Titolo originale | Amigo Secreto |
Anno | 2022 |
Genere | Documentario |
Produzione | Brasile, Paesi Bassi, Germania |
Durata | 101 minuti |
Regia di | Maria Ramos |
Attori | Jair Bolsonaro, Luiz Inácio Lula da Silva, Leandro Demori, Glenn Greenwald Carla Jimenez, Sergio Moro, Regiane Oliveira, Marina Rossi. |
MYmonetro |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 26 ottobre 2022
Le inchieste degli impavidi giornalisti brasiliani che hanno portato alla scarcerazione dell'ex presidente Lula.
CONSIGLIATO N.D.
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Nel 2014 in Brasile prende avvio un'inchiesta della magistratura (Lava Jato, cioè "operazione autolavaggio") sui fondi neri che coinvolgono vertici di Petrobras, compagnia petrolifera di Stato, alcuni imprenditori e partiti politici. Tre anni dopo sul banco degli imputati finisce anche il presidente Luíz Inácio Lula da Silva, universalmente noto come Lula, che accusato di corruzione, è condannato al carcere, che sconterà per 580 giorni. Nel 2019 il sito indipendente di news "The Intercept Brasil" e la redazione brasiliana di "El Paìs" pubblicano conversazioni tra procuratori e giudici che provano l'intenzione, con quell'indagine e i suoi metodi, di gettare discredito sul governo e andare a nuove elezioni. Il procuratore Sergio Moro, che la guida, verrà nominato Ministro della giustizia dal nuovo presidente Jair Bolsonaro, in carica dal 2019.
La regista Maria Augusta Ramos, che in O processo, presentato alla Berlinale nel 2018, ha documentato l'impeachment della presidente Dilma Roussef, segue qui passo passo l'attività coordinata di alcuni giornalisti (Leandro Demori, Carla Jiménez, Regiane Oliveira, Marina Rossi, Natália Viana).
O processo e Secret Friend (Amigo secreto, in concorso al Festival di Popoli 2022) sono collegati, perché la stessa accusa di corruzione accomuna Rousseff e Lula, così come la loro delegittimazione e allontanamento apparentemente democratico dal governo. Dietro l'ineccepibile intenzione di smascherare un sistema di tangenti - sostengono l'autrice e i suoi investigatori - c'è un piano economico preciso, l'azione degli Stati finanziari che scavalcano quelli nazionali e così l'interesse pubblico. È proprio sugli strumenti come il lawfare (sorta di presa di potere economica su un territorio non tramite la forza ma l'estensione di leggi extraterritoriali) che si concentrano le loro interviste ad avvocati, sindacalisti, giuristi.
L'insieme degli interventi delinea l'invisibile e progressiva erosione del processo democratico nel Paese, un tema incisivamente esplorato anche da The Edge of Democracy - Democrazia al limite di Petra Costa. I contributi degli interpellati, non sempre del tutto intellegibili in quanto molto specifici e dettagliati, sull'operazione autolavaggio, mentre la macchina da presa si concentra su una serie di schermate degli articoli da pubblicare, nel momento in cui vengono scritti. Scelta che se da una parte è garanzia di rigore da parte dei loro autori e ne supporta gli intenti, dall'altra suona paradossalmente anticinematografica.
Ciò a cui Ramos più tiene è distinguersi dal sensazionalismo giustizialista e segnalare l'influenza di tale atteggiamento (e stile giornalistico) sulle masse. Nella stessa direzione vanno una colonna audio scevra da commento musicale e il pedinamento lineare dei cronisti, in un j'accuse che si offre più come inoppugnabile documento giudiziario che come dinamica inchiesta investigativa. Unica, vertiginosa eccezione, le riprese del comizio di Bolsonaro, che incita ogni cittadino ad appropriarsi di una pistola come strumento per evitare la "schiavitù" e quelle della fila di carri armati sulle strade di Brasilia. Un monito sull'importanza dell'informazione indipendente dalle procure e sui rischi (ne sappiamo qualcosa in Italia, dallo spartiacque di Tangentopoli del 1992) di quando l'arbitrio della magistratura può sostituirsi alla separazione dei poteri, alla loro autoregolamentazione.
Nel 2014 in Brasile prende avvio un'inchiesta della magistratura (Lava Jato, cioè "operazione autolavaggio") sui fondi neri che coinvolgono vertici di Petrobras, compagnia petrolifera di Stato, alcuni imprenditori e partiti politici. Tre anni dopo sul banco degli imputati finisce anche il presidente Luíz Inácio Lula da Silva, universalmente noto come Lula, che accusato di corruzione, è condannato al carcere, che sconterà per 580 giorni. Nel 2019 il sito indipendente di news "The Intercept Brasil" e la redazione brasiliana di "El Paìs" pubblicano conversazioni tra procuratori e giudici che provano l'intenzione, con quell'indagine e i suoi metodi, di gettare discredito sul governo e andare a nuove elezioni. Il procuratore Sergio Moro, che la guida, verrà nominato Ministro della giustizia dal nuovo presidente Jair Bolsonaro, in carica dal 2019.
La regista Maria Augusta Ramos, che in O processo, presentato alla Berlinale nel 2018, ha documentato l'impeachment della presidente Dilma Roussef, segue qui passo passo l'attività coordinata di alcuni giornalisti (Leandro Demori, Carla Jiménez, Regiane Oliveira, Marina Rossi, Natália Viana).