paola di giuseppe
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mercoledì 7 luglio 2010
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...o che camminavano sul filo del rasoio
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1945, il Giappone è ancora in guerra, mancano i cavalli per girare La spada sguainata, un film in costume, e con totale povertà di mezzi Kurosawa ripiega su questo breve testo del teatro kabuki, Kanjincho, a sua volta derivato da Ataka, dramma del teatro Nô ambientato nel 1185 e gira un mediometraggio di appena un’ora, che ha già tutte le impronte del suo genio.
E’ la storia del principe Yoshitsune Minamoto in fuga con i suoi seguaci travestiti da monaci e diretto verso il nord del Giappone per raggiungere Idehira Fujiwara, suo unico amico, attraverso un posto di blocco fra le montagne.
Storie dinastiche di scontri per il potere alle spalle, famiglie sterminate da faide infinite, intrighi e delitti, tutto è già accaduto, ma Yoshisune, il vincitore, non può tornare a Kioto perché minacciato dal fratello, lo Shogun Joromoto, uomo malvagio, debole e irresoluto, influenzato da cortigiani invidiosi.
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1945, il Giappone è ancora in guerra, mancano i cavalli per girare La spada sguainata, un film in costume, e con totale povertà di mezzi Kurosawa ripiega su questo breve testo del teatro kabuki, Kanjincho, a sua volta derivato da Ataka, dramma del teatro Nô ambientato nel 1185 e gira un mediometraggio di appena un’ora, che ha già tutte le impronte del suo genio.
E’ la storia del principe Yoshitsune Minamoto in fuga con i suoi seguaci travestiti da monaci e diretto verso il nord del Giappone per raggiungere Idehira Fujiwara, suo unico amico, attraverso un posto di blocco fra le montagne.
Storie dinastiche di scontri per il potere alle spalle, famiglie sterminate da faide infinite, intrighi e delitti, tutto è già accaduto, ma Yoshisune, il vincitore, non può tornare a Kioto perché minacciato dal fratello, lo Shogun Joromoto, uomo malvagio, debole e irresoluto, influenzato da cortigiani invidiosi.
Il gruppo è guidato dal samurai Benkei e fra loro c’è un personaggio umoristico, un contadino disoccupato aggregato come portatore (come non ricordare Kikuchiyo, il samurai straccione con l’armatura corta sulle natiche de I sette samurai?)
E’ il comico Enoken, che dà all’insieme un tono picaresco allora poco apprezzato dai giapponesi, non disposti ad accettare che la loro gloriosa storia feudale venisse trattata con toni così poco agiografici.
Ironia delle cose umane, fu proprio quella storia di samurai a rappresentare il maggior ostacolo all’uscita del film, che vide la luce solo nel ‘52 perchè accusato dagli Americani di esaltare i valori del Giappone feudale.
Sulla montagna i samurai/monaci sanno di dover superare un presidio militare e, riprendendo una suggestiva metafora della tradizione giapponese, è come se camminasero mettendo il piede “sulla coda della tigre” , che è come camminare sul filo del rasoio per la tensione della minaccia sempre presente.
La forza nel tratteggiare i personaggi, fra cui spicca Benkei, affascinante, istrionico e trascinatore, la sottigliezza nel percepire la grazia e la sensibilità di Yoshitsune di fronte al quale ha giusta consistenza la figura di Togashi, il "cattivo" capace, però, di nobiltà di gesto, infine il rigore della messa in scena fanno di questo quarto film di Kurosawa una prova d’autore a tutti gli effetti, buona anticipazione di un soggetto grandioso che arriverà molto più tardi e sarà Kagemusha.
Importante valore aggiunto al film sono i cori del teatro Nô, coerenti con lo sviluppo della storia nella percezione psico-fisiologica del “ritmo continuo”, affidata al principio del jo-ha-kyū, per cui la situazione drammatica viene sviluppata da un crescendo lento sino al parossismo finale, con una mancanza di emozionalità evidente ma una concatenazione continua fortemente legata.
Musica destinata essenzialmente alla nobiltà e alla casta guerriera, ha una funzione drammatica molto interessante in questa vicenda, e l’aver accostato i due linguaggi (filmico e musicale) con così straordinaria coerenza fa di quest’opera una tappa eccellente e iniziale di una filmografia ancora tutta in divenire ma già così densa e promettente.
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august robert fogelbergrota
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martedì 23 marzo 2010
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l'inizio del regno dell'imperatore
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Gli uomini che camminavano sulla coda della tigre è un film girato in assoluta povertá di mezzi quando, dopo il collasso della Germnia nazista, migliaia di giovani giapponesi con armamento inadeguato lottavano contro tutto il mondo. A dire il vero il giovane Kurosawa dopo i successi ottenuti con i due primi film mondiali sulle arti marziali: La leggenda del grande judo del 1943 e soprattutto La leggenda del grande judo II del 1945 .aveva pensato ad un soggetto piú grandioso che uscirà solo nel 1980 Kagemushe. Non ci sono né combattimenti né cavalli e la vicenda potrebbe essere definitá come un camminare sul filo del rasoio per la tensione sempre presente. Bravissimo nel suo essere istrionico il protagonista Benkei (Denjiero Okochi)capo di uno sparuto gruppo di samuraj.
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Gli uomini che camminavano sulla coda della tigre è un film girato in assoluta povertá di mezzi quando, dopo il collasso della Germnia nazista, migliaia di giovani giapponesi con armamento inadeguato lottavano contro tutto il mondo. A dire il vero il giovane Kurosawa dopo i successi ottenuti con i due primi film mondiali sulle arti marziali: La leggenda del grande judo del 1943 e soprattutto La leggenda del grande judo II del 1945 .aveva pensato ad un soggetto piú grandioso che uscirà solo nel 1980 Kagemushe. Non ci sono né combattimenti né cavalli e la vicenda potrebbe essere definitá come un camminare sul filo del rasoio per la tensione sempre presente. Bravissimo nel suo essere istrionico il protagonista Benkei (Denjiero Okochi)capo di uno sparuto gruppo di samuraj. Splendida l’interpretazione di Takashi Shimura che ricorderemo attore totem di Kurosawa nel duro Kataoka . Il colpo di genio di Kurosawa il cui film non passò la rigida censura fu di dare una parte fondamentale a Enoken un comico che intepreta un povero portatore. Un film veramente bello che ci dimostra che non c’è bisogno di molto tempo (il film dura solamente un’ora) per raccontare una storia non banale, anzi profonda, in modo assolutamente pregevole.
Robert Fogelberg Rota
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gianleo67
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martedì 17 aprile 2012
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epos in formato tascabile
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Sette samurai del clan Minamoto travestiti da monaci di montagna, scortano il loro signore, il principe Yoshitsune, attraverso boschi e montagne verso una località nel nord del paese. Sono inseguiti dalle guarnigioni di una fazione rivale dello stesso clan e devono attraversare un posto di guardia del locale Shōgun . L'astuzia del loro leader Benkei li trarra' d'impiccio. Mediometraggio del giovane Kurosawa di straordinaria compattezza narrativa e sublime eleganza espressiva. La sapiente alternaza di un registro solenne e aulico incarnato dalla figura del saggio e abile Benkei e l'altro sardonico e claunesco rappresentato dalla sagoma scimmiesca del buffo servitore, sono gli elementi attraverso cui si sviluppa la dialettica dell'inganno e dell'onore.
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Sette samurai del clan Minamoto travestiti da monaci di montagna, scortano il loro signore, il principe Yoshitsune, attraverso boschi e montagne verso una località nel nord del paese. Sono inseguiti dalle guarnigioni di una fazione rivale dello stesso clan e devono attraversare un posto di guardia del locale Shōgun . L'astuzia del loro leader Benkei li trarra' d'impiccio. Mediometraggio del giovane Kurosawa di straordinaria compattezza narrativa e sublime eleganza espressiva. La sapiente alternaza di un registro solenne e aulico incarnato dalla figura del saggio e abile Benkei e l'altro sardonico e claunesco rappresentato dalla sagoma scimmiesca del buffo servitore, sono gli elementi attraverso cui si sviluppa la dialettica dell'inganno e dell'onore. La matrice teatrale risulta evidente , oltre che dalla messa in scena e dal montaggio (film idealmente suddiviso in tre atti), dal raffinato simbolismo reso dall'occultamento della figura elegante e nobilmente effeminata del principe fuggitivo. Questa si disvelerà solo nella parte finale, allorchè l'inganno è compiuto e la salvezza raggiunta.Una figura che ha qualcosa di sacrale, venerabile e pertanto come "la pallida luna d'autunno nascosta dietro le nuvole del mistero infinito".La poetica del samurai, la sua totale dedizione alla causa del proprio signore sfodera le armi affilate e invincibili della retorica e della sacra spiritualità della fede buddista. Una tensione inesorabile tenuta a bada da un abile domatore di tigri o da un mistico incantatore di serpi.
Un film epico in formato tascabile.
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