vanessa zarastro
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sabato 24 gennaio 2015
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speculazione immobiliare e conflitto d’interessi
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In occasione della recente scomparsa di Francesco Rosi, l’ultimo grande maestro del neorealismo, Il Dipartimento di Architettura dell’Università Roma Tre, ha organizzato una proiezione del suo film Mani sulla città del 1963.
Erano molti anni che non lo rivedevo e ne sono rimasta entusiasta: un autentico capolavoro. Il film vinse il Leone d'oro al Festival di Venezia nello stesso anno.Ero troppo piccola per aver visto il film quando è uscito ma ricordo distintamente l’ambiente, le automobili (quasi tutte Fiat o Alfa Romeo), le timide pubblicità in un’Italia all’inizio del suo boom economico. Napoli, città natale del regista, è un soggetto ricorrente nella sua filmografia: era già ne La sfida del 1958, la ritroveremo in Lucky Luciano del 1973 in Cadaveri eccellenti del 1976 e in Tre fratelli del 1981.
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In occasione della recente scomparsa di Francesco Rosi, l’ultimo grande maestro del neorealismo, Il Dipartimento di Architettura dell’Università Roma Tre, ha organizzato una proiezione del suo film Mani sulla città del 1963.
Erano molti anni che non lo rivedevo e ne sono rimasta entusiasta: un autentico capolavoro. Il film vinse il Leone d'oro al Festival di Venezia nello stesso anno.Ero troppo piccola per aver visto il film quando è uscito ma ricordo distintamente l’ambiente, le automobili (quasi tutte Fiat o Alfa Romeo), le timide pubblicità in un’Italia all’inizio del suo boom economico. Napoli, città natale del regista, è un soggetto ricorrente nella sua filmografia: era già ne La sfida del 1958, la ritroveremo in Lucky Luciano del 1973 in Cadaveri eccellenti del 1976 e in Tre fratelli del 1981. Francesco Rosi realizza anche per la televisione Diario napoletano del 1992, un film inchiesta sulla situazione urbana napoletana, con rievocazioni dei luoghi della sua infanzia.
La tematica della speculazione edilizia, la classe politica, la realtà urbana e sociale sono drammaticamente attuali e pertanto sono rimasta affascinata dall’intelligenza, intuizione e coraggio che ha avuto Rosi nel portarle sullo schermo. Le mani sulla città, infatti, denuncia la speculazione immobiliare e svela i meccanismi che permettono agli interessi politici di coincidere con quelli economici. Quello di Rosi è stato un film precognitore - vent’anni prima di “Mani Pulite” (…per quello che è servito!!...) e, dopo altri dieci anni, del palese conflitto di interessi nel nostro Governo. Rosi afferma: "L'aspetto negativo della speculazione immobiliare non consiste soltanto nella distruzione della città e nell'aspetto caotico che essa assume, ma anche nella distruzione di una cultura a vantaggio di un'altra in cui l'uomo non trova più posto" e così ricorda Raffaele La Capria co-sceneggiatore del film:"Napoli è stata una delle città più devastate da una speculazione immobiliare oscena; era una città bellissima e sono riusciti a rovinare tutto, anche la salute e la vita dei suoi abitanti".
Gli attori sono bravissimi, Rod Steiger che interpreta l’imprenditore corruttore e consigliere senza scrupoli, sembra un vero napoletano anche nell’incedere; Salvo Randone che interpreta il neo-eletto Sindaco democristiano è strepitoso, mentre il consigliere comunale comunista ho scoperto solo oggi non essere attore ma politico e sindacalista.Infatti, Carlo Fermariello è stato consigliere comunale a Napoli dagli inizi degli anni ’50 e per la figura del Consigliere De Vitasi è ispirato a Luigi Cosenza architetto comunista che si batté contro Achille Lauro sindaco negli anni anni ‘50.
L’uso del bianco e nero della fotografia di Gianni Di Venanzo e le sonorità metalliche della musica di Piero Piccioni creano un clima oppressivo che dà al film una velatura da thriller politico.
Ma ciò che mi ha fatto molto effetto è vedere che non c’era neanche una donna in tutto il Consiglio Comunale e che l’unica donna del film è l’amica di Maglione (interpretato da Guido Alberti) una bionda un po’ svampita con cagnolino bianco (precognizione anche questa?).
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filippo catani
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mercoledì 21 agosto 2013
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un'opera ancora drammaticamente attuale
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Napoli primi anni 60. Il crollo di un palazzo porta all'apertura di una serie di indagini per accertare se progetto e cantiere fossero a norma. Il problema è che il tutto è proprietà di un potente costruttore che ha l'appoggio della maggioranza del consiglio comunale.
Sono passati 50 anni dalla realizzazione di questo splendido film premiato a Venezia e purtroppo i temi trattati sono ancora di grandissima attualità. Il succo del film si capisce dai primi 30 secondi quando Nottola spiega come ci si può arricchire comprando un terreno brullo e facendolo poi diventare edificabile con un guadagno quindi stratosferico. Ecco allora che assisstiamo alla tragedia del palazzo che crolla provocando vittime ma nessuno se ne assume le responsabilità.
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Napoli primi anni 60. Il crollo di un palazzo porta all'apertura di una serie di indagini per accertare se progetto e cantiere fossero a norma. Il problema è che il tutto è proprietà di un potente costruttore che ha l'appoggio della maggioranza del consiglio comunale.
Sono passati 50 anni dalla realizzazione di questo splendido film premiato a Venezia e purtroppo i temi trattati sono ancora di grandissima attualità. Il succo del film si capisce dai primi 30 secondi quando Nottola spiega come ci si può arricchire comprando un terreno brullo e facendolo poi diventare edificabile con un guadagno quindi stratosferico. Ecco allora che assisstiamo alla tragedia del palazzo che crolla provocando vittime ma nessuno se ne assume le responsabilità. Nonostante le denunce dell'esponente del PCI De Vita, si assiste al classico scaricabarile all'italiana: tutto è fatto a regola, io non sapevo, il controllo non spetta a me e via dicendo. Tanto come dice un membro del comune nessuno è mai stato cacciato dal suo posto di lavoro. La popolazione protesta per gli alloggi fatiscenti e si cerca di rabbonirla con l'elargizione di qualche lira o di qualche assunzione (così si fa la democrazia si dice nel film). Purtroppo sono proprio gli amministratori della cosa pubblica ad avere più responsabilità e nelle parti centrali e finali del film ci viene offerto l'esempio della peggiore politica che ci possa essere: nessuno deve farsi scrupoli morali e si è amici finchè conviene. Non staremo mai più accanto a quello e poi basta una piccola parola sussurrata all'orecchio ed ecco che si torna ad essere amici e alleati perchè a tutti conviene avere una parte delle mani sulla città (noi abbiamo le mani pulite si grida dai banchi della maggioranza). Da allora cosa è cambiato? Duole dirlo ma purtroppo davvero poco. Ancora oggi viviamo in mezzo ai palazzinari e qualche estate fa è stata l'estate dei furbetti del quartierino. Si costruisce e si cementifica ovunque e senza logica e troppo spesso si assiste ad arresti per tangenti. Grande cast guidato da Rod Steiger e grande regia di Rosi che oltre alla denuncia della speculazione edilizia gettava uno sguardo anche sulla condizione di vita di gran parte della popolazione con l'auspicio che il potere centrale facesse qualcosa. Purtroppo tanti nodi sono ancora irrisolti e se un film del genere risulta ancora drammaticamente attuale ci sarebbe da farsi più di una domanda.
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luca scialò
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lunedì 6 giugno 2011
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la malapolitica che comincia a prendere piede
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In una Napoli d'inizio anni '60, a metà tra catapecchie decadenti e palazzoni che avanzano senza controllo, il consiglio comunale di Napoli dibatte e indaga sul crollo di una palazzina, che ha causato una vittima e un ferito grave. Responsabile dell'incidente è il figlio del costruttore e consigliere comunale Edoardo Nottola, il quale, senza scrupoli, vuole che i compagni di partito della Dc lo sostengano e che anzi, gli permettano nuovi lavori. A battersi per la verità il consigliere del Pci De Vita, che però deve combattere contro una maggioranza consiliare consistente e la codardia della gente.
Film d'inchiesta e di denuncia di Francesco Rosi, meritevole del Leone d'oro a Venezia.
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In una Napoli d'inizio anni '60, a metà tra catapecchie decadenti e palazzoni che avanzano senza controllo, il consiglio comunale di Napoli dibatte e indaga sul crollo di una palazzina, che ha causato una vittima e un ferito grave. Responsabile dell'incidente è il figlio del costruttore e consigliere comunale Edoardo Nottola, il quale, senza scrupoli, vuole che i compagni di partito della Dc lo sostengano e che anzi, gli permettano nuovi lavori. A battersi per la verità il consigliere del Pci De Vita, che però deve combattere contro una maggioranza consiliare consistente e la codardia della gente.
Film d'inchiesta e di denuncia di Francesco Rosi, meritevole del Leone d'oro a Venezia. Il film si avvale della presenza di una stella di Hollywood: il cattivo per antonomasia Rod Steiger. Finale emblematico, con la malapolitica che vince con tanto di benedizione della Chiesa. Un connubio costante che ha scritto diverse pagine negative della nostra Repubblica.
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hudsonexperience
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venerdì 6 febbraio 2015
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made in italy
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Le mani sulla città suscita una profonda indignazione. Fa digrignare i denti e schiumare rabbia perchè mostra, in maniera chiara e lineare, come funziona(va) il nostro sistema politico e certe manovre ad esso legate. Le concessioni di appalti edilizi, le irregolarità dei piani regolatori, i disastri colposi, i tentativi di insabbiare le responsabilità con il classico "scarica barile" e le commissioni d'inchiesta truccate. Questo iter porta, come sappiamo ormai bene, ad unico risultato: nessun responsabile e la gente comune che paga le conseguenze, a volte con la morte. Infatti le vicende fittizie del consigliere Nottola, interpretato da un ispiratissimo Rod Steiger, sono quelle di tanti politci che ritroviamo sui giornali e nelle televisioni.
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Le mani sulla città suscita una profonda indignazione. Fa digrignare i denti e schiumare rabbia perchè mostra, in maniera chiara e lineare, come funziona(va) il nostro sistema politico e certe manovre ad esso legate. Le concessioni di appalti edilizi, le irregolarità dei piani regolatori, i disastri colposi, i tentativi di insabbiare le responsabilità con il classico "scarica barile" e le commissioni d'inchiesta truccate. Questo iter porta, come sappiamo ormai bene, ad unico risultato: nessun responsabile e la gente comune che paga le conseguenze, a volte con la morte. Infatti le vicende fittizie del consigliere Nottola, interpretato da un ispiratissimo Rod Steiger, sono quelle di tanti politci che ritroviamo sui giornali e nelle televisioni. Da elogiare l'immenso coraggio di Francesco Rosi, indimenticabile figura del cinema italiano, che non ha avuto paura di sbattere in faccia il mal costume politico in un contesto storico e sociale molto delicato, affrontando la bufera di polemiche che il fim ha inevitabilmente scatenato. Le posizioni politiche di Rosi erano ben note, il che potrebbe far pensare ad un film con un scopo esclusivamente propagandistico, ma le mani sulla città deve essere osservato in maniera obiettiva, perchè la cattiva condotta di un consigliere, di un parlamentare o di un senatore non è da attribuire all'appartenenza ad un partito piuttosto che ad un altro; gli scandali possono coinvolgere personaggi di qualsiasi fede politica . Il film mi ha portato ad un'amarissima riflessione: esiste un filo conduttore tra passato, presente e futuro. La mala politica in Italia c'era, c'è e, con ogni probabilità, continuerà ad esserci talmente è radicata. Corrompere, rubare, imbrogliare, tutto ciò sembra essere il dogma per sopravvivere e muoversi in questo ambiente, Tra le tante scene forti e significative, ce ne una che ritengo emblematica, quella in cui il futuro sindaco di Napoli De Angelis "catechizza" Balsamo, suo componente di partito, deciso a dimettersi perchè non accetta la presenza del consigliere Nottola all'interno del partito. Privarsi di Nottola o Balsamo, proprio nell'imminente campagna elettorale, significherebbe perdere una grossa quantità di voti, per questo De Angelis lo invita a riflettere dicendo "..caro Balsamo, in politica l'indignazione morale non serve a niente! L'unico grave peccato sai qual è? Quello di essere sconfitti.." . Per quanto riguarda alcuni aspetti tecnici del film, colpisce soprattutto il punto di vista della macchina da presa. Molti campi lunghi e numerose riprese aeree che conferiscono un taglio quasi documentaristico, ma si ha anche l'impressione che ci sia una sorta di spettatore onnisciente, qualcuno che scruta, che ha un controllo invisibile e totale sulla città e sugli abitanti. D'effetto anche la colonna sonora che sorregge e alimenta un'atmosfera cupa e soffocante come un nodo alla gola che si stringe sempre più, ma lentamente. Sono questi i film che vorrei vedere "ogni tanto" in televisione, scomodi per alcuni, ma che possono illuminare le menti di molti.
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fabio57
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giovedì 29 ottobre 2015
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vero neorealismo
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Film grande, soprattutto per l'epoca in cui uscì.Antesignano del cinema di denunzia, Rosi fu il primo a parlare di collusione tra malavita,politica e affari.Ne venne fuori un film ambizioso ,coraggioso,forse un pò datato,ma sincero e istruttivo.Film come Gomorra e similari devono molto a quest'opera, che raccontava le malversazioni della città di Napoli,negli anni del dopoguerra,saccheggiata da una classe politica corrotta,avida,priva di scrupoli e dedita allla sistematice, scientifica e scellerata appropriazione delle risorse economiche locali.
Vero film neorealista
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eugen
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martedì 4 ottobre 2022
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grande opera civile
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"Le Mani sulla citta'"(Francesco Rosi, che ha anche scritto il film con lo scrittore Raffaele la Capria e con ENzo Forcella e Enzo Provenzale, 1963)racconta di un costruttore(specualtore)edilizio , eletto consigliere comunale a Napoli, vuole proseguire nella sua attivita'di "rilancio edilizio", anche a costo di subire(cosa verificatasi)un crollo di edfici in un quartiere popolare, dopo l'operazione di "trasformazione edilizia". Costretto a confrontarsi con la realta', prosegue tuttavia nella sua "opera", alleandosi con il neo-eletto sindaco, candidato di centro, dando cioe'luogo a un'alleanza d centrodestra, in un momento nel quale era ormai consolidato il progetto di un centrosinistra a livello nazionale, appunto nel tardo 1963(primo governo Moro).
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"Le Mani sulla citta'"(Francesco Rosi, che ha anche scritto il film con lo scrittore Raffaele la Capria e con ENzo Forcella e Enzo Provenzale, 1963)racconta di un costruttore(specualtore)edilizio , eletto consigliere comunale a Napoli, vuole proseguire nella sua attivita'di "rilancio edilizio", anche a costo di subire(cosa verificatasi)un crollo di edfici in un quartiere popolare, dopo l'operazione di "trasformazione edilizia". Costretto a confrontarsi con la realta', prosegue tuttavia nella sua "opera", alleandosi con il neo-eletto sindaco, candidato di centro, dando cioe'luogo a un'alleanza d centrodestra, in un momento nel quale era ormai consolidato il progetto di un centrosinistra a livello nazionale, appunto nel tardo 1963(primo governo Moro). Mostrando la corruzione insita nella destra del Partito democratico di unita'moanrchica, come emblema di tutte le forzee di estrema destra, Rosi mostra qui, in un bianco e nero perfetto, servendosi anche di interpreti "non professionisti"(tipica "risorsa"neorealista)come la politica(meglio: un certo tipo di politica) si appoggi alla corruzione edilizia e non, dove il ruolo delle forze conservagtrici dell'essistente e'sempre fondamentale. Rilevato il ruolo di persone impegnate nella politica e nel giornalismo di sinistra, bisogna ammettere che la presenza di due grandi interpreti, come Rod Steiger e Salvo Randone, nei due ruoli cruciali del corrttore.costruttore e del sindaco neoeletto, renda il film anche un'altercatio straordinaria, nella quale vengono al pettine questioni riguardanti sorpattutto ma non solo il Sud.Italia ma non solo in quegli annima in realta'sempre. La cura dei dettagli e'estrema, quasi a"centellinare"tutto, a mostrare come il cresc3endo e decrescendo drammaturgico, fino a raggiungere un hapax che e'nella scelta della corruzione spudorata, volutamente ignara delle conseguenze umane inevitabilmentr tragiche. El Gato
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