Anno | 2005 |
Genere | Commedia |
Produzione | USA, Gran Bretagna |
Durata | 90 minuti |
Regia di | Miranda July |
Attori | John Hawkes, Miranda July, Miles Thompson, Brandon Ratcliff, Carlie Westerman Natasha Slayton, Najarra Townsend, Hector Elias, Tracy Wright, Brad William Henke. |
Uscita | venerdì 9 dicembre 2005 |
MYmonetro | 3,14 su 14 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 28 giugno 2013
Cronaca di un incontro tra un commesso e un'aspirante attrice decisa ad ottenere ciò che vuole. Il film è stato premiato al Festival di Cannes, In Italia al Box Office Me and You and Everyone We Know ha incassato nelle prime 10 settimane di programmazione 723 mila euro e 68,4 mila euro nel primo weekend.
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CONSIGLIATO SÌ
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Caméra d'Or al festival di Cannes, l'opera prima di Miranda July (cognome d'arte estivo ed eccentrico come la sua indossatrice) si presenta come un oggetto non identificato nel panorama cinematografico contemporaneo e fa subito gridare al non senso. Ma è un parere affrettato. Nella vicenda di Christine, giovane artista alla ricerca di un riconoscimento, e delle persone con cui entra in contatto, c'è tutto il senso di un presente in cui i meccanismi della comunicazione sono più che mai "pervertiti", non tanto nei contenuti (il sesso è tutto detto, smitizzato, ridotto a gioco osceno) quanto nei modi.
Christine, icona della solitudine nonostante bellezza e gioventù, s'innamora del commesso di un negozio di scarpe e lo bracca senza posa, avida di un contatto umano che non trova altrove. Intanto, i figli dell'uomo, neo-separato, chattano ogni giorno su un sito erotico e il più piccolo dei due - un bambino di 7 anni - finisce per darsi appuntamento in un parco con una matura gallerista, in una sequenza che lascia senza fiato per il mélange di tenerezza e crudeltà.
Surreale e autoironica (lei stessa è un'artista visiva a caccia di riconoscimenti), con Me and You and Everyone we know, Miranda July porta sullo schermo lo stile minimalista e irriverente che aveva già sperimentato in letteratura nei suoi racconti. Con infinito garbo, ma nessuna inibizione, si lancia nel ritratto colorato e spietato del mondo che le sta attorno, sposando la causa degli outsider per definizione: i timidi, i piccoli, i soli, i matti.
Incoronata dal Sundance Film Festival, porta con sé qualche traccia della poetica visiva di Todd Solondz, ma non è che una debole eco. Il suo senso del ridicolo è femminile e gioioso, e ciò che rende unica la sua voce è la capacità di stupirsi per le cose del mondo, riuscendo a sua volta stupire anche lo spettatore più refrattario.
Questa strampalata operetta somiglia assai alla sua protagonista e regista, Miranda July, fragile, ipersensibile, non più che graziosa, dolcemente folle, in breve confusa. Tutto ciò che accade è la negazione di un racconto, frammenti di un eccentrico mosaico nel quale la storia d'amore, che sembra il tema centrale del film, è in realtà a sua volta un frammento. Il commesso di un negozio di calzature (John Hawkes), si separa dalla moglie di colore; i due figlioletti sono spettatori innocenti di un gioco crudele. Una ragazza, Christine (Miranda July), impegnata a dimostrare a se stessa ed al mondo di essere un'artista, si innamora dell'uomo e lo bracca. Due giovani ninfette sono preda della consueta tempesta ormonale. E così si giunge ad un finale di certo poco rivoluzionario, seguendo il filo di una diafana vena creativa, un po' surreale, tra lentezze esasperanti e la ricerca di un'eccentricità priva di spontaneità. E come capita spesso nell'opera di una donna regista il sesso assume forme maniacali. Applaudita dal pubblico americano, specie quello giovane, la commedia, se di commedia si tratta, ha ricevuto numerosi premi, come il solito Sundance, ma il pubblico europeo, tranne i soliti noti di Cannes, non sembrano intenzionati a cadere nella dolce trappola della presuntuosa July e si esce dal cinema delusi dall'immodesta qualità artistica dell'autrice, dalla scarsa personalità dei protagonisti, dalla rarefazione di ogni concetto, dalla noia che procura la visione di un'operetta scritta e diretta solo per compiacere l'ego dell'autrice.
Da Il Giornale, 9 dicembre 2005
Christine, artista digitale alla ricerca del successo e dell’amore e Richard padre di due bambini, appena separato, cominciano ad intrecciare le loro vite dopo un incontro nel negozio dove Richard lavora. Attorno a loro ruota tutta la piccola comunità della cittadina, un microcosmo di personaggi dove le esistenze di tutti prima o poi si incrociano.
Christine, una giovane donna dalle camicette color pastello, le pareti di casa rosa e un'arte concettuale che narra attimi poetici "di un mondo tutto suo" è un'incarnazione di solitudine e del suo disperato bisogno di rimuoverla, compensarla con un contatto umano. Alla sua, gli espedienti di trama fanno sì che si intreccino altre storie.
Già il nome è tutto un programma: Miranda July. Lei E' il suo film, non si limita a dirigerlo ed interpretarlo. Da guardare, ammirare, avvolti da un vento tiepido di inizio estate. Qui l'aria americana degli anni '10 non pesa sulle storie dei protagonisti, qui non siamo in Magnolia di PTA, dove si vive in un temporale lungo una notte,la luce delle lampadine è tremula e, alla fine, piovono rane.
Poesia pura delle relazioni umane. Ho amato Miranda July come scrittrice... e qui l'ho riconosciuta totalmente. C'è un amore per l'umanità dei personaggi che rende la narrazione unica... Sembra di assistere a qualcosa di nuovo, fuori dagli schemi del linguaggio del cinema... eppure è semplice, comunicativo e sincero.
Un film surrale, che trasuda un simbolismo non eccesivamente sconosciuto agli eventi quotidiani; fatto di esperienze ed episodi emblematici e particolari - inteso nell'accezione di "unici" del termine - che non invadono il regno dell'onirico, rimandendo legati ad una pragmaticità giornaliera e spesso connessa all'astrattismo delle emozioni che sempre permea qualunque esistenza, [...] Vai alla recensione »
Secondo il mio modestissimo punto di vista è un capolavoro, anche se non so bene come viene usato questo termine in ambito cinematografico. Sono certo però delle emozioni che mi ha suscitato, molto intense, paragonabili solo a quelle che provai vedendo American Beauty e Magnolia. Infatti metterei questo film nello stesso cassetto anche se molto diverso per contenuti.
Cinema indipendente(Ma non dagli stereotipi) come lo è certo cinema targato U.S.A.da più di quindici anni(Ancora prima di "Clerks",penso a "Giovani,carini e disoccupati"ecc.).Non basta non essere "Filmoni holliwoodiani" per raggiungere certi livelli, e quest'opera lo dimostra.Ma sono così tanti i film che, per esempio, si chiudono con quella scena del ragazzino che incontra il tipo e vede l'alba per [...] Vai alla recensione »
Vale la pena fermare l’attenzione su un piccolo film americano che si è azzardato a uscire da noi durante le feste natalizie, quando per tradizione i generi trionfanti sono il blockbuster hollywodiano, il cinema per bambini e la smaliziata commedia all’italiana. Costato pochissimo, interpretato da attori per nulla noti a partire da Miranda July, regista esordiente e protagonista, Me and You and Everyone [...] Vai alla recensione »
Comunicare, dialogare non è mai stato così facile. Viviamo nell'era della comunicazione. Eppure, nonostante l'infinità di mezzi a disposizione, aumenta l'isolamento, la capacità di condividere sentimenti veri. Così, Christine realizza le sue opere d'arte in modo singolare, si tratta di fotografie con un paio di persone alle quali lei applica dei dialoghi che registra solitaria con amorevole cura.
E’ bello avere pregiudizi (uno impiega la vita a costruirseli, perché dovremmo rinunciare?). E’ ancora più bello quando i pregiudizi vengono smentiti. Pur giovanissima, Mirando July ha un passato da videoartista, cosa che non depone a favore di nessuno. Nel suo primo film fa la regista, la sceneggiatrice e l’attrice protagonista, concentrazione di incarichi che invita immediatamente agli scongiuri. [...] Vai alla recensione »
Era dai tempi di American beauty che un’opera prima non raccoglieva cosi tanti consensi. Me and You and Everyone We Know, scritto, diretto e interpretato da Miranda July, ha vinto il Premio Speciale della Giuria al Sundance 2005 e quello del pubblico al Los Angeles Film Festival (città in cui sono state realizzate le riprese). Ma l’en plein è stato a Cannes: Camera d’or, Settimana della Critica, Gran [...] Vai alla recensione »
Nata nel 2003 grazie ai laboratori di Sceneggiatura e Regia tenuti dal Sundance Institute, questa piccola produzione indipendente segna il debutto alla regia della giovane artista Miranda July, già scrittrice e attrice di performance multimediali, che nel giro di pochi mesi ha collezionato una serie di premi prestigiosi, dal Sundance Festival fino a Cannes, con quest’opera prima personalissima e ricca [...] Vai alla recensione »
Pare che sia nata una bella promessa: Miranda July. Artista versatile e attiva su molti fronti, dalla scrittura alla radio alle performance muscali, nasce cineasta (sceneggiatrice, regista e attrice: in Me and you è tutto) dal vivaio Sundance. Che non è soltanto un festival e una vetrina (dalla quale Me and you ha ricavato un premio, così come poi dal festival di Cannes 2005 dove il film ha ricevuto [...] Vai alla recensione »
La morale è semplice («tutti cercano qualcosa, vuoi vedere che è !‘amore?»), ma la grazia con cui la regista debuttante (nonché protagonista) Miranda July acquarella la quotidianità di una città americana tipo resta comunque ammirevole. E l’incontro tra t’artista timida Christine Jesperson e il commesso Richard Swersey (John Hawkes), separato di fresco con due figli a carico, ha il tono di una favola [...] Vai alla recensione »
Una coppia che si separa, un padre che si dà fuoco alla mano nella disperata ricerca di un senso, due ragazzini che affogano la solitudine chattando, una bambinesca artista multimediale che sembra condannata allo scacco artistico e umano... Le prime scene del premiatissimo debutto di Miranda July sembrano annunciare la solita collezione di piccoli orrori suburbani di tanto cinema indipendente Usa. Vai alla recensione »
Tutta la vita insieme in un pugno di isolati: Christine e Richard si sono appena conosciuti, lei ha comprato da lui un paio di scarpe rosa che non metterà mai, sono entrati in contatto, e lei è tornata al grande magazzino. Adesso camminano ma, all’incrocio con Tyrone Street, le loro strade si separano e lui la caccia maleducatamente dalla sua auto. Christine e Richard sono i protagonisti di Me and [...] Vai alla recensione »
Una moglie-madre nera se ne va di casa, il marito bianco si dà fuoco a una mano. Lo spettacolo meraviglioso del tramonto in una bella fotografia. Ragazzi tutti vestiti di nero discutono di realismo e onirismo. Bambini dialogano con amici di Internet su possibili esperimenti di cacca. Un vecchio addolorato: «Helen mi ha lasciato, dice che morirà questa settimana».
Un microcosmo di vita provinciale americana. Si comincia con una moglie aggressiva e di colore che pianta in asso un timido marito di pelle bianca, Richard, dividendo con lui due figli piccoli, di sette e quattordici anni, anch’essi di colore e con i capelli crespi. Poi si incontra Christine che conosce Richard nel negozio di calzature dov’è commesso e ne è attratta.
Questa strampalata operetta somiglia assai alla sua protagonista e regista, Miranda July, fragile, ipersensibile, non più che graziosa, dolcemente folle, in breve confusa. Tutto ciò che accade è la negazione di un racconto, frammenti di un eccentrico mosaico nel quale la storia d’amore, che sembra il tema centrale del film, è in realtà a sua volta un frammento.