Anno | 2003 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Italia, Australia |
Durata | 85 minuti |
Regia di | Diego Olivares |
Attori | Antonino Bruschetta, Antonia Truppo, Alessandra Borgia, Carmine Borrino, Carlo Caracciolo Vincenzo Gambardella, Michele Gente. |
Uscita | venerdì 7 luglio 2006 |
MYmonetro | 3,00 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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La passione per il rugby e la rieducazione di un gruppo di giovani ospiti in una struttura di recupero nella periferia di Portici. In Italia al Box Office I cinghiali di Portici ha incassato 2,8 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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I migliori anni della "loro" vita passati in un centro di recupero per tossicodipendenti e ragazzi "a rischio". Diego Olivares è alla sua prima regia per il grande schermo e già fa parlare benissimo di sé. Avvocato civilista, ormai ex, approda al cinema assecondando la sua grande passione per le storie. Già autore di un paio di riuscitissimi cortometraggi (Mimmo X e Les Jeux sont faits) e di un documentario sulla dismissione di un ospedale psichiatrico napoletano, Gli ultimi giorni del Frullone, arriva nelle sale italiane con un interessante e riuscito spaccato di una provincia del Sud. Un gruppo di giovani si scopre unito dalla comune passione per la palla ovale, tutti pronti ad affrontare insieme al mentore/allenatore il loro primo campionato di Rugby. Fra il desiderio di evadere e di costruirsi un futuro, con un pallone dai rimbalzi irregolari come la vita, si alternano sul campo da gioco le vite "sospese" dei protagonisti. I cinghiali di portici (titolo definitivo che si è sostituito al precedente H, riferito alla forma della meta rugbistica) è sceneggiato dallo stesso regista e montato dal bravissimo Giògiò Franchini, affermatosi come uno dei migliori sulla piazza dopo aver messo lo zampino nei due precedenti film del napoletano Paolo Sorrentino. Dopo i problemi legati alla distribuzione, con una gestazione durata quasi quattro anni, Olivares è pronto per entrare con merito nell'olimpo dei nuovi talenti del cinema italiano: un campionato che troppo spesso ha premiato volti anonimi e poco raccomandabili.
Realizzato nel 2003 (e visto al Torino film Festival), I cinghiali di Portici vede ingiustamente solo ora le sale. Non si tratta propriamente di un film sportivo, dato che la classica parabola allenamento-competizione-vittoria non gli interessa. Ma neanche di un educational sulle possibilità di recupero, tramite lo sport, di vite bruciate. Quelle di ex tossici, mariuoli, disadattati vari, ospiti di [...] Vai alla recensione »
Il primo film di Diego Olivares, dopo qualche corto e un documentario, ha il pregio della chiarezza di ambizioni. L'impalcatura drammaturgica è ricca di risonanze: film dove lo sport ha il valore di cartina di tornasole delle risorse umane e della capacità di resistenza di una comunità di persone disagiate. Qui si tratta di una comunità di recupero per "minori a rischio", tossici o microcriminali. Vai alla recensione »