
Anno | 2024 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia, Francia, Sri Lanka |
Durata | 91 minuti |
Regia di | Suranga Deshapriya Katugampala |
Attori | Majda Halli, Saumya Liyanage, Dorian Alix Angrand Suarez . |
Uscita | martedì 25 febbraio 2025 |
Tag | Da vedere 2024 |
Distribuzione | 5e6 Film |
MYmonetro | Valutazione: 3,50 Stelle, sulla base di 3 recensioni. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 26 febbraio 2025
Un arrivo improvviso cambia la vita di Sunil. In Italia al Box Office Still Here ha incassato 5,5 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Decisa a costruirsi una nuova identità, una ex attrice di b-movie affida i due figli al loro padre e svanisce nei cantieri di una città in costruzione. Nel quartiere fatiscente dove l'uomo vive, le case si svuotano e vengono demolite dall'avanzare inesorabile della nuova città. Della donna rimangono solo le immagini di Natalik's Love, l'unico film di cui è stata protagonista.
Un film misterioso e affascinante in cui l'implosione di una famiglia va di pari passo con la demolizione dei luoghi in cui vive per dare spazio a un futuro nuovo che però rimane un distopico presente.
Opera seconda Suranga D. Katugampala, nato nello Sri Lanka e arrivato a undici anni in Italia, Still Here mantiene fermo lo sguardo originale del regista proprio come nell'opera di esordio Per un figlio. E di madri, di padri, di figli parla molto questo film misterico e affascinante che costruisce una partitura, anche musicale grazie alla chitarra e al basso in scena del cantautore Dellera, che (ri)suona nello spettatore evocando fantasmi di altri film, atmosfere malate, un approccio documentario alla realtà che restituisce un senso di degrado e di discesa verso un mondo nuovo, forse immaginario e definitivamente distopico.
È proprio in questa storia dai confini slabbrati, dalle labili certezze per lo spettatore che può faticare a trovare degli appigli, anche temporali, che Suranga D. Katugampala si muove a suo agio immaginando tre coming of age, anche se di età differenti, della madre protagonista che lascia i figli al padre per consentirgli un percorso di iniziazione alla vita adulta attraverso l'immersione in luoghi favolistici, come il lago e il bosco, in cui perdersi di notte. Anche lei, così come il padre ingabbiato nel quartiere che sta implodendo, tenta di emanciparsi, di costruirsi una nuova identità, salvo rimanere intrappolata nel ruolo della sua vita nel b-movie Natalik's Love che in realtà mostra le immagini di Lolita - Adolescenza perversa di un Joe D'Amato d'annata (1997).
Il regista, che è anche sceneggiatore con Simona Cella e direttore della splendida fotografia con Andrea Sestu, riesce a creare atmosfere originali sfruttando perfettamente gli edifici popolari (case e sale cinematografiche) e le location che si sovrappongono, quelle di Corvetto, alla periferia sudest di Milano, con quelle della capitale srilankese Colombo e di Port City, una futuristica città cinese costruita su un'isola artificiale nel cuore della cosiddetta Nuova Via della Seta. La decostruzione di una famiglia va di pari passo con quella dei quartieri in via di demolizione. C'è questo senso di cambiamento non positivo dei luoghi vissuti da persone in qualche modo terminali, lo spettro della gentrificazione delle nostre città produce zombie, cittadini che non si sentono più di appartenere al luogo in cui vivono da sempre ma che, allo stesso tempo, sanno di non essere benvenuti nei nuovi spazi del futuro da cui si tengono ben lontani.
Una condizione che sembra riflettere quella dei migranti che il regista conosce bene. Così giocando tra stili diversi, tra il neo-noir e il cinema del reale per intenderci, con una messa in scena che può richiamare lo spazio del cinema di Miguel Gomes (Tabu) e un po' quello di Aki Kaurismäki nelle sequenze del bar Nouveau Port, Suranga D. Katugampala dimostra di essere una voce che si inserisce perfettamente nel nuovo cinema europeo, con uno sguardo altro e diverso da quello del cinema italiano.
Impossibile negarlo: ci sono film che più di altri hanno bisogno, per essere compresi ed (eventualmente) apprezzati dell'aiuto concreto di chi li ha fatti. Chiamiamolo pure cinema concettuale. A mio personale avviso questo fatto si configura come un limite, come una implicita dichiarazione di non autosufficienza del testo filmico. È quanto con certezza accade con Still Here, il secondo lungometraggio [...] Vai alla recensione »
Alla ricerca di vita altra, Nico (l'attrice marocchina Majda Halli), ex starlette del cinema bis, affida i due amati figli adolescenti al padre operaio, Sunil (il mattatore cingalese Saumya Liyanage), e svanisce nei cantieri di una futuristica città in costruzione. Anche nel quartiere fatiscente dove l'uomo vive le case si svuotano, sbriciolate dai caterpillar di una gentrificazione che spazza via [...] Vai alla recensione »