Anno | 2007 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Italia |
Durata | 75 minuti |
Regia di | Ascanio Celestini |
Uscita | venerdì 1 febbraio 2008 |
Tag | Da vedere 2007 |
Distribuzione | Fandango |
MYmonetro | 3,07 su 10 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Il cantastorie Ascanio Celestini, camera in mano, decide di interrogarsi sulle condizioni esistenziali di un gruppo di lavoratori precari che lavorano per il call center di una compagnia telefonica. In Italia al Box Office Parole sante ha incassato 3,2 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Parole sante è il secondo documentario di Ascanio Celestini che torna a parlare di lavoro e sfruttamento dopo Senza paura che si occupava della vicenda di sei lavoratori notturni. Il noto drammaturgo ha incontrato un gruppo di precari che hanno lavorato in questi anni nel più grande call center italiano. Migliaia di persone sono passate per l'Atesia con sede a Cinecittà in un'anonima palazzina che solo all'apparenza sembra un condominio qualunque. Numeri da capogiro: trecentomila telefonate al giorno, quattromila impiegati.
La storia prende vita attraverso le loro interviste e le loro parole. Per quanto Celestini voglia trovare delle risposte, il filmato solleva domande scomode su questa realtà poco approfondita ma, più in generale, ricostruisce le forme di organizzazione e lotta passando dai sindacati per arrivare ai partiti e allo Stato. In modo chiaro e diretto, viene cancellata l'idea che la flessibilità possa essere uno strumento per calare la disoccupazione. Rimane, però, la confusione su cosa sia un lavoratore precario. Sono persone che scelgono la flessibilità per sentirsi più libere oppure sono subordinati a cui le aziende fanno un contratto a progetto per risparmiare? Difficile trovare una collocazione per loro visto che il mercato del lavoro cambia di giorno in giorno.
Il documentario si preoccupa non solo di fornire stime precise su un fenomeno sempre più preoccupante ma sottolinea anche il forte disagio emotivo vissuto da molti ragazzi che, spesso, accettano un lavoro pagato cinquecentocinquanta euro. Fugge l'inchiesta esattamente come si allontana dalla trappola di cadere nella distinzione tra politica e anti-politica. Il cinema e teatro sono politici nel loro stesso essere in quanto parlano di cose che accadono alle persone.
Nota cantastorie, Ascanio Celestini è stato applaudito in tivù, a teatro e al cinema. Come regista ha girato il film "Senza paura", un documentario sul mondo del lavoro. E ora ci riprova, con un film presentato alla Festa del Cinema, 'Parole sante'. Dura 75 minuti e affronta il tema del lavoro precario. Non in termini teorici, ma parlando di un caso che persino i sindacati hanno lasciato passare firmando [...] Vai alla recensione »
Certi film non sono ciò che sembrano. Parlano di una cosa ma ne raccontano molte altre. Mostrano un insieme di facce, di luoghi, di eventi, e grazie a quel pugno di immagini illuminano tutto un mondo. Parole sante di Ascanio Celestini è uno di questi film. Formalmente è un documentario sui lavoratori precari della Atesia, il più grande call center d'Italia, l'ottavo al mondo, 300.
C'è il mondo virtuale dei ragazzi di Moccia, che al cinema fa incassi da capogiro, e c'è il mondo reale dove i giovani vivono: quello dei call center, ad esempio, girone infernale in Terra dove ci si danna l'anima per una manciata di euro al mese. A raccontarlo provvede Ascanio Celestini che, con la sua barba da profeta, è tra i migliori esponenti del teatro di narrazione odierno.
Generazione di fenomeni. Come chiamare infatti chi vive a tempo determinato, non viene capito neanche dai parenti stretti e sa se sarà riconfermato nel suo lavoro da fame il giorno prima di "scadere"? Conan che (soprav)vivono nel presente perché il futuro non possono nemmeno ipotecarlo. In tutti i sensi. Ascanio Celestini, che di solito le storie del suo teatro civile le raccoglie nel passato, lo [...] Vai alla recensione »
Malpagati e a cottimo, niente ferie, giorni di malattia o contributi per la pensione. Contratti trimestrali ad alto rischio di non rinnovabilità. Ambienti di lavoro scomodi, nessuna tutela sindacale e forte (e ridicolmente immotivata) rivalità tra garantiti e non. Benvenuti nel mondo dei precari, in particolare quelli della Atesia, zona Cinecittà, la più importante ditta di call center d'Italia, 4000 [...] Vai alla recensione »
Il sottotitolo è: "storie di autogestione e di precarietà nel più grande call center italiano". Uomo di "teatro narrativo", e se a tutti viene in mente Paolini va bene, ma ha una sua personalità e un diverso gioco drammaturgico, Celestini trasferisce su grande schermo l'esperienza umana di un recente spettacolo dedicato allo sfruttamento o alla opportunità del lavoro flessibile, questione di punti [...] Vai alla recensione »
Da Radio Clandestina (2000) sull'eccidio delle Fosse Ardeatine a La pecora nera (2005) sui manicomi, il 35enne romano Ascanio Celestini ha affinato una peculiare vena di monologhista dalla sommessa, surreale ironia, dando voce a gente comune vittima di situazioni estreme quali la guerra o la follia. Ora nel documentario Parole sante, il bravo attore-autore segue le travagliate vicende di un gruppetto [...] Vai alla recensione »
Precari. Appesi a un filo. Non per scelta, per essere magari più liberi e poter continuare a studiare. No, precari per necessità, perché è quanto offre il mercato del lavoro. Parole sante, di Ascanio Celestini, dà voce a donne e uomini che hanno sperimentato per anni la realtà del grande call center Atesia, alle porte di Roma: tante ore seduti davanti a un computer, le risposte ai problemi dei clienti [...] Vai alla recensione »
Ascanio Celestini, teatrante e documentarista, atterra in una landa desolata vicino al raccordo anulare di Roma: tra un centro commerciale e una colata di cemento sorge il palazzo di Atesia, il primo call center italiano. Quattromila dipendenti, trecentomila telefonate al giorno. Così si va a conoscere i ragazzi che ci lavorano: nel 2000 alcuni tra loro hanno organizzato scioperi, manifestazioni, scritto [...] Vai alla recensione »