
Titolo originale | Sheng xi zhi di |
Anno | 2025 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Cina |
Regia di | Meng Huo |
Attori | Chuwen Zhang . |
MYmonetro |
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Ultimo aggiornamento martedì 21 gennaio 2025
Un bambino viene cresciuto con difficoltà da un intero villaggio. Il film è stato premiato al Festival di Berlino,
CONSIGLIATO N.D.
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Poiché entrambi i genitori lavorano lontano, Chuang, un bambino di dieci anni, viene cresciuto dalla famiglia allargata nel suo villaggio natale, dove migliaia di anni di tradizione rurale si scontrano con i cambiamenti socio-economici che hanno interessato la Cina nei primi anni Novanta.
Arriva alla breakdance, partendo dalla cultura musicale maoista, la compagnia teatrale del film Platform di Jia Zhangke. Siamo nel 1989, nel pieno dei vorticosi cambiamenti socioeconomici e culturali del paese. Due anni dopo, nel 1991, è ambientato Living the Land (in originale Sheng xi zhi di), in concorso alla 75° Berlinale, di Huo Meng, autore conosciuto per Crossing the Border, grande successo [...] Vai alla recensione »
L'approccio è caldo, corale e d'abbraccio: la scena rurale contempla il ciclo delle stagioni nelle stagioni della vita familiare. Quattro generazioni sul crinale degli anni '90 nella Cina che si avvia decisamente all'industrializzazione forzata, ma ancora non conosce il dogma del turbocapitalismo. Living the Land (Sheng xi zhi di), dolce e sontuosa opera seconda di Huo Meng in Concorso a Berlino75, [...] Vai alla recensione »
È il 1991, ma potrebbe essere un anno qualunque di un'epoca a caso. Tanto nulla sembra cambiare nel piccolo villaggio di campagna di Living the Land, in cui vive da generazioni la famiglia di Chuang, un ragazzino di 10 anni. Il lavoro nei campi, sempre uguale agli usi e ai ritmi del passato, lo scorrere lento delle stagioni, i piccoli, eterni avvenimenti del quotidiano.
Quando si pensa a un premio come il leggendario Orso d'Oro, ci si immagina inevitabilmente lungometraggi (o documentari) "imponenti", maestosi, che in un modo o nell'altro riescano a fare la differenza, vuoi per nuovi linguaggi cinematografici adottati, vuoi per avere "quel qualcosa in più" in grado di restare impresso nella memoria degli spettatori per molto e molto tempo.