The Greatest Showman |
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Un film di Michael Gracey.
Con Hugh Jackman, Michelle Williams, Zac Efron, Rebecca Ferguson, Zendaya.
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Titolo originale The Greatest Showman.
Musical,
Ratings: Kids,
durata 110 min.
- USA 2017.
- 20th Century Fox Italia
uscita lunedì 25 dicembre 2017.
MYMONETRO
The Greatest Showman
valutazione media:
3,54
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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La Fiera delle banalitàdi KleberFeedback: 1066 | altri commenti e recensioni di Kleber |
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domenica 31 dicembre 2017 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Decisamente sopravvalutato e sovrastellato. Durante i 110 min. di proiezione il pubblico affluito in sala con l’onesta aspettativa di intrattenimento festivo e festoso, è reso catatonico da una pellicola che non concede un sorriso né un’emozione, allibito da una sceneggiatura incolore e inodore, inframezzata di brani cantati che sono sempre lo stesso, composto nel più trito cliché musical-ese (sono meglio le musical-parodie di Lillo e Greg a 610 di RaiRadio2), coreografie da Canzonissima, costumi civili da telenovela brasiliana ma costumi circensi da carnevale in parrocchia. Il protagonista Hugh Jackman (sotto tranquillanti per tutto il film), apparenelle scene degli esordi dove dovrebbe averne 19-20 anni, già come il cinquantenne che è, contendendo la figlia al suocero coetaneo. Convincente Rebecca Ferguson, non a caso selezionata per il ruolo di “femme fatale” svedese, seduce il pubblico maschile d’antan,(somiglia alla Abba brunetta)… ma da grande cantante in scena interpreta un repertorio talmente scontato che ci mancano solo i quattro giudici di “Got Talent” illuminare le x dalla platea del Barnum. Si sono gettate alle ortiche anche le opportunità espressive inutilmente offerte dalla presenza dei freaks, i proverbiali mostri del circo Barnum, risolti con fratelli siamesi tenuti a braccetto sotto la giacca, uomo tatuato che qualsiasi gestore di tattoo poteva meglio impersonare, uomo più alto del mondo in bilico sui trampoli e donna barbuta con la barba talmente posticcia che si vorrebbe completa almeno di occhiali e naso finto. Non può passare tutto con la scusa di mostrare il lato “impostore” di Barnum, qui di posticcio abbiamo tutto il film. Le scene più rutilanti, con gli elefanti ritti sulle zampe posteriori, assurta ad icona dello sfarzo yankee, è qui rappresentata in modo talmente modesto, da far rimpiangere la citazione spesso inserita da Groening nei Simpson. Zac Efron perfettamente a suo agio. Migliori attrici in scena le due bambine figle di Barnum, forti anche di una vaga rimembranza,assolutamente involontaria,delle bimbe di Shining. Chi sperava in un sequel di Moulin Rouge, se ne va rimpiangendo il pur modesto predecessore LaLaLand.
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