Presa coscienza della opprimente condizione imposta agli indiani dal dominio britannico, il giovane Gandhi fonderà un movimento pacifista per far valere i diritti della sua gente.
Pluripremiato agli Oscar del 1982, Gandhi, film di Richard Attenborough, racconta l’intensa storia di un uomo semplice, deciso a porre fine alle ingiustizie sociali. Analizzando vari periodi della sua vicenda umana, lo spettatore può osservare il cambiamento fisico e del vestiario di Gandhi che, da semplice avvocato, diventerà un modello per le pecorelle smarrite del popolo indiano e musulmano. Una sorta di Mosè-Salvatore che, invece di liberare gli ebrei dalla schiavitù egizia, aiuta a trovare il rispetto e la comprensione per poi giungere alla salvezza.
Estremamente significativo è l’episodio de “La marcia del sale” nel quale Gandhi percorrerà quasi duecento miglia a piedi, fino all’Oceano Indiano, per dare il sale alla povera gente, intimidendo in modo pacifico il governo britannico.
Nonostante i tentativi non-violenti di ripristinare l’ordine, in un paese ormai governato dal caos, durante le manifestazioni si verificheranno frequenti rivolte sanguinose che indurranno il Mahatma a digiunare (rischiando così di morire) come punizione contro tutti i suoi seguaci colpevoli. Purtroppo il desiderio di sangue non sarà solo di questi, ma anche di generali inglesi, pronti a uccidere anche donne e bambini. Gandhi non si lascerà scoraggiare dagli eventi e continuerà “a lottare” portando sulle proprie spalle il peso di tante persone.
Lo spettatore potrebbe annoiarsi nel vedere le vicende narrate in modo documentaristico ma, trovandosi davanti agli occhi un uomo così perfetto, riesce a entrare nel film e stare vicino a quel piccolo e grande monumento che ha cambiato la storia. Il protagonista affronterà le accuse; molto spesso sarà sbattuto in carcere ma combatterà con tale forza che, alla fine, la prigione gli apparirà solamente come un luogo dove temprare lo spirito.
Il personaggio di Gandhi, con le opportune ovvie differenze e naturalmente su scala diversa, potrebbe essere stato preso come ispirazione per il soldato Witt de La sottile linea rossa di Terence Malick: un uomo che vive aiutando gli altri e che sacrificherà la sua vita per salvarne altre. Due esempi di vita sono racchiusi in due diversi film che portano con loro una potenza e una poeticità raramente viste.
Entusiasmanti sono alcune immagini, come quella del Mahatma che cuce i propri abiti tenendo fra le mani il sottile filo, allegoria della vita. L’umiltà e la grandezza del personaggio sono rese magistralmente dal film di Attenborough e dall’interpretazione di Ben Kingsley: una persona squisita che non si trova e, se si trova, può prendere solo le forme e le sembianze del Bapu, un padre che abbraccia tutti e che guarda benevolo dall’alto i suoi figli.
[+] lascia un commento a eugenio98 »
[ - ] lascia un commento a eugenio98 »
|