Viaggio fra due "tregue" sulla strada di Levi
di Paolo D'Agostini La Repubblica
Documentarista di razza anche se il suo itinerario com-prende notevolissime incursioni nella fiction (Dopo mezzanotte), Davide Ferrario si è lasciato trasportare dalla proposta di Marco Belpoliti.
Ripercorrere, oggi, le molte migliaia di chilometri che il 26enne Primo Levi più che avventurosamente percorse nel 1945 tra il gennaio della liberazione da Auschwitz ad opera dell'Armata Rossa e l'ottobre dell'arrivo a casa, a Torino. Quel percorso - e quello stato d'animo - che il 44enne Primo Levi, già affermato autore di Se questo è un uomo, avrebbe raccontato nel 1963 nel suo libro La tregua. Lo stato d'animo.
Il nodo attorno al quale il progetto di questo film muove è un confronto di stati d'animo, e di "tregue". Levi visse e poi raccontò oltre che la tregua personale dopo il campo, la tregua che il mondo visse tra la fine della guerra mondiale e l'inizio della guerra fredda. Anche il nostro mondo di oggi, dicono il regista e il suo coautore, ha appena finito di vivere un'altra tregua, quella tra la fine della guerra fredda simboleggiata dall'abbattimento del muro di Berlino e l'inizio di una nuova guerra con l'attentato alle Torri.
Detto questo il film-viaggio ha una sua autonoma forza e verità nell'esplorare l'Europa già sovietica o sovietizzata e ora postcomunista. Con qualche stimolante ambiguità, come quella di non nascondere una percezione "umana" della dimensione arcaica in cui ancora vive la Bielorussia, dove praticamente nulla è cambiato.
Da La Repubblica, 19 gennaio 2007
di Paolo D'Agostini, 19 gennaio 2007