Anno | 2006 |
Genere | Western |
Produzione | USA |
Durata | 93 minuti |
Regia di | Piotr Uklanski |
Attori | Boguslaw Linda, Karel Roden, Katarzyna Figura, Val Kilmer . |
MYmonetro | 2,50 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Un piccolo e tranquillo villaggio viene messo in pericolo dall'arrivo di uno straniero insieme a un uomo ricercato.
CONSIGLIATO NÌ
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Piotr Uklanski è un artista polacco che vive tra New York e Parigi e nel '98 ha fatto scandalo perchè ha usato - senza il loro permesso - l'immagine di attori famosi in ruoli di nazisti per l'opera intitolata, appunto, "The Nazist".
Qui, per la prima volta, si dedica alla regia cinematografica con un film che viene definito dal suo stesso autore un "Western allegorico". Schermo nero, silenzio in sala: all'improvviso uno sparo. Subito dopo vediamo un uomo vestito di scuro, sanguinante, mentre partono le note di una nostalgica ballata d'amore. L'uomo è lo straniero; questi porta con sé, sul proprio cavallo, il cadavere del ricercato (Val Kilmer redivivo come attore) perché vuole riscuoterne la taglia, ma si ritroverà invischiato in un sadico gioco d'azzardo che vede coinvolto anche lo sceriffo, la donna, il grassone e alcuni altri strani individui.
I personaggi non vengono mai chiamati per nome, il West è sempre lo stesso, l'atmosfera è più cupa del solito. La storia è vecchia come il mondo, i dialoghi quasi inesistenti. La particolarità del film è data dalla regia: un montaggio meticoloso, inquadrature oblique (e spiazzanti), punti di vista (e di ripresa) originali. Uklanski ripete che non si tratta di un omaggio, né di una parodia del Western, ma vuole essere una metafora sull'identità etnica e culturale, sul desiderio e sulla nostalgia, metafora che usa il linguaggio del genere più antico e codificato della storia del cinema. Ma la nostalgia viene per il vero Western, quello di Peckinpah e di Ford; per la loro semplicità nello stile (forse), ma non nell'analisi dei sentimenti profondi, nella conoscenza dell'animo umano, nella capacità di dire con poco qualcosa di importante. Summer Love è lontano anni luce da Ombre Rosse e si avvicina poco alla modernità de I segreti di Brokeback Mountain. Una buona messa in scena per poco altro.
Outside of the musical, there is no Hollywood genre more codified than the western, and none so ripe for deconstruction. With "Summer Love," the Polish conceptual artist Piotr Uklanski boils the oater down to its essence and reassembles the parts like a child pulling Legos from a bin. The movie follows a (very) loose narrative, outlined too schematically for its characters to require proper names. [...] Vai alla recensione »