Il settimo sigillo |
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Un film di Ingmar Bergman.
Con Max von Sydow, Gunnar Björnstrand, Gunnel Lindblom, Bengt Ekerot, Bibi Andersson.
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Titolo originale Det Sjunde Inseglet.
Drammatico,
Ratings: Kids+16,
durata 95 min.
- Svezia 1957.
- Cineteca di Bologna
uscita lunedì 5 novembre 2018.
MYMONETRO
Il settimo sigillo
valutazione media:
4,33
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Il settimo sigillo:il grande Bergman fa artedi Antonio The RockFeedback: 0 |
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martedì 5 agosto 2008 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il settimo sigillo attraversò alla sua uscita nel 57' "il mondo come un incendio";frase questa pronunciata dallo stesso Bergman,il quale riuscì a tradurre su pellicola le ansie e le inquietudini più profonde di una generazione che era appena uscita da un conflitto mondiale ed era agli inizi di un'altra guerra questa volta più silente:la "cold war".Il senso di incertezza e di caducità della vita è pregnante nel film,dove il protagonista (il cavaliere Antonius Block)si trova come sperduto di fronte a un mistero più grande di lui e certamente a cui non sa rispondere in veste di semplice uomo:l'esistenza di Dio.Il suo è un interrogativo che può solo trasmutarsi in due scelte esistenziali:credere senza porsi domande o semplicemente negare l'esistenza di Dio stesso(cosa che accade nel materialistico ateismo del suo scudiero).La scelta è ardua specialmente se alle calcagna è la morte in persona con la quale il cavaliere ingaggerà una partita a scacchi senza speranze con lo scopo di prender tempo:senza speranze perchè chi mai ha vinto la morte?. Il cavaliere in questa confusione esistenziale si accosta alla fede grazie ai membri della compagnia dei saltimbanchi(i cui nomi sono chiari richiami biblici:Michael il bambino,oppure la famiglia nella sua semplicità è un riferimento alla Sacra Famiglia biblica).Questa famiglia farà entrare nel cuore del cavaliere l'amore verso il prossimo e sopratutto l'amore verso se stessi,cosa che il cavaliere aveva sempre inconsciamente ripudiato per tutta la vita.Grazie a questo,accantonerà nel finale i suoi dubbi rimettendosi placidamente nelle mani di Dio(infatti senza Dio è "come riflettere se stessi in uno specchio").Così anche se la morte farà comunque la sua macabra danza,la vita avrà avuto un suo significato. Chiari sono i riferimenti nel film a opere d'arte come al "Trionfo della morte" di Orcagna oppure a Durer,nonchè l'alternanza di momenti rischiarati dalla luce del sole nei momenti di felicità e le ambientazioni scure e tetre nei momenti più difficili (per esempio durante la partita a scacchi o il passaggio dei flagellanti).
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