matteobettini15gennaio
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martedì 1 maggio 2018
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"fai il ragazzo e hai trent'anni!"
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Mississippi, Stati Uniti del Sud. I componenti della famiglia Pollit si riuniscono in occasione del 65esimo compleanno di 'Big Daddy' (Burl Ives che, in ruoli simili, sfornò una prestazione più incisiva dell'altra), dispotico capofamiglia. Prima che la scena del film (diretto benissimo da Richard Brooks che, insieme a James Poe, ne scrisse pure la sceneggiatura) si attesti definitivamente sulla grande magione accerchiata da immense piantagioni di cotone (primaria fonte di reddito per la famiglia), il prologo di 'A cat on a tiny roof' (titolo originale della pellicola) mostra Brick, il più giovane di due figli entrambi maschi, dedito alla bottiglia. Quindi, lo spettatore ritrova lo stesso Brick disteso su un divano, bicchiere di whisky in una mano e sigaretta nell'altra, con una gamba ingessata.
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Mississippi, Stati Uniti del Sud. I componenti della famiglia Pollit si riuniscono in occasione del 65esimo compleanno di 'Big Daddy' (Burl Ives che, in ruoli simili, sfornò una prestazione più incisiva dell'altra), dispotico capofamiglia. Prima che la scena del film (diretto benissimo da Richard Brooks che, insieme a James Poe, ne scrisse pure la sceneggiatura) si attesti definitivamente sulla grande magione accerchiata da immense piantagioni di cotone (primaria fonte di reddito per la famiglia), il prologo di 'A cat on a tiny roof' (titolo originale della pellicola) mostra Brick, il più giovane di due figli entrambi maschi, dedito alla bottiglia. Quindi, lo spettatore ritrova lo stesso Brick disteso su un divano, bicchiere di whisky in una mano e sigaretta nell'altra, con una gamba ingessata. Retaggio, quest'ultima, di una delle sue prodezze della sera precedente mentre era in preda a furore alcolico. Brick (Paul Newman, giovane, bello e bravissimo) non sembra più provare alcuna attrazione nei confronti della bella moglie Maggie 'la gatta' (Liz Taylor, giovane, bella e bravissima. A proposito, il titolo americano si estrapola da qui e da un frase che i due protagonsiti pronunciano in uno dei loro dialgohi...roventi). La situazione si aggrava ulteriormente quando entrano in scena il fratello maggiore Cooper (Jack Carson, doppiato in modo sublime da Carlo Romano) e sua moglie Mae (Madeleine Sherwood, energica), donna arrivista, materialista e priva di scrupoli. E, soprattutto, quando si scoprirà che 'Big Daddy', al contrario di quanto annunciato dai medici fino a quel momento, è malato terminale... Newman ottenne la parte dopo che altri big del "Silver Screen", su tutti Robert Mitchum e Monty Clift, l'avevano rifiutata. La Taylor acconsentì a recitare nonostante il suo adorato, terzo marito Mike Todd fosse appena morto in conseguenza di un incidente aereo. Il film fu girato a colori soprattutto in virtù del fatto che gli spettatori adoravano gli occhi viola della Taylor e quelli blu di Newman. Del cast fa anche parte una superlativa Judith Anderson, nei panni di Ida, moglie assoggettata di 'Big Daddy'. Durante tutta la durata della pellicola si respira un latente richiamo di omosessualità. Per non cadere vittima delle severe restrizioni dell'epoca dettate dal Codice Hays, la trasposizione cinematografica fu modificata. A riprova dell'ottima fattura della pellicola intervengono le sei nomination agli Oscar 1959. Gli attori protagonisti, a giudizio di chi scrive, avrebbero meritato l'agognata statuetta.
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riccardo-87
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lunedì 19 gennaio 2009
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si può forse vivere senza le menzogne?
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psicologia e filosofia si intrecciano in quello che è uno dei film meglio riusciti dell'intera storia del cinema,"la gatta sul tetto che scotta".i dialoghi tra padre(burl ives)e figlio(paul newman)sono pressochè indimenticabili,come pure indimenticabile è la figura della bellissima elizabeth taylor nei panni di maggie"la gatta".ma anche il fratello di newman,gooper(jack carson)e l'odiosa moglie sono assai ben caratterizzati;il film,al di là di una trama non molto articolata ma non per questo poco ricca,è di particolare rilievo per quella che a me piace chiamre"la filosofia della vita",che altro non è che un intreccio stretto tra filosofia e psicologia-memoabili le questioni sollevate dal padre in questo senso,come"si può forse vivere senza le menzogne?"a cui paul newman,sollevando il bicchiere,risponde:"sì,si può vivere di questo!"e il padre:"non è vivere.
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psicologia e filosofia si intrecciano in quello che è uno dei film meglio riusciti dell'intera storia del cinema,"la gatta sul tetto che scotta".i dialoghi tra padre(burl ives)e figlio(paul newman)sono pressochè indimenticabili,come pure indimenticabile è la figura della bellissima elizabeth taylor nei panni di maggie"la gatta".ma anche il fratello di newman,gooper(jack carson)e l'odiosa moglie sono assai ben caratterizzati;il film,al di là di una trama non molto articolata ma non per questo poco ricca,è di particolare rilievo per quella che a me piace chiamre"la filosofia della vita",che altro non è che un intreccio stretto tra filosofia e psicologia-memoabili le questioni sollevate dal padre in questo senso,come"si può forse vivere senza le menzogne?"a cui paul newman,sollevando il bicchiere,risponde:"sì,si può vivere di questo!"e il padre:"non è vivere.quello è sfuggire alla vita".-ma il mio titolo è solo indicativo,vi sono centinaia di altri momenti altrettanto profoni,quali ad esempio le scene girate nella cantina di casa pollitt-"l'amore non si compra!"tuona ad un certo punto paul newman"hai speso un milione di dollari per queste cianfrusaglie..ti amano forse?!"e ancora,riferendosi al rapporto del padre verso la madre"le hai dato delle cose..una casa,un viaggio,anche i gioielli erano solo cosa e non amore..",ed infine"possiedi più di ventimila ettari di terreno,possiedi dieci milioni di dollari,una moglie due figli,tu ci possiedi ma non ci ami."al chè il padre mostra una vecchia valigia al figlio dicendo:"questo lasciò a me mio padre:una valigia con la sua straccia divisa della guerra espano-americana;nient'altro!"però,dopo un lungo momento di riflessione conclude:"sì,lo amavo!non ho mai voluto bene a nessuno come a quel vecchio vagabondo..""e dici che non ti lsciò altro che una valigia con dentro una vecchia divisa della guerra espano-americana..""anche dei ricordi..""e amore..."conclude newman.-ma anche la frase"l'ipocrisia è il nostro sistema di vita"e di alto valore filosofico-ambito etico-politico-.ma lo scambio di battute che più m'ha fatto riflettere è il seguente:il padre dice"io ho il coraggio di morire.quello che voglio sapere è se tu hai il coraggio di vivere"e paul newman risponde semplicemente"non lo so".IL CORAGGIO DI VIVERE..questo è davvero un tema degno di nota:tutti noi ci chiediamo con apprensione cosa vi sarà dopo la morte,ma solo pochi hanno il gusto filosofico di interrogarsi sul coraggio di vivere,a meno che non siano in un momento di totale depressione.tutti pensano che un uomo che si suicida abbia avuto il coraggio di morire,pochi vedono il suicidio come mancanza del coraggio di vivere.ed invece il suicidio a mio avviso altro non è che questo.in conclusione ritengo"la gatta sul tetto che scotta"un film profondo non tanto per la trama quanto per gli argomenti affrontati-cosa che fa brillare assai di più un film nella mia ottica-.argomenti inerenti alla vita,innervati nella vita stessa;il valore sul piano filosofico-psicologico di questo film è a dir poco spettacoloso,ma l'unico modo per viverlo pienamente è guardarlo poichè,come ben diceva il filosofo fuerbach"dove finiscono le parole,là soltanto comincia la vita",intendendo con ciò che solo l'esperienza diretta,vissuta,rende veramente,è che il mio discorso,per quanto scritto con il cuore,non la può affatto sostituire.
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riccardo-87
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domenica 3 gennaio 2010
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si può forse vivere senza le menzogne?
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psicologia e filosofia si intrecciano in quello che è uno dei film meglio riusciti dell'intera storia del cinema,"la gatta sul tetto che scotta". I dialoghi tra padre (BurlI ives)e figlio (Paul Newman)sono indimenticabili, come pure indimenticabile è la figura della bellissima Elizabeth Taylor nei panni di Maggie "la gatta". Ma anche il fratello di Newman, Gooper (Jack Carson) e l'odiosa moglie sono assai ben caratterizzati; il film, al di là di una trama non molto articolata ma non per questo poco ricca, è di particolare rilievo per quella che a me piace chiamare "la filosofia della vita", che altro non è che un intreccio stretto tra filosofia e psicologia - memorabili le questioni sollevate dal padre in questo senso, come"si può forse vivere senza le menzogne?" a cui Paul Newman, sollevando il bicchiere, risponde: "sì,si può vivere di questo!" e il padre: "non è vivere.
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psicologia e filosofia si intrecciano in quello che è uno dei film meglio riusciti dell'intera storia del cinema,"la gatta sul tetto che scotta". I dialoghi tra padre (BurlI ives)e figlio (Paul Newman)sono indimenticabili, come pure indimenticabile è la figura della bellissima Elizabeth Taylor nei panni di Maggie "la gatta". Ma anche il fratello di Newman, Gooper (Jack Carson) e l'odiosa moglie sono assai ben caratterizzati; il film, al di là di una trama non molto articolata ma non per questo poco ricca, è di particolare rilievo per quella che a me piace chiamare "la filosofia della vita", che altro non è che un intreccio stretto tra filosofia e psicologia - memorabili le questioni sollevate dal padre in questo senso, come"si può forse vivere senza le menzogne?" a cui Paul Newman, sollevando il bicchiere, risponde: "sì,si può vivere di questo!" e il padre: "non è vivere. Quello è sfuggire alla vita".-ma il mio titolo è solo indicativo: vi sono infatti centinaia di altri momenti altrettanto profondi, quali ad esempio le scene girate nella cantina di casa Pollitt - "l'amore non si compra!",tuona ad un certo punto Newman, "hai speso un milione di dollari per queste cianfrusaglie..ti amano forse?!"; e ancora, riferendosi al rapporto del padre verso la madre, "le hai dato delle cose..una casa, un viaggio, anche i gioielli erano solo cose e non amore..", ed infine "possiedi più di ventimila ettari di terreno, possiedi dieci milioni di dollari, una moglie, due figli, tu ci possiedi ma non ci ami." il padre quindi mostra una vecchia valigia al figlio dicendo: "questo lasciò a me mio padre: una valigia con la sua straccia divisa della guerra espano - americana; nient'altro!". Però, dopo un lungo momento di riflessione, conclude:"sì, lo amavo! Non ho mai voluto bene a nessuno come a quel vecchio vagabondo.." "e dici che non ti lasciò altro che una valigia con dentro una vecchia divisa della guerra espano - americana.." "anche dei ricordi.." "e amore..." conclude Newman. Ma anche la frase "l'ipocrisia è il nostro sistema di vita" è di alto valore filosofico -ambito etico – politico -, e credo che oggi come non mai si possa riscontrare la sua veridicità. Tuttavia lo scambio di battute che più m'ha fatto riflettere è il seguente: il padre dice"io ho il coraggio di morire. Quello che voglio sapere è se tu hai il coraggio di vivere" e Paul Newman risponde semplicemente "non lo so". IL CORAGGIO DI VIVERE..questo è davvero un tema degno di nota: tutti noi ci chiediamo con apprensione cosa vi sarà dopo la morte, ma solo pochi hanno il gusto filosofico di interrogarsi sul coraggio di vivere, a meno che non siano in un momento di totale depressione. Tutti pensano che un uomo che si suicida abbia avuto il coraggio di morire, pochi vedono il suicidio come mancanza del coraggio di vivere, quando invece il suicidio a mio avviso altro non è che questo In conclusione ritengo "la gatta sul tetto che scotta" un film profondo non tanto per la trama quanto per gli argomenti affrontati - cosa che fa brillare assai di più un film nella mia ottica . Argomenti inerenti alla vita, innervati nella vita stessa e il suo valore sul piano filosofico - psicologico sono a dir poco spettacolosi; ma l'unico modo per viverlo pienamente è guardarlo poiché solo l'esperienza diretta, vissuta, rende veramente, e il mio commento, per quanto scritto con il cuore, non la può affatto sostituire.
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archipic
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lunedì 4 febbraio 2013
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una gatta in una gabbia da zoo
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Stepitoso esempio di come il cinema possa trasporre su schermo un dramma teatrale rendendolo godibile, comprensibile ed appassionante. Pur nascondendo il vero motivo della crisi di Brick (nel testo teatrale era la sua omosessualità e la sua passione per l'amico morto) il film riesce a conservare il pathos e soprattutto a mostrare e sviscerare mirabilmente i rapporti inter-familiari, intessendo dialoghi superbi e momenti di rara verbale drammaticità. Ottime le interpretazioni del cast; ognuno fonisce al proprio personaggio una perfetta caratterizzazione in linea con la magnifica sceneggiatura di Brooks. Un film da vedere e rivedere nel tempo.
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brucemyhero
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giovedì 24 marzo 2011
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la gatta sul tetto....
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Un capolavoro nei dialoghi che riescono a riassumere nel breve tempo di due ore, vite intere, squarciando i sipari del vissuto. Tutto cade, ma tutto ritrova la via, solo allorchè l'inevitabile è davanti, ad un passo da noi. Grandi, magistrali interpretazioni di tutto il cast. Memorabile lo scambio di idee tra Brick e suo padre nel seminterrato 'dei ricordi'. Imperdibile.
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filippo catani
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mercoledì 3 settembre 2014
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bugie e ipocrisie di famiglia
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Mississipi. Un grande proprietario terriero festeggia a casa il proprio 65o compleanno. L'occasione è particolarmente speciale perchè l'uomo è convinto anche di non avere il tumore che inizialmente gli era stato diagnosticato. A fare da contorno ci sono i familiari e in particolare i due figli: il primo un buono a nulla dominato dalla moglie che mira all'eredità e il secondo che è un ex campione sportivo alcolizzato in crisi con la bellissima moglie.
Intenso il (melo)dramma diretto da Brooks che indaga su quella che teoricamente potrebbe essere una famiglia felice e invece, come spesso capita, non lo è affatto (anzi ad ascoltare la madre e vedendo il tutto si potrebbe dire che non lo è mai stata).
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Mississipi. Un grande proprietario terriero festeggia a casa il proprio 65o compleanno. L'occasione è particolarmente speciale perchè l'uomo è convinto anche di non avere il tumore che inizialmente gli era stato diagnosticato. A fare da contorno ci sono i familiari e in particolare i due figli: il primo un buono a nulla dominato dalla moglie che mira all'eredità e il secondo che è un ex campione sportivo alcolizzato in crisi con la bellissima moglie.
Intenso il (melo)dramma diretto da Brooks che indaga su quella che teoricamente potrebbe essere una famiglia felice e invece, come spesso capita, non lo è affatto (anzi ad ascoltare la madre e vedendo il tutto si potrebbe dire che non lo è mai stata). Ecco allora il grande vecchio che, provenendo da un'infanzia segnata da estrema povertà, ha vissuto solo del suo lavoro e basa tutto il suo modo di essere e vivere sulle cose possedute siano essi terreni o soldi o cianfrusaglie. Per fare questo l'uomo non ha mai veramente amato nessuna delle persone che aveva attorno dalla moglie fino ai figli. Il figlio primogenito ha cinque figli, fa l'avvocato ma è succube di una moglie a dir poco bisbetica. Il figlio preferito è infatti il secondo che però oltre ad una infruttuosa carriera sportiva e ad un'altrettanta come telecronista si trova anche a vivere in una difficile situazione coniugale con la moglie anche lei cresciuta nella povertà e ora disposta a tutto pur di non perdere i propri privilegi. Davvero grande la prova di Newman. Forse a volergli proprio trovare un difetto si potrebbe puntare il dito su un finale un po' affrettato che comunque non inficia nella valutazione ottima di questo classico del cinema.
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[+] non solo newman
(di samanta)
[ - ] non solo newman
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samanta
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mercoledì 21 agosto 2024
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una bravissima gatta
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Il film uscito nel 1958 con una splendida fotografia a colori in Metrocolor, ha la regia di Richard Brooks una valente regista di Hollywood, nonché romanziere e sceneggiatore (premio Oscar per Il Figlio di Giuda), sicuro mestierante ha diretto film di diverso genere: L'ultima volta che vidi Parigi, L'ultima minaccia, I professionisti. La sceneggiatura (Brooks cosceneggiatore) si basa sull'omonimo romanzo di Tennessee Williams
All'inizio del film vediamo Brick (Paul Newman) che completamente ubriaco, di notte in un campo sportivo salta gli ostacoli ma cade malamente rompendosi la caviglia.Brick era un buon giocatore di football ma il suicidio del suo amico e collega Skinner lo aveva sconvolto.
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Il film uscito nel 1958 con una splendida fotografia a colori in Metrocolor, ha la regia di Richard Brooks una valente regista di Hollywood, nonché romanziere e sceneggiatore (premio Oscar per Il Figlio di Giuda), sicuro mestierante ha diretto film di diverso genere: L'ultima volta che vidi Parigi, L'ultima minaccia, I professionisti. La sceneggiatura (Brooks cosceneggiatore) si basa sull'omonimo romanzo di Tennessee Williams
All'inizio del film vediamo Brick (Paul Newman) che completamente ubriaco, di notte in un campo sportivo salta gli ostacoli ma cade malamente rompendosi la caviglia.Brick era un buon giocatore di football ma il suicidio del suo amico e collega Skinner lo aveva sconvolto. Lo vediamo nella casa del padre Harvey (Burl Ives), un ricchissimo proprietario terriero, ingessato veve è con sua moglie Maggie (Elisabeth Taylor) sono in attesa del rientro del capofamiglia che è andato in clinica per accertamenti e la famiglia è radunata per festeggiare il compleanno di Harvey. Con loro c'è anche il fratello maggiore Cooper (Jack Carsen) con la moglie la petulante e ottusa Mae (Madeleine Sherwood) che gli ha dato 5 figli e per questo sperano che Harwey lasci a loro l'eredità. Mae e figli vanno all'aeroporto per accogliere il nonno facendo una sceneggiata penosa, Harvey detesta Mae e predilige Maggie. I motivi di tensione sono molteplici: Cooper e Mae intrigano per averel'erdità, ma anche Maggie che litiga con Brick per il suo disinteresse per l'eredità e anche fisicamente nei suoi confronti, il motivo era che aveva rivelato a Brick che l'amico Skiner aveva cercato di sedurla,di fronte alle rimostranze di Brick Skinner si era suicidato, Brick oltrettutto non sopportava il padre. Harwey ha un cancro ma il medico di famiglia non lo ha informato ma la solo detto ai familiari che gli nascondono la verità. Le tensioni esplodono ma la verità viene a galla, Harvey informato della malattia e dell'imminente morte si riconcilia, anche grazie a Maggie, con Brick che dirigerà l'azienda al posto del malfido Cooper, i rapporti di Maggie con Brick anche fisicamente. riprenderanno.
E' un film fortemente drammatico , che mostra lo spaccato di una famiglia i cui le tensioni e le menzogne regano sovrane, però il finale positivo che si può sintettizare nelle parole rivolte a Brick dal padre "Io ho il coraggio di morire bene , ma hai il coraggio di vivere bene?". E' un film che si può definire di dialoghi in interni (pochissimi gli esterni) e di recitazione, una pièce teatrale efficacemente tradotta cinematograficamente. Nella trama è impietosamente ma nche pietosamente descritto un quadro familiare: Brick afflitto dalla morte dell'amico (pallidamente emerge un'attrazione omosessuale) e del suo falllimento, per l'infortunio, come calciatore, affoga i dispiaceri nell'alcool, in realtà ha sempre sofferto il padre, presenza lontana ed incombente, Maggie che lotta disperatamente per creare una famiglia con Brick subendo le maldicenze dei cognati, il vecchio Harvey che alla fine della vita che non solo sono importanti le "cose" ma anche gli affetti verso il figlio Brick e la moglie la trascurata I DA (Judith Anderson) e infine la grettezza di Cooper. E' anche un film di attori con una Elisabeth Taylor che interpreta un'efficace Maggie: furba e disperata per il suo amore non corrisposta e la volontà di emergere, nata in una famiglia povera, socialmente e che cerca di sopravvivere esercitando l'equilibrio come "una gatta sul tetto che scotta", sensuale anche quando solo si mette le calze, bravissimo e convincente Paul Newman, ma superlativo Burl Ives (Oscar per la sua interpretazione come migliore attore n.p., noto caratterista: Il grande paese, Il nostro agente all'Avana, La valle dell'Eden) che relizza una mirabile performance recitativa.
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elgatoloco
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lunedì 27 marzo 2017
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grandissimo film"teatrale"
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"Cat on a Hot Tin Roof", solida regia di Richard Brooks(1958), segue di poco più di un lustro"A Street car Named desire", regia di Elia Kazan, sempre per rendere filmicamente una pièce del grande(e spesso non abbastanza apprezzato e proposto a teatro, almeno in Europa)Tennessee Williams. Come si conviene, secondo l'"Ontologie du cinéma"di André Bazin, il film, salvo pochissime(quasi di contorno)scene all'esterno, rispetta in pieno la drammaturgia, stretta, concentrata, implacabile del grande drammaturgo. Perfetto tutto, in questo terribile dramma familiare("Familles, je vous haine", diceva Sartre), dal gioco sensuale sulle e con le calze all'inizio di Elizabeth Taylor, qui alla sua prova migliore, al finale cui sembra aggiungersi un"grain de folie", anzi di speranza, nell'umana illusione della propagazione-.
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"Cat on a Hot Tin Roof", solida regia di Richard Brooks(1958), segue di poco più di un lustro"A Street car Named desire", regia di Elia Kazan, sempre per rendere filmicamente una pièce del grande(e spesso non abbastanza apprezzato e proposto a teatro, almeno in Europa)Tennessee Williams. Come si conviene, secondo l'"Ontologie du cinéma"di André Bazin, il film, salvo pochissime(quasi di contorno)scene all'esterno, rispetta in pieno la drammaturgia, stretta, concentrata, implacabile del grande drammaturgo. Perfetto tutto, in questo terribile dramma familiare("Familles, je vous haine", diceva Sartre), dal gioco sensuale sulle e con le calze all'inizio di Elizabeth Taylor, qui alla sua prova migliore, al finale cui sembra aggiungersi un"grain de folie", anzi di speranza, nell'umana illusione della propagazione-.continuazione della specie, dopo la rivelazione della malattia del padre-padrone allo stesso, dopo la storia della"passione giovanile", risoltasi tragicamente, del protagonista(un Paul Newman straordinario, senza meno)per un amico-collega di football americano(il dramma gay, che era quello di Williams, è qui accennato finemente, ma proprio per questo più che mai aggettante su tutta la vicenda), dopo il dramma dell'eredità, dopo l'alcolismo del protagonista per vincere rimorso e disperazione, senso del nulla e di una"nada"perturbante, sempre incombente su tutti/e e tutto, dopo il fuoco di fila reciproco, che condurrebbe(in nuce, ma forse non solo)a una lotta di tutti contro tutti, dove il bellum omnium contra omnes è anche una sorta di suicidio di un modello sociale e culturale(quello capitalistico?No, non solo, quello della modernità o di una certa modernità quanto meno, diremmo forse meglio), di una realtà che va acqua da tutte le parti, dove la consolazione è un raggio di sole passeggero/illusorio. Tutto ciò, appunto, è reso molto bene, badando bene a non"disturbare il pianista", che qui è l'autore del testo teatrale, appunto, ossia il vero autore, pur se filmicamente trasposto. El Gato
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elgatoloco
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mercoledì 17 novembre 2021
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notevole comunque, cinmna.teatro
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"Car on a Hot Tin Roof"(Richard Brooks, scritto insieme a James Poe, dalla pièce teatrlae di Tennesse Willams, 1958)tratta del dramma familiare, nel conflitto padre.figlio, nella rivalità tra le due famiglie, quella del figilio maggior,e avvocato speculatore e pieno di figli, voluti dalla terribile moglie e quella del filgio minore, ex-cronista sportivo e giocatore di yankee-football, in crisi con la moglie cui non dà più"amor e affetto"(e nenahce sesso)essendosi rifugiati nell'alcol . Omnes contra omnes, possiamo dire, o, se si vuole, Homo Homini Lupus la Thomas Hobbes. Conflitti che nascono, fioriscono, si viluppano, "scoppiano"come bubbuoni ma non muoiono, lasciando tracce mnestiche ferocii, come quando riemerge il lagame di Brick(l'alcolizzato deluso dalla vita)con un caro amico, morto suicida precipaitando da un balcone, ubriaco.
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"Car on a Hot Tin Roof"(Richard Brooks, scritto insieme a James Poe, dalla pièce teatrlae di Tennesse Willams, 1958)tratta del dramma familiare, nel conflitto padre.figlio, nella rivalità tra le due famiglie, quella del figilio maggior,e avvocato speculatore e pieno di figli, voluti dalla terribile moglie e quella del filgio minore, ex-cronista sportivo e giocatore di yankee-football, in crisi con la moglie cui non dà più"amor e affetto"(e nenahce sesso)essendosi rifugiati nell'alcol . Omnes contra omnes, possiamo dire, o, se si vuole, Homo Homini Lupus la Thomas Hobbes. Conflitti che nascono, fioriscono, si viluppano, "scoppiano"come bubbuoni ma non muoiono, lasciando tracce mnestiche ferocii, come quando riemerge il lagame di Brick(l'alcolizzato deluso dalla vita)con un caro amico, morto suicida precipaitando da un balcone, ubriaco. Ma c'è un'altra "verità camuffata", trasformata in menzogna: il "patriarca", ricco latifondista al cui patrimonio mira la famiglia con tanti bambini(orribili)e la nuora moglie id Brick,quella del suo tumore inoperabile, quando invece gli si dice che"è sano come un pesce". Le verità, appunto, fuioriescono per motivi divdersi e fariscono non meno delle bugie e delle mentogne. Perfetto esempio , questo di Brooks, di trasposizione di un testo teatrlae, dato che il film è vera trasposizione del testo teatrlae del grande Williams, senza falsarne la tecnica, appunto, coerttemente con quanto scrive André Bazin nell''opera"L'ontologie du cinéma". C'è un tema che qui è edulcorato, anzi poi cassato, per motivi di censura/il codice Hays, allora in vigore negli States, era serverissimo e conseurava senza pietà ogni anche minino accenno all'omosessualità). Qui, ma"honnit soit qui mal y pense"...)si potrebbe pensare, inzialmente, che Brick abbia spinto la sua amicizia con il compianto Skipper fino al legame gay, ma poi si "devia", dato che la sensuale moglie di Brick confessa di essersi quasi concessa(Ma senza trarne le estrema conseugenze) all'amico del marito per sbudgiardalo e tutto torna nei "ranghi"... Decisamente un dramma(non tragedia, non essndoci il "Black End")ma un drmama che giustaemte ferisce mettendo in piazza tensioni, consce ma anche e soprattutto inconsce che attanagliano la vita di tutti/e, ma soprattutto di chi mira solo a quel potere che si consegue attraverso il denaro, che Williams, corifeo degli Stati"del SUd"degli State, quelli narrati già in"The Nirth of a Nation"di Dawid W.Griffith, al contrartio di questi però sbugairda il razzismo. Straoridnari Paul Newman, Elisabeth Taylor/la coippia in crisi)m ma anche Burt Ives, il padre.patriarca e gli altri(le altre. El Gato
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