If Not Us, Who

Film 2011 | Storico 124 min.

Titolo originaleWer Wenn Nicht Wir
Anno2011
GenereStorico
ProduzioneGermania
Durata124 minuti
Regia diAndres Veiel
AttoriSusanne Lothar, Rainer Bock, Maria-Victoria Dragus, Imogen Kogge, Lena Lauzemis Alexander Khuon, Michael Wittenborn, Kai Holzapfel, Gabriele Röthemeyer, Andreas Döhler, Till Florian Beyerbach, Greta Bohacek, Vivien Nagel, Alfredo Zermini, Hendrik Maaß, Heike Hanold-Lynch, Hark Bohm, Henriette Nagel, Hanno Koffler, Thomas Thieme, Sebastian Blomberg, Alexander Fehling, August Diehl, Vicky Krieps, Joachim Paul Assböck.
MYmonetro 3,07 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Andres Veiel. Un film con Susanne Lothar, Rainer Bock, Maria-Victoria Dragus, Imogen Kogge, Lena Lauzemis. Cast completo Titolo originale: Wer Wenn Nicht Wir. Genere Storico - Germania, 2011, durata 124 minuti. - MYmonetro 3,07 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento domenica 30 gennaio 2011

Negli anni sessanta, Bernward Vesper, figlio dello scrittore nazista Will Vesper, sviluppa un'inaspettata storia d'amore con Gudrun Ensslin, la figlia di un pastore, che divenne una delle figure centrali del gruppo di terroristi Read Army Factions. Il film è stato premiato al Festival di Berlino,

Consigliato sì!
3,07/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA
PUBBLICO 3,14
CONSIGLIATO SÌ
Scheda Home
Critica
Cinema
Trailer
Le origini del terrorismo nella Germania degli anni Sessanta..
Recensione di Giancarlo Zappoli
venerdì 18 febbraio 2011
Recensione di Giancarlo Zappoli
venerdì 18 febbraio 2011

Bernward Vesper è il figlio di un noto scrittore che, durante il nazismo, si schierò apertamente dalla parte di Hitler. Gudrun Esslin è figlia di un pastore protestante il quale non rifiutò di andare in guerra e che per questo (e per la rigidità con cui l'ha educata insieme ai fratelli) lei ritiene colpevole. I due si conoscono all'università e si attraggono reciprocamente anche grazie alla passione condivisa per la letteratura. Lui decide di dedicarsi all'editoria e lei collabora. Pubblicheranno libri di sociologia e politica destinati a creare polemiche. Ma quando Gudrun conosce Andreas Baader non c'è più alcun legame che la tenga legata a Bernward, neppure il piccolo figlio Felix. La coppia si dedica ad azioni di sabotaggio violento sperando di far sollevare le masse contro il capitalismo che uccide in Vietnam come altrove. Visto l'insuccesso si dà alla clandestinità. Bernward intanto cerca di allevare il figlio ma precipita nella dipendenza dagli allucinogeni che utilizza per scrivere il romanzo che dovrebbe rivoluzionare la storia della letteratura. Il cinema tedesco torna a visitare la storia del terrorismo che insanguinò gli anni Sessanta/Settanta attraverso la figura di Gudrun Esslin e, in seconda istanza, di Andreas Baader. Lo fa però partendo da una personalità meno nota al di fuori dei confini della Germania, quella del marito della Esslin, Bernward Vesper. La scena che apre il film (con il gatto di Bernward bambino che uccide il piccolo di un'allodola caduto dal nido e il padre del ragazzo che lo elimina con una fucilata) assume un valore emblematico. Andreis Veiel, documentarista al suo primo lungometraggio di finzione, non cerca alcun giustificazionismo a posteriori. Ci ricorda però che sta per presentarci alcuni esponenti di una generazione che porta sulle proprie spalle il peso di un conflitto irrisolto con i padri che spesso aderirono o tacquero durante il nazismo. Bernward e Gudrun non possono non trasgredire a quanto loro imposto nell'infanzia (anche se poi il cordone ombelicale sembra quasi impossibile da tranciare del tutto). Sia sul piano politico che su quello erotico alzano sempre di più l'asticella della provocazione. E' lei però quella più restia alla sperimentazione sul piano della liberazione sessuale quasi che un residuo consistente di educazione 'borghese' faccia ancora parte del suo sentire. Quando però avvertirà in modo prerazionale che privato e politico debbono coincidere qualsiasi remora verrà cancellata e la dedizione alla causa sarà cieca e totale e si identificherà nel legame con Baader. Veiel riesce nell'impresa di rileggere un periodo della storia tedesca recente applicando la giusta dose di fictionalizzazione ma anche mostrando il passaggio progressivo dall'idealismo politico alla paranoia terroristica di coloro che pretesero di ergersi a giudici e giustizieri in nome di una classe che non solo non rappresentavano ma che, con i loro crimini, costrinsero al silenzio.

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premio alfred bauer
Festival di Berlino
2011
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