Agente 007, missione Goldfinger |
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Un film di Guy Hamilton.
Con Sean Connery, Honor Blackman, Gert Fröbe, Shirley Eaton, Tania Mallet, Harold Sakata.
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Titolo originale Goldfinger.
Avventura,
durata 108 min.
- Gran Bretagna 1964.
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La febbre di Bond
di attiliocoppaFeedback: 1100 | altri commenti e recensioni di attiliocoppa |
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domenica 24 gennaio 2016 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il fatto che Bond sia un personaggio della mente, una proiezione di desideri maschili (e, almeno prima del femminismo, anche femminili) è confermato dalle incongruenze della personalità di questo agente segreto - che è una delle ragioni del suo successo -). Alcuni lo hanno preso forse troppo sul serio: in fondo Bond, è poco più (e in alcuni episodi neanche poco più) che un divertimento per ragazzi. E le contraddizioni appartengono alla democrazia. È manicheo, il bene da una parte, il male dall'altra. Ma lo è per essere immediatamente comprensibile al pubblico più largo, come volevano ì produttori.Quello che importa é il sesso e i Martini e ammazza contento, ma gioca con l'equipaggiamento come un bambino coi giocattoli. Comunque, è difficile definire l'ideologia del Bond, perché il suo stesso rappresentare l'occidente ne riflette le contraddizioni. "Goldfinger" chiarisce che Bond non rappresenta tanto se stesso quanto l'uomo contemporaneo nel suo costume, nella sua cultura, nella sua filosofia di vita. Una civiltà che si rappresenta come è o vorrebbe essere, e come fa piacere di essere in un momento storico caratterizzato da grande progresso tecnologico e economico ma grande crisi politica e morale, disillusione, disincanto. "Goldfinger", pura e totale evasione, confermerà col suo successo planetario questo. Una concezione reazionaria dello spettacolo e della vita, forse. Conservatrice, probabilmente. Certo un film figlio del suo tempo. Cosa succederebbe oggi se l'attore che interpreta Bond dichiarasse che un uomo ha il diritto di prendere a schiaffi le donne (come all'epoca Connery ha fatto)? E la scena in cui Bond possiede Pussy Galore nel granaio (praticamente uno stupro) oggi non si potrebbe fare. All'epoca molti intellettuali si sbatterono su questo film film-fenomeno, che è davvero un film fenomenale. Sembra percorso da una corrente elettrica. Raramente il cinismo ha avuto una espressione poetica - se mai può averla - come in "Goldfinger". È qui che Bond tocca l'apice della freddezza (però con l'uscita di sicurezza dell'ironia - come nel nome della protagonista - spinta fino al fumetto). Si può dire che qui il mondo si ammalò della febbre di Bond. Anche se è più corretto dire che é il film ad aver misurato la febbre del mondo. Da un punto di vista artistico il terzo episodio della serie possiede delle qualità che lo rendono unico, non solo nella filmografia bondiana. Il regista Guy Hamilton in stato di grazia sostituì Terence Young e, pur rispettando la impostazione di fondo (dovuta ai produttori) della serie mette la sua firma nella sapienza di coniugare azione e umorismo e nello smalto lucente, nella durezza diamantifera della sua regia. John Barry scrive una colonna sonora superba quanto adatta al film, a ogni scena. La sceneggiatura di Richard Maibaum e Paul Dehn, uno dei migliori scrittori del genere, costruisce uno svolgimento particolarmente originale, tale che il film non é stato mai imitato. E' lo 007 che osa di più, come nell'ambiguità delle figure femminili (la stessa Pussy Galore si schiera con Bond, compiendo un atto decisivo per lo sviluppo favorevole della storia, solo dopo aver capito di non avere possibilità - affaristiche, non affettive - con Goldfinger). Preso sul serio, é un film che potrebbe suffragare certe letture dell'opera di Kubrick, dove anche il rapporto tra uomo e donna non può prescindere dal conflitto, anche quando la risoluzione (a quale prezzo? accettando - o rinunciando - a cosa?) è positiva.
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