scwarzenegger, Mel Gibson, Mission impossible) centinaia di volte, ma non eguagliato.
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'Mi sembra uno di quei film che fanno fare un passo in avanti al cinema', disse Fellini che incluse Missione Goldfinger tra i suoi film preferiti. Il riminese non si sbagliava perchè altre volte, raramente, si sarebbe assistito al fanatismo del pubblico di fronte a un film divenuto poi mitico, come avvenne a Parigi per esempio durante l'anteprima. Il mix di violenza sadica condito all'avventura in chiave marcatamente ironica fu una novità per l'epoca, come le altre di un film, dove lo spionaggio si mescolava alla fanta-politica in chiave apocalittica (Goldfinger vuol far detonare un atomica a Fort Knox). Col terzo film della serie esplose la bondmania e nasce ufficialmente il mito di 007, prototipo degli eroi contemporanei, non romantici ma invincibili e iper computerizzati, paodiato ed imitato (Scwarzenegger, Mel Gibson, Mission impossible) centinaia di volte, ma non eguagliato. Al duttile Sean Connery Gert Frobe risponde modellando un cattivo di raffinata cattiveria, sarà il villain più famoso ed amato, ai suoi ordini obbedisce un coreano, Oddjob, munito di cappello con falde d'acciaio. 007 uccide i suoi nemici con metodi atroci (fulminati, carbonizzati) ma egli stesso per poco non rimane segato in due da un laser -arma alla sua prima apparizione al cinema. Il regista Hamilton spinse più il pedale sull'acelleratore del ritmo, evitando buchi di sceneggiatura e accentuando la vena autorinoica del personaggio. Ne nasce un film divertente e spettacolare con vari spunti surreali che si succedono in continuazione (Bond con lo smoking sotto la tuta, la "ragazza d'oro", la riunione dei killer sul plastico di Fort Knox in stile 'Dr. Stranamore', il visionario finale). Naturalmente l'Aston Martin super accessariota, col sedile iettabile, spinge il film ad entrare di forza nel club dei film-mito: l'auo aveva un navigatore satellitare molto in anticipo sui tempi ed oggi di uso comune. Shirley Eaton, nuda e coperta d'oro, lascia il segno non meno della lesbo Pussy Galore e diventa il simbolo dell'epoca cinematografica anni '60.....quasi un disegno di Andy Warhol :-)
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paolopace
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venerdì 16 settembre 2016
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il mondo di bond
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"Goldfinger" è uno di quei film che pur rispettando in apparenza una forma convenzionale sotto sotto la minano come una brace ardente di cui noi vediamo (quasi) sempre la lava in superficie, raffreddata o comunque meno calda dell'inferno sottostante. Se il primo film della serie era stato molto fortunato, questo è stato girato all'apice, con registi, attori e tutto il cast tecnico e artistico su un trampolino (come si vede all'inizio del film) pronto al fare il più bello dei tuffi praticamente alla perfezione e inabissarsi (come farà alla lettera il mastodontico successivo) nel divertimento più spinto, e nello stesso tempo più rilassato; con la libertà o meno di pensare cosa ci sia sotto la vernice dorata, lo smalto duro, la brillante concatenazione di trovate e un uso del montaggio, della fotografia, della scenografia non meno che magistrali.
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"Goldfinger" è uno di quei film che pur rispettando in apparenza una forma convenzionale sotto sotto la minano come una brace ardente di cui noi vediamo (quasi) sempre la lava in superficie, raffreddata o comunque meno calda dell'inferno sottostante. Se il primo film della serie era stato molto fortunato, questo è stato girato all'apice, con registi, attori e tutto il cast tecnico e artistico su un trampolino (come si vede all'inizio del film) pronto al fare il più bello dei tuffi praticamente alla perfezione e inabissarsi (come farà alla lettera il mastodontico successivo) nel divertimento più spinto, e nello stesso tempo più rilassato; con la libertà o meno di pensare cosa ci sia sotto la vernice dorata, lo smalto duro, la brillante concatenazione di trovate e un uso del montaggio, della fotografia, della scenografia non meno che magistrali. La originalità del film, che contribuisce a mantenerlo molto moderno, è la sceneggiatura - che è il manico di ogni film che si rispetti - che infrange le regole di come un film tradizionale avrebbe trattato la storia introducendo una forza, un'ambiguità, dando statura, nel bene e nel male o in tutti e due miscelati (quindi credibile anche in una assoluta fantasticheria), ai personaggi. Goldfinger è il protagonista assoluto, il che, detto per un film di Bond con Connery e i comprimari al massimo della forma, vuol dire una opera di livello eccezionale. Soprattutto viene alla luce l'ambiguità, sotto vari aspetti, che in alcuni casi rasenta o anche supera i confini dell'amoralità, o meglio della sospensione della morale - che sottende comunque una morale - della figura femminile. "Goldfinger", dal quale i film successivi hanno attinto molto, forse più di ogni altro Bond rappresenta l'ambiguità della figura di 007, quasi doppio (anche se il suo vero doppio è il cattivo) come i suoi film, che rappresentando molti aspetti della complessa civiltà occidentale, conservazione e progresso, cinismo e idealismo, maschilismo e emancipazione femminile, materialismo e moralismo, ecologismo e avanguardia tecnologica e scientifica. La stupenda canzone dei titoli di testa è magnificamente interpretata da Shirley Bassey e composta da un John Barry forse mai così ispirato ed efficace, incisivo, elettrizzante come in questo film, che ha una colonna sonora magica e magicamente fusa con l'immagine e l'azione. Il regista Guy Hamilton (che non ha la sofisticata eleganza di Terence Young ma dimostra la sua grande abilità tecnica con la perfezione in ogni inquadratura) ha cura di sviluppare gli spunti in una maniera che deve svoltare anche nel fumetto tale è il cinismo di alcune sequenze. Per chi non lo ha mai visto, e anche a visioni successive, il film offre molte sorprese dovute anche al genio dei collaboratori, inutile citarli, tutti eccezionali. Alcune sequenze sono da antologia assoluta del divertimento, della fantasia, della evasione cinematografica; anzi, praticamente, tutto il film. Siamo nel 1964, già l'epoca moderna, ma anche un periodo di contraddizioni alcune delle quali non sono del tutto sciolte a tutt'oggi, che siamo figli e nipoti di quell'epoca. Ad esempio un sondaggio in USA di quegli anni rivelava che il governatore democratico dell'Alabama Edgar Wallace, fautore - poi ricredutosi - della segregazione razziale, era uno dei personaggi pubblici più amati (ed evidentemente condivisi) d'America. Oltre al razzismo, quella era una società ancora fortemente sessista, altrimenti 007 forse non sarebbe neanche nato.
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fedeleto
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venerdì 2 giugno 2017
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un 007 d'oro..
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L' agente 007 viene incaricato di smascherare i loschi traffici sull'oro dello spietato Goldfinger, l'impresa si rivelerà ardua e difficile, soprattutto quando bisognerà disinnescare una bomba atomica che dovrebbe distruggere la banca americana più fornita d'oro per far crescere il prezzo dell'oro di quest'ultimo. Il terzo capitolo di Bond è superiore ai precedenti, l'azione non manca, i gadget nemmeno (una Aston Martin che spara proiettili, fumogeni e olio), come del resto le belle donne ( la sensuale Pussy Galore). Guy Hamilton( i due nemici) entra nella serie dirigendo un film ricco e gradevole tratto come sempre dal romanzo di Ian Fleming.
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L' agente 007 viene incaricato di smascherare i loschi traffici sull'oro dello spietato Goldfinger, l'impresa si rivelerà ardua e difficile, soprattutto quando bisognerà disinnescare una bomba atomica che dovrebbe distruggere la banca americana più fornita d'oro per far crescere il prezzo dell'oro di quest'ultimo. Il terzo capitolo di Bond è superiore ai precedenti, l'azione non manca, i gadget nemmeno (una Aston Martin che spara proiettili, fumogeni e olio), come del resto le belle donne ( la sensuale Pussy Galore). Guy Hamilton( i due nemici) entra nella serie dirigendo un film ricco e gradevole tratto come sempre dal romanzo di Ian Fleming.La sceneggiatura a due mani di Dehn e Maibaum dona quel tocco in più che rende il film anche a tratti ironico grazie alle battute dell'agente segreto ( dopo che Goldfinger è volato dall'aereo e gli viene chiesto a Bond dove sia e lui risponde su una nuvoletta d'oro), ma non a caso la paura dell'atomica incomincia a farsi sentire. Scene memorabili (la vernice d'oro sulla povera Jill,Oddjob e il suo cappello tagliente, il laser che sta per tagliare Bond).Nel complesso la pellicola è buona, e questo antagonismo tra Bond e Goldfinger è sfruttato bene. Connery ormai è consacrato come la star Bond, e anche se non è tutto oro quel luccica, questo Bond è oro per gli amanti dell'agente segreto più famoso del mondo.Gran pezzo alla colonna sonora scritto da John Barry e cantato da Shirley Bassey.Premio oscar 1965 come miglior montaggio sonoro.
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paolo pacitti
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venerdì 14 giugno 2013
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il film che ha reso bond fenomeno mondiale
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La regia secca, rocciosa, di una durezza di smalto di Guy Hamilton conferisce al terzo eccezionale episodio della serie punte di cinismo sorprendente, bilanciato da un humour più evidente. Il film, che non lesina sui gadgets tecnologici è meno serio nel tono (a volte vicino al fumetto), con un Bond rimproverato dal capo dell'ufficio equipaggiamento "Q" disegnato dal regista con maggiore autorità. Lo sceneggiatore Richard Maibaum, abilissimo nel difficile compito di ridurre un testo per un film, scrive un capolavoro che alcuni ritengono ancora migliore del testo fleminghiano, soprattutto per la messa a fuoco dei personaggi principali, come l'ambigua Pussy Galore, la ragazza che finisce dipinta d'oro nella breve ma incisiva parte di Shirley Eaton e naturalmente Goldfinger, un cattivo forte interpretato dal bravo Gert Frobe, di cui Bond (contravvenendo a una delle regole dei normali film d'azione) rimane prigioniero per gran parte del film.
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La regia secca, rocciosa, di una durezza di smalto di Guy Hamilton conferisce al terzo eccezionale episodio della serie punte di cinismo sorprendente, bilanciato da un humour più evidente. Il film, che non lesina sui gadgets tecnologici è meno serio nel tono (a volte vicino al fumetto), con un Bond rimproverato dal capo dell'ufficio equipaggiamento "Q" disegnato dal regista con maggiore autorità. Lo sceneggiatore Richard Maibaum, abilissimo nel difficile compito di ridurre un testo per un film, scrive un capolavoro che alcuni ritengono ancora migliore del testo fleminghiano, soprattutto per la messa a fuoco dei personaggi principali, come l'ambigua Pussy Galore, la ragazza che finisce dipinta d'oro nella breve ma incisiva parte di Shirley Eaton e naturalmente Goldfinger, un cattivo forte interpretato dal bravo Gert Frobe, di cui Bond (contravvenendo a una delle regole dei normali film d'azione) rimane prigioniero per gran parte del film. Una delle ragioni del successo di Bond è la natura complessa del personaggio, la sua filosofia sulla quale dopo l'uscita di questo film sono stati scritti libri, insieme conservatrice e libera, ecologista e moderna, cavalleresca e spietata, infantilmente ludica e intelligentemente adulta. La formidabile colonna sonora di John Barry è uno degli esempi massimi di capacità di adattamento della musica alle situazioni e alle sensazioni di ogni scena, mentre il montaggio di Peter Hunt, cui i registi cominciavano a delegare alcune riprese, è ancora più secco e incisivo. La fotografia di Ted Moore, brillante e corposa nei colori e le scenografie geniali di Ken Adam concorrono in maniera considerevole ad uno smalto che forse nessun altro film di 007 ha eguagliato. Sul filo di un'emozione di una trama che permette di portare al calor bianco alcune delle situazioni tipiche del Bond-film sono da citare per bellezza almeno la partita di golf, l'inseguimento tra le Alpi svizzere e la scena finale a Fort Knox, oltre a naturalmente il più famoso tentativo di evirazione della storia del cinema, in una scena che è il culmine dell'ironia, della crudeltà, dell'astrazione tecnologica. Un film di totale evasione, il cui successo segnò un'epoca, inaugurando la Bond-mania in un mito che sarebbe diventato ancora più grande su scala planetaria con il film successivo. Un film che ha lo spirito, il tessuto e la sensualità della moda di "Playboy" e l'artificio di un cocktail con il luccichio dei fosfati che pare costituiscano il segreto del celeberrimo Martini (agitato, non mescolato).
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jackpug
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giovedì 13 agosto 2015
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il più iconico tra tutti gli 007
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Sicuramente "Goldfinger" è uno tra i migliori film della saga di James Bond e anche uno tra i film più classici del cinema.
La trama della pellicola è ormai nota e forse tra le più originali della saga; punto forza del film sono i personaggi principali, senza dubbio : Gert Frobe è Auric Goldfinger, un villain senza scrupoli e tecnicamente più avanzato rispetto ai suoi predecessori, il suo henchman è Oddjob ( Harold Sakata ) ,muto ma pericoloso per quanto riguarda l'azione, tra i migliori tirapiedi della serie; Honor Blackman, invece, è la femme fatale Pussy Galore che rimane tra le migliori Bond Girls e tra le più note a causa del suo nome.
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Sicuramente "Goldfinger" è uno tra i migliori film della saga di James Bond e anche uno tra i film più classici del cinema.
La trama della pellicola è ormai nota e forse tra le più originali della saga; punto forza del film sono i personaggi principali, senza dubbio : Gert Frobe è Auric Goldfinger, un villain senza scrupoli e tecnicamente più avanzato rispetto ai suoi predecessori, il suo henchman è Oddjob ( Harold Sakata ) ,muto ma pericoloso per quanto riguarda l'azione, tra i migliori tirapiedi della serie; Honor Blackman, invece, è la femme fatale Pussy Galore che rimane tra le migliori Bond Girls e tra le più note a causa del suo nome.
Anche qui non mancano le scene "cult" : dalla donna ( Shirley Eaton ) ricoperta d'oro all'introduzione dell'Aston Martin DB5 fino allo scambio di battute tra Bond ( Connery ) e Q ( Desmond Llewelyn ) e alla scena del laser ricca di tensione eppure moderna.
E' la modernità del film ( si nota sia dai personaggi che dalle scene ) che lo rende uno tra i più famosi e tra i più intriganti della saga così come per "Dalla Russia con amore" le evidenti e interessanti affinità con Hitchcock.
Imperdibile.
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attiliocoppa
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domenica 24 gennaio 2016
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la febbre di bond
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Il fatto che Bond sia un personaggio della mente, una proiezione di desideri maschili (e, almeno prima del femminismo, anche femminili) è confermato dalle incongruenze della personalità di questo agente segreto - che è una delle ragioni del suo successo -). Alcuni lo hanno preso forse troppo sul serio: in fondo Bond, è poco più (e in alcuni episodi neanche poco più) che un divertimento per ragazzi. E le contraddizioni appartengono alla democrazia. È manicheo, il bene da una parte, il male dall'altra. Ma lo è per essere immediatamente comprensibile al pubblico più largo, come volevano ì produttori.Quello che importa é il sesso e i Martini e ammazza contento, ma gioca con l'equipaggiamento come un bambino coi giocattoli.
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Il fatto che Bond sia un personaggio della mente, una proiezione di desideri maschili (e, almeno prima del femminismo, anche femminili) è confermato dalle incongruenze della personalità di questo agente segreto - che è una delle ragioni del suo successo -). Alcuni lo hanno preso forse troppo sul serio: in fondo Bond, è poco più (e in alcuni episodi neanche poco più) che un divertimento per ragazzi. E le contraddizioni appartengono alla democrazia. È manicheo, il bene da una parte, il male dall'altra. Ma lo è per essere immediatamente comprensibile al pubblico più largo, come volevano ì produttori.Quello che importa é il sesso e i Martini e ammazza contento, ma gioca con l'equipaggiamento come un bambino coi giocattoli. Comunque, è difficile definire l'ideologia del Bond, perché il suo stesso rappresentare l'occidente ne riflette le contraddizioni. "Goldfinger" chiarisce che Bond non rappresenta tanto se stesso quanto l'uomo contemporaneo nel suo costume, nella sua cultura, nella sua filosofia di vita. Una civiltà che si rappresenta come è o vorrebbe essere, e come fa piacere di essere in un momento storico caratterizzato da grande progresso tecnologico e economico ma grande crisi politica e morale, disillusione, disincanto. "Goldfinger", pura e totale evasione, confermerà col suo successo planetario questo. Una concezione reazionaria dello spettacolo e della vita, forse. Conservatrice, probabilmente. Certo un film figlio del suo tempo. Cosa succederebbe oggi se l'attore che interpreta Bond dichiarasse che un uomo ha il diritto di prendere a schiaffi le donne (come all'epoca Connery ha fatto)? E la scena in cui Bond possiede Pussy Galore nel granaio (praticamente uno stupro) oggi non si potrebbe fare. All'epoca molti intellettuali si sbatterono su questo film film-fenomeno, che è davvero un film fenomenale. Sembra percorso da una corrente elettrica. Raramente il cinismo ha avuto una espressione poetica - se mai può averla - come in "Goldfinger". È qui che Bond tocca l'apice della freddezza (però con l'uscita di sicurezza dell'ironia - come nel nome della protagonista - spinta fino al fumetto). Si può dire che qui il mondo si ammalò della febbre di Bond. Anche se è più corretto dire che é il film ad aver misurato la febbre del mondo. Da un punto di vista artistico il terzo episodio della serie possiede delle qualità che lo rendono unico, non solo nella filmografia bondiana. Il regista Guy Hamilton in stato di grazia sostituì Terence Young e, pur rispettando la impostazione di fondo (dovuta ai produttori) della serie mette la sua firma nella sapienza di coniugare azione e umorismo e nello smalto lucente, nella durezza diamantifera della sua regia. John Barry scrive una colonna sonora superba quanto adatta al film, a ogni scena. La sceneggiatura di Richard Maibaum e Paul Dehn, uno dei migliori scrittori del genere, costruisce uno svolgimento particolarmente originale, tale che il film non é stato mai imitato. E' lo 007 che osa di più, come nell'ambiguità delle figure femminili (la stessa Pussy Galore si schiera con Bond, compiendo un atto decisivo per lo sviluppo favorevole della storia, solo dopo aver capito di non avere possibilità - affaristiche, non affettive - con Goldfinger). Preso sul serio, é un film che potrebbe suffragare certe letture dell'opera di Kubrick, dove anche il rapporto tra uomo e donna non può prescindere dal conflitto, anche quando la risoluzione (a quale prezzo? accettando - o rinunciando - a cosa?) è positiva.
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qisoneb
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giovedì 28 gennaio 2016
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fin quando non te ne rendi conto... è comico.
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questo sembra un film interessante, per
alcuni versi assomiglia a ocean 11 12 ecc... da mito,
un gruzzolo... sottospecie di veterani tentano di
scassinare un cavò, però le cose si mettono molto
male per loro ritrovando ciascuno
sè stesso... braccati dal detenente e costruttore del
cavò, ovvio che anche se poteva essere
sembrato un fenomeno il detenente il
cavò possiede uno speciale addestramento istruttivo
tale da ficcare qualsiasi iniziativa e far
ritornare... alle loro dovute condizioni
i malavitosi avventuratisi... a
e loro malgrado alla loro funzione di,
detenzione.
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questo sembra un film interessante, per
alcuni versi assomiglia a ocean 11 12 ecc... da mito,
un gruzzolo... sottospecie di veterani tentano di
scassinare un cavò, però le cose si mettono molto
male per loro ritrovando ciascuno
sè stesso... braccati dal detenente e costruttore del
cavò, ovvio che anche se poteva essere
sembrato un fenomeno il detenente il
cavò possiede uno speciale addestramento istruttivo
tale da ficcare qualsiasi iniziativa e far
ritornare... alle loro dovute condizioni
i malavitosi avventuratisi... a
e loro malgrado alla loro funzione di,
detenzione... non di un cavò, altresì di qualche
condannato personale... con un semplice concetto,
pagati le spese..., discorso quasi bancario forse, ma è come
se la francia o l'arzebagian intentasse manovre con l'utilizzo dei soldi
dell'italia... oppure degli us, perchè purtroppo quelle
persone dovevano comprendere che
invece di prenderli i soldi, hanno
e avevano come funzione e bisogno poichè,
erano stati concepiti di metterceli, 7 o 8 euro ecc, come ha fatto il
sottoscritto..., sembra dire sereno il costruttore del
cavò, e ricordiamolo le ricchezze s'ottengono così,
di qualunque tipo..., ricchezze tali di cui nessuno dispone
e perchè seppur col suo
debito... lo stato col proprio capitale di ottimismo... quando è
attaccato da qualche maleintenzionato cittadino
disonesto... risponde come il sereno costruttore del
cavò, il quale senza rapinare alcun istituto ha creando ricchezze...
col versamento e forse qualche ma pur sempre
piccolo e innocuo prelievo dal capitale del
cavò..., attaccarlo però di proposito
per disperzione e per qualsiasi motivo significa
attaccare le ricchezze di altre persone che le amministrano
conoscendo le difficoltà dei loro beni di cui nessuno è
e deve avere invidia... della serie i soldi fanno la felicità...?
non lo si saprà mai di preciso però così è, sennò se
qualche furbacchione... preleva soldi anzichè attenersi al suo
ruolo...cioè di metterne per seguitare a esistere in modo sereno
nella società..., allora preleva soldi da
spendere... e che non sembra avere per
niente... e allora possiamo vedere che sembrano più
piccoli loro... di quel che si pensasse e magari nessuno gli dirà
sei stato bravo, anzi più probabile qualcuno gli dirà
sei fritto... per te e quelli come te responsabili di un'illegalità
che ti vede colpevole e pagatore del
tuo male..., come piccolo assaggio se il termine è consentito
di quel che lo aspetta..., film impregnato di azione
e colpetti di scena vede così metter in piedi un
gruzzolo di reietti furfanti seppur abili, per quanto possibile
e forse al 6% ma non di più, perchè contro un sistema legale ovvio,
e però anche competente, e spietato quanto le
loro piccole pretese... in realtà, sino alle svolte di fantasia che un film può
offrire, da 5 stelline comunque dove ladri e malfattori comuni non si sa
dove poi rischino di finire, tanto in carcere quanto in gloria mi pare ovvio.
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angelino67
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lunedì 2 maggio 2016
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la vecchia inghilterra nell'età d'oro di 007
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Uno dei vertici della serie di James Bond, uno dei più affascinanti, eccitanti e divertenti, per quanto mi riguarda solo tre o quattro potrebbero essere alla sua altezza o superarlo. Alla regia l'affidabile, abile artigiano (averne) Guy Hamilton rispetta il tono impresso da Terence Young nei primi di episodi ma infonde di suo un particolare brio e aumenta la dose di umorismo sapido, a bilanciare un marcato cinismo e una durezza diamantifera e aureamente splendorea ugualmente caratteristiche del suo Bond. Con analoga funzione fa capolino quella che sarebbe poi divenuta uno dei filoni caratteristici del Bond, forse quello più intelligente: il fumetto.
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Uno dei vertici della serie di James Bond, uno dei più affascinanti, eccitanti e divertenti, per quanto mi riguarda solo tre o quattro potrebbero essere alla sua altezza o superarlo. Alla regia l'affidabile, abile artigiano (averne) Guy Hamilton rispetta il tono impresso da Terence Young nei primi di episodi ma infonde di suo un particolare brio e aumenta la dose di umorismo sapido, a bilanciare un marcato cinismo e una durezza diamantifera e aureamente splendorea ugualmente caratteristiche del suo Bond. Con analoga funzione fa capolino quella che sarebbe poi divenuta uno dei filoni caratteristici del Bond, forse quello più intelligente: il fumetto. Hamilton aveva esperienza come montatore e aiuto di grandi registi come Carol Reed e John Huston e non fu difficile per lui, aiutato da un cast ormai a suo agio nella parte e da formidabili collaboratori come il geniale scenografo Ken Adam, e sempre seguendo le direttive di un film chiaro nella forma e nei contenuti dei produttori Broccoli e Saltzman, mettere a punto un Bond che avrebbe segnato la consacrazione mondiale del personaggio cinematografico, divenuto tale fenomeno di costume da provocare serie analisi sociologiche; libri si scrissero sulla psicologia del personaggio e Fellini, che aveva la vista lunga, dichiarò allora che i film di 007 portavano avanti il cinema, oltre ad aver captato il messaggio – inquietante e allarmante sotto la superficie brillante - dell'uomo moderno. E questo illustra questo film, mandando il soffitta il Bond soave e minimale dei primi due film, vicini ai libri di Fleming, e inaugurando la serie delle mirabolanti, ruggenti macchine da spettacolo, abilmente congegnate e ispirate nella forma e nel contenuto da riviste come “Playboy”. Un legame coi primi due episodi é la espressione ancora di una Inghilterra conservatrice, che stava cambiando con la svolta laburista poco dopo l'uscita del film, e il personaggio ne rispetta le caratteristiche. Conservatore convinto, Fleming scrisse i romanzi mosso dalla nostalgia per l'impero coloniale britannico, ormai un sogno del passato essendo la leadership del mondo passata all'america dopo la Seconda Guerra Mondiale. E gli USA conquista questo film, assieme al resto del mondo, realizzando così anche anche la cinema la risposta britannica alla supremazia statunitense. A differenza di altri registi, Hamilton non ha scrupoli realistici e spinge l'evasione cinematografica al massimo grado con la fotografia mondana di Ted Moore che adotta ancora più che nei film precedenti l'estetica pubblicitaria, né lesina sui gadgets tecnologici. La musica di John Barry é efficace in modo impressionante e aumenta l'elettricità di un film che si può definire fulminante (e infatti un personaggio nel prologo rimane folgorato). L'abile, incalzante montaggio di Peter Hunt, che monta con maestria inserti e raccordi, ha delle invenzioni che corroborano le scene. Goldfinger e Oddjob sono una coppia che i futuri Bond hanno sempre invidiato Il pazzo tedesco è talmente potente che Bond rimane prigioniero di lui per gran parte del film, che in effetti non segue una sceneggiatura convenzionale. Lo sceneggiatore Richard Maibaum modifica la storia di Fleming non solo in modo - cosa tutt'altro che facile - da adattarla al film ma anche migliorando alcune parti e alcuni personaggi. Egli aveva dato un importante contributo alla definizione del Bond-Connery, tanto efficace, iconico, ma che non è esattamente quello del libro (al quale semmai si avvicinano di più Dalton e Craig, e lo stesso Lazenby, che fu molto arrogante a suo tempo e non capì che che continuando il personaggio poteva diventare con la regia di Hunt il miglior Bond). Far uccidere a un tedesco col gas fu una scelta rischiosa, infatti il film venne bandito in Israele alla notizia che Gert Frobe fosse stato nazista, ma successivamente riabilitato ed ebbe grande successo quando venne rivelato che invece aveva aiutato gli ebrei. La figura femminile di Pussy Galore, la cui ironia del nome invita a non prendere troppo sul serio la faccenda, è più che mai ambigua e oggi politicamente scorrettissima, se non improponibile, come la scena del granaio, possibile solo in una società maschilista in cui Connery poteva permettersi di dichiarare in una intervista al suddetto Playboy che un uomo poteva prendere a schiaffi una donna. Quanto sia ideologicamente destrorso questo Bond lo dimostra il fatto che la scaltra donna sceglie con chi stare quando capisce da che parte soffia il vento; che il piano di Goldfinger, a cui lo lega la sola convenienza economica, non avrà successo. Dati i tempi, il suo lesbismo è appena accennato e comprensibile solo per chi è abbastanza grande - o per l'epoca, in cui l'omosessualità in Inghilterra era ancora, anche se per poco, reato, corrotto - da comprenderlo. Bellissime le scene della partita di golf, dell'inseguimento sulle Alpi svizzere, della scoperta e nel laboratorio di Goldfinger come quella contigua sul suo jet privato e il finale a Fort Knox, così come tutta la sequenza della seduzione (reciproca) con la favolosa Shirley Eaton a Miami fino alla sua morte coperta di vernice d'oro. E bellissima la canzone dei titoli di testa cantata da Shirley Bassey. Mentre "M" e " Moneypenny" sono ormai di famiglia fu Hamilton a suggerire l'interpretazione non reverenziale di "Q" verso Bond, che inaugura uno dei duetti più attesi e amati di ogni film di Bond, con Desmond LLewelyn. Mi raccomando, il Martini gelato e molto secco e il Mint julep non troppo dolce.
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